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    Predefinito L'altro mondo per soli gay:l’auto-apartheid degli omosessuali

    L'altro mondo per soli gay:
    l’auto-apartheid degli omosessuali


    Milano - Qui riposano gli omosessuali. Il cimitero di Assistens si trova a Copenaghen, nel quartiere Noerrebro. Le anime, dicono, non hanno sesso, ma in questo posto non sarà più così. Sta per nascere un quartiere per gay. Un ghetto che supera i confini della morte. Trentasei loculi in una zona riservata, proprio vicino alle tombe dello scrittore di favole Andersen, di Kierkegaard il filosofo, di Niels Bohr, il fisico che ha scoperto l’atomo. È il primo camposanto gay nella storia dell’umanità. Qualcuno pensa che sia una rivendicazione, una scelta d’identità. Molti pensano che sia l’ultima, ed estrema tendenza, della cultura gay più radicale, quella che alza muri, differenze, ghetti. Che ha deciso di rivendicare un’identità forte. Precisa. I cipressi omosex arrivano dopo una lunga lista di luoghi solo per gay: caffè e discoteche, locali a cui si accede solo con tessera, tante crociere, villaggi turistici, quartieri, librerie, tv, fiorai, birrerie, un albergo che ha appena aperto a Buenos Aires, città americane per gay over 50, perfino veterinari per i cani e i gatti dei gay. E qui a Copenaghen, in questo, si considerano avanguardia pura.

    Ancora prima dell’Olanda, in netto anticipo rispetto alle leggi zapateriane, veniva la Danimarca. La prima a riconoscere l’unione tra persone delle stesso sesso. È il 1989 quando il Civil Partnership Act di Copenaghen concede alle coppie omosessuali sia l’adozione sia il matrimonio. Nel ’97 il primo matrimonio tra gay viene celebrato in una chiesa luterana danese. Stessi diritti riconosciuti di una coppia eterosessuale: pagamento degli alimenti in caso di separazione, riduzioni delle tasse, eredità garantita. Ma non solo. Un emendamento garantisce a donne single o lesbiche la fecondazione assistita a spese dello Stato. E con i sepolcri si fa un salto nell’aldilà.
    Per accedere al posto riservato basta essere iscritti all’associazione gay «Rainbow». «Vogliamo che omosessuali e lesbiche possano riposare in pace uno accanto all’altro», dicono dall’associazione. «Eppure, assicurano dal Rainbow, non vogliamo isolarci ma solo esprimere il nostro bisogno di restare insieme. Consideriamo il progetto come una tomba familiare che sarà mantenuta dalla nostra famiglia». Sì, ma come fare a riconoscere quelli della famiglia? Segni distintivi saranno ben in vista per non rischiare di essere confusi con gli altri, gli etero. Ogni spazio sarà decorato con un triangolo di ghiaia tracciato sul suolo che spezza una grossa pietra posata al centro. «Il triangolo è il nostro vecchio simbolo, ma anche un nostro segno di sofferenza» ha dichiarato Mr. Larsen del circolo, ricordando come gli omosessuali ai tempi dei nazisti dovessero portare un triangolo rosa tatuato sul petto. Poi, su ogni tomba ci sarà una bandierina con un arcobaleno simbolo della comunità gay.
    Sui blog non mancano le esperienze personali. Filippo, 42 anni racconta la sua esperienza e scrive: «Dieci anni fa, con il mio fidanzato ci siamo trasferiti in Danimarca per smettere di pensare di essere gay e cominciare ad esserlo in un contesto sociale non ghettizzante. Siamo felici». E che morte non li separi.

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=255331&START=1&2col=

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Apostata_tv83 Visualizza Messaggio
    Io sono profondamente contrario alla ghettizzazione ma se vieni aggredito ogni qual volta baci o tieni per mano il tuo partner in pubblico. A Copenhagen non ha senso questa divisione ma bisogna anche vedere se è dichiaratamente gay e proibito ad altri o se è semplicemente un lotto privato su cui fare ciò che si vuole.
    C'é chi non affitta agli omosessuali e chi affitta solo agli omosessuali: a Padova c'é un negozio gestito da una donna etero che assume solo gay perché dice che sono più bravi a fare i commessi. Se nei bar eterosessuali non lasciano ai gay starsene tranquilli, viene chiesto un luogo nel quale potersi esprimere liberamente: nasce il locale gay.

    Io per esempio non so neppure se potrò partecipare al funerale del mio compagno in Italia in quanto compagno, con diritto di dire qualche parola nei suoi confronti.
    Nudi al cimitero per orgia omosex
    Tuesday, June 7, 2005, 215 -
    Milano: al via processo per 7 imputati

    Arrestati per una ammucchiata omosessuale a ridosso del Cimitero Maggiore di Milano, ora sono sotto processo per atti osceni in luogo pubblico...
    Arrestati per una ammucchiata omosessuale a ridosso del Cimitero Maggiore di Milano, ora sono sotto processo per atti osceni in luogo pubblico. A quattro anni dal fermo dei carabinieri è iniziato il procedimento. Erano sette tra i 22 e i 35 anni: un giornalista, un infermiere, un autista, uno stilista, un musicista e due disoccupati. Prevista in aula anche la deposizione di testimoni presenti all'insolito raduno.

    La vicenda risale alla notte del 16 ottobre del 2001. Una pattuglia di carabinieri del nucleo radiomobile trovò i sette completamente nudi in fila indiana impegnati in un rapporto sessuale plurimo in via Jona, la strada che appunto costeggia il cimitero del capoluogo meneghino. Arrestati, vennero rinviati tutti a giudizio. Ora è cominciato il processo davanti al giudice Italo Ghitti, della terza sezione del Tribunale di Milano.

    http://www.stranomavero.info/index.p...y050607-090623

  3. #3
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    Eterofobia.

    Un’altra caratterizzazione dell’omosessuale omòfobo, estremamente diffusa e quasi paradossale, consiste nel sentimento di superiorità nei confronti degli eterosessuali, che si traduce nella denigrazione di questi ultimi come risposta omòfoba alla discriminazione da parte loro. Definiamo questo atteggiamento eterofobia, che è quindi una discriminazione simmetrica nei confronti degli eterosessuali.
    Cerchiamo di capire le origini di questo tipo di risposta.

    Nel corso del suo processo di ricostruzione affermativa dell’identità omosessuale, tradizionalmente articolato in sei fasi (delle quali nella Categoria 4 sto descrivendo la seconda), l’individuo giunge ad uno stadio (corrispondente alla quinta fase) in cui la consapevolezza della propria omosessualità, ormai pienamente acquisita, si scontra violentemente con il rifiuto sociale i cui assunti impediscono alla persona di esprimersi liberamente e senza vincoli. E’ a questo punto che inizia ad affermarsi una sorta di superiorità nei confronti degli eterosessuali come reazione al rifiuto operato dagli eterosessuali stessi: il valore attribuito alle due condizioni viene ribaltato (omosessuale è bene, eterosessuale è male); nasce una specie di avversione verso la società eterosessuale parallela all'avversione di quest'ultima verso i gay; le frequentazioni cambiano (molti omosessuali, pochi o nessun eterosessuale); nasce il senso di autoaffermazione di sé (orgoglio omosessuale); l’oppressione subìta negli anni si trasforma in netta divisione tra “noi” e “loro”.
    Tutto ciò porta ad un’immersione completa nell’ambiente e nella subcultura omosessuale, con esclusione della realtà circostante.

    Ora, se l’insorgenza di questo atteggiamento risulta chiara nella sua eziologia, altrettanto chiaro è il fatto che si tratta di una risposta fuori misura che non mette l’individuo nella condizione di godere di un sereno equilibrio, e solo apparentemente esprime una piena ed autentica accettazione di sé in quanto omosessuali (e sta qui il paradosso di cui ho parlato all’inizio).
    Ciò che infatti manca, nell’omosessuale che agisce e reagisce attraverso questi moduli comportamentali, è proprio la sintesi finale della propria identità omosessuale, ossia quella capacità di coniugare la propria omosessualità con tutti gli altri aspetti del sé nonché con la realtà esterna. L’individuo fermo allo stadio dell’orgoglio percepisce l’intero se stesso attraverso l’identità omosessuale, non è in grado di sentire quest’ultima come uno dei tanti aspetti della propria personalità che richiedono tutti di essere sintetizzati e coniugati tra di loro: e come sempre quando più aspetti di sé sono scissi, l’equilibrio interiore ne risulta compromesso. E’ per questo che l’atteggiamento orgogliosamente omosessuale ed eteròfobo non è indice di accettazione di sé, come potrebbe sembrare, né di sereno equilibrio, ma al contrario è indicatore di chiusura verso la realtà esterna e di scissione interiore.

    I gay non vivono sulla Luna, ma su questa terra, insieme a tutti gli altri: e il benessere del singolo è tanto maggiore quanto più egli riesce a creare legami con gli altri e con l’ambiente esterno tutto. L’apice dell’accettazione della propria identità omosessuale si ha perciò non quando il gay grida com’è bello essere gay o quando si sente migliore proprio perché diverso, bensì quando si rende conto che alcuni, anzi molti, eterosessuali lo accettano, quando rivaluta l’importanza dei rapporti con gli eterosessuali che non frappongono barriere, quando si riduce il bisogno di frequentare solo ambienti omosessuali, quando la rabbia per i torti subìti si trasforma in dialogo.

    Al contrario, un atteggiamento inteso a creare una forte contrapposizione e una separazione tra gruppi, tra “noi” e “loro”, è anzitutto limitante, e pone il gay allo stesso livello dell’eterosessuale omòfobo: come infatti il pregiudizio impedisce a quest’ultimo di frequentare dei gay e lo limita nel suo interscambio personale con gli esseri umani (omofobicamente separati in normali e diversi, giusti e sbagliati), così anche l’atteggiamento eteròfobo limita il gay nelle sue relazioni sociali, precludendogli la possibilità di interagire felicemente con quella parte della società eterosessuale non omòfoba.
    In secondo luogo, il comportamento eteròfobo si rivela a lungo andare ansiogeno e claustrofobico: l’uomo è un animale sociale, come ha detto Aristotele, non un animale da ghetto, e l’autoghettizzazione in cui molti omosessuali si rinchiudono per reazione e per paura non aiuta l’equilibrio interiore né la maturazione psicologica. Ho conosciuto una quantità di ragazzi gay disperati per il fatto di non riuscire a trovare altri gay in grado di vivere serenamente in mezzo a tutti, senza il bisogno di pensare tutta la loro esistenza in termini di omosessualità (mancanza di sintesi) e di ragionare sempre e soltanto in termini di locali gay, spiaggia gay, amici gay, cinema gay, festa gay...
    L'uomo è un animale sociale: e affermazioni come quella di Grillini ("quando faremo la città gay"), seppur eclatanti e iperboliche, non vanno a mio avviso nella direzione giusta. Si rinchiuda lui nella città dei gay: io preferisco essere serenamente gay in mezzo a tutti gli altri esseri umani, privilegio che mi sono saputo conquistare per non essermi chiuso nella mia subcultura, come l'eterosessuale omòfobo che si è chiuso nella sua. Illustrerò con esempi negli articoli successivi le emozioni negative che suscitano nei gay stessi simili modelli di vita.
    Infine, l’eterofobia non aiuta la causa degli omosessuali. L’omofobia va capita, e il gay consapevole ha l'onere e l'onore di fare nel proprio piccolo tutto ciò che può fare per aiutare la società eterosessuale a superarla: ergere barriere non serve a niente, il dialogo invece può rivelarsi costruttivo. Il disagio e la paura verso i gay derivano dall’ignoranza, e la mia esperienza personale ha dimostrato che lavorando sull’ignoranza molti eterosessuali omòfobi possono aumentare la loro soglia di accettazione.

    Kairòs d'epì pàsin àristos ("Il senso della misura è la cosa migliore in tutto")
    Esiodo, Opere e Giorni, v. 694.

    http://ilteneroguerriero.splinder.co...750/Eterofobia.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da polemiko Visualizza Messaggio
    Eterofobia.

    Un’altra caratterizzazione dell’omosessuale omòfobo, estremamente diffusa e quasi paradossale, consiste nel sentimento di superiorità nei confronti degli eterosessuali, che si traduce nella denigrazione di questi ultimi come risposta omòfoba alla discriminazione da parte loro. Definiamo questo atteggiamento eterofobia, che è quindi una discriminazione simmetrica nei confronti degli eterosessuali.
    Cerchiamo di capire le origini di questo tipo di risposta

    Estremamente diffusa cosa vuole dire? secondo me che 9 su dieci ne sono affetti...

  5. #5
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    25/9/2007Mondiale di calcio Gay per la prima volta in America LatinaIniziato a Buenos Aires il campionato del Mondo della comunità omosessuale. Grande successo di pubblico, gli argentini si sentono i favoriti Una cerimonia inaugurale con la musica da discoteca, le bandiere arcobaleno simbolo della comunità omosessuale e anche qualche travestito nei panni del capo-tifoso. Sbarcano così a Buenos Aires i mondiali di calcio gay al debutto assoluto in una capitale latino-americana.

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ne=380&sezione=

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Ciudidudi Visualizza Messaggio
    Estremamente diffusa cosa vuole dire? secondo me che 9 su dieci ne sono affetti...
    ... direttamente proporzionale al grado di omofobia nel mondo...

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Apostata_tv83 Visualizza Messaggio
    Io sono profondamente contrario alla ghettizzazione ma se vieni aggredito ogni qual volta baci o tieni per mano il tuo partner in pubblico... a Copenhagen non ha senso questa divisione ma bisogna anche vedere se è dichiaratamente gay e proibito ad altri o se è semplicemente un lotto privato su cui fare ciò che si vuole.
    C'é chi non affitta agli omosessuali e chi affitta solo agli omosessuali: a Padova c'é un negozio gestito da una donna etero che assume solo gay perché dice che sono più bravi a fare i commessi. Se nei bar eterosessuali non lasciano ai gay starsene tranquilli, viene chiesto un luogo nel quale potersi esprimere liberamente: nasce il locale gay.

    Non frequento da anni locali gay, vado per trattorie e bar assieme al mio compagno e amici. Certo, non posso neppure avvicinarmi troppo (lui è malato di omofobia interiorizzata) e mettere la testa sulla spalla o dargli un pacca sul sedere come tra amici.

    Io per esempio non so neppure se potrò partecipare al funerale del mio compagno in Italia in quanto compagno, con diritto di dire qualche parola nei suoi confronti.
    io non amo le esibizioni e/o le ipocrisie
    amo la libertà
    quindi quoto

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Ciudidudi Visualizza Messaggio
    25/9/2007Mondiale di calcio Gay per la prima volta in America LatinaIniziato a Buenos Aires il campionato del Mondo della comunità omosessuale. Grande successo di pubblico, gli argentini si sentono i favoriti Una cerimonia inaugurale con la musica da discoteca, le bandiere arcobaleno simbolo della comunità omosessuale e anche qualche travestito nei panni del capo-tifoso. Sbarcano così a Buenos Aires i mondiali di calcio gay al debutto assoluto in una capitale latino-americana.

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ne=380&sezione=

    A febbraio la Clericus Cup, il campionato di calcio del Vaticano


    sabato 20 gennaio 2007

    A partire dalla terza settimana di febbraio, anche il Vaticano avrà il suo campionato. Nasce, infatti, la Clericus Cup, un campionato a squadre che vedrà sedici compagini provenienti da tutto il mondo cattolico. Non mancheranno giocatori provenienti dai collegi e seminari di Brasile, Argentina e altri Paesi che tanto hanno dato al calcio giocato.

    Oltre alle regole prettamente calcistiche, ne verranno introdotte di nuove, come il divieto di giocare di domenica e l'assoluto divieto di imprecazioni, che porteranno automaticamente all'espulsione il giocatore che le ha proferite. Per il resto, tutto sarà uguale ad una partita di calcio: pubblico a fare il tifo, sponsor a bordo campo e pubblicità sulle maglie dei calciatori. Il tutto con l'ovvia benedizione del Vaticano.

    L'iniziativa è partita dal cardinale Tarcisio Bertone, numero due della Santa Sede, appassionato di calcio e già commentatore delle partite di Sampdoria e Genoa, e pare non mancherà la squadra del Vaticano, in divisa bianco-oro. La finale si disputerà, probabilmente, a fine giugno allo stadio Olimpico di Roma, e la squadra verrà premiata dal cardinale Bertone in persona.

    http://it.wikinews.org/wiki/A_febbra...o_del_Vaticano

  9. #9
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    Da sempre esistono comunità gay autoescludentisi.

    Basta andare nei seminari e nei conventi, luogo di rifugio e di associazione di gay e lesbiche repressi.

  10. #10
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    Diritti umani | GAY

    Quel matrimonio s’ha da fare

    L’ordinamento italiano non vieta in modo esplicito le nozze omosessuali. Ecco perché si possono impugnare le motivazioni addotte per il rifiuto

    di Giovanna Dall'Ongaro
    A.A.A. coppie omosessuali cercarsi, scopo matrimonio. L’annuncio lampeggia sull’home page della neonata associazione radicale Certi Diritti, le cui iniziative sono state presentate a Lecce lo scorso 14 giugno. Tra le tante, una inedita campagna per introdurre nel nostro paese le nozze tra individui dello stesso sesso. Lanciata a pochi giorni dal gay pride di Bologna del prossimo 28 giugno, l’originale protesta partirà questa settimana in contemporanea dagli uffici comunali e circoscrizionali di molte città italiane. Qui verranno depositate le richieste per la “pubblicazione degli atti” (il passaggio che precede la celebrazione del matrimonio) delle coppie gay e lesbiche reclutate per l’occasione da Certi Diritti.
    L’obiettivo è ottenere le prevedibili risposte di rifiuto con tanto di motivazione, e impugnarle (lo faranno gratuitamente gli avvocati della Rete Lenford) presso i tribunali competenti. Non esiste infatti nel nostro ordinamento alcun divieto esplicito al matrimonio tra individui dello stesso sesso. È questo il perno intorno al quale ruota l’“iniziativa di affermazione civile” - una strategia di lotta non violenta dello stesso stampo delle battaglie per l’aborto e l’obiezione di coscienza - di Certi Diritti, come spiega a Galileo il segretario dell'associazione Sergio Rovasio.

    Quali sono le ragioni giuridiche che impediscono a una coppia omosessuale di sposarsi in Italia?

    “Nel Codice civile non si afferma in modo esplicito che all’istituto del matrimonio possano accedere solamente un uomo e una donna. Il requisito della diversità di sesso è entrato nel nostro ordinamento solo come deduzione da altre norme, come quelle sulla filiazione. Che però, se interpretate in senso rigido, potrebbero impedire anche a coppie sterili o anziane di sposarsi, perché impossibilitate a procreare. Noi speriamo di ottenere una nuova interpretazione giurisprudenziale sollecitando i giudici a esprimersi sul comportamento di quegli ufficiali dello stato civile che negheranno la pubblicazione degli atti a gay o lesbiche”.

    Vada per il Codice Civile, ma la Costituzione parla di famiglia naturale...

    “Neanche la Carta contiene un richiamo esplicito al sesso dei coniugi. E il mancato riferimento ha dato adito a due interpretazioni, una restrittiva e una liberale: secondo la prima non era nelle intenzioni dei Costituenti, che davano per scontata la diversità del sesso, allargare l’accesso alle coppie omosessuali, mentre per la seconda proprio il fatto di aver taciuto l’indicazione di genere indicherebbe la volontà di non escludere altri tipi di unione. Nella Costituzione ci sono inoltre chiarissimi richiami al principio di non discriminazione, di rispetto della persona umana, di libertà e autodeterminazione secondo il quale lo Stato non può intromettersi nelle scelte di vita dei cittadini”.

    Come si risolve questa incertezza interpretativa?

    “Comunque stiano le cose, oggi non ha più senso accanirsi a ricostruire il principio ispiratore della nostra normativa. Ci sono direttive europee che non lasciano dubbi sulla strada da seguire. Ed è a queste che dovremmo ispirarci. Perché anche se il diritto di famiglia rientra nelle competenze dei singoli Stati, inevitabilmente la difformità di normative crea molti problemi. In Italia i tribunali stanno affrontando le prime richieste di trascrizione di matrimoni omosessuali contratti all’estero. Anche da questo fronte possono aprirsi nuove strade con sentenze innovative. Già una sentenza della Corte d’Appello del 2006 sul caso di una coppia sposata in Olanda, introduceva la possibilità di un’interpretazione evolutiva dell’istituto”.

    Diamo uno sguardo oltre i nostri confini. Cosa accade nei paesi europei; e nel resto del mondo?

    “Al di fuori dell’Europa l’istituto del matrimonio vero e proprio o in forme analoghe si ritrova in California, recentemente convalidato dalla Corte Suprema, Canada, Sud Africa e Nuova Zelanda. Mentre sono una ventina i paesi membri dell’Ue che hanno riconosciuto le coppie omosessuali. Belgio, Olanda e Spagna consentono le nozze, Germania e Inghilterra hanno introdotto soluzioni alternative. L’11 giugno scorso in Norvegia il Parlamento ha approvato il matrimonio e l’adozione per gay e lesbiche e il ricorso all’inseminazione artificiale per le coppie di donne. Tutte queste iniziative rispecchiano i principi sanciti in varie direttive antidiscriminatorie come quella sulla libera circolazione tra paesi (2004/38/CE), quella sull’asilo politico (2004/83/CE), quella sulla parità di trattamento in ambito lavorativo (2000/78/ CE). Siamo in attesa poi di un ulteriore segnale forte che arriverà il 2 luglio prossimo con l’approvazione da parte della Commissione della cosiddetta “Direttiva orizzontale” che sanziona gli atteggiamenti omofobici in tutti gli ambiti della vita sociale, educazione, accesso ai servizi e alle politiche di tutela. In quanto a riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali, l’Italia è agli ultimi posti insieme a Grecia, Irlanda, Bulgaria e Romania”.

    Perché avete sentito il bisogno di promuovere la vostra azione?

    “Fino a oggi le coppie dello stesso sesso non si sono mai rivolte alla giustizia convinte che non ci fossero spiragli per le loro richieste. E la sensazione è giustificata dal disinteresse dimostrato finora dalla classe politica. L’ultimo censimento ha volutamente taciuto i dati sulla presenza omosessuale nel nostro paese. Si calcola che siano spariti dal conteggio almeno un milione di persone. Ma recenti sondaggi dicono che il 65 per cento degli italiani è favorevole al riconoscimento di diritti per gli omosessuali. Quindi non è vero che i tempi non siano maturi per il grande passo. Speriamo di reclutare un centinaio di coppie entro dicembre per avere altrettante richieste di rifiuto da impugnare e costringere così i politici a prendere provvedimenti in merito”.
    http://www.galileonet.it/primo-piano...io-sha-da-fare

 

 
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