Una petizione nel campo del restauro dei beni culturali e indirizzata al minitero ma la cui filosofia potrebbe anche essere applicata ad altri settori. Cosa ne pensate?

To: MINISTERO dei BENI e delle ATTIVITA’ CULTURALI - Via del Collegio Romano, 27 - 00186 – ROMA

Premesso che:

L’Associazione No Profit “Forum Restauro @ Conservazione” in seguito alle numerose richieste pervenute dai propri utenti attraverso il forum ed il sito web, si fa promotrice della raccolta di firme a favore della qualità del lavoro nel settore del restauro dei beni culturali

e che:

L’associazione è estranea a lotte di categoria e a qualunque altra forma di indirizzo politico; raccoglie e promuove questa petizione poiché relativa ad un numero considerevole di persone coinvolte nella conservazione dei beni culturali, in accordo con i propri scopi sociali espressi al punto 2 dello statuto.

si rende noto che:

CON LA PRESENTE I SOTTOSCRITTI CHIEDONO AL MINISTERO DI CONSIDERARE LA MODIFICA DELLE LEGGI E DELLE PROCEDURE DI AGGIUDICAZIONE DEGLI APPALTI DI RESTAURO E CONSERVAZIONE IN MODO TALE DA FAVORIRE MAGGIORMENTE LE IMPRESE CHE HANNO PROPORZIONALMENTE PIÙ MANODOPERA ASSUNTA A TEMPO INDETERMINATO E PIÙ PERSONALE QUALIFICATO.


Tale richiesta nasce dalle seguenti considerazioni:

• Assistiamo in questi ultimi anni ad un progressivo e repentino aumento di manodopera precaria a discapito di posizioni di lavoro a tempo indeterminato anche nel settore del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali dove il fenomeno ha assunto ormai una dimensione molto preoccupante.

• E’ noto quanto sia problematico, in una gara pubblica di appalto, stabilire a priori la qualità di un intervento e l'affidabilità di un’impresa di restauro e poter scegliere di conseguenza un rapporto qualità/prezzo che sia il migliore per l'opera d'arte e in definitiva per chi deve accollarsi l’onere dei lavori.

• La manodopera, qualificata e assunta con contratto a tempo indeterminato, può essere un valido indicatore di affidabilità di un’impresa e del suo operato. In generale, infatti, operatori abituati a collaborare in team stabili, con un’adeguata esperienza lavorativa e formativa, conosceranno meglio le problematiche riscontrabili negli interventi di restauro e i sistemi adatti ad affrontarle

• E’ nota e unanimemente riconosciuta l’inadeguatezza di criteri quali il massimo ribasso nel contesto degli oggetti unici e irripetibili che costituiscono il patrimonio culturale. E' inoltre evidente che eventuali danni provocati da personale inesperto o inadeguato costituiscono di fatto una perdita permanente per la collettività.

• E’ nota l’incongruenza del sistema media mediata (con e senza taglio delle ali) con criteri di definizione del miglior rapporto qualità/prezzo in quanto non necessariamente il prezzo “più medio” è correlabile ad una qualità quantomeno accettabile. Inoltre il sistema si avvicina ad un criterio quasi casuale governato da complesse regole matematiche che sono state oggetto in passato anche di manipolazioni.

• Mancando dei criteri oggettivi e a livello nazionale di valutazione dei curricola aziendali che vanno a contribuire alla definizione dell’offerta economicamente più vantaggiosa si è giunti spesso a valutazioni molto diverse in relazione alle singole stazioni appaltanti. I sistemi di certificazione come SOA e ISO non sono d’altro canto in grado di garantire la qualità del lavoro di restauro ma solo una qualità di tipo gestionale (di cui non si nega l’importanza).

• Si presume che operatori a tempo indeterminato siano meglio istruiti nelle procedure di sicurezza sul lavoro e quindi più inclini ad un atteggiamento consapevole e prudenziale, unito a una più positiva reattività in caso di emergenza. Ciò non è irrilevante in quanto il settore del restauro, soprattutto nelle operazioni di cantiere, su impalcature e ponteggi mobili, è ad alto rischio.

• Il notevole incremento di contratti Co.Co.Pro e subappalti a imprese individuali nei cantieri di restauro, e' un sistema spesso adottato dalle imprese per eludere i costi della sicurezza, intesi come equipaggiamenti e DPI dati in dotazione, risparmio sulla stipula delle assicurazioni sul lavoro, ecc. Ciò induce molti giovani a lavorare in condizioni pericolose, oltre che precarie, con un rischio di costo sociale e sanitario futuro molto alto anche in relazione alle minori tutele degli operatori precari in relazione alle malattie professionali.

• L'impossibilità di un lavoro continuativo spesso spinge molti giovani con elevato livello di istruzione, ad attività di ripiego non qualificate e a periodi di pausa, che di fatto provocano una minore o nulla crescita professionale e spesso portano al completo abbandono dell’attività che era stata l’oggetto di studio. A causa di ciò si verifica, inoltre, uno spreco di risorse umane e di risorse economiche che lo Stato ha direttamente o indirettamente investito per istituire e finanziare i corsi e gli istituti di formazione.

• Il problema è aggravato nei confronti delle donne che di fatto compongono la grande maggioranza degli addetti al settore; se precarie risultano infatti pesantemente discriminate quando decidono di intraprendere una gravidanza.

• Le imprese ad elevato numero di operatori precari spesso hanno lavoratori che non sono abituati a lavorare insieme e che neppure il datore di lavoro conosce approfonditamente e sa valorizzare; sono inoltre più facilmente soggette a mera speculazione economica.

• Le imprese ad elevato numero di operatori assunti con contratto a tempo indeterminato svolgono anche un ruolo sociale in quanto tale tipologia di lavoro garantisce una qualità di vita che giova alla società tutta.

Sincerely,

The Undersigned


per firmare si puo andare a questo link:
http://www.petitiononline.com/restau...tion-sign.html


La presentazione della petizione è disponibile a questo link:
http://www.forum-restauro.org/forum/m-1209717500/

la discussione da cui scaturisce a questo:
http://www.forum-restauro.org/forum/m-1165504959/