a mio avviso Berlusconi la comunione la può prendere perchè sposato religiosamente solo la seconda volta se non sbaglio... in caso sbagliassi, allora ha ragione silvio ad autoescludersi... resto perplesso sulla risposta del vescovo.
a mio avviso Berlusconi la comunione la può prendere perchè sposato religiosamente solo la seconda volta se non sbaglio... in caso sbagliassi, allora ha ragione silvio ad autoescludersi... resto perplesso sulla risposta del vescovo.
UT UNUM SINT!
mi sa che sbagli, silvio e' "cattolicissimo" e il primo matrimonio fu religioso
e non si e' "autoescluso" se non questa volta.
diverse altre volte, i prelati non si sono attenuti al divieto che vale per ogni altro divorziato/risposato.
mi chiedevo perche' questa eccezione.
Ma che idea di cattolicesimo ha il presidente del consiglio?
1. Vi è una regola ecclesiastica (discutibile o meno, lo si può fare ma non è questo il tema qui).
2. Questa regola mi danneggia.
3. Chiedo (come disse questo sacerdote "Lei che può....") che tale regola sia modificata.
Devo dire che, sono sorpreso (un poco amareggiato) di vedere che qui alcuni dei miei amici (fratelli in Cristo) stanno "difendendo" questo modo di essere cattolico del presidente del consiglio. Indecente!
Se un tale modus operandi l'avesse proposto, che so io, un Follini, o qualcun'altro, sarebbero stati altrettanto "moderati" e "prudenti"? Quanta ipocrisia.
Buona domenica
Berlusconi - ogni tanto e con l'andare degli anni sempre di più - deve tenere un pò più chiusa la bocca
Se la Chiesa ha detto no ad Enrico VIII dirà no anche a Berlusconi. Che di catechismo sa meno di zero.
La Chiesa non è una sua azienda ed il vescovo in questione ha risposto con l'educazione che si deve, in ogni caso, ad ogni Capo di Stato.
A questo proposito riporto le parole di commiato di Camillo Ruini dai suoi "parrocchiani" :
Ruini ha affidato a questa messa di commiato un messaggio di incoraggiamento per i vescovi che, ha detto, devono sottrarsi a qualsiasi tipo di sudditanza rispetto alle pressioni dell'opinione pubblica e dei mass media. "Le pallottole di carta non fanno molta paura", ha detto, citando una sua frase che era stata "rubata" durante una riunione chiusa alla stampa. "E' indispensabile, per un Vescovo, sottrarsi alla sudditanza nei confronti di questo genere di pressione e a tal fine è importante ricordare che la verità che ci è stata donata e affidata, quella verità che in ultima analisi è Cristo stesso, conta e 'pesa' molto di più di qualsiasi opinione", ha ammonito.
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/ruini-addio/ruini-addio/ruini-addio.html
consentirai che dare la COmunione a chi non potrebbe riceverla e' , come dire, qualcosa di piu' "pregnante" ( stavolta in senso negativo) rispetto alla funzione che i ministri di culto sono chiamati a svolgere.
Ammesso, poi, che quelli da te indicati, come aizzatori di sfasciavetrine, esistano.
prima notazione: non e' capo di Stato.
seconda notazione: secondo le cronache sarebbe stato lui a rifiutare la Comunione e non il Vescovo a negarla.
terza notazione : sarebbe la prima volta che egli rifiuta, in quanto in altre circostanze altri prelati, pur ben consapevoli della sua situazione, gli hanno consentito di accedere alla Comunione e anche di far da padrino (nel senso cattolico del termine, sia chiaro, perche' per l'altra accezione non ha bisogno di assensi).
vorrei comprendere in funzione di quali variabili e di quale natura si son consentite queste deroghe.
Vero, ma Enrico VIII "sperava" nel divorzio da Caterina d'Aragona perché in precedenza la Chiesa si era comportata diferentemente: in particolare l'indissolubilità del matrimonio è stata proclamata solo nel Concilio Lateranese IV nel 1215 e ribadita nel Concilio di Trento.