Freda. - In verità, pochi sono i responsabili. Anche se molti possono essere gli intelligenti. Il borghese, per esempio, è molto intelligente.
Camon - Ma no, è furbo. Non ha un'intelligenza allo stato puro, ha un'intelligenza applicata: vede solo il proprio interesse. Non credo comunque che in campo morale si possa procedere per categorie: tu sei borghese, quindi colpevole; oppure: tu sei militare, quindi giusto. Ognuno deve rispondere di ciò che ha fatto personalmente.
Freda. - Non crede al destino, e che un uomo lo veda e lo riconosca?
Camon - Credo alla responsabilità.
Freda. - Chi risponde, e davanti a chi? Ognuno risponde solo a se stesso, nel suo «foro interno».
Camon - Nascerebbero tante morali quanti gli uomini. Ci sono dei principi morali che riteniamo ormai più veri di altri, e più giusti.
Freda. - Dar da mangiare a uno che ha fame?
Camon - Per esempio.
Freda. - Aiutare uno che soffre?
Camon - Per esempio. Tra l'insegnamento che dice: «Non uccidere» e l'insegnamento che dice: «La spada è la chiave del regno dei cieli», io credo che il primo sia vero e il secondo sia falso.
Freda. - E io, naturalmente (come lei suppone), preferisco (non dico: credo, dico: preferisco) che il secondo sia vero e il primo sia falso - per me. Evidentemente è più affine a lei la fede senza armi, mentre è più affine a me la guerra santa.
Camon. - Lei è per la guerra santa?
Freda. - [Con slancio] Ah sì. Considero con molta attenzione la ierocrazia di Khomeini; considero con molta attenzione la guerra santa islamica in Afghanistan (che non ha niente della lotta armata nazionale)...
Camon - Quindi, le guerre sante del Cristianesimo?
Freda. - [A bassa voce]. Certo.
Camon - Quindi le crociate?
Freda. - Quindi le Crociate. Tenga conto che vi fu dall'altra parte un'equivalenza cavalleresca alle crociate: anche i seguaci di Maometto combattevano i Crociati con lo stesso spirito. Di fronte all'ordine dei Templari, loro avevano l'ordine degli «Assassini», degli Ismaeliti. Federico II è stato l'imperatore del Sacro Romano Impero che più ha colto questa convergenza, questa ordinatio ad unum dei due aspetti della guerra.
Camon - Le guerre sante sono, obiettivamente, un momento in cui il Cristianesimo è stato non-cristiano: una colpa del Cristianesimo; un momento in cui il Cristianesimo ha - e non importa se era necessario, da un punto di vista storico - tradito se stesso.
Freda. - Diciamo che è il significato delle Crociate l'aspetto metastorico del Cristianesimo che io ritengo meno lontano dalle «mie» posizioni. Lei è convinto che il Crociato ci provasse gusto ad uccidere? Noo!
(...)
Freda. - Più che non accettarla, non sono mai riuscito a capirla. Secondo lei, l'angoscia, per me, è potenza?
Camon - Non dico questo, ma dico che la potenza, l'esercizio della potenza è angosciante: è un dovere che viene dall'alto, quindi il potente che si comporta come tale lo fa con sofferenza, con angoscia, come un dovere tragico.
Freda. - Ah sì, qui mi sento «capito». Io credo che un capo deve pregare il suo Dio prima di prendere determinate decisioni. Sì. E poi, voglio regalarle una citazione, prima di chiudere questa nostra conversazione: «È innocente non chi è incapace di peccare, ma chi pecca senza rimorsi». Non conosco l'autore, forse il gobbo marchigiano... È la mia risposta, alle sue domande.
Camon - Cioè, in sostanza: è innocente colui che si autoproclama innocente?
Freda. - C'è questo rischio, sì! Ma se uno s'interroga nel proprio foro interiore, non può inventarsi la propria innocenza! Questo rischio può valere per il 99% dei casi: non ha importanza. Perché non cerchiamo di liberarci da quest'angoscia psicologistica che il Cristianesimo ci ha inoculato?
F. Camon
"I miei personaggi mi scrivono", collana-rivista "Nord-Est" n. 1, distribuzione Garzanti

http://www.ferdinandocamon.it/libro_..._occidente.htm