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    Predefinito Lactalis. Ecco perchè non si parla dello scandalo dei formaggi

    Lactalis la più grande multinazionale casearia d'Europa
    Proprietaria anche di Galbani, Cademartori etc.
    Ecco perchè non si parla dello scandalo dei formaggi.

    Nel marzo 2007 il gruppo francese Lactalis ha acquistato la maggioranza (91,49%) del principale produttore croato di latte, Dukat, per 2,8 milioni di euro circa, diventando di fatto il secondo gruppo mondiale nei prodotti caseari.
    Presente in 140 Paesi di tutto il mondo, il gruppo Lactalis è diventato oggi il principale produttore caseario d'Europa. La società conta attualmente 30.000 addetti, dei quali 13.000 operanti in 52 impianti all'estero.

    Nel quadro del processo di integrazione Dukat ha assunto il ruolo di centro regionale Lactalis per Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Romania, Bulgaria e Albania. Con cinque impianti di produzione, Dukat è diventato il principale marchio regionale nel settore caseario, pertanto sarà interessante vedere in quale modo gestirà la transizione dal punto di vista del branding, oltre che verificare come l'infrastruttura globale di Lactalis verrà adottata nell'Europa orientale.

    http://www.pleon.it/.../Panoramica%2...n%20Europa.doc


    3 giugno 2008 - 13.01

    Il formaggio svizzero in mani francesi

    Il più grande fabbricante elvetico di formaggio a pasta molle Baer, noto per il suo Camembert svizzero, passerà a luglio in mani francesi.
    Il gruppo Lactalis ha acquistato tutte le azioni di Baer, comprese quelle possedute dal gruppo lattiero elvetico Emmi e dalla famiglia fondatrice. Il montante della transazione - che dovrebbe finalizzarsi in luglio - non è stato reso noto.
    «Lactalis potrà assicurare la crescita della marca Baer sul mercato svizzero e creare degli sbocchi all'estero», hanno spiegato le due società in un comunicato congiunto. In un mercato del formaggio liberalizzato, le possibiliità di sviluppo autonomo sono in effetti limitate.
    Basata a Küssnacht am Rigi, nel canton Svitto, Baer impiega 150 persone. Il caseificio fondato nel 1922 è conosciuto per i suoi camembert, tomme e altri formaggi a pasta molle. Nel 2007 ha realizzato una cifra d'affari di 40,8 milioni di franchi ed un utile netto di 300'000 franchi.
    Lactalis si definisce dal canto suo il leader europeo dei formaggi (tra le sue marche figura pure la mozzarella Galbani). La sua sede si trova a Laval, nell'ovest della Francia. Opera in quasi 150 paesi ed impiega 35'000 persone. La cifra d'affari 2007 è stata di 9,6 miliardi di euro.

    http://209.85.135.104/search?q=cache...lnk&cd=2&gl=it

    Altro qui
    http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=446169

  2. #2
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    --le tue notizie sono parziali e non dicono che il Faccendiere responsabile della truffa e delle malattie grastrointestinali provocate ai cittadini che hanno consumato latticini rilavorati da quelli putrefatti ,non è una multinazionale ma un nostro "integerrimo" impresario criminale siciliano.
    Facciamone anche il nome e diciamo che ci hanno messo due anni per venire a capo di una delitto da ampie connivennze.Nel frattempo bubboni in bocca ,diarree e salmonelle a tutto spiano.



    CRONACA MobileInviaStampaUn imprenditore siciliano "riciclava" scarti di produzione
    Tornavano sugli scaffali sotto froma di altri prodotti caseari
    La truffa dei banditi della tavola
    rivendevano formaggio avariato
    di PAOLO BERIZZI

    CREMONA - Nel formaggio avariato e putrefatto c'era di tutto. Vermi, escrementi di topi, residui di plastica tritata, pezzi di ferro. Muffe, inchiostro. Era merce che doveva essere smaltita, destinata ad uso zootecnico. E invece i banditi della tavola la riciclavano. La lavoravano come prodotto "buono", di prima qualità.

    Quegli scarti, nella filiera della contraffazione, (ri) diventavano fette per toast, formaggio fuso, formaggio grattugiato, mozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Materia "genuina" - nelle celle frigorifere c'erano fettine datate 1980! - ripulita, mischiata e pronta per le nostre tavole. Venduta in Italia e in Europa. In alcuni casi, rivenduta a quelle stesse aziende - multinazionali, marchi importanti, grosse centrali del latte - che anziché smaltire regolarmente i prodotti ormai immangiabili li piazzavano, - senza spendere un centesimo ma guadagnandoci - a quattro imprese con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen (Germania).

    Tutte riconducibili a un imprenditore siciliano. Era lui il punto di riferimento di marchi come: Galbani, Granarolo, Cademartori, Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del Latte di Firenze. E ancora: Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi, e altre multinazionali europee, in particolare austriache, tedesche e inglesi. E' quello che si legge nell'ordinanza del pm cremonese Francesco Messina. Un giro da decine di milioni di euro. Una bomba ecologica per la salute dei consumatori.

    Le indagini - ancora aperte - iniziano due anni fa. A novembre del 2006 gli uomini della Guardia di Finanza di Cremona fermano un tir a Castelleone: dal cassone esce un odore nauseabondo. C'è del formaggio semilavorato, in evidente stato di putrefazione. Il carico è partito dalla Tradel di Casalbuttano ed è diretto alla Megal di Vicolungo (Novara). Le due aziende sono di Domenico Russo, 46 anni, originario di Partinico e residente a Oleggio. E' lui l'uomo chiave attorno al quale ruota l'inchiesta. E' lui il dominus di una triangolazione che comprende, oltre a Tradel e Megal, un terzo stabilimento con sede a Massazza, Biella, e una filiale tedesca. Tradel raccoglie, sconfeziona e inizia la lavorazione. Megal miscela e confeziona. A Casalbuttano i finanzieri trovano roba che a vederla fa venire i conati. Prodotti caseari coperti da muffe, scaduti, decomposti e, peggio ancora, con tracce di escrementi di roditori. Ci sono residui - visibili a occhio nudo - degli involucri degli imballi macinati. Dunque plastica. Persino schegge di ferro fuoriuscite dai macchinari. La vera specialità della azienda è il "recupero" di mozzarelle ritirate dal mercato e stoccate per settimane sulle ribalte delle ditte fornitrici, di croste di gorgonzola, di sottilette composte con burro adulterato, di formaggi provenienti da black out elettrici di un anno prima. "Una cosa disgustosa - racconta Mauro Santonastaso, comandante delle fiamme gialle di Cremona -. Ancor più disgustoso - aggiunge il capitano Agostino Brigante - , è il sistema commerciale che abbiamo scoperto".

    Non possono ancora immaginare, gli investigatori, che quello stabilimento dove si miscela prodotto avariato con altro prodotto pronto è lo snodo di una vera e propria filiera europea del riciclaggio. Mettono sotto controllo i telefoni. Scoprono che i pirati della contraffazione sono "coperti" dal servizio di prevenzione veterinaria dell'Asl di Cremona (omessa vigilanza, ispezioni preannunciate; denunciati e sospesi il direttore, Riccardo Crotti, e due tecnici).

    Dalle intercettazioni emerge la totale assenza di scrupoli da parte degli indagati: "La merce che stiamo lavorando, come tu sai, è totalmente scaduta... ", dice Luciano Bosio, il responsabile dello stabilimento della Tradel, al suo capo (Domenico Russo). Che gli risponde: "Saranno cazzi suoi... " (delle aziende fornitrici, in questo caso Brescialat e Centrale del Latte di Firenze, ndr). Il formaggio comprato e messo in lavorazione è definito - senza mezzi termini - "merda". Ma non importa, "... perché se la merce ha dei difetti. .. io poi aggiusto, pulisco, metto a posto... questo rimane un discorso fra me e te... " (Russo a un imprenditore campano, si tratta la vendita di sottilette "scadute un anno e mezzo prima"). Nell'ordinanza (decine le persone indagate e denunciate: rappresentanti legali, responsabili degli stabilimenti, impiegati, altre se ne aggiungeranno presto) compaiono i nomi delle aziende per le quali il pm Francesco Messina configura "precise responsabilità".

    Perché, "a vario titolo e al fine di trarre un ingiusto profitto patrimoniale, hanno concorso nella adulterazione e nella contraffazione di sostanze alimentari lattiero-casearie rendendole pericolose per la salute pubblica". Il marchio maggiormente coinvolto - spiegano gli investigatori - è Galbani, controllato dal gruppo Lactalis Italia che controlla anche Big srl. "Sono loro i principali fornitori della Tradel. Anche clienti", si legge nell'ordinanza. Per i magistrati il sistema di riciclaggio della merce si basa proprio sui legami commerciali tra le aziende fornitrici e la Tradel. Con consistenti vantaggi reciproci. Un business enorme: 11 mila tonnellate di merce lavorata in due anni. Finita sugli scaffali dei discount e dei negozi di tutta Europa. Tremila le tonnellate vendute in nero. E gli operai e gli impiegati? Erano consapevoli. Lo hanno messo a verbale. Domanda a un'amministrativa: "Ha mai riferito a qualcuno che la merce era scaduta o con i vermi?". Risposta: "No, tutti lo sapevano".

    (4 luglio 2008) Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da tucidide Visualizza Messaggio
    --le tue notizie sono parziali e non dicono che il Faccendiere responsabile della truffa e delle malattie grastrointestinali provocate ai cittadini che hanno consumato latticini rilavorati da quelli putrefatti ,non è una multinazionale ma un nostro "integerrimo" impresario criminale siciliano.
    Facciamone anche il nome e diciamo che ci hanno messo due anni per venire a capo di una delitto da ampie connivennze.Nel frattempo bubboni in bocca ,diarree e salmonelle a tutto spiano.



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    rivendevano formaggio avariato
    di PAOLO BERIZZI

    CREMONA - Nel formaggio avariato e putrefatto c'era di tutto. Vermi, escrementi di topi, residui di plastica tritata, pezzi di ferro. Muffe, inchiostro. Era merce che doveva essere smaltita, destinata ad uso zootecnico. E invece i banditi della tavola la riciclavano. La lavoravano come prodotto "buono", di prima qualità.

    Quegli scarti, nella filiera della contraffazione, (ri) diventavano fette per toast, formaggio fuso, formaggio grattugiato, mozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Materia "genuina" - nelle celle frigorifere c'erano fettine datate 1980! - ripulita, mischiata e pronta per le nostre tavole. Venduta in Italia e in Europa. In alcuni casi, rivenduta a quelle stesse aziende - multinazionali, marchi importanti, grosse centrali del latte - che anziché smaltire regolarmente i prodotti ormai immangiabili li piazzavano, - senza spendere un centesimo ma guadagnandoci - a quattro imprese con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen (Germania).

    Tutte riconducibili a un imprenditore siciliano. Era lui il punto di riferimento di marchi come: Galbani, Granarolo, Cademartori, Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del Latte di Firenze. E ancora: Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi, e altre multinazionali europee, in particolare austriache, tedesche e inglesi. E' quello che si legge nell'ordinanza del pm cremonese Francesco Messina. Un giro da decine di milioni di euro. Una bomba ecologica per la salute dei consumatori.

    Le indagini - ancora aperte - iniziano due anni fa. A novembre del 2006 gli uomini della Guardia di Finanza di Cremona fermano un tir a Castelleone: dal cassone esce un odore nauseabondo. C'è del formaggio semilavorato, in evidente stato di putrefazione. Il carico è partito dalla Tradel di Casalbuttano ed è diretto alla Megal di Vicolungo (Novara). Le due aziende sono di Domenico Russo, 46 anni, originario di Partinico e residente a Oleggio. E' lui l'uomo chiave attorno al quale ruota l'inchiesta. E' lui il dominus di una triangolazione che comprende, oltre a Tradel e Megal, un terzo stabilimento con sede a Massazza, Biella, e una filiale tedesca. Tradel raccoglie, sconfeziona e inizia la lavorazione. Megal miscela e confeziona. A Casalbuttano i finanzieri trovano roba che a vederla fa venire i conati. Prodotti caseari coperti da muffe, scaduti, decomposti e, peggio ancora, con tracce di escrementi di roditori. Ci sono residui - visibili a occhio nudo - degli involucri degli imballi macinati. Dunque plastica. Persino schegge di ferro fuoriuscite dai macchinari. La vera specialità della azienda è il "recupero" di mozzarelle ritirate dal mercato e stoccate per settimane sulle ribalte delle ditte fornitrici, di croste di gorgonzola, di sottilette composte con burro adulterato, di formaggi provenienti da black out elettrici di un anno prima. "Una cosa disgustosa - racconta Mauro Santonastaso, comandante delle fiamme gialle di Cremona -. Ancor più disgustoso - aggiunge il capitano Agostino Brigante - , è il sistema commerciale che abbiamo scoperto".

    Non possono ancora immaginare, gli investigatori, che quello stabilimento dove si miscela prodotto avariato con altro prodotto pronto è lo snodo di una vera e propria filiera europea del riciclaggio. Mettono sotto controllo i telefoni. Scoprono che i pirati della contraffazione sono "coperti" dal servizio di prevenzione veterinaria dell'Asl di Cremona (omessa vigilanza, ispezioni preannunciate; denunciati e sospesi il direttore, Riccardo Crotti, e due tecnici).

    Dalle intercettazioni emerge la totale assenza di scrupoli da parte degli indagati: "La merce che stiamo lavorando, come tu sai, è totalmente scaduta... ", dice Luciano Bosio, il responsabile dello stabilimento della Tradel, al suo capo (Domenico Russo). Che gli risponde: "Saranno cazzi suoi... " (delle aziende fornitrici, in questo caso Brescialat e Centrale del Latte di Firenze, ndr). Il formaggio comprato e messo in lavorazione è definito - senza mezzi termini - "merda". Ma non importa, "... perché se la merce ha dei difetti. .. io poi aggiusto, pulisco, metto a posto... questo rimane un discorso fra me e te... " (Russo a un imprenditore campano, si tratta la vendita di sottilette "scadute un anno e mezzo prima"). Nell'ordinanza (decine le persone indagate e denunciate: rappresentanti legali, responsabili degli stabilimenti, impiegati, altre se ne aggiungeranno presto) compaiono i nomi delle aziende per le quali il pm Francesco Messina configura "precise responsabilità".

    Perché, "a vario titolo e al fine di trarre un ingiusto profitto patrimoniale, hanno concorso nella adulterazione e nella contraffazione di sostanze alimentari lattiero-casearie rendendole pericolose per la salute pubblica". Il marchio maggiormente coinvolto - spiegano gli investigatori - è Galbani, controllato dal gruppo Lactalis Italia che controlla anche Big srl. "Sono loro i principali fornitori della Tradel. Anche clienti", si legge nell'ordinanza. Per i magistrati il sistema di riciclaggio della merce si basa proprio sui legami commerciali tra le aziende fornitrici e la Tradel. Con consistenti vantaggi reciproci. Un business enorme: 11 mila tonnellate di merce lavorata in due anni. Finita sugli scaffali dei discount e dei negozi di tutta Europa. Tremila le tonnellate vendute in nero. E gli operai e gli impiegati? Erano consapevoli. Lo hanno messo a verbale. Domanda a un'amministrativa: "Ha mai riferito a qualcuno che la merce era scaduta o con i vermi?". Risposta: "No, tutti lo sapevano".

    (4 luglio 2008) Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold
    No, guarda, non l'hai capita, l'hanno girata così, ma se ti leggi bene tutte le notizie che sono state pubblicate vedrai che c'è scritto chiaramente che la GdF dice che le ditte SAPEVANO benissimo, era tutto un giro, quello era solo l'utile criminale di comodo di turno.
    Del resto, le stesse ditte prima vendevano alla Tradel gli scarti e poi gli ricomperavano l'impasto.
    Ma... il formaggio si fa partendo dal latte!

    Comunque se vuoi continuare a mangiare quelle schifezze contento tu.

  5. #5
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    Sei un demagogo,intanto le schifezze te le mangi tu;io non faccio propaganda dei prodotti di quelle case:anzi! Ma non vuoi capire o sei duro di comprendonio.
    Io i latticini non li compero ai super market perchè non ho fiducia delle industrie che le stanno dietro nè delle ASL che dovrebbero controllare ma dove invece funzionari con nomina politica fanno il bello e cattivo tempo.
    Io mi accontento di quelle dei contadini che l'UE mette fuori commercio con la legislazione per far fuori i piccoli produttori a favori delle grandi isndustrie che evidentemente foraggiano quei funzionari eurabici corrotti.
    In Emilia di che colore politico è l'ASL coinvolta? Non sarà per caso Rossa di vergogna?

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da tucidide Visualizza Messaggio
    Sei un demagogo,intanto le schifezze te le mangi tu;io non faccio propaganda dei prodotti di quelle case:anzi! Ma non vuoi capire o sei duro di comprendonio.
    Io i latticini non li compero ai super market perchè non ho fiducia delle industrie che le stanno dietro nè delle ASL che dovrebbero controllare ma dove invece funzionari con nomina politica fanno il bello e cattivo tempo.
    Io mi accontento di quelle dei contadini che l'UE mette fuori commercio con la legislazione per far fuori i piccoli produttori a favori delle grandi isndustrie che evidentemente foraggiano quei funzionari eurabici corrotti.
    In Emilia di che colore politico è l'ASL coinvolta? Non sarà per caso Rossa di vergogna?
    Emilia? Ma almeno informati, i funzionari ASL incriminati sono a Cremona, lo scandalo è venuto fuori lì.

  7. #7
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    Sei un demagogo,intanto le schifezze te le mangi tu;io non faccio propaganda dei prodotti di quelle case:anzi! Ma non vuoi capire o sei duro di comprendonio.
    Io i latticini non li compero ai super market perchè non ho fiducia delle industrie che le stanno dietro nè delle ASL che dovrebbero controllare ma dove invece funzionari con nomina politica fanno il bello e cattivo tempo.
    Io mi accontento di quelle dei contadini che l'UE mette fuori commercio con la legislazione per far fuori i piccoli produttori a favori delle grandi isndustrie che evidentemente foraggiano quei funzionari eurabici corrotti.
    In Emilia di che colore politico è l'ASL coinvolta? Non sarà per caso Rossa di vergogna?
    Cremona è lombarda...

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    Predefinito Elenco dei prodotti Lactalis

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    --le tue notizie sono parziali e non dicono che il Faccendiere responsabile della truffa e delle malattie grastrointestinali provocate ai cittadini che hanno consumato latticini rilavorati da quelli putrefatti ,non è una multinazionale ma un nostro "integerrimo" impresario criminale siciliano.
    Facciamone anche il nome e diciamo che ci hanno messo due anni per venire a capo di una delitto da ampie connivennze.Nel frattempo bubboni in bocca ,diarree e salmonelle a tutto spiano.



    CRONACA MobileInviaStampaUn imprenditore siciliano "riciclava" scarti di produzione
    Tornavano sugli scaffali sotto froma di altri prodotti caseari
    La truffa dei banditi della tavola
    rivendevano formaggio avariato
    di PAOLO BERIZZI

    CREMONA - Nel formaggio avariato e putrefatto c'era di tutto. Vermi, escrementi di topi, residui di plastica tritata, pezzi di ferro. Muffe, inchiostro. Era merce che doveva essere smaltita, destinata ad uso zootecnico. E invece i banditi della tavola la riciclavano. La lavoravano come prodotto "buono", di prima qualità.

    Quegli scarti, nella filiera della contraffazione, (ri) diventavano fette per toast, formaggio fuso, formaggio grattugiato, mozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Materia "genuina" - nelle celle frigorifere c'erano fettine datate 1980! - ripulita, mischiata e pronta per le nostre tavole. Venduta in Italia e in Europa. In alcuni casi, rivenduta a quelle stesse aziende - multinazionali, marchi importanti, grosse centrali del latte - che anziché smaltire regolarmente i prodotti ormai immangiabili li piazzavano, - senza spendere un centesimo ma guadagnandoci - a quattro imprese con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen (Germania).

    Tutte riconducibili a un imprenditore siciliano. Era lui il punto di riferimento di marchi come: Galbani, Granarolo, Cademartori, Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del Latte di Firenze. E ancora: Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi, e altre multinazionali europee, in particolare austriache, tedesche e inglesi. E' quello che si legge nell'ordinanza del pm cremonese Francesco Messina. Un giro da decine di milioni di euro. Una bomba ecologica per la salute dei consumatori.

    Le indagini - ancora aperte - iniziano due anni fa. A novembre del 2006 gli uomini della Guardia di Finanza di Cremona fermano un tir a Castelleone: dal cassone esce un odore nauseabondo. C'è del formaggio semilavorato, in evidente stato di putrefazione. Il carico è partito dalla Tradel di Casalbuttano ed è diretto alla Megal di Vicolungo (Novara). Le due aziende sono di Domenico Russo, 46 anni, originario di Partinico e residente a Oleggio. E' lui l'uomo chiave attorno al quale ruota l'inchiesta. E' lui il dominus di una triangolazione che comprende, oltre a Tradel e Megal, un terzo stabilimento con sede a Massazza, Biella, e una filiale tedesca. Tradel raccoglie, sconfeziona e inizia la lavorazione. Megal miscela e confeziona. A Casalbuttano i finanzieri trovano roba che a vederla fa venire i conati. Prodotti caseari coperti da muffe, scaduti, decomposti e, peggio ancora, con tracce di escrementi di roditori. Ci sono residui - visibili a occhio nudo - degli involucri degli imballi macinati. Dunque plastica. Persino schegge di ferro fuoriuscite dai macchinari. La vera specialità della azienda è il "recupero" di mozzarelle ritirate dal mercato e stoccate per settimane sulle ribalte delle ditte fornitrici, di croste di gorgonzola, di sottilette composte con burro adulterato, di formaggi provenienti da black out elettrici di un anno prima. "Una cosa disgustosa - racconta Mauro Santonastaso, comandante delle fiamme gialle di Cremona -. Ancor più disgustoso - aggiunge il capitano Agostino Brigante - , è il sistema commerciale che abbiamo scoperto".

    Non possono ancora immaginare, gli investigatori, che quello stabilimento dove si miscela prodotto avariato con altro prodotto pronto è lo snodo di una vera e propria filiera europea del riciclaggio. Mettono sotto controllo i telefoni. Scoprono che i pirati della contraffazione sono "coperti" dal servizio di prevenzione veterinaria dell'Asl di Cremona (omessa vigilanza, ispezioni preannunciate; denunciati e sospesi il direttore, Riccardo Crotti, e due tecnici).

    Dalle intercettazioni emerge la totale assenza di scrupoli da parte degli indagati: "La merce che stiamo lavorando, come tu sai, è totalmente scaduta... ", dice Luciano Bosio, il responsabile dello stabilimento della Tradel, al suo capo (Domenico Russo). Che gli risponde: "Saranno cazzi suoi... " (delle aziende fornitrici, in questo caso Brescialat e Centrale del Latte di Firenze, ndr). Il formaggio comprato e messo in lavorazione è definito - senza mezzi termini - "merda". Ma non importa, "... perché se la merce ha dei difetti. .. io poi aggiusto, pulisco, metto a posto... questo rimane un discorso fra me e te... " (Russo a un imprenditore campano, si tratta la vendita di sottilette "scadute un anno e mezzo prima"). Nell'ordinanza (decine le persone indagate e denunciate: rappresentanti legali, responsabili degli stabilimenti, impiegati, altre se ne aggiungeranno presto) compaiono i nomi delle aziende per le quali il pm Francesco Messina configura "precise responsabilità".

    Perché, "a vario titolo e al fine di trarre un ingiusto profitto patrimoniale, hanno concorso nella adulterazione e nella contraffazione di sostanze alimentari lattiero-casearie rendendole pericolose per la salute pubblica". Il marchio maggiormente coinvolto - spiegano gli investigatori - è Galbani, controllato dal gruppo Lactalis Italia che controlla anche Big srl. "Sono loro i principali fornitori della Tradel. Anche clienti", si legge nell'ordinanza. Per i magistrati il sistema di riciclaggio della merce si basa proprio sui legami commerciali tra le aziende fornitrici e la Tradel. Con consistenti vantaggi reciproci. Un business enorme: 11 mila tonnellate di merce lavorata in due anni. Finita sugli scaffali dei discount e dei negozi di tutta Europa. Tremila le tonnellate vendute in nero. E gli operai e gli impiegati? Erano consapevoli. Lo hanno messo a verbale. Domanda a un'amministrativa: "Ha mai riferito a qualcuno che la merce era scaduta o con i vermi?". Risposta: "No, tutti lo sapevano".
    Bene, aboliamo le intercettazioni...

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da polemiko Visualizza Messaggio
    Cremona è lombarda...
    Tutto fa brodo quando si tratta di screditare i "rossi", anche spostare Cremona dall'altra parte del Po...

 

 
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