Statutaria, veto delle sinistre
«La legge torni in Consiglio»
La promulgazione porterebbe i socialisti fuori dalla coalizione Dadea: non c'è fretta
Alessandro Zorco
Evocata dall'imprevista apertura di Antonello Cabras, domenica ad Arborea, ricompare la coalizione di centrosinistra. Comunisti Italiani, Partito socialista, Rifondazione comunista e Sinistra democratica si sono incontrati nei giorni scorsi e hanno emesso un documento in cui - dopo aver valutato favorevolmente «la recente evoluzione della posizione del Pd verso la ricostruzione e il rinnovamento dell'alleanza di centrosinistra» - hanno lanciato al presidente Soru e al Pd una serie di messaggi non tanto subliminali. Chiedendo agli alleati un modo più collegiale di prendere le decisioni. Prima di tutto sul lavoro, da sempre cavallo di battaglia delle sinistre (ieri c'è stata una stoccata del segretario di Rc Mi chele Piras a Soru sui ritardi nella convocazione della conferenza regionale per l'occupazione), ma anche sui temi dell'urbanistica e dei consorzi industriali, sui quali il Consiglio regionale si è arenato proprio a causa della spaccatura nel Pd. Quanto alla scelta del candidato presidente, le sinistre auspicano una consultazione che coinvolga effettivamente “il popolo di centrosinistra” e un programma che non sia unilateralmente imposto dai veltroniani.
Ma il nodo fondamentale sarà la Statutaria. Pdci, Rc, ex Sdi e Sinis tra democratica hanno chiesto con le buone un rinvio della legge in Consiglio per le opportune modifiche. Ma è chiaro che una prova muscolare da parte di Soru porterebbe i socialisti ad essere di fatto estromessi dalla coalizione. «L a legge sarà promulgata perché il presidente è tenuto a farlo», ha ribadito ieri l'assessore Dadea, ammettendo che la Regione sta raccogliendo i pareri di alcuni costituzionalisti: «la promulgazione sarà fatta senza fretta e senza arroganza e, se ci saranno le condizioni, con un
confronto con le forze politiche». Un'apertura della quale ha preso atto l'avvocato socialista Bebetto Ballero, docente di diritto costituzionale. Che però ribadisce, in caso di referendum confermativo, l' impossibilità della promulgazione in assenza di una valida consultazione popolare.
Il nodo sarà sciolto nei prossimi quindici giorni e nello stesso lasso di tempo il Pd dovrà sciogliere quello sulle primarie di coalizione. Una strana coincidenza.