Chiesa a trent'anni da Aldo Moro
"Il Partito Comunista ha indubbiamente subito un'evoluzione - parole
di Aldo Moro, pronunciate a Benevento nel novembre 1977, quattro
mesi prima dell'agguato di Via Fani - ma ecco, ci viene proposto lo
schema di una società socialista, e indicato come il punto di arrivo
di una esperienza politica che può passare per tappe diverse ... Ma
mi sia consentito dire che i lineamenti di questa democrazia
socialista restano ancora indistinti, poichè essi non si esprimono
in nessun modello riconosciuto (...). Sono intuizioni, stati
d'animo, sono aspirazioni, della cui sincerità non vogliamo
dubitare, che debbono tradursi in comportamenti, che debbono
diventare realtà, che debbono inserirsi entro il contesto
democratico quale noi lo concepiamo; e quindi è interessante sapere
quale sarà la società socialista che potrebbe coinvolgerci al
termine di un imprevedibile processo storico. Noi siamo interessati
a conoscere il punto di approdo di questa sperimentazione nuova, il
frutto della mediazione tra internazionalismo proletario e via al
socialismo, via autonoma al socialismo. Vogliamo, cioè, capire
meglio, per orientarci meglio, quale possa essere un nuovo, stabile,
sicuro, difeso modo di vivere libertà e democrazia in un regime
socialista".
Rileggere oggi queste parole, che sono un testamento politico,
consente di capire perchè Aldo Moro non fu rapito che per essere
ucciso, naturalmente dopo aver costretto la democrazia italiana, che
ne uscì devastata, a ogni possibile deformazione.
Ma non è in chiave di rievocazione storica che queste parole sono
importanti. Servono invece a misurare l'abisso, la profondità della
distanza tra quel contesto politico e quello odierno dell'Italia.
Allora il capo del partito di maggioranza relativa, dell'erede di De
Gasperi, riconosceva al Partito Comunista l'intera dignità di
interlocutore democratico. Chiedeva garanzie, del tutto
legittimamente, e voleva capire meglio cosa fosse la democrazia
socialista, e le sue tappe. Ma si diceva pronto a fare un percorso
comune, una volta chiariti i punti non chiari - e ce n'erano non
pochi - verso una democrazia socialista, addirittura verso un regime
socialista.
Eravamo in piena guerra fredda, lo ricordino i più giovani, ma non
lo dimentichino i più anziani. Si può immaginare quali venti di
furia parole come quelle potevano sollevare, e sollevarono, a
Washington.
Ma nemmeno questo è il punto. E', invece, che in quel momento
l'avanzata del Partito Comunista era avvenuta in modo interamente
democratico, e si rivelava inarrestabile . Moro ne prendeva atto e,
avendo scelto di restare sul terreno democratico, correggeva il
proprio orologio della storia. Anche altri stavano
contemporaneamente correggendo, in altra direzione, i propri. Fu
allora che l'Italia fu spinta violentemente fuori dal terreno
democratico. E non c'è più ritornata.
Quattro anni prima, subito dopo gli eventi del Cile, e
dell'assassinio di Allende, Enrico Berlinguer aveva scritto, su
Rinascita, le sue riflessioni, quelle che portarono alla proposta
del "compromesso storico". Aveva ben compreso che il 51% non sarebbe
bastato per costruire un socialismo democratico in Italia. Aveva
capito con largo anticipo che non glielo avrebbero consentito.
Cercava di costruire uno schieramento molto più vasto, capace di
reggere all'urto delle forze imperiali che non potevano consentire
un passaggio democratico verso una società socialista democratica.
Moro aveva capito perfettamente se non la fisionomia della
democrazia socialista, certamente i limiti della democrazia
occidentale. Sapeva di rischiare. Dopo il colloquio con Henry
Kissinger ebbe la certezza del pericolo. Rischiò, pagò.
L'egemonia politica e culturale del socialismo fu demolita in quegli
anni, successivi alla morte di Moro. Basterebbe ora confrontare
quelle parole, e quei significati, con la miserevole temperie del
dibattito politico italiano, ma soprattutto quello della ex sinistra
che lo componeva. Invece di capire le ragioni della sconfitta
sarebbe utile, nei congressi che preparano per scannarsi tra loro,
che riflettessero sui motivi che hanno determinato la perdita
completa di quella egemonia e la sua sostituzione con l'egemonia
dell'avversario.
Moro e Berlinguer furono vinti. Il tempo della storia è stato quello
di Licio Gelli. C'è dunque una spiegazione se adesso, dopo
trent'anni, a dialogare tra loro ci sono Berlusconi e Veltroni
Giulietto Chiesa
Fonte: www.megachip.info
Commento :
IL problema di Aldo Moro fu quello di avere avuto le idee molto
confuse come tanti della sua schiatta o corrente politica
democristiana .
Egli stava conducendo l'italia verso l'avventura del compromesso
storico mentre confessava egli stesso di non sapere di cosa si
trattava . Anzi non lo sapevano neppure i comunisti !
Nemmeno socialisti e comunisti avevano chiaro in che cosisteva
questo famoso "comunsismo o socialismo democratico" .
Perchè , quello di Benito Mussolini , non fu un vero e proprio
socialismo ?
Egli , come tanti, non capì la profonda contraddizione tra " bene
comune " e "democrazia " ovvero governo del popolo .
La democrazia crea le classi sociali e serve a convogliare i voti
del popolo, anzi di alcuni settori o categorie , su alcuni interessi
economici comuni . La libera democrazia sta alla base della
corruzione e di tutte le mafie . Io per governare debbo convicere e
ingannare piu gente possibile con i miei stessi interessi
economici !
La democrazia è la nemica mortale del bene comune .
In linea di massima ogni sistema che mira al bene comune del popolo
è un sistema ottimo ,ma il sistema democratico è la mina a tempo di
ogni sistema politico . Il bene comune , una volta accertato quale
sia , va imposto con le buone o con le cattive senza far intervenire
gli interessi della borghesia o del proletariato !
Quando una persona si dichiara democratica , ha scelto di accettare un regime dove la corruzione e la mafia fa parte del sistema .
La democrazia è quel regime che crea , col voto, le classi sociali e le lobby .
Io per avere il tuo voto ti debbo mentire, anzi promettere , e debbo rappresentare i tuoi interessi economici . La democrazia è il sistema nemico del bene comune . Ora la politica ,anzi qualsiasi sistema politico cerca proprio il bene comune ,invece la democrazia rappresenta le lobby piu forti e le classi piu potenti .