Guillaume Faye. Contro il complottismo

[Prinz Eugen]

L'intervento fi Graf è lungo ad articolato: bisognerebbe dare delle risposte pertinenti alle questioni che pone. Non liquidare tutto con delle battute.

Perché liquidarlo? Sa benissimo da sé come condannarsi all'irrilevanza.

[Prinz Eugen]

Qui c'è qualcuno che scambia le cause con le conseguenze; come se rifare una verginità al nazismo dal punto di vista della morale prevalente servisse ad abbattere la tavola corrente dei valori, anziché a confermarla.

Se anche quel regime non avesse prodotto una sola vittima non cambierebbe una cicca agli occhi di chi ora ne rifiuta fondamentalmente le premesse; allo stesso modo di come l'insistenza unilaterale su certe cose difficilmente può impressionare chi queste premesse le condividesse.

Non si diventa "nazisti" (qualsiasi cosa si intenda con questo) perché le camere a gas non sono esistite. Il discorso dell'autodifesa etnica (condiviso da Jürgen Graf, meno da certi altri suoi estimatori) rimane lo stesso a prescindere dalla storia vecchia; chi non lo condivide potrà anche ricredersi sull'Olocausto, ma non per questo vedrebbe invalidate le sue precedenti convinzioni riguardo i fondamenti del nazionalsocialismo storico.

Dovrebbe bastare questo a far capire che il piano su cui portare avanti il discorso è un altro. Il comunismo avrà fatto dieci volte più vittime di quelle attribuite al nazismo; esse non vengono tenute in conto non perché appartenenti a spiacevoli razze mongole o slave (così da dire: good riddance), ma in quanto il fine egualitario (feticcio del presente) ne relativizza la gravità.

Allo stesso modo, non sarà la gara a chi ha fatto meno morti a suggerire a chi vada tributato omaggio nella storia. Quanto la lotta fra opposti principi e visioni del mondo.