Londra costruirà nuove centrali nucleari
Il Governo britannico ha rotto finalmente gli indugi dando il via libera a una nuove generazione di reattori nucleari. Erano 28 anni che la Gran Bretagna non costruiva una centrale. La decisione, annunciata dal ministro per le imprese John Hutton rompe anni di incertezze ed è in linea con l'orientamento preso dal Governo negli ultimi due anni di riprendere in considerazione l'opzione nucleare alla luce dei crescenti problemi legati al cambiamenti climatico. Dando l'annuncio in Parlamento Hutton ha detto che il nucleare < è sicuro e affidabile > oltre che in grado di permettere l'autosufficienza energetica al Paese.
Il programma del Governo non pone un tetto al numero di centrali future né al peso che il nucleare avrà all'interno delle fonti rinnovabili che non comportano emissioni di CO2. Ciò che ha messo in chiaro è che non fornirà sussidi e che le future centrali saranno costruite dai privati, i quali dovranno sostenere, oltre alle spese di costruzione, quelle di smaltimento delle scorie. Il Governo da parte sua cercherà di rendere il processo di costruzione più rapido possibile, individuando rapidamente i siti e concedendo i permessi. Un organismo indipendente, il Nuclear Liabilities Financing Assurance Board farà uno studio sui costi di smaltimento delle scorie e di bonifica dei siti, nonché della loro idoneità.
A quanto è dato di capire, il Governo si orienterebbe a costruire i prossimi reattori negli attuali siti o nelle loro vicinanze. Per il momento non si parla di quanti nuovi reattori verranno costruiti, anche perchè dipenderà dalle offerte delle imprese private.
La francese Edf ha già detto di essere in grado di costruire 4 nuovi reattori entro il 2017 (e senza sussidi) e quell potrebbe essere la data più vicina per la realizzazione delle prime opere.
Attualmente il 18% di energia elettrica della Gran Bretagna viene dal nucleare.
L'annuncio del Governo rientra in un più ampio pacchetto di politica energetica che prevede un forte aumento dell'utilizzo delle fonti rinnovabili, che pesano per il momento soltanto per il 4% del totale.
La decisione è stata accolta da una bordata di critiche da parte degli ambientalisti secondo cui il nucleare resta sporco, pericoloso e estremamente costoso se si considerano gli oneri che comporta il riciclo delle scorie. Secondo i critici si colgono risultati molto più importanti in termini di riduzione di emissioni con migliore efficiente energetica e altre fonti rinnovabili le cui tecnologie sono in continuo miglioramento. L'associazione ambientalista Greenpeace ha detto che il pubblico è stato fuorviato e ha annunciato che è pronta a procedere per vie legali contro l'esecutivo.