Riuniti, per colpa della burocrazia il nuovo centro psico sociale resta chiuso
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"Abbiamo dovuto traslocare in fretta e furia, ma manca l'accreditamento e quindi il centro psico sociale resta chiuso". La denuncia è di un operatore che si aggira sconsolato fuori dalla nuovissima struttura di Sanità mentale dei Riuniti realizzata a Boccaleone, appena ultimata ma inutilizzabile perché sprovvista del necessario via libera burocratico.
Quando arriverà? "Impossibile saperlo - allarge le braccia l'operatore - ci sono i tempi tecnici... E pensare che qui è tutto pronto per ricevere i pazienti".
A dire il vero, restano da ultimare alcune strutture come i parcheggi esterni, e anche la rampa per l'autorimessa è inaccessibile visto che alcuni mucchi di ghiaia impediscono il passaggio a eventuali mezzi di soccorso.
Nonostante l'evidente incompiutezza dell'edificio e la mancanza dell'accreditamento, il Cps è stato comunque "sfrattato" dall'ex Matteo Rota giovedì scorso."Ci hanno detto che dovevamo andarcene, anche se là noi a dire il vero stavamo bene..."
Risultato: sia il vecchio centro che quello nuovo sono chiusi. Una vera beffa, perché ora i pazienti possono contare solo sul servizio psichiatrico di diagnosi e cura in ospedale, che solitamente si fa carico di chi è affetto da disturbi mentali in fase acuta, e quindi è poco adatto alle esigenze degli utenti abituali di un centro psico sociale. Dalle scritte "artigianali" esposte per avvisare del disservizio, pare oltretutto di capire che ai Riuniti ci si debba risolvere solo in caso di estrema necessità. In via Garibaldi, fuori dalla porta della vecchia sede, un cartello scritto a mano spiega: "Vietato entrare per trasloco". E sotto: "L'attività del Cps è temporanemente trasferita presso il reparto Spdc dell'ospedale. Per le urgenze (sottolineato) rivolgersi al reparto". Stessa scena a Boccaleone: "Causa lavori in corso gli utenti sono pregati di rivolgersi agli ospedali Riuniti 1° S.p.d.c.".

La struttura di Boccaleone, alta quattro piani e costata 2,5 milioni di euro, secondo le previsioni doveva già essere operativa da qualche mese. Ma qualcosa nell'iter burocratico si è evidentemente inceppato. "Contiamo che in primavera tutto sia pronto per dare il via all'utilizzo di due piani della palazzina - aveva detto il 23 novembre scorso all'Eco di Bergamo Massimo Biza, direttore del dipartimento di Salute mentale - In una seconda fase invece chiederemo l'accreditamento per gli altri due destinati sia ad appartamenti per pazienti sia a una comunità residenziale protetta". Ma l'accreditamento si fa attendere e il lucchetto resta chiuso.
tratto da Bergamonews del 08 luglio 2008
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