http://www.granma.cu/italiano/2008/j...tanamo-it.html

IRIB - Sei cittadini tunisini, per anni domiciliati in Italia e attualmente rinchiusi nel carcere di Guantanamo a Cuba, sarebbero stati interrogati da agenti del Sismi tra il 2002 e il 2003, "in un periodo in cui gli interrogatori sotto tortura hanno costituito prassi regolare nella prigione".

È la denuncia dell'avvocato americano Cori Crider, che per conto della associazione Reprieve, tutela i diritti dei detenuti in questione.

Secondo quanto riferito da Repubblica, il legale ha redatto un rapporto di 26 pagine che accusa Roma "di complicità nella violazione dei diritti umani" dei suoi assistiti, prigionieri da sei anni nel carcere americano di massima sicurezza.

L'11 giugno scorso, si legge, Cori Crider ha fatto recapitare, insieme al rapporto, una lettera di tre cartelle al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro della Giustizia Angelino Alfano, a quello dell'Interno Roberto Maroni, a quello degli Esteri Franco Frattini. Nella lettera si spiega che "le autorità italiane, in piena violazione del diritto internazionale, appaiono complici nella cattura dei sei cittadini tunisini" di cui l'avvocato cura gli interessi, "e negli abusi che hanno subito nell'isola di Cuba, a Guantánamo".

Anche un gruppo di senatori di PD ha chiesto al governo di chiarire la faccenda. ''Il presidente Berlusconi e i ministri Alfano e Maroni chiariscano immediatamente in Parlamento il ruolo svolto a Guantánamo dai servizi segreti italiani che sarebbero in grave violazione della Convenzione internazionale sulla tortura e della Convenzione europea sui diritti umani''.

A chiederlo con un'interrogazione urgente al presidente del Consiglio e ai ministri della Giustizia e dell'Interno è il senatore Felice Casson, con quaranta senatori del PD, nella quale ricorda che ''tra il 2002 e il 2003 si svolsero operazioni di 'extraordinary renditions', a danno di sei cittadini tunisini, da anni regolarmente soggiornanti in Italia, ove molti di essi mantengono ancora la residenza, come del resto i loro familiari, che sarebbero stati oggetto di 'consegne diplomatiche' verso il carcere di massima sicurezza Camp Delta di Guantánamo, mediante voli realizzati attraversando lo spazio aereo italiano, dunque con la complicità - o quantomeno il tacito assenso - delle autorità italiane''.