Caucaso, Mosca accusa gli Usa:
copre le "provocazioni" georgiane
Due guardie di frontiera russe sul confine dell’Ossezia del Sud
Nel giorno della visita
di Condoleeza Rice in Georgia
il Cremlino accusa gli Usa
di interferire nell'architettura
di pace del Caucaso del sud
MOSCA
La Russia accusa gli Stati Uniti di «coprire le provocazioni» georgiane nelle regioni separatiste di Abkhazia e Ossezia del Sud (Caucaso) dove nell’ultima settimana si è verificata un’escalation di episodi di violenza.
Una nota del ministero degli Esteri moscovita riferisce che «Coloro che, malgrado i fatti, tentano di non accorgersi del pericolo e si permettono di coprire i provocatori, accusando Mosca di tutto, rendono un cattivo servizio al governo georgiano», perchè lo convincono che «tutto sia permesso. Proprio in tal modo bisogna valutare le recenti dichiarazioni di rappresentanti della segreteria di Stato Usa». Il comunicato, riportato dall’agenzia Ria Novosti, è diffuso nel giorno in cui il segretario di Stato Condoleezza Rice arriva in Georgia, dove discuterà con le autorità di Tbilisi la crisi nelle due regioni separatiste. Anche il rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana, si era detto ieri «seriamente preoccupato» per le esplosioni e le sparatorie che negli ultimi giorni hanno «innalzato le tensioni nelle regioni di conflitto a un livello pericolosamente alto».
La diplomazia russa punta il dito contro gli Usa, accusati apertamente di non voler vedere «la reale minaccia alla pace e alla sicurezza nel Caucaso del Sud» costituita dalle «azioni di Tbilisi (Georgia), che possono portare la regione sull’orlo di un conflitto armato, con conseguenze imprevedibili.»
Secondo il ministero degli Esteri moscovita - che ha ribadito le accuse a Tbilisi di aver compiuto un «aperto atto di aggressione, pianificato per tempo» contro l’Ossezia del sud - il vero obiettivo del presidente Mikheil Saakashvili è «distruggere l’architettura di mantenimento della pace nella regione, che funziona da un quindicennio, con l’idea di sostituirla con nuove strutture di peacekeeping, di maggiore gradimento alla parte georgiana».
Il ministero degli esteri russo ha inoltre dichiarato che è evidente il riferimento alle richieste di Tbilisi di cambiare il formato delle forze di interposizione nelle regioni secessioniste, in particolare in Abkhazia, dove dagli anni novanta, con mandato della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi), il controllo delle azioni di peacekeeping è "de facto" affidato al contingente russo. Ieri le autorità separatiste abkhaze hanno respinto la proposta americana per il dispiegamento di una forza internazionale, per ora di non meglio precisata composizione.
http://www.lastampa.it/redazione/cms...4612girata.asp
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