Le elezioni scorse hanno segnato un cambio importante per il nostro paese. Hanno sancito, finalmente, la fine politica della sinistra radicale. Di questo il PD si è fatto protagonista ed ha reso possibile questo successo. Allo stesso tempo il PD ha iniziato un tentativo di dialogo con il PDL su alcune riforme necessarie. Lo schema era chiaro: le regole si cambiano insieme mentre il PDL avrebbe avuto l’onere di gestire alcune riforme importanti sui tagli alla spesa, su temi della crescita etc.. con una blanda opposizione del PD. Tutto questo poteva essere fatto, ma i soliti interessi privati del premier – unico vero faro politico del quinquennio 2001-2006 – hanno fatto crollare tutto questo.
Le misure intraprese come il decreto sicurezza, i militari nelle strade, il reato di immigrazione clandestina avevano già mostrato una maggioranza senza idee, in confusione e con una scarsissima capacità di introdurre norme veramente efficaci perché questi sono solo specchietti per le allodole. Ma il popolo bue, ovviamente, aveva esultato non sapendo che in alcuni casi sono misure inefficaci e in altre ancora più dannose del problema che vorrebbero risolvere.
La partenza non era buona. Non lo era, sinceramente, nemmeno quella della opposizione che – troppo presa dai problemi interni – non era stato in grado di mostrare come tutte queste misure erano assurde, inutili e dannose.
Ora la norma salva premier ha chiuso il cerchio. Ha messo fine alla reale possibilità di dialogo e ha confermato ancora una volta come il vero obiettivo di SB sia tutelare se stesso e i suoi affari. A questo punto spero che il PD intraprenda una opposizione forte, dura, intransigente e al limite della legalità se necessario.
Il Presidente Napolitano deve rispedire al mittente il decreto se conterrà gli emendamenti vergognosi e mandare all’aria TUTTO il decreto sicurezza. Dopo i maggiordomi di Fini e Bossi si lamenteranno, ma vadano a lamentarsi con il padrone.