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  1. #21
    Can che abbaia morde
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    ".........La lezione va imparata, una volta per tutte, Anche emulando – in tutto o in parte – quanto negli ultimi anni è stato fatto a Treviso, prima, e a Brescia, poi, dove gli enti locali hanno dato a un professionista la gestione di eventi espositivi (le ultime iniziative hanno riguardato gli impressionisti e la pittura americana) che hanno attirato centinaia di migliaia di persone.
    Come ogni cosa, la valorizzazione dell’arte esige imprenditorialità, abilità promozionale, spirito d’iniziativa. I musei italiani chiusi nella festività del primo maggio, allora, dicono molto più di quanto non appaia, e chiamano a scelte innovative da parte del futuro governo".



    Certo che la lezione va imparata. Ma quale lezione?
    Che è lecito attendersi un settore pubblico meno cialtrone?
    Che solo la prospettiva del lucro rende l'uomo meno bestia d'una bestia?
    Aut aut...aut ......aut ........aut........ aut .........aut e ancora aut.
    Non si esauriscono così le possibilità.
    Quando non ci sono motivi per stare insieme o quando ce ne sono troppi e inconfessabili, allora il privato taglia la testa al toro. Lui desidera e tanto basterebbe per garantire il successo. Può anche darsi che ci sia del vero, ma messa così. fa schifo.
    "Quando sono riuniti in tre, qualcuno deve morire".
    ?
    Quando verranno tempi feroci, perchè verranno.: chi ti guarderà le spalle mercante?

  2. #22
    Timeo Danaos et dona ferentes
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    Il nostro è un paese senza memoria e verità per questo cerco di non dimenticare
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    Cita:
    Scritto in origine da Kronos
    PALERMO - "Privatizziamo la Valle dei templi".


    certe menti illuminate nascono solo in italia....

  3. #23
    God, Gold, Gun
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    Dal sito de La Repubblica leggiamo che l'assessore regionale siciliano Antonello Antinoro ha avanzato la proposta di privatizzare la Valle dei templi, "...per ora poco più di un'idea, un'iniziativa annunciata ieri e che ha già scatenato un vespaio di polemiche, raccogliendo, al momento, solo dissensi".
    La direzione imboccata dall'assessore dell'Udc è invece incoraggiante: vediamo assieme il perché La necessaria premessa è che Antinoro, in realtà, non propone una vera privatizzazione, bensì una concessione trentennale con alcuni vincoli stringenti: "Per rendere il più possibile redditizia la gestione dei beni culturali in Sicilia – sostiene l'assessore - dobbiamo affidare a un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent'anni…in cambio della gestione del nostro patrimonio artistico i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell'indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la strada statale Palermo-Agrigento e un eliporto".

    Non stiamo parlando quindi di una possibile vendita a privati, ma della solita "privatizzazione all'italiana", una commistione pubblico – privato che in genere non riesce a risolvere le tipiche inefficienze della gestione pubblica e allo stesso tempo scarica sul libero mercato tutte le colpe.

    La notizia non può comunque leggersi in modo del tutto negativo: l'iniziativa potrebbe infatti servire a sfatare almeno un po' il mito dei beni culturali che sarebbero gestibili soltanto rigettando le logiche del profitto.
    Anche quando si tratta di amministrare simili patrimoni, la mano pubblica mostra tutta la sua "mostruosità": non a caso la Valle dei templi, lo si legge ancora su Repubblica, è "uno dei simboli dell'aggressione del cemento alle bellezze monumentali del Paese, salito alla ribalta, di recente, per piccoli e grandi disservizi…in Sicilia capita non di rado che i turisti si trovino di fronte ai cancelli dei monumenti chiusi, specialmente di domenica o nei giorni festivi".

    Come scrisse Alberto Mingardi qualche anno fa, riferendosi all'uscita, datata 2004, con cui Giancarlo Pagliarini propose di privatizzare il Colosseo, "anzitutto bisogna sgombrare il campo da un pregiudizio particolarmente pernicioso: non è necessariamente nell'interesse di noi tutti che un grande monumento come il Colosseo sia di proprietà dello Stato. Si gioca a confondere due diversi livelli: da una parte, la necessità di garantire l'accesso ad un'opera che è straordinaria testimonianza del genio dell'umanità. Dall'altra, il fatto che essa sia proprietà non di un singolo individuo, non di un'impresa, non di una fondazione non profit, ma dello Stato stesso. Che la sua tutela, cioè, venga finanziata col denaro dei contribuenti.
    L'esperienza di musei e parchi naturali privati non è certo una novità assoluta. Negli Stati Uniti, anche quell'ambito è almeno in parte lasciato alla creatività imprenditoriale. Il risultato non è disprezzabile: anzi, spesso strappa le esposizioni a quel grigiore burocratico che spezza il ritmo e il senso dell'arte. Gli americani moltiplicano i musei con grande facilità, trasformando in occasione di commercio la più piccola gloria locale. Si costruiscono una memoria valorizzando i campi di battaglia, e rivisitando le professioni perdute. A Washington c'è uno dei musei più intelligenti del mondo, eretto a testimonianza dell'orrore dell'Olocausto. Il visitatore resta incantato dall'attenzione al dettaglio, dall'impatto cinematografico di ogni angolo.

    I nostri musei sono colmi di tesori, molti lasciati ammuffire nei sotterranei, altri esposti senza passione. Non sempre il nostro straordinario patrimonio artistico è valorizzato come dovrebbe essere: e come è possibile sostenere che lo Stato rappresenti, in questo frangente, una garanzia?

    Incuria ed inefficienza non sono una novità, per quel che riguarda i molti beni che lo Stato conserva per sé (lasciamo perdere, in questa sede, la distinzione fra demanio, patrimonio indisponibile, eccetera). E l'altalena dei conti pubblici certo non fa bene ad opere che hanno bisogno di una tutela costante ed attenta. Viceversa, uno degli argomenti più antichi e affilati a favore della proprietà privata è che essa assicura una migliore gestione delle risorse. La "cosa pubblica" è roba di tutti e di nessuno, l'atteggiamento razionale da parte degli individui è quello di succhiarne più benefici possibili senza sostenerne i costi. I proprietari privati non tollerano comportamenti del genere: se il mio giardino è, appunto, "mio", non mi farà piacere che si calpestino le aiuole o che si gettino cartacce.

    Lo stesso ragionamento, su più alta scala, si può applicare alle opere d'arte. Immaginiamo che proprio il Colosseo venga venduto a un privato. Quale è la cosa peggiore che potrebbe accadere? Certo un proprietario privato non lo smantellerebbe, mattone dopo mattone, per rimontarselo nel parco di casa. Più probabilmente, a farsene carico sarebbe una fondazione: imprese e ricchi benefattori vi investirebbero se non altro per il ritorno in reputazione. E se qualcuno invece volesse schiettamente trarne profitti, organizzerebbe manifestazioni e farebbe pagare un biglietto d'ingresso.

    Questo non significa che saremmo costretti a pagare qualcosa di cui oggi godiamo gratis. Al contrario. La tutela del patrimonio artistico è oggi finanziata dalle tasse, e quindi da noi tutti. Inclusi quelli che non sono mai andati a visitare il Colosseo. E pagano comunque. In un sistema privato, le istituzioni culturali sarebbero finanziate da quanti consumano i servizi che esse offrono. Qualcuno potrebbe dire che proprio per questo non avrebbero tutti i quattrini di cui hanno bisogno. Chi lo pensa però assume implicitamente che i cittadini italiani non abbiano la cultura o la sensibilità per sostenere tali istituzioni. Ma se ai cittadini dell'arte non interessa nulla, con che coraggio lo Stato pretende di utilizzarne i soldi per finanziarla?

    L'arte in mano ai privati non dev'essere un tabù. L'opera leonardesca forse più vista al mondo è il codice Hammer, ch'è di Bill Gates. Un privato".

    Inutile dire che l'articolo di allora è ancora attualissimo: privatizzare, tutto. E' questa la sola ricetta compatibile con la libertà individuale.

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  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Kronos Visualizza Messaggio
    già..proprio ottima...peccato si tratti della Sicilia...l'importante è non trovarsi una Valle dei templi in mano a qualche boss

    Non saper gestire nemmeno un patrimonio dell'umanità di tale portata è proprio da incompetenti e criminali.
    ma proprio a proposito della regione di Cuffaro mi vieni a esaltare così tanto il presunto ruolo di garante della mano pubblica? gnamo ragazzi, un siete credibili via...

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Sentinel Visualizza Messaggio
    Chissa' perche' mi viene in mente la MAFIA (e i suoi interessi economici) quando leggo queste cose...
    La mafia dovrebbe venirti in mente anche quando gli interessi sono pubblici e a spendere i soldi di tutti sono i politici: i migliori affari si fanno con gli appalti.

    Penso che l'affidamento ai privati non possa che valorizzare i beni culturali.
    Ottima idea quindi.

  6. #26
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    L'ignoranza del pubblico è un fattore necessario per il buon funzionamento di una politica governativa inflazionistica. Ludwig von Mises
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    Citazione Originariamente Scritto da ciddo Visualizza Messaggio
    La mafia dovrebbe venirti in mente anche quando gli interessi sono pubblici e a spendere i soldi di tutti sono i politici: i migliori affari si fanno con gli appalti.

    Penso che l'affidamento ai privati non possa che valorizzare i beni culturali.
    Ottima idea quindi.
    quoto. di fatto già oggi la valle dei templi è gestita dalla mafia (la Regione).

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Jefferson Visualizza Messaggio
    ma proprio a proposito della regione di Cuffaro mi vieni a esaltare così tanto il presunto ruolo di garante della mano pubblica? gnamo ragazzi, un siete credibili via...
    anche questo è vero...

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da ciddo Visualizza Messaggio
    La mafia dovrebbe venirti in mente anche quando gli interessi sono pubblici e a spendere i soldi di tutti sono i politici: i migliori affari si fanno con gli appalti.

    Penso che l'affidamento ai privati non possa che valorizzare i beni culturali.
    Ottima idea quindi.
    quoto, la mafia non deve essere una scusa per non fare piú niente.
    Syntax error.

  9. #29
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    L'ignoranza del pubblico è un fattore necessario per il buon funzionamento di una politica governativa inflazionistica. Ludwig von Mises
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    ecco la risposta dell'opposizione e dell'Unità...

    Privatizzare i più bei monumenti della Sicilia, primo fra tutti la Valle dei Templi di Agrigento, per fare cassa. La brillante idea è venuta alla giunta Lombardo.

    «Per rendere il più possibile redditizia la gestione dei beni culturali in Sicilia dobbiamo affidare a un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent'anni. Penso ad esempio alla Valle dei Templi o al teatro greco di Siracusa». La proposta è dell'assessore regionale ai Beni culturali, Antonello Antinoro.

    «In cambio - annuncia Antinoro - i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell'indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei Templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la Palermo-Agrigento e un eliporto».
    L'idea sarà contenuta in una relazione che l'esponente dell'Udc proporrà alla giunta Lombardo: «L'elenco di siti dovrà essere concordato con l'assessorato regionale al Turismo - dice l'assessore - ma sicuramente potrebbero essere inseriti il teatro antico di Taormina, Selinunte o la Cappella Palatina. Ma non solo: potremmo affidare anche gruppi di opere in cambio della realizzazione di un museo per ospitarle in Sicilia».

    Inorridite le reazioni dell'opposizione. Prima fra tutte quella di Vincenzo Cerani, ministro ombra dei Beni culturali. «Forse sarà stato il caldo e l'afa soffocante che in questi giorni attanaglia il Paese e surriscalda la testa di qualche assessore avventurista, ma non possiamo lasciare sotto silenzio la proposta che arriva dalla Sicilia. Siamo effettivamente esterrefatti circa l'ipotesi che il responsabile alla cultura della regione possa cedere a privati la Valle dei Templi e altri gioielli che fanno parte del patrimonio del nostro Paese». «Lo Stato che appalta i suoi tesori ci sembra una proposta irricevibile - aggiunge - Suggerisco, quindi, all'assessore Antinoro e al neo sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, che si è subito accodato (probabilmente anche lui sotto il pericoloso influsso del solleone) di aspettare l'autunno e con un clima più adatto, a mente fresca, riflettere meglio su questa sciagurata ipotesi».
    Critiche del Pd sulla proposta di privatizzare la Valle dei Templi avanzata dall'assessore ai beni Culturali, Antonello Antinoro. «È un paradosso che nella regione che ha il più altro numero di dipendenti, si pensi di affidare i beni pubblici a soggetti privati», dice Filippo Panarello, (Pd) vicepresidente della quinta commissione Beni culturali dell'Ars.

    «Prima di lanciare ipotesi falsamente innovatrici - prosegue Panarello - Antinoro farebbe bene a spiegare come viene utilizzato il personale attualmente in carico alla Regione: oltre ai dipendenti di ruolo vi sono, infatti, articolisti, lsu, e dipendenti della società mista "Arte e Vita"».

    «Non basta che ci stanno togliendo il presente e stanno pesantemente ipotecando il nostro stesso futuro - dice Mario Bonomo, deputato regionale siracusano del Partito Democratico - Adesso vogliono anche toglierci il passato, la storia della civiltà millenaria di una Terra che, oggi come oggi, meriterebbe certamente ben altra classe dirigente». «Quest'idea di provare a fare cassa in tutti i modi, di trasformare in business anche la nostra stessa memoria mi fa semplicemente inorridire -aggiunge Bonomo -. E non faccio del moralismo spicciolo».

    No anche dal Fai Deciso no anche dal Fai, il Fondo italiano per l'ambiente presieduto da Giulia Mozzoni Crespi, all'ipotesi di privatizzazione della Valle dei Templi. Beni di tale importanza «sono e devono restare pubblici in virtù del loro valore simbolico», fa notare l'associazione ambientalista alla quale il neo sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi ha proposto di affidare il progetto messo in campo dall'assessore regionale ai beni culturali della sicilia Antonello Antinoro (Udc). Un invito al quale l'associazione risponde con la richiesta a Stato e Regione Sicilia a «non rinunciare al proprio compito istituzionale».

    Cedere la gestione e la valorizzazione dell'intero parco di Agrigento - la più vasta area archeologica greca in Italia, singolare integrazione di arte e natura -, fa notare il Fai, «apparirebbe come una rinuncia definitiva dell'Ente Pubblico a uno dei suoi compiti primari».

    La Valle dei Templi, così come altri siti archeologici come Pompei o monumenti come il Colosseo, ribadiscono i responsabili della associazione, «per la loro vastità e il loro immenso valore culturale, non possono essere ceduti a privati perchè necessitano di una gestione che va ben oltre le logiche del profitto, inevitabili e corrette per un soggetto privato». Si tratta di tesori straordinari, proseguono, «che richiedono una continua attenzione culturale e scientifica che solo lo Stato con le proprie svariate strutture e competenze può garantire».

    Il Fai si augura quindi «che lo Stato non rinunci ai propri doveri, difendendo un bene che appartiene a tutti i cittadini italiani e che è anche patrimonio dell'umanità» e chiede «di agire con fermezza per mantenere inalterata la bellezza del paesaggio, proteggendolo dalla speculazione edilizia, intervenendo sulla viabilità, per esempio con la chiusura al traffico della strada che attraversa la Valle e incrementando il turismo, con strutture non invasive e rispettose dell'ambiente».

    http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76828

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da -Duca- Visualizza Messaggio
    condivido le preoccupazioni di kronos, la sicilia non è un posto normale. chissà come lo farebbero il bando.. la vendita dovrebbbe essere aperta al mercato, ovvero ad americani, giapponesi, svedesi,ecc.. ecc.. se si vendesse agli amici o alla famiglia sarebbe osceno..
    Sono del tutto d'accordo.
    Mica sarebbe un regalo... Per queste cose io sono, generalmente, favorevole al privato. Regole chiare, limiti per la costruzione di infrastrutture, contratto iniziale e poi guadagna quello che vuoi.
    Con chiare regole di fine contratto.

    L'arte e la storia non sono una necessità. Basta che siano rispettate e rimangano intatte.

 

 
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