Originariamente Scritto da
Europeista
La lingua è un fattore culturale identitario alquanto potente, tuttavia non è l’unico e neppure il più forte:
Cerchiamo anche di capire che l’aspetto identitario prevalente da introdurre nella Pubblica Istruzione (ad esempio) non è tanto la lingua ma la storiografia sarda > piano su cui la politica dovrebbe lavorare onde spingere il mondo accademico all’elaborazione di testi scolastici su cui ci sia una ampia condivisione possibile nel far adottare dall’istituzione pubblica preposta all’educazione dei nostri giovani ciò che ci appartiene. Questo rientra nei passaggi federali che la Sardegna dovrebbe ipoteticamente compiere. Se consideriamo terze realtà (vedere Scozia o Irlanda), da un punto di vista meramente nazionalistico, l’appartenenza al proprio territorio non è connessa all’uso dell’idioma linguistico locale ma si continua a parlare la lingua consolidata dal Paese colonizzatore (Inglese). Ma in un modo o nell’altro, la storia deve essere presente.
Mi viene in mente quando la Francia raccontava ai giovani algerini nelle scuole quanto i “loro antenati” fossero tutti biondi e dagli occhi azzurri… Quanti giovani oggi sanno chi era Amsicora, Giovanni Maria Angioy o altri? Cancellare la storia di un Popolo non è solo una ingiustizia burocratica o una deformazione legislativa dello stato centrale, è un crimine contro l’umanità.
B. Adriano
http://www.sardegnaeliberta.it/
Gli indipendentisti ci stanno lavorando a questo proposito?