Un altro vescovo contro la Tatangelo

"E"una rubamariti"

RAFFAELLA SILIPO

Anna Tatangelo


Che i vescovi non fossero il suo target era intuibile. Ma la seconda scomunica nel giro di pochi mesi, Anna Tatangelo proprio non se l’aspettava. «Non riconosco questa Anna» aveva detto al Festival di Sanremo il vescovo di Sora, sua città natale. La cosa che più lo aveva turbato era il «Gigi, ti amo!» gridato sul palco dell’Ariston a D’Alessio, che da poco per lei aveva lasciato moglie e figli: «Non è di buon gusto il riferimento pubblico al suo nuovo rapporto - specificava Monsignor Brandolini -. Sono questioni private». Di nuovo oggi un altro vescovo storce il naso davanti alla «rubamariti». Monsignor Giuseppe Rocco Favale di Vallo della Lucania (Salerno) non è infatti per nulla contento che sia lei la star del concerto per la Festa della Madonna delle Grazie. «Costa troppo, decine di migliaia di euro» - trentamila per la precisione, e passi - ma, soprattutto, il suo status di convivente con un uomo di 25 anni maggiore di lei e già nonno «è uno schiaffo alla morale cattolica». Rubamariti.

Nel Paese dei morti sul lavoro, dove un ora pro nobis non si nega a nessuno, a far scandalo è poi sempre la brunona procace che insidia le certezze familiari. Lei rivela tutti i suoi 21 anni nel replicare focosa, invece di abbozzare: «Trovo anacronistiche e ipocrite queste polemiche - dice -. È un dato di fatto che oggi i giovani e le persone in generale, sono più distanti dalla Chiesa. Ma come avvicinarsi quando da parte delle istituzioni religiose c’è una tale chiusura? È troppo semplice attaccare una ragazza di 21 anni, senza neppure tener conto dei suoi sentimenti. Mi chiedo perché gli stessi attacchi non vengano rivolti anche ad altri personaggi pubblici, che dovrebbero essere un esempio e un modello come e più di quanto lo sia io. Io faccio solo il mio lavoro, che è quello di cantare». All’indomani del Festival, invece, era stato D’Alessio a replicare per lei: «Ma cosa volete che dica? Certo che Anna è cambiata. E’ cresciuta, è diventata donna. Non vedo di cosa si stupisca il vescovo». Certo che sono cambiata, rincara lei oggi, «la settimana precedente al mio primo Sanremo, nel 2002, vendevo ciambelle al mercato. Mi accompagnava mio padre e veniva a prendermi dopo due ore, mentre lui faceva altri mercati». Il «Gigi ti amo»? «Volevo rendere partecipe della soddisfazione anche lui, che è stato il primo a crederci! Mi sono sentita di ringraziarlo ed è successa l’apocalisse».

Dato a Cesare quel che è di Cesare, con buona pace dei Cesaroni, va anche detto che il concerto incriminato si terrà in un santuario, e forse gli organizzatori potevano trovare un profilo più adatto per la star canora. Anna si sarebbe potuta adeguatamente consolare con il programma che condurrà in autunno il venerdì sera su Raiuno insieme con l’amato Gigi «lungo un percorso di musica e intrattenimento - recita la nota Rai - che alterna momenti di spettacolo e di racconto, arricchito da aneddoti personali e divertenti». I due canteranno, ospiteranno colleghi illustri - si parla di Vasco Rossi -, parleranno di sé. L’amore? «Quando ti fa stare bene non bisogna farsi scrupoli perché si vive una volta sola - è la filosofia di Anna da Sora - Ho fatto soffrire qualcuno? Quando sei felice fai sempre del male a qualcuno». Chissà come se la caverà il direttore di Raiuno Del Noce con i vescovi.

Fonte: La Stampa, 5.7.2008