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    Predefinito Grazia per Marina Petrella

    OMNIA SUNT COMMUNIA

    La lettera inviata dal presidente francese a Berlusconi sul caso della ex-Br
    «Caro Silvio, la Francia vi chiede
    la grazia per Marina Petrella»
    Nicolas Sarkozy


    Signor Presidente del Consiglio,
    determinata a conformarsi alla Convenzione europea sulle estradizioni che lega
    i nostri due paesi, la Francia ha deciso di dare seguito alla richiesta di estradizione avanzata dalla giustizia italiana relativa alla Signora Marina Petrella, condannata dalla corte d'assise d'appello di Roma il 6 marzo 1992 alla pena della reclusione all'ergastolo per sequestro, omicidio, tentato omicidio, furto, ricettazione a attentato con finalità di terrorismo.
    Di conseguenza il Primo Ministro ha firmato il 3 giugno 2008 il decreto di estradizione necessario.
    Se il ricorso depositato davanti al Consiglio di Stato dovesse essere rigettato, la Signora Petrella sarà consegnata alle autorità giudiziarie italiane competenti, come prevede la legge, per l'esecuzione della pena.
    Tuttavia il caso della Signora Petrella è molto particolare. Per questo motivo, dopo il nostro incontro durante il vertice del G8 a Toyako, vorrei richiamare nuovamente la sua attenzione sulla situazione dell'interessata.
    La Signora Petrella è in effetti in Francia dal 1993. Vi ha fondato una famiglia e non ha mai violato le nostre leggi.

    Liberazione 12/07/2008


    ARDITI NON GENDARMI

  2. #2
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Ricevo e pubblico

    Samedi 12 juillet 2008

    Non lasciate che gli alberi vi impediscano di scorgere il bosco...


    Non si può essere talmente accecati da <passioni tristi>, da non vedere che, nella lettera al Presidente italiano Napolitano, il presidente della Repubblica francese Sarkozy riconosce - non può non farlo, per la forza dei fatti e delle cose - non solo la condizione estrema di Marina Petrella, ma anche il fatto che questa condizione nasce dallo shock per un arresto e una decisione d'estradizione che interviene quindici anni più tardi dell'ingresso di questa donna in Francia, dove è stata accolta nella forma di un asilo di fatto, dove ha fondato una famiglia, e dove ha vissuto senza mai violare la legge.

    Personalmente, non vedo come - dopo aver detto queste cose, e averne tratto la conseguenza di arrivare ad un gesto irrituale come annunciare a successive riprese una sua proposta al capo dello Stato italiano di graziarla, spingendosi fino a sfiorare un disagio, una "sofferenza" diplomatica ; non vedo come - dicevo - di fronte al già annunciato rifiuto di parte italiana anche solo di concepire questa grazia, trincerati come sono (Caste, Scrittori & Popolo specchiatesi in ciò che "ci dicono dalla regìa", negli "auto"ritratti diffusi da un ‘sur-Moi' vertiginosamente elevato, un Majeuta che dètta passioni "spontanee" , attizza tutta una mcrofisica di identitarismi e memorialismi e vittimismi egocentrici, e sul concorso di ciascuno, sulla ridda di egocentrismi e vittimolatrìe erige un populismo penale come forma della governamentalità adeguata alla fase entropica in pieno corso del sistema capitalistico-statale, affiancando una tossicomania vendicativa, punitiva in forma di alienazione penale al mercato delle paure, delle angosce, alle egualmente attizzate psicosi securitarie che mettono capo ad una società di sorveglianza e controllo totali), trincerati come sono -dicevamo - dietro un'inflessibilità da rigor mortis - non vedo come, insomma, il Presidente francese potrebbe non decidere di cancellare il decreto d'estradizione : semplicemente, appoggiandosi sulla <clausola umanitaria> inserita proprio su domanda della Francia nella Convenzione sulle estradizioni in vigore all'epoca dei fatti, e dunque testo di riferimento per la decisione su Marina.

    Non vedo come potrebbe non farlo, dopo aver rivendicato la sua ricerca ostinata di una soluzione che trovasse una difficile armonizzazione fra il "principio della cooperazione penale internazionale ed europea", e l'urgenza assoluta di <trattare il caso con una reale umanità> (ciò, evidentemente, anche in applicazione del principio giuridico che prevede che <il valore primario della vita> deve ‘premiare' su ogni altro principio).

    Il momento venuto, bisognerà aggiungere che le considerazioni fatte nella lettera presidenziale sulle cause, sull' "eziopatogenesi" della malattia esistenziale di Marina, sono applicabili a tutti gli altri rifugiati a rischio d'estradizione : dunque, non vedo come Nicholas Sarkozy potrebbe non decidere una moratoria di queste tardive, epperciostesso crudeli minacce d'estradizione.

    Aggiungiamo ancora, che nelle precedenti dichiarazioni, Sarkozy aveva appoggiato il riconoscimento dell'assurdo rompicapo costituito dal caso-Petrella, sulla lunghezza irragionevole del tempo intercorso tra i fatti, la condanna, e la richiesta di applicazione delirante di un principio assoluto di <certezza della pena>. Questa è un'ammissione, anche se non voluta, del fatto che il "cancro primario" che è alla radice di metastasi come queste cacce all'uomo a fini estradizionali, vera forma di eternizzazione del bisogno di vendetta (che sia nella forma di sanzione penale..., la cosa non cambia : resta la miseria della passione, del veleno del delirio di risentimento), è costituita dall' anomalia italiana di un trentennale, crescente rifiuto di metter mano alle soluzioni-maestre, classiche per la regolazione dei postumi di situazioni di inimicizia giunta alle armi e al sangue, che sono le misure d'amnistia e simili.

    Avendo una mentalità di lotta, scommettiamo su questo : lasciamo agli alienati di questo o quel "corpo mistico" (il "popolo degli Onesti & Buoni" o "la République" e la "Patrie des Droits de l'Homme", peraltro introuvables al netto di tutti i denunciati auto-tradimenti di cui dovrebbe aver vergogna e che incessantemente si va "smascherando") ; lasciamo a preti e fedeli, scrittori e popoli di questo e quell'organicismo ed "essenzialismo morale" che contengono una tale rimozione della consapevolezza tragica dell'inimicizia che è, da non poter che secernere in continuo una sorta di legittimismo che va a caccia di "tradimenti" e "traditori", di "ipocrisie" e altro da "smascherare". Questo coltivare un'estetica della propria indignazione è futilità alienata, imbelle, impotente, profondamente incapace di comunanza ed autonomia : le quali solo possono fondarsi su una potenza capace di ‘cogliere l'occasione'....

    Oreste Scalzone

    ARDITI NON GENDARMI

  3. #3
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    Secondo voi gliela concederanno?

  4. #4
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Ricevo e pubblico

    Samedi 19 juillet 2008
    FRANCIA:MARINA PETRELLA SI STA SPEGNENDO,ALLARME MEDICI/ANSA

    EX BR DA CARCERE A OSPEDALE, 'STA FUGGENDO VIA DALLA VITA' (ANSA) - PARIGI, 14 LUG -

    "Crisi suicidaria acuta", "suicidio passivo per autoabbandono", "stato di disperazione esistenziale con caduta di spirito vitale": queste sono alcune delle diagnosi tratte dai referti dei periti medici del carcere, degli ospedali e delle autorità sanitarie francesi che si occupano in queste ore di Marina Petrella, in attesa di estradizione in Italia.

    L'ex brigatista, 54 anni, è in "sciopero della vita", come ha titolato 'Le Monde', da quando si è prodotta nella sua psiche e nel suo fisico una "rottura". Il suo "pensiero ossessivo - riferiscono persone che l'hanno visitata ed hanno parlato con lei negli ultimi giorni - è liberare le sue figlie dalla prospettiva di andare a portar fiori ogni settimana sulla tomba di una persona sepolta viva", cioé di passare il resto dei suoi giorni in carcere. "Se muoio - queste le sue parole - potranno almeno elaborare il lutto, il dolore e alla fine liberarsene".

    La Petrella, condannata all'ergastolo in Italia e rifugiatasi in Francia nel 1993, è stata arrestata nell'agosto 2007 e il 3 giugno scorso il governo francese ha dato il via libera alla sua estradizione in Italia". Il presidente francese Nicolas Sarkozy nei giorni scorsi ha scritto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - compiendo un gesto assolutamente inedito - per chiedergli di farsi latore di una richiesta al presidente

    Napolitano di graziarla "il prima possibile". Marina Petrella, il cui stato di salute per il rifiuto di alimentarsi, di essere visitata o curata, continua ad aggravarsi, avrebbe già perso 20 chili. In particolare, la

    Petrella non si oppone alle cure che le vengono impartite, o alle trasfusioni di cui ha bisogno, ma non offre alcuna collaborazione e ripete - dicono i suoi intimi -"che alla fine di questo incubo riuscirà ad evadere dalla vita". Da ieri sera é stata trasferita in ospedale perché il carcere non è più compatibile con il suo stato di salute.

    Il comitato che si è creato in Francia a sostegno alla Petrella - fra cui spiccano personalità come il filosofo Edgar Morin, l'ambasciatore Stephan Hessel, il presidente dell'Unione chiese protestanti Jacques Maury - si riunisce con vari collettivi ogni giovedì in pubblico per chiedere la revoca del decreto di estradizione, in applicazione della "clausola umanitaria prevista dalla Convenzione europea sulle estradizioni del 1957.

    Carla Bruni, consorte di Sarkozy, aveva detto in un'intervista a Liberation che Marina Petrella "deve essere curata come ogni persona umana e per questo la prigione non è il luogo ideale". Sua sorella, Valeria Bruni Tedeschi, ha chiesto l'autorizzazione di andare a visitare in carcere la Petrella e si è presentata all'ospedale dove è ricoverata la detenuta, ma è stata respinta perché non aveva autorizzazioni.
    (ANSA).


    ARDITI NON GENDARMI

  5. #5
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Ricevo e pubblico


    Samedi 19 juillet 2008
    Oreste Scalzone, 17 luglio 2008 per ANSA

    ANSA, Gianotti
    "Visti gli ultimi sviluppi della vicenda di Marina Petrella, voglio dare un consiglio ai capifila della società politica italiana.
    Consiglio, beninteso, interessato, certo non nel senso dell'interesse privato, ma in quello di centinaia di antichi "insorti", compagni di destino. Ma che – può succedere in rari casi, quelli in cui si può evitare che <una guerra si risolva nella rovina di tutte le parti in conflitto>.
    Farebbero bene a riunirsi tutti, un giorno, attorno a una tavola: il Presidente della Repubblica, quelli delle due Camere, il capo del Governo, i capipartito – Berlusconi e Veltroni, Bossi e Fini e Casini e chi per o con loro (e magari anche –per il richiesto <diritto di tribuna> – degli ex- come Bertinotti, e altri). Potrebbero decidere di eliminare alla radice il cancro del contenzioso penale infinito come postumo permanente dei cosiddetti "anni di piombo", di cui vicend come quella di Persichetti, Algranati, Battisti e Putrella sono vere e proprie metastasi : questo sarebbe certo liberatorio per noialtri, ma al contempo eviterebbe a loro di collezionare imbarazzi e frustrazioni, attiratisi volendo incrudelire. Dovrebbero ripescar come minimo l'indulto del '97, che prevedeva il riassorbimento del sovra-sanzionamento legato alle aggravanti <per motivi di terrorismo
    ed eversione>, lesivo in permanenza del diritto eguale.
    Altrimenti, per troppo voler stringere, a voler raschiare il fondo del barile finiranno a dare 'come il morso di un cane su una pietra'.



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  6. #6
    anima ribelle
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    Ma la Petrella esattamente per quale reato è stata condannata all'ergastolo?
    Voglio dire è stata coinvolta in uno di quei mostruosi megaprocessi in cui la semplice appartenenza ad un gruppo armato detrminava la condanna per tutta una serie di reati per i quali non era dimostrata la conpleta estraneità?

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da mat612000 Visualizza Messaggio
    Ma la Petrella esattamente per quale reato è stata condannata all'ergastolo?
    Voglio dire è stata coinvolta in uno di quei mostruosi megaprocessi in cui la semplice appartenenza ad un gruppo armato detrminava la condanna per tutta una serie di reati per i quali non era dimostrata la conpleta estraneità?
    Marina era stata condannata all’ergastolo al termine del processo di appello di Roma il 6 marzo 1992, riconosciuta colpevole dell’omicidio di un agente di polizia, tentato sequestro e tentato omicidio, sequestro ai danni di un magistrato, rapina a mano armata e alcuni attentati. La condanna definitiva era arrivata il 10 maggio 1993.

  8. #8
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Vince (per ora) il "falco" Dati
    Petrella
    in clinica
    ma sempre
    agli arresti
    Paolo Persichetti


    Di fronte all'aggravamento delle condizioni di salute di Marina Petrella, l'ex brigatista su cui pende un decreto di estradizione verso l'Italia, il governo francese ha deciso ieri il suo trasferimento in extremis presso l'ospedale Sainte Anne di Parigi.
    Alla fine della scorsa settimana i medici che l'avevano in cura nel centro clinico del carcere di Fresnes avevano denunciato la presenza di rischi per la sua vita, ormai ridotta a pesare soltanto 39 chili e nutrita per via indovenosa.
    Nel primo pomeriggio erano circolate voci anche su una sua contemporanea scarcerazione, richiesta - a quanto sembrava da fonti ufficiose - dallo stesso Sarkozy nel corso del consiglio dei ministri tenutosi nella mattinata. Ma alla fine della giornata gli uffici del ministero della Giustizia ribadivano il suo stato detentivo. Il professor Rouillon, primario del servizio medico che ha accolto l'esule italiana, aveva offerto la propria disponibilità a curarla solo a patto di una sua scarcerazione.
    Ora non è molto chiaro cosa accadrà. Tutte le perizie mediche concordano, infatti, sulla presenza di una sua incompatibilità con il perdurare dello stato detentivo. Il ricovero in ospedale della Petrella suona in ogni caso come una bruciante smentita per i falchi del governo, rappresentati dalla guardasigilli Rachida Dati che solo il giorno prima aveva ribadito la "linea della fermezza", sostenendo che la rifugiata non sarebbe stata trasferita in una struttura ospedaliera esterna perché in carcere era «curata bene e il suo pronostico vitale non è a rischio». Il ricovero in un «ambiente non carcerario», richiesto con insistenza dai medici curanti, è probabilmente una scelta di compromesso tra le diverse sensibilità presenti nell'esecutivo che in questo modo tenta di guadagnare tempo. Intanto però cresce la pressione sociale in favore della scarcerazione della rifugiata. Dopo una lunga serie di prese di posizione della stampa "femminile" con tirature altissime ( Elle, Marieclaire e altre), anche l'associazione delle "assistenti sociali" (lavoro svolto dalla Petrella nel comune di Argenteuil) si è pronunciata contro la sua estradizione. L'opinione pubblica francese non capisce come il presidente della repubblica possa aver offerto asilo politico a esponenti delle Farc (movimento guerrigliero colombiano in attività) e poi voglia spedire all'ergastolo un'ex militante per fatti di 30 anni prima.
    Questo timido passo in avanti, come la lettera al president Berlusconi, rafforza la sensazione che stia emergendo in qualche modo un diverso atteggiamento da parte del presidente Sarkozy, che da ministro degli Interni e candidato alle presidenziali aveva fatto dello smantellamento della dottrina Mitterrand uno dei suoi cavalli di battaglia. Ormai consolidato nel suo ruolo di presidente della repubblica diventa sempre più difficile dover gestire le reiterate richieste d'estradizione provenienti dall'Italia, di fronte alla trentennale distanza che separa i fatti contestati dall'esecuzione di pene sovradimensionate. La vera anomalia è la persistente volontà di cui fa mostra lo Stato italiano di non chiudere politicamente la vicenda degli anni 70 come solitamente accade alla fine di ogni aspro conflitto sociale.


    24/07/2008 Liberazione

    ARDITI NON GENDARMI

 

 

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