Alle mamme in difficoltà la prima visita del vicarioIl cardinale Vallini nella struttura Caritas nata nel 2000 per avviare al reinserimento le donne vittime di tratta, in una stretta collaborazione tra istituzioni, religiose e volontariato di Angelo Zema

Salgono le scale tenendosi per mano. Il cardinale vicario e Lizzie (la chiameremo così, anche se non è il suo vero nome), 6 anni, nigeriana. La bimba sorride e guarda in alto, verso l’uomo importante accolto dalle suore e salutato dalla mamma, per nulla intimorita. Sulle pareti, quadri con immagini di natura e frasi che parlano di speranza, come quella del cardinale Martini: «La bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide». Arrivati al primo piano, le mani si separano per l’ingresso nella piccola cappella. «Ave Maria...», recita il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, con il suo segretario monsignor Nicola Filippi, monsignor Guerino Di Tora, direttore della Caritas diocesana di Roma, e le religiose che gli hanno appena dato il benvenuto - in un caldo martedì di luglio - nella casa famiglia della Caritas nata nel 2000 in un quartiere romano del quadrante orientale per ospitare le donne recuperate dalla tratta e avviate al reinserimento.

Ora quella casa si è allargata - in una stretta collaborazione tra Caritas, religiose, istituzioni, volontariato - per accogliere anche mamme con bambini in difficoltà. Tutte, in fondo, a condividere gli stessi problemi: difficoltà nel trovare il lavoro e una casa, nell’ottenere il permesso di soggiorno, nel dover gestire ogni giorno la convivenza con le altre donne. Difficoltà presentate al cardinale in un incontro informale attorno al tavolo del grande salone. «Non bisogna scoraggiarsi - esorta -. Bisogna essere amici di Gesù perché così si è più forti». Amici come i bambini più grandi, che frequentano la vicina chiesa, alcuni nel servizio da «chierichetto». «Sono contento di avervi conosciuto», sottolinea il cardinale. «Tenevo molto a cominciare il mio servizio di collaborazione con il Papa da un luogo dove regna come legge l’amore».

È infatti la sua prima visita - sia pure privata - da vicario di Roma nella diocesi, dopo le due importanti celebrazioni del 28 e del 29 giugno e un incontro con i sacerdoti a Rocca di Mezzo. Un servizio che muove i primi passi dalla carità. «Quando pregherò mi ricorderò di voi, e voi anche pregate per me». Paul, 9 anni, lo interrompe: «Eminenza, sa che sono stato promosso?». «Bravo!». Una delle mamme, albanese, accarezza la figlia e le dice a voce sommessa, indicando il cardinale:«Lui ci troverà casa con la preghiera». C’è fatica, negli occhi delle mamme, e voglia di riscatto, c’è stanchezza e c’è attesa. I momenti di disperazione non mancano. «Quando succede, guardate il Crocifisso - raccomanda il cardinale Vallini - e inginocchiatevi davanti all’Eucaristia». Annuiscono, loro, e guardano i figli.

Ora la casa ospita due mamme nigeriane (sempre in maggioranza) , una albanese, una romana, e due ragazze. Nel 2007 sono stati realizzati due progetti nella struttura: il «Roxanne», con sei giovani «della tratta», e quello «Madre/bambino» con 7 nuclei familiari, anche grazie alle convenzioni con il Comune di Roma. «Per ogni donna, che resta qui dai sei mesi ai 2 anni, c’è un progetto», spiega la direttrice Stefania Cignetti, che della lotta alla tratta ha fatto da tempo una ragione di vita. Coniugando fermezza e carità. Proprio la carità è ciò che conta nella vita, afferma il cardinale: «Saremo giudicati da un numero, 25. Matteo, capitolo 25. Vale la carità che avremo avuto». Una carità fatta di iniziative concrete per le donne accolte nella casa: corsi di italiano, orientamento al lavoro, sostegno per i documenti, percorsi psicologici. Ad aiutarle, prosegue Stefania, c’è uno staff di qualificati volontari, tra insegnanti, assistenti sociali, psicologi. E di «samaritani» della vicina parrocchia.

«Alla fine il frutto del lavoro si vede, e questo ci dà la forza di andare avanti», dice suor Erma, che collabora nel lavoro di rete. «Anche quando le donne lasciano la casa - aggiunge la superiora, suor Sebastiana - il rapporto continua. Restiamo un punto di riferimento. Una ragazza ci ha invitato al suo matrimonio». Suona il campanello. Il cardinale è appena andato via. Al cancello c’è una mamma incinta con un bimbo nel passeggino. Non ce l’ha fatta a tornare in tempo dai suoi “giri” per documenti e pratiche. Sorride ed entra. È quasi ora di cena.

10 luglio 2008


http://www.romasette.it/modules/news...p?storyid=3652