"Sotto il mio regno le spighe crescevano alte 2 metri e le vacche partorivano vitelli gemelli".
Così in Mesopotamia nacquero le prime forme evidenti di celebrazione e "propaganda" destinate all'auto-indottrinamento della classe dirigente (l'unica in grado di saper leggere...). In periodi successivi ci sarà un enorme sviluppo di questi scritti contenuti in iscrizioni reali e altri testi.
Lo stesso ciclo naturale confermava quindi l' accordo con gli dei, nel totale rispetto delle forme cultuali. Tutto andava per il meglio: anche i più lontani villaggi sapevano (o credevano) che nella capitale era insediato un Re giusto, capace di governare e di difendere il suo territorio, e che l'ordine era mantenuto e anzi allargato fino a trasformare in cosmo il caos periferico.
Questo "meccanismo" un pò inquietante, che pure ha sorretto (e continua a sorreggere) interi sistemi politici ed ideologici, si è evoluto nel corso dei millenni, fino a produrre le forme più aberranti.
L' "uomo pecora", che si arrende all'ideologia, che sopporta senza muovere un dito alla propaganda, e anzi si lascia docilmente cadere fra le sue braccia, è l'esatta antitesi dell' uomo consapevole della sua Libertà.
"All animals are equal, but some animals are more equal than others".
Questa frase contenuta nel famosissimo "Animal Farm" di G.Orwell mi ha sempre colpito. Riassume in sè gli orrori di quella ideologia chiamata "comunismo". Potremmo parlare anche di tutti gli - "ismi" (e perfino di Conservatorismo, anche se -ovviamente- non sullo stesso piano!). Ma ci si può fermare qui.
E' chiaro che la gabbia dell'ideologia restringe gli spazi di libertà e di azione dell'uomo. L'ideologia rappresenta la realtà tramite uno specchio deformante: non esiste uno spazio di vera Libertà in tale condizione.
La soluzione?
Non certo la creazione di altri "specchi deformanti.
Ma dove esiste, allora, la "vera Libertà' "?
E' possibile in un mondo ancora intriso da forme ideologiche?
E' una utopia?