Assai comunista, ma liberale????
Certe volte la spiritualità è molto di facciata. Il nazista Harrer ha scritto "7 anni in Tibet" un libro che nessuno ha letto. Tutti hanno visto il film però. Harrer dice che la nobiltà tibetana era tutt'altro che provinciale. Non si faceva mancare nulla. Faceva arrivare ostriche e ambra dai più lontani e remoti angoli della terra. Mentre la gente moriva di fame.
La stessa cosa accaddeva nello Stato Pontificio dove i cardinali puttanieri imperversavano. La prima cosa che scoprirono i piemontesi fu che Roma aveva il più alto numero di bordelli dell'Universo terraqueo!!! Poi magari anche i bigottoni cattolici hanno rotto il cazzo con il "turismo". Prima a Roma si faceva il turismo sessuale altrochè!!!
Ecco, fondamentalmente è questo il grosso problema del non allineamento tra il Dalai Lama e Pechino.
Al di là della regione del Tibet, che desidererei fosse preservata nella sua bellezza totale, sia spirituale che paesaggistica, il Dalai Lama, strumentalizzato dagli USA e da chi gli lecca il culo, rivendica un territorio che non sta nè in cielo nè in terra.
Se è vero che il Tibet in se stesso è stato sempre abitato in netta predominanza dall'etnia tibetana che ha sofferto l'invasione cinese, è anche vero che le altre 3 province, di popolazione tibetana, ne hanno sempre avuta ben poca. Una cifra irrisoria.
Se c'è questo tira e molla tra ambo le parti è perchè il Governo Cinese in primis non è deficente e non deve leccare il culo a nessuno. Quello che viene rivendicato è il tentativo di stabilirsi in territorio cinese, giocando sporco, da parte delle potenze occidentali. Già, quelle che esportano la democrazia con i fucili.
Esatto. Quelle che fanno porcate dappertutto ma fingono di scandalizzarsi puntando il dito sempre contro gli altri. Cercando di trovare un nemico comune in qualsiasi maniera per non far pensare ai grossi problemi che invece li possono sommergere.
L'articolo in se stesso dimostra l'ignoranza di chi grida per il Tibet libero senza sapere esattamente nè la storia di esso (Shangri-La non esiste) nè il perchè di questo dialogo così difficile tra il suo rappresentante in capo e la controparte cattiva.
E di fronte a certe richieste, non so se queste persone non esploderebbero in una esclamazione che possa suonare pressappoco con "Ma che me stai a pià per culo? Che voi te? Er territorio storico? Ma de chi? Ma vedi de annattene va...".
Saluti,
Stefano
Se è vero che il Dalai Lama non può ovviamente assumersi la rappresentanza di tutti i tibetani, è anche vero che i tibetani devono poter assumere il carico di se stessi sulle loro spalle, come etnia distinta ed attualmente oggetto di genocidio. Del resto per svariati secoli, dal tredicesimo secolo al 1911, avevano goduto di un'ampia autonomia sotto la Cina, per poi acquisire una vera e propria indipendenza. Indipendenza che sarà riottenuta come processo naturale, così come è accaduto alle varie etnie prima comprese nello stato sovietico. Non passerà molto tempo perché ciò si verifichi, in seguito allo sfaldamento del regime comunista in Cina. Zoretto, aspetta e vedrai, alla fine Dio vede e provvede...Se poi, in un futuro stato tibetano le eventuali minoranze non dovessero godere di pari diritti, dovranno intervenire gli organismi internazionali. Ma mi pare un problema per ora del tutto ipotetico.
Quel vecchio plovelbio cinese è valido anche pel chi spela sia possibile limangano ancola stluttule ottocentesche in un glande stato come Cina.