Scusate se scrivo per parlarvi di un episodio personale ma ho bisogno di condividere con voi questo spiacevole momento.
Questa sera sono stato aggredito da un nord-africano e da un suo compagno in un tentativo di rapina.
Uscito dal Comune dove svolgo servizio civile, stavo aspettando mia madre in un parcheggio di terra e sassi dove ci eravamo dati appuntamento per poi andare a fare alcune compere.
Parcheggiata l’auto sono sceso per aspettare che lei arrivasse e, mentre aspettavo, da dietro una vettura escono due tizi: un marocchino e un suo amico che, dall’aspetto, sembrava italiano.
Io riconosco il marocchino, ma il suo amico no. Il marocchino è un membro di una comunità magrebina molto numerosa e molto tristemente conosciuta nella mia cittadina per la propria attività malavitosa e per i frequenti episodi di violenza contro altri cittadini.
Lui era da un po’ che non lo vedevo (anni).
Mi si avvicinano con una brocca di vino bianco in mano e entrambi puzzano nauseabondamente di alcol.
Mentre il bianco non mi rivolge immediatamente la parola, il meticcio mi dice: “Ehi, vieni qui, che ti devo chiedere una informazione”.
Avendo capito l’antifona io, ovviamente, sono rimasto sul posto in cui mi trovavo. A quel punto è stato lui a venirmi incontro e a dirmi: “Dove stai andando?”.
“A fare delle faccende” Gli ho risposto io. Subito dopo mi ha detto minacioso: “Parliamo di cose serie: quanti soldi hai addosso?”.
“Nulla” gli ho detto io (“nulla da darti” intendevo).
“A me servono dei soldi per comprare il fumo, anche pochi me li dai” dice lui con fare già pronto allo scontro, ma vista la mia seria intenzione di non cedere mi da una spinta per farmi coprire da una vettura in modo che altri non vedessero la scena. A quel punto arriva anche il suo amico e inizia una colluttazione dove comunque, la mia prima intenzione era difendermi, uscire dall’isolamento e impedirgli di strapparmi il marsupio.
Il confronto fisico dove loro tentavano di strapparmi il marsupio dalla tracolla è proseguito anche difronte ad alcuni passanti che, vergognosamente, hanno chinato il capo e se la sono filata alla svelta.
Fatto sta che quando sono riuscito a riprendermi il mio “conteso” marsupio in mano e sono riuscito ad andarmene verso l’auto il marocchino mi ha gridato: “Guarda che so chi sei, ora sono cavoli tuoi e della tua famiglia”.
Io, rispondendo che mi sarei difeso in ogni caso, mi son sentito rispondere: “Tanto a noi non ci ha potuto mai toccare nessuno”. Son salito in auto e sono ripartito. Il meticcio, invece, ha preso una pietra grande quanto un palmo di una mano e la ha lanciata contro la mia auto prendendola dietro, evidentemente sul paraurti visto che lo ho trovato graffiato.
Poco fuori il parcheggio ho incontrato mia madre che arrivava e li mi sono accorto che sulla mano destra avevo due ferite che sanguinavano.
Io volevo lasciar perdere ma mia madre ha chiamato i carabinieri e dalla caserma hanno consigliato di farmi controllare le ferite poiché molti di quella comunità (che loro conoscono molto, molto bene) sono malati di aids e io non sapevo con cosa mi avevano ferito.
Io mi sono fatto medicare dal pronto soccorso dove mi hanno detto che comunque il contagio di aids non avviene sempre così semplicemente.
Ora. Non credo proprio alla catastrofica possibilità dell’aids perché può darsi pure che mi sia ferito nella colluttazione in modo accidentale, ma le altre minacce non le scordo facilmente.
Ora non so cosa dovrò fare ma, certamente, ero più tranquillo prima. Se non per me, per le persone a me vicine e queste minacce sono arrivate in un periodo in cui io non è che stia molto bene.
Vi prego di darmi un consiglio e, inoltre, vi prego di non giudicare male il mio atteggiamento volto più alla difesa che all’offesa (anche se avevo già le chiavi dell’auto in mano con la punta della chiave tra l’indice e il medio per bucargli la testa in caso di vero pericolo), poiché avere a che fare contro persone di una banda numerosa, vendicativa e senza scrupoli (visto che è noto che non hanno nulla da perdere) e se per me stesso potevo anche “fare l’eroe”, dovevo comunque preservare la famiglia da ritorsioni visto che ci conoscono. Perciò ho cercato di limitare i danni.
Vorrei un vostro parere.
Un’ultima cosa: ai politici che parlano tanto bene di integrazione e immigrazione, anziché girare con otto guardie del corpo, gli consiglio di farsi un giro in qualche quartiere ad hoc, soli o con la loro famiglia e poi ne riparliamo.
Grazie.
Horus