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  1. #1
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    Thumbs down Il governo socialista Berlusconiano colpisce ancora

    Troppa concorrenza fa male alla salute.

    di Giorgio Gilestro, 13 Settembre 2008
    Ve lo ricordate il decreto Bersani? Quegli scampoli di liberalizzazione che fanno capolino timidamente? Ve lo ricordate il provvedimento che permetteva di poter vendere alcuni farmaci al supermercato e nelle parafarmacie? Ecco, se dovesse passare un disegno di legge proposto dal senatore Gasparri, dovremmo dimenticarcelo.



    Ecco l'introduzione della proposta:
    Onorevoli Senatori. – Il servizio farmaceutico territoriale italiano, cosı come è attualmente configurato, rappresenta indiscutibilmente un insieme di strutture sanitarie a disposizione dei cittadini di più semplice accesso, capillarmente distribuite sul territorio, efficacemente organizzate ed in grado di svolgere un servizio di elevata qualità. Negli ultimi anni sono state avanzate critiche al sistema regolatorio che impone norme rigide per l’istituzione di nuove sedi farmaceutiche e che, soprattutto, necessita di tempi lunghi per l’espletamento di farraginose procedure concorsuali. Molte competenze in materia di servizio farmaceutico sono delegate all’autorità regionale ma, soprattutto in considerazione delle peculiarità e della delicatezza del settore dei farmaci per la protezione della salute dei cittadini, appare necessaria l’adozione di una normativa-quadro nazionale che permetta di migliorare ulteriormente l’efficienza e la qualita del servizio evitando situazioni di stressata competitività commerciale che andrebbero solo a scapito degli aspetti professionali della distribuzione dei farmaci. Questi aspetti sono stati ribaditi piu volte anche dalla Corte costituzionale che ha riconosciuto la prevalenza dell’efficienza del servizio rispetto alla competitività commerciale. Il presente disegno di legge prevede dunque norme semplificate per l’apertura di nuove farmacie, procedure transitorie per l’espletamento rapido di tutti i concorsi per l’assegnazione di sedi farmaceutiche non ancora banditi o, se gia banditi, non ancora portati a compimento. Inoltre sono previste norme per meglio regolamentare la distribuzione dei farmaci superando leggi che, di fatto, provocano distorsioni rilevanti nel mercato a danno, non solo di alcuni operatori dell’industria e della distribuzione, ma, anche e soprattutto, a scapito dei cittadini costretti a rifornirsi di farmaci presso strutture pubbliche di difficile accesso.
    Da qui. Non credo siano necessari ulteriori commenti. Solo alcuni numeri:
    Il nuovo settore di distribuzione introdotto da Bersani, per quanto fosse marginale e nonostante toccasse solo sfiorandola la casta dei farmacisti, aveva rosicchiato in un paio d'anni circa il 5% del mercato alle farmacie tradizionali nei farmaci da banco, facendo calare i prezzi anche del 20%, e, secondo le associazioni di parafarmacie, dando lavoro a circa 5000 neolaureati in farmacia (da qui). Ma, ovviamente, creava stressata competitività commerciale, che, si sa, fa male alla salute.
    La nuova proposta Gasparri-Tommasini propone di tornare ad una situazione in cui solo le farmacie possano vendere la quasi totalità dei farmaci con l'eccezione di
    medicinali, non soggetti all’obbligo di vendita dietro presentazione di ricetta medica, che, per tipo di principio attivo, per dose unitaria, per numero di unità posologiche contenute nella singola confezione e per tipo di forma farmaceutica, possano essere vendute anche al di fuori delle farmacie e senza obbligo della presenza di un farmacista.
    Non è ben chiaro quali ma mi sembra di capire che per fortuna sarà ancora possibile comprare una aspirina al supermercato (o una bella supposta, per quel che vale).
    Ovviamente non mancano i grandi classici. Perle come questa:
    art 1, comma 11, b) la distanza minima da soglia a soglia, misurata per la via pedonale piu breve, tra le farmacie dello stesso comune non puo essere inferiore ai 500 metri; nei centri con popolazione residente superiore ai 100.000 abitanti, tale distanza può essere ridotta sino a 300 metri.
    La domanda ovviamente è: perché ci dobbiamo complicare la vita fino a questo punto?



    http://www.noisefromamerika.org/inde...a_salute.#body

  2. #2
    Liberale Dubbioso
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    Sinceramente non percepisco il rischio di "situazioni di stressata competitività commerciale". Nemmeno Marx avrebbe usato questo dicitura per avversare il libero mercato.

  3. #3
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    Poveri noi.

  4. #4
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    parliamoci chiaro : ogni atto del Bersani non era volto a tutelare il cittadino consumatore, ma a dare ancor maggior spazio alle coop rose che, sembra, siano la più grande catena di distribuzione italiana.

    I farmacisti, invece, fanno parte della base elettorale della destra, sia essa Partito delle libertà, sia essa Lega Nord.

    Se il Bersani avesse avuto a cuore il cittadino consumatore, avrebbe potuto fare in modo che fosse utile l'approvigionamento della vecchia, cara penicillina, che, poichè costa troppo poco, sta rischiando di sparire dai canali distributivi.

 

 

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