«I gay di destra? Persone sgradite, niente Pride di Lubiana» Domenica 22 giugno 2008 «Persone sgradite». Non ci hanno girato troppo intorno gli organizzatori del Pride di Lubiana, sabato scorso, rivolgendosi ai militanti di GayLib, associazione degli omosessuali liberali e di centrodestra, che stavano per unirsi al corteo nella capitale slovena. I gaylibbini sono stati espicitamente invitati a non partecipare alla manifestazione perché qualche ora prima, a Provesano, avevano commemorato la figura di Pim Fortuyn sulla tomba del leader liberale e omosessuale olandese, ucciso nel 2002 da Volkert van der Graaf, 
attivista d'estrema sinistra. «Visto la visita alla tomba di Pim Fortuyn e dopo esser venuti a
conoscenza della vicinanza dell’associazione gay italiana al centro-destra
di Berlusconi – ha detto in una telefonata Mitja Blasich a Enrico Oliari, presidente di GayLib - il comitato promotore del Gay Pride di Lubiana, riunitosi a
consulto, ha ritenuto che GayLib non può riconoscersi nella piattaforma del
gay pride sloveno e quindi che i suoi militanti non sono persone gradite».

Parole che hanno profondamente amareggiato la delegazione italiana. «La verità scomoda – è stata la reazione di Oliari - è che ci sono partiti e movimenti che ritengono di avere
il monopolio sull’omosessualità, mentre essere gay non significa essere
automaticamente per la liberazione della Palestina o No Global.

Queste cose i “compagni” le sanno, ma, pur di servire prima i partiti che
gli omosessuali persistono nella svendita del patrimonio politico e
culturale della comunità gay, senza mai ottenere nulla in cambio».

A GayLib, che non parteciperà al Gay Pride nazionale di Bologna in polemica con gli organizzatori della manifestazione, è giunta la solidarietà dell’Associazione radicale Certi Diritti. «Non si capisce – ha detto il presidente Clara Comelli - che criterio politico sia stato adottato nell'escludere un'associazione gay italiana anche se schierata nel centro destra. L'essere filoberlusconiani e l'aver commemorato una figura come quella di Pim Fortuyn (sulla cui storia forse ci si dovrebbe documentare di più, prima di bollarlo come xenofobo), non rappresenta certo, secondo Certi Diritti, motivo valido per un'esclusione tanto grave. Difendere i diritti civili delle persone in generale deve restare una priorità cara ad ogni persona libera e democratica, a prescindere dal contesto politico in cui si sceglie di agire le proprie rivendicazioni».





Christian Poccia