User Tag List

Pagina 1 di 5 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 45
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    03 Sep 2006
    Messaggi
    20,359
     Likes dati
    1,697
     Like avuti
    1,614
    Mentioned
    62 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Mafia, indagato don Romanin. Scriveva ai giudici per rallentare indagini

    http://www.leggonline.it/articolo.php?id=8896

    RALLENTAVANO I PROCESSI DI MAFIA
    8 ARRESTI, INDAGATO UN PADRE GESUITA

    I carabinieri hanno arrestato otto persone, in diverse città, accusate di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d'ufficio. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Palermo, Roberto Conti, su richiesta del procuratore Francesco Messineo, dell'aggiunto Roberto Scarpinato e del sostituto della Dda, Paolo Guido. L'inchiesta, che vede coinvolti professionisti, medici, imprenditori, boss e alcuni iscritti a logge massoniche, è stata condotta dai carabinieri dei comandi provinciali di Trapani e Agrigento. L'operazione, per la quale sono in corso decine di perquisizioni, è stata denominata «Hiram», vede impegnati anche i carabinieri, non solo di Agrigento e Trapani, ma anche quelli di Palermo, Roma e Terni. Dall'inchiesta emerge che boss mafiosi, grazie all'aiuto di persone appartenenti a logge massoniche, avrebbero ottenuto di ritardare l'iter giudiziario di alcuni processi in cui erano imputati affiliati a cosche di Trapani e Agrigento.

    Le indagini che hanno portato alla scoperta dei presunti intrecci fra boss e massoni diretti a ritardare i processi di alcuni affiliati alle cosche mafiose, sono state avviate dai carabinieri nel 2006. L'indagine, denominata 'Hiram', coordinata dalla procura di Palermo, è stata coperta dal massimo riserbo, ed ha preso il via da accertamenti svolti sulle famiglie mafiose di Mazara del Vallo e Castelvetrano, in provincia di Trapani. L'inchiesta ha messo in luce un gruppo di persone, alcune legate dall'appartenenza a logge massoniche, che per l'accusa avrebbero dunque ritardato, dietro pagamento di tangenti, l'iter processuale di alcuni affiliati a Cosa nostra. Oltre alle perquisizioni, che sono ancora in corso, controlli vengono svolti anche su conti correnti bancari intestati agli indagati.

    GLI ARRESTATI Questo l'elenco delle persone arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Trapani e Agrigento, nell'ambito dell'operazione Hiram, su provvedimento del gip di Palermo Roberto Conti. Michele Accomando, 60 anni, di Mazara del Vallo, imprenditore, finito in carcere nel 2007 per un'inchiesta su appalti pubblici pilotati, è stato in seguito condannato per mafia a nove anni e quattro mesi; Renato Gioacchino Giovanni De Gregorio, 59 anni, ginecologo a Palermo, condannato anche in appello per violenza sessuale su una minorenne, dal 2005 pende in Cassazione il suo ricorso; Rodolfo Grancini, 68 anni, originario di Orvieto, è indicato dagli investigatori come un faccendiere, in contatto con diversi senatori e deputati, considerato dagli inquirenti «una personalità poliedrica inserita in un giro di amicizie altolocate, attorno alla quale ruota l'intera indagine. Grancini avvalendosi di persone »prezzolate«, alcune già note agli investigatori, altre ancora ignote, all'interno della Cassazione, secondo l'accusa era riuscito a congegnare un »sistema« che gli consentiva di acquisire notizie riservate sullo stato dei procedimenti e di pilotare la trattazione dei ricorsi proposti alla suprema Corte dai suoi »clienti«. Calogero Licata, 57 anni, imprenditore agrigentino, accusato di aver tentato di insabbiare in Cassazione alcuni procedimenti penali che riguardavano boss mafiosi di Agrigento e Trapani. Guido Peparaio, 55 anni, impiegato del ministero della Giustizia, addetto alla cancelleria della seconda sezione della Corte di Cassazione con la qualifica di ausiliario. Calogero Russello, 68 anni, imprenditore agrigentino che era già stato imputato di mafia. Nicolò Sorrentino, 64 anni, originario di Marsala. Francesca Surdo, 35 anni, originaria di Palermo, agente della polizia di Stato in servizio alla Direzione anticrimine di Roma.

    AVVISO DI GARANZIA AD UN PADRE GESUITA I pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno inviato un avviso di garanzia anche a un sacerdote, gesuita, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L'avviso è stato notificato stamani dai carabinieri al religioso che vive a Roma. La sua abitazione, e gli uffici che si trovano nel centro della Capitale, sono stati perquisiti. La posizione del gesuita, di cui non emerge ancora il nome, è collegata all'imprenditore Michele Accomando, arrestato stamani. Gli investigatori avrebbero accertato che il sacerdote, su indicazione di uno degli indagati dell'inchiesta Hiram, avrebbe predisposto lettere inviate a giudici, al fine di condizionare l'esito di procedimenti penali nei quali erano coinvolti esponenti vicini a Cosa nostra.

    Il sacerdote romano indagato dalla Dda di Palermo è padre Ferruccio Romanin. Al gesuita, al quale è stato notificato un avviso di garanzia, secondo l'accusa sarebbero state fatte scrivere lettere dal faccendiere, Rodolfo Grancini, «previo pagamento da parte di Michele Accomando», per «raccomandare alcuni imputati di mafia». Il peso e l'autorevolezza del sacerdote che apponeva la sua firma alle lettere inviate ai magistrati, per l'accusa avrebbero influito sull'esito dei ricorsi giurisdizionali proposti a diverse autorità giudiziarie. Padre Romanin avrebbe anche scritto una lettera a un giudice che doveva decidere sugli arresti domiciliari chiesti da Epifanio Agate, figlio del capomafia di Trapani, Mariano e per Dario Gancitano, genero di Accomando, imputati entrambi davanti ai giudici del tribunale di Reggio Calabria

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    03 Sep 2006
    Messaggi
    20,359
     Likes dati
    1,697
     Like avuti
    1,614
    Mentioned
    62 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    http://www.unionesarda.it/pagina_det...ontentId=28774

    Chi sono gli arrestati

    Oltre agli otto arrestati, tra cui risultano alcuni imprenditori, un'agente di polizia, un ginecologo e un dipendente del ministero di Giustizia, negli intrecci tra mafia e massoneria risultano indagati anche un sacerdote gesuita e un esponente di spicco della Serenissima Gran Loggia Unita d'Italia
    Tra gli arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Trapani e Agrigento, nell'ambito dell'operazione Hiram, per presunti intrecci tra mafia e massoneria finalizzati al ritardo dei procedimenti penali risulta anche Michele Accomando, 60 anni, di Mazara del Vallo, imprenditore, finito in carcere nel 2007 per un'inchiesta su appalti pubblici pilotati. In seguito era stato condannato per mafia a nove anni e quattro mesi.
    Renato Gioacchino Giovanni De Gregorio, 59 anni, ginecologo a Palermo, era stato condannato anche in appello per violenza sessuale su una minorenne, dal 2005 pende in Cassazione il suo ricorso. L'uomo avrebbe pagato somme di denaro per tentare di ottenere l'insabbiamento del procedimento.
    Rodolfo Grancini, 68 anni, originario di Orvieto, è indicato dagli investigatori come un faccendiere, in contatto con diversi senatori e deputati, considerato dagli inquirenti "una personalità poliedrica inserita in un giro di amicizie altolocate, attorno alla quale ruota l'intera indagine. Grancini avvalendosi di persone "prezzolate", alcune già note agli investigatori, altre ancora ignote, all'interno della Cassazione, secondo l'accusa era riuscito a congegnare un "sistema" che gli consentiva di acquisire notizie riservate sullo stato dei procedimenti e di pilotare la trattazione dei ricorsi proposti alla suprema Corte dai suoi "clienti".
    Calogero Licata, 57 anni, imprenditore agrigentino, accusato di aver tentato di insabbiare in Cassazione alcuni procedimenti penali che riguardavano boss mafiosi di Agrigento e Trapani.
    Guido Peparaio, 55 anni, impiegato del ministero di Giustizia, addetto alla cancelleria della seconda sezione della Corte di Cassazione con la qualifica di ausiliario.
    Calogero Russello, 68 anni, imprenditore agrigentino che era già stato imputato di mafia.
    Nicolò Sorrentino, 64 anni, originario di Marsala.
    Francesca Surdo, 35 anni, originaria di Palermo, agente della polizia di Stato in servizio alla Direzione anticrimine di Roma.
    Nell'inchiesta risulta indagato anche il gran maestro Stefano De Carolis, esponente di spicco della Serenissima Gran Loggia Unita d'Italia. Il massone, secondo l'accusa, sarebbe stato messo a conoscenza dall'imprenditore Michele Accomando e da un altro indagato dell'inchiesta Hiram, del piano per ottenere il controllo di un procedimento penale pendente in Cassazione che riguardava il boss mafioso Giovanbattista Agate, fratello del capomafia di Trapani, Mariano.
    I pm della Dda di Palermo hanno inviato un avviso di garanzia anche a un sacerdote, gesuita che vive a Roma, padre Ferruccio Romanin, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L'avviso è stato notificato stamani dai carabinieri al religioso che vive a Roma. Il sacerdote, su indicazione di uno degli indagati dell'inchiesta Hiram, avrebbe predisposto lettere inviate a giudici, per condizionare l'esito di procedimenti penali.

  3. #3
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    29 Jun 2009
    Località
    Tv
    Messaggi
    15,998
     Likes dati
    4,316
     Like avuti
    5,016
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

  4. #4
    Forumista senior
    Data Registrazione
    20 May 2008
    Messaggi
    1,073
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    il padre gesuita teneva molto all'integrita' della famigghia, evidentemente.

  5. #5
    Forumista senior
    Data Registrazione
    17 Jun 2007
    Località
    La terra di Giovannino Guareschi
    Messaggi
    2,465
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Mamma mia quante buffonate in un colpo solo. E te pareva che l'intrepido contemaz non si buttava a pesce per cercare se nell'inchiesta era coinvolto un prete

    R-I-D-I-C-O-L-O!!!


    Ma certi signori non hanno proprio nulla da fare che starsene tutto il giorno per la rete a scovare scempiaggini e a costruire mostri da gettare in pasto a qualche povero sprovveduto? ma chi vi paga?

  6. #6
    Forumista senior
    Data Registrazione
    17 Jun 2007
    Località
    La terra di Giovannino Guareschi
    Messaggi
    2,465
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Tra l'altro quale sarebbe il reato contestato al sacerdote in questione? Concorsi esterno in associazione mafiosa se ho letto bene....la solita bufala di reato " fuffa ". Con questa storia del "concorso esterno" si butta dentro la rete chiunque, per il fatto di aver commesso quale reato..? ma ovvio, aver "concorso esternamente"....a fare cosa? mah! PER CORTESIA! questa pagliacciata è indegna di uno Stato di diritto e fanno vergogna coloro che sbattono la notizia in prima pagina, come questo "signor" contemax....di professione azzeccagarbugli. Mi ricordi tanto quegli avvocaticchi confidenti delle questure che c'erano soprattutto fino a qualche decennio fa....che difendevano l'impostore e il delinquente di turno, e riuscivano a farlo stare fuori per alcune "soffiate"....

    Ma in merito al "mostro giuridico" del concorso esterno proprongo una lettura dell'Avv. Lipera, difensore di Bruno Contrada:

    Concorso esterno, un mostro da abbattere
    Scritto da Giuseppe Lipera mercoledì 04 giugno 2008

    La problematica relativa all’applicazione dell’art. 110 c.p. ai reati associativi, da sempre rappresenta terreno di ampi e complessi dibattiti dottrinali e giurisprudenziali.

    La figura del concorso esterno è stata fino ad ora delineata esclusivamente in sede giurisprudenziale, stante la latitanza del Legislatore che non ha mai provveduto a tipizzare tale figura, lasciando così, forse volutamente, il giudice libero di ammetterlo o meno, in relazione al caso di cui si occupa, e di deciderne la misura.

    La figura del concorso esterno, per la giurisprudenza, è sembrata la più adatta a fronteggiare le esigenze politico-criminali sorte negli anni ottanta, quando i maxi-processi di mafia o di camorra fecero emergere in maniera preoccupante ed inquietante certi strani legami tra ambiente politico, economico ed istituzionale della nostra società e le organizzazioni mafiose.

    Tuttavia l’incertezza dei confini ha determinato un’incontrollata espansione dell’area del concorso esterno nell’associazione di tipo mafioso, come pure in altri reati associativi.

    A quest’ampliamento di confini ha contribuito indiscutibilmente l’indeterminatezza e l’eccessiva estensione della sfera del punibile che contraddistingue la clausola di cui all’art. 110 del codice penale.

    Si è detto che il concorso esterno in associazione mafiosa è stato creato ad arte dalla Giurisprudenza di merito, ed avallato da quella di legittimità, in un momento (metà anni ’80 inizi anni 90’) di grande sensibile e generalizzata preoccupazione (basti pensare quanto accaduto in Italia dall’omicidio del mitico Generale Carlo Alberto dalla Chiesa sino alla tremenda strage di via D’Amelio) .

    Or è comprensibile come in quegli anni, nell’animo dei Magistrati, albergasse un forte sentimento indirizzato al ripristino della Giustizia e dell’ordine civile; ciò però ha portato all’utilizzo improprio di norme giuridiche che, pur essendo risultate in qualche modo utili allo scopo, non erano state codificate per essere combinate fra loro.

    Quindi, se l’utilizzo della figura del concorso esterno ha reso possibile punire tutte quelle condotte dai contorni poco definiti e che servono a sostenere le attività delle associazioni criminose, desta forte perplessità e preoccupazione che sia la giurisprudenza a dover definire i confini di una figura che spetterebbe al Legislatore codificare.

    In quest’ottica sono state già introdotte alcune figure sufficientemente tipizzate, per cercare di completare il quadro dei possibili contributi che un soggetto può prestare ad un’associazione criminosa.

    A questo punto l’organico delle figure contigue alla criminalità organizzata sembrerebbe completo, potendo annoverare tra queste: il promotore, il costitutore, il partecipe, l’organizzatore, il finanziatore, colui che dà assistenza agli associati, il favoreggiatore e lo scambio elettorale politico-mafioso.

    O forse completo non è, in quanto rimangono ai margini tutta una serie di comportamenti di contiguità dai contorni difficilmente definibili che, inquadrate nell’ambito della combinazione tra l’art. 110 c.p. e la norma incriminatrice di parte speciale (art. 416 bis c.p.), porta ad un ampliamento indiscriminato, e perciò stesso pericoloso, dell’area del punibile.

    Appare inoltre preoccupante l’applicazione che del concorso esterno si potrebbe fare con riferimento a quei reati associativi politici che hanno come fine il sovvertimento dell’ordine costituito, dove, in virtù della natura “ideologica” di tali fattispecie, appare ancora più sottile e strumentalizzabile il limite alla punibilità.

    Pur considerando il pensiero di molti magistrati, e fra questi quelli più impegnati nella lotta alla mafia e al terrorismo, i quali, in situazioni di emergenza sociale, ritengono rischioso affidarsi al primato del Legislatore invece che all’efficacia di uno strumento così duttile come quello del concorso esterno, si deve tuttavia ritenere necessaria l’introduzione di figure tipizzate che impediscano, ad un potere diverso da quello legislativo, di creare fattispecie giuridiche temporanee e troppo deboli per risultare alla fine convincenti.

    A riprova di quanto affermato è il fatto che a tutt’oggi non si è ancora giunti ad una definizione di concorso esterno che sia condivisibile da tutti gli operatori del Diritto, poiché né il Legislatore, né la Giurisprudenza hanno aiutato in questo senso.

    Nel perdurare della mancanza di determinatezza e tassatività della norma incriminatrice, inoltre, si giunge all’assurdo di non poter fare appello, in situazioni che lo richiederebbero necessario, né alla Corte Costituzionale, né al Parlamento, in quanto la prima non potrebbe dichiarare incostituzionale una norma che non esiste e, per lo stesso motivo, il secondo non potrebbe abrogarla.

    Riassumiamo il pensiero.

    Il concorso esterno in associazione mafiosa viene creato dalla giurisprudenza di merito (ed incautamente avallato da quella di legittimità) in un momento di grande tensione emotiva: erano appena morti, trucidati da mani assassine e vili, due valorosi magistrati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed insieme a loro tanti innocenti poliziotti che li scortavano; comprensibile che in quegli anni vi fosse una rabbia enorme e che purtroppo annebbiava le menti.

    Ma il concorso esterno in associazione mafiosa rimane un parto della fantasia: è bastato unificare disarmonicamente due norme del codice penale, artt. 110 e 416 bis c.p., per far sì che nascesse una mostruosità giuridica; ma l’interprete delle leggi, il Giudice per antonomasia, può solo applicarle, Egli non può crearle, perché con lo stesso ragionamento qualcuno potrebbe contestare il delitto di tentato omicidio colposo combinando semplicemente l’art. 56 all’art. 589 del codice penale e ciò sarebbe un assurdo.

    Le norme, e le disposizioni che da esse si rilevano, possono e devono sì essere combinate tra esse, ma devono sempre rispondere alla logica e al raziocinio; in fondo quel che regola il diritto applicato al caso concreto è l’armonia, come nelle note musicali: la melodia si crea combinando le note, ma l’accordo non può avvenire senza regole, perché se no si rischia non di creare melodie ma stonature, non suoni ma rumori.

    Si rifletta: col concorso esterno al cittadino alla fine gli si contesta che cosa?

    Di essere stato colluso (genericamente) con dei mafiosi (e ciò spesso avviene sol perché lo hanno dichiarato dei c.d. “pentiti”, ex mafiosi o camorristi, ovvero criminali reo confessi).

    Ipotesi evidentemente in cui gli addebiti sono talmente labili, che non consentono alla Pubblica Accusa di avanzare una reale contestazione per un reato specifico (usura, estorsione, corruzione, favoreggiamento, ecc.).


    Se io fossi accusato di omicidio da Tizio potrei chiedere l’accertamento del mio alibi oppure portare la prova che Caio non è morto (chi non ricorda il caso Gallo?), ma se sono destinatario di accuse fumogene ed evanescenti, erroneamente valorizzate da alcuni giudici e non da altri, con l’ausilio di teorie fantasmagoriche (leggasi convergenza del molteplice) come faccio a dimostrare la mia innocenza?

    Quindi verità innanzi tutto è che non esiste il reato, anzi diciamolo ancora più chiaramente: la legge non prevede il concorso esterno in associazione mafiosa come reato.

    Cosa c’è di scandaloso in tutto questo?

    Ma la ricordate la storia di un tale chiamato Aldo Braibanti che fu accusato e condannato per il reato di plagio e come finì questa storia?

    Finì semplicemente col fatto che la Corte Costituzionale (C. Cost. 8/6/1981 n. 96 che enunciò l’illegittimità costituzionale dell’art. 603 c.p.) ebbe a dichiarare l’illegittimità costituzionale di quel reato e solo così si poté salvare Aldo Braibanti.


    Il poveretto accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, più sfortunato certamente di Braibanti, non può invocare neppure l’intervento della Corte Costituzionale, per il semplice fatto che questo reato non si trova nel nostro ordinamento, quindi non si può dichiarare incostituzionale una norma che non c’è.

    Neppure il Parlamento può intervenire perché non si può fare una legge per abrogare una norma che non esiste.

    Solo chi lo ha creato lo può distruggere: i giudici lo hanno creato e i giudici dovrebbero distruggerlo!

    Guardate cosa scriveva la Corte Costituzionale a proposito dell’art. 603 del C.P. (il plagio) e dite se non è riferibile pari pari al concorso esterno in associazione mafiosa:
    “L’esame dettagliato delle varie e contrastanti interpretazioni date al … nella dottrina e nella giurisprudenza mostra chiaramente l’imprecisione e l’indeterminatezza della norma, l’impossibilità di attribuire ad essa un contenuto oggettivo, coerente e razionale e pertanto l’assoluta arbitrarietà della sua concreta applicazione. Giustamente essa è stata paragonata ad una mina vagante nel nostro ordinamento, potendo essere applicata a qualsiasi fatto che implichi … mancando qualsiasi sicuro parametro per accertarne l’intensità.

    Non è finita:
    (la norma) … in quanto contrasta con il principio di tassatività della fattispecie contenuto nella riserva assoluta di legge in materia penale, consacrato nell’art. 25 Cost., deve pertanto ritenersi costituzionalmente illegittimo.

    Ragionamento che calza a pennello col reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

    In conclusione, nel riconoscere l’importanza e l’utilità che la disciplina del concorso esterno ha rivestito, sollevando il problema della mancanza di una norma specifica con riferimento a tutti quei comportamenti di contiguità alle associazioni criminali, soprattutto nella lotta alla malavita organizzata e al terrorismo, si ritengono ormai maturi i tempi perché questi comportamenti vengano tipizzati dal Legislatore, l’unico organo investito dalla Costituzione del compito di formulare le norme giuridiche, riconducendo così le fattispecie associative ad una maggiore aderenza con i principi di un diritto penale del fatto.

    Io credo che il cittadino, se ne parla tanto in questo periodo, è assillato sì dalla domanda di certezza della pena, ma altrettanto importante è definire con certezza il comportamento illecito: il poliziotto, il medico, il prete, il commerciante, chiunque in definitiva rischia in Italia (in Sicilia, Calabria e Campania in particolare) innocente, dicasi innocente, una incriminazione e una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Ciò non è giusto!

    http://www.giustiziagiusta.info/inde...2354&Itemid=69

    ho sottolineato il prete perchè qui guardacaso siamo di fronte a un caso del genere! ma chi volete fare fessi voialtri forcaioli???

  7. #7
    Forumista senior
    Data Registrazione
    20 May 2008
    Messaggi
    1,073
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    a volere l'introduzione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa fu Falcone, per fare terra bruciata delle connivenze di cui prospera la mafia.
    quindi chi e' contro il reato di concorso esterno in associazione mafiosa offende la memoria di un martire nella lotta alla mafia, e prende le parti dei suoi assassini.
    Cosa peraltro non inaspettata e non nuova da parte di certi forumisti che, infatti, per "contrastarlo" si rifanno nientemeno che all'avvocato del boss Nitto Santapaola, nonche' appartenente al movimento Sicilia LIbera fondato dal boss Bagarella e poi confluito, naturaliter, in forza italia.
    Mai una volta che prendano le parti delle vittime della mafia, certi forumisti, sempre quelle dei mafiosi e dei loro avvocati.

  8. #8
    Forumista senior
    Data Registrazione
    17 Jun 2007
    Località
    La terra di Giovannino Guareschi
    Messaggi
    2,465
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Maverik Visualizza Messaggio
    a volere l'introduzione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa fu Falcone, per fare terra bruciata delle connivenze di cui prospera la mafia.
    quindi chi e' contro il reato di associazione esterna in associazione mafiosa offende la memoria di un martire nella lotta alla mafia, e prende le parti dei suoi assassini.
    Cosa peraltro non inaspettata da parte di certi forumisti.
    L'avv. Lipera scrive ciò, ed è chiaro ed evidente che tu non l'hai letto, ma ti interessa solo insultare e usurpare la memoria di Falcone per tuoi vili scopi di piccolo cabotaggio politico:

    Il concorso esterno in associazione mafiosa viene creato dalla giurisprudenza di merito (ed incautamente avallato da quella di legittimità) in un momento di grande tensione emotiva: erano appena morti, trucidati da mani assassine e vili, due valorosi magistrati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed insieme a loro tanti innocenti poliziotti che li scortavano; comprensibile che in quegli anni vi fosse una rabbia enorme e che purtroppo annebbiava le menti.
    Leegi bene tutto invece di fare il pagliaccio come al solito. Io proverei vergogna fossi in te di fronte allo scandalo di certi utenti che sfruttano notizie solo per far propaganda, tu invece ti ci butti a pesce facendo l'utile idiota. Bravo, applauso!

  9. #9
    Forumista senior
    Data Registrazione
    20 May 2008
    Messaggi
    1,073
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Dr.Hans Visualizza Messaggio
    L'avv. Lipera scrive ciò, ed è chiaro ed evidente che tu non l'hai letto, ma ti interessa solo insultare e usurpare la memoria di Falcone per tuoi vili scopi di piccolo cabotaggio politico:



    Leegi bene tutto invece di fare il pagliaccio come al solito. Io proverei vergogna fossi in te di fronte allo scandalo di certi utenti che sfruttano notizie solo per far propaganda, tu invece ti ci butti a pesce facendo l'utile idiota. Bravo, applauso!
    sei tu a dover provare vergogna, in quanto ti fai portavoce degli avvocati dei mafiosi , e, quindi, dei mafiosi stessi.
    dovresti solo sotterrarti.

  10. #10
    Forumista senior
    Data Registrazione
    17 Jun 2007
    Località
    La terra di Giovannino Guareschi
    Messaggi
    2,465
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Maverik Visualizza Messaggio
    Cosa peraltro non inaspettata e non nuova da parte di certi forumisti che, infatti, per "contrastarlo" si rifanno nientemeno che all'avvocato del boss Nitto Santapaola, nonche' appartenente al movimento Sicilia LIbera fondato dal boss Bagarella e poi confluito, naturaliter, in forza italia.
    Non pago, come fai da anni, di utilizzare i nomi dei morti di mafia come stracci per lavare i panni ai tuoi sodali politici (che all'epoca criminalizzavano Falcone, te lo sei dimenticato eh?), scrivi anche delle autentiche menzogne, come quella da me sottolineata ed evidenziata. Stai attento antonio, perchè non tutti i lettori sono pazienti come me, e qualcuno che ti legge e che tu calunni in modo così grossolano e falso, potrebbe alfine stufarsi. Non so come fai a girare per strada tranquillo, con la coscienza così nera che ti ritrovi, insultando gente perbene e usando i nomi di magistrati morti nella lotta alla mafia. Sbalorditivo.

 

 
Pagina 1 di 5 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Maurizio Gasparri indagato. Ricevuto l'avviso di fine indagini
    Di von Dekken nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 24
    Ultimo Messaggio: 17-12-13, 20:08
  2. Fa uno scoop sui giudici: indagato e perquisito per ore
    Di yure22 nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 35
    Ultimo Messaggio: 19-11-12, 01:18
  3. Mafia, indagato Schifani
    Di stefaboy nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 75
    Ultimo Messaggio: 01-10-10, 15:11
  4. Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 27-05-09, 19:59
  5. Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 21-06-08, 12:30

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito