Una Falsa Unione Non Puo’ Essere Riformata

[Lupus in Fabula]

Comunicato stampa del Comitato per lo Stato Federale Europeo

Il risultato del referendum irlandese sul trattato di Lisbona non ha fatto che mettere ancor più in evidenza uno stato di incapacità decisionale e di confusione che di fatto era già palese. Il fatto che il NO ad un trattato così modesto, che non mette in gioco alcun significativo trasferimento di sovranità nazionale a livello europeo, sia prevalso in uno dei paesi che ha maggiormente beneficiato negli ultimi trent’anni dalla sua adesione alla Comunità europea, conferma quanto distanti i partiti ed i leaders politici siano ormai dalle opinioni pubbliche e come il futuro dell’Europa sia lasciato al caso. Nonostante i successi conseguiti in diversi campi, l’Unione europea resta una falsa unione, in cui qualsiasi riforma è condannata ad essere annacquata da mille reticenze, ambiguità e rallentamenti. L'avventura
dell'unificazione del continente, che ha consentito all'Europa occidentale di godere di oltre mezzo secolo di pace e di prosperità, sta quindi minacciando seriamente di fallire.

E' legittimo sperare che l'Unione europea possa portare a compimento negli anni a venire ciò che essa non è stata capace di fare fino ad oggi? La risposta è no.

Molti uomini politici in Europa, anche se non vedono con chiarezza l'obiettivo dell'unità federale, sanno che la salvezza del continente passa per un rafforzamento radicale delle istituzioni dell'Unione.
Ma le loro dichiarazioni e le loro proposte, fino a che vengono avanzate nell'attuale quadro a ventisette suonano inevitabilmente come velleitarie e propagandistiche. E' urgente che essi si rendano conto del fatto che in questo quadro qualunque progetto che si proponga di realizzare una solida unione politica, quale che sia la sua forma, è ormai divenuto impraticabile. E qualcuno sembra incominciare a capire che la sola via attraverso la quale il processo può riprendere e diventare irreversibile è quella di un
cambiamento del quadro.

La responsabilità di questa azione profonda ricade sui Paesi fondatori e in primo luogo dalla Francia e dalla Germania. Ad essi spetta il compito di:
- rilanciare la costruzione europea fuori dai Trattati esistenti, che ormai non offrono margini di progresso in senso federale;
- sottoscrivere un patto federale, attraverso il quale gli Stati disposti a farlo trasferiscano a livello europeo la sovranità in campo militare e nella politica estera;
- assumere l'impegno di convocare un'Assemblea costituente da eleggere nei paesi che abbiano sottoscritto e ratificato il patto, con il mandato di redigere la costituzione dello Stato federale europeo aperto a quanti vorranno aderirvi, a partire da quei paesi che hanno già aderito all’euro.

13 Giugno 2008

www.euraction.org
http://www.euraction.org/kern/press_rel/Irlanda-08.pdf

[Antibus]

Obbiettivamente concordo....questa Unione non ha margini ulteriori di miglioramento...............

[Luca Beccaria]

Concordo con l'esternazione del titolo del 3d.

[Alessandro Lanteri]

E' chiaro che quest'analisi è molto acuta e tutto sommato condivisibile, ma si riuscirà ad avere la forza politica per motivare pochi Stati a fare un passo molto deciso? Non mi pare che ora come ora ci sia alcuno Stato Europeo pronto in tal senso.

[Schiffsbauer]

A parte che l'idea del passo deciso da parte dell'Italia impostoci da un politicante qualunque non mi troverebbe d'accordo, come pensi che si possa fare questo passo deciso, avanti o indietro, visto che siamo tutti legati dall'Euro ?
Schengen e' facile da fermare: abbassi le sbarre al confine ed e' fatta, ma la valuta comune preverra' qualunque differenza significativa di velocita' fra diversi livelli di integrazione. Oppure bisognerebbe che chi non vuole seguire il nocciolo duro uscisse dall'euro, ma ce li vedi a raggiungere un accordo simile ?

[Alessandro Lanteri]

In termini molto schietti, credo che le regole del nucleo duro debbano essere stabilite da alcuni vecchi membri leali di dimensioni significative (IT, FR - ok, lo so non è il massimo della lealtà-, DE, BENELUX e ES, Eventualmente AU e FI). Gli altri si accodino, potranno entrare in un secondo momento alle regole "nostre" e per gli altri paesi nell'area Euro sostanzialmente si arrangino, anche perchè di importante non mi salta in mente nessuno.

[Schiffsbauer]

In termini molto schietti, credo che le regole del nucleo duro debbano essere stabilite da alcuni vecchi membri leali di dimensioni significative (IT, FR - ok, lo so non è il massimo della lealtà-, DE, BENELUX e ES, Eventualmente AU e FI). Gli altri si accodino, potranno entrare in un secondo momento alle regole "nostre" e per gli altri paesi nell'area Euro sostanzialmente si arrangino, anche perchè di importante non mi salta in mente nessuno.

I termini altrettanto schietti, posso anche essere d'accordo ma non ha nulla a chefare con il principio di unanimita' a cui dicevamo di ispirarci fino a ieri.
Inoltre rimane sempre lo scoglio che la maggior parte degli italiani a mio giudizio non ha nessuna intenzione di delegare a Berlusconi o a Prodi la decisione su una materia cosi' importante.
Infine, fregarsene di paesi che hanno la tua stessa valuta non ha molto senso in economia. E poi se quelli "poco importanti" si mettono assieme fanno una massa critica maggiore di quella dei quattro "importanti" che hai citato, e possono dare del filo da torcere. Se infine volessimo dirla tutta, io essendo la Germania o la Francia, l'Italia fra le balle non ce la vorrei, specie nell'ottica di costituire un gruppo importante economicamente.

[Alessandro Lanteri]

Il discorso dell'unanimità deve essere considerato solo per le riforme dell'UE, per un'altro tipo di struttura non bisogna per forza coinvolgere tutti. Detta in maniera brutale, è logico che in una classe alle superiori si cerca di andare tutti d'accordo, ma io personalmente studio, esco, etc con chi voglio fuori dalla scuola.

Facciamo 2 conti per quanto riguarda la popolazione (a spanne, vado a memoria):
Germania 80 milioni, Francia 60, Italia 56, Spagna 39, Benelux 25, Austria 10, Finlandia 6, totale oltre 270 milioni di persone, maggioranza assoluta della popolazione UE. Anche economicamente sarebbero i paesi più importanti rispetto agli altri. Rimarrebero fuori, come paesi veramente importanti, UK (il paese più euroscettico, cui il discorso probabilmente non interessa), Polonia e Romania (indietro economicamente, fuori dall'area euro ed entrati da poco). Il discorso non è detto debba essere chiuso agli altri piccoli paesi come Slovenia o Malta, ma è logico che non ci si può perdere in un negoziato infinito, insomma le porte devono essere aperte, ma un'idea condivisa di fondo ci deve essere, non ce la dobbiamo inventare se non c'è.

[Schiffsbauer]

Il discorso dell'unanimità deve essere considerato solo per le riforme dell'UE, per un'altro tipo di struttura non bisogna per forza coinvolgere tutti. Detta in maniera brutale, è logico che in una classe alle superiori si cerca di andare tutti d'accordo, ma io personalmente studio, esco, etc con chi voglio fuori dalla scuola.

Facciamo 2 conti per quanto riguarda la popolazione (a spanne, vado a memoria):
Germania 80 milioni, Francia 60, Italia 56, Spagna 39, Benelux 25, Austria 10, Finlandia 6, totale oltre 270 milioni di persone, maggioranza assoluta della popolazione UE. Anche economicamente sarebbero i paesi più importanti rispetto agli altri. Rimarrebero fuori, come paesi veramente importanti, UK (il paese più euroscettico, cui il discorso probabilmente non interessa), Polonia e Romania (indietro economicamente, fuori dall'area euro ed entrati da poco). Il discorso non è detto debba essere chiuso agli altri piccoli paesi come Slovenia o Malta, ma è logico che non ci si può perdere in un negoziato infinito, insomma le porte devono essere aperte, ma un'idea condivisa di fondo ci deve essere, non ce la dobbiamo inventare se non c'è.

Te lo ripeto: posso anche essere d'accordo, ma non perche' Berluska decide per tutti sulla base degli interessi degli amici suoi. Lo stesso vale per tutti i capi di governo di tutti i paesi che hai indicato. La sensazione netta e' che vogliano implotonarci come va bene a loro per poi lasciare a noi il compito di votare sulle cose non importanti, dopo aver creato le linee guida, che sono quelle importanti, come piacciono a loro. E questo non e' accettabile

[Alessandro Lanteri]

E' logico che un processo del genere deve essere meno calato dall'alto. Credo poco nel referendum per questo tipo di cose (secondo me è uno strumento utilizzabile per questioni o storiche come una nuova Costituzione o di dubbio morale - aborto, divorzio, matrimonio omosessuale, etc...). Sinceramente un processo simil - costituente, effettivamente raccontato sui giornali, di cui per lo meno si possa parlare e in cui i negoziati si fanno alla luce del sole, sarebbe un'ottima cosa. Farei evolvere in senso democratico la vecchia Convenzione, con una parte di delegati dei governi, una dei parlamenti nazionali e una eletta direttamente, il cui risultato venga sottoposto a votazione per referendum.

Aggiungerei anche un paio di clausole:
- 1: chi entra dopo non può chiedere di riformare sostanzialemtne le decisioni già prese
- 2: gli Stati in cui viene tenuto un referendum che non passa, non potranno fare domanda d'adesione per 10 anni (in modo da responsabilizzare l'elettorato).