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  1. #11
    NAZIONALISMO ETNICO
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    Prescindendo dalla provenienza geografica, se il DNA del Cro-magnon corrisponde a quello di noi europei (non ne dubitavo) ne conseguie che esclude ogni correlazione con il DNA delle popolazion di colore africane. Un punto di distinzione che sbriciola le fondamenta pseudoscientifiche e capziosamente universalistiche di Cavalli-Sforza.

  2. #12
    SolIndiges
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    Citazione Originariamente Scritto da EternoOccidente Visualizza Messaggio
    Silvano Lorenzoni ha pubblicato interessanti articoli sull'uomo di Cromagnon, identificandovi il portatore di una civiltà elevata.
    Infatti i liguri discendono dall'uomo di cro-magnon idem lo stesso del ponte che parla di una emigrazione del cro-magnon dalla sua sede di origine ed infatti il vero nome etnico dei liguri è Ambroni cioè portatori di ambra che non avevano memoria della loro patria d'origine e l'ambra la si può trovare solo nel nord europa ed infatti cimbri e teutoni sono cugini dei liguri come lo sono i baschi.

  3. #13
    SolIndiges
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    Citazione Originariamente Scritto da Civis Romanus Visualizza Messaggio
    Queste "conclusioni" mi convincono ben poco... mi sembrano poco scientifiche e molto ideologiche...naturalmente in senso antirazzista... prima dice che non siamo cambiati in 25mila anni... poi si chiede se eravamo bianchi o neri... ma se oggi siamo bianchi, e non siamo cambiati, significa che lo eravamo anche allora, no ?
    E poi è così sicuro che "venivamo dall'Africa" ? Ci sono anche altre teorie... come mai il 99 % degli ambienti scientifici propende sfacciatamente per ipotesi che, guarda caso, si rivelano funzionali all'egualitarismo, all'antirazzismo etc... ??




    Di questi tempi non può che suonare come un nullaosta all'invasione allogena, non trovate ?
    Pensa che avevo iniziato a leggere un libro sui liguri scritto da un certo alderotti un giornalista, che ad un certo punto del libro arriva ad affermare che prima dell'arrivo dell'uomo di cro-magnon in liguria vi era una popolazione negroide, un altra perla di saggezza di questo "studioso dei liguri antichi"era che noi veniamo dal corno d'africa secondo le più recenti teorie e che lui ha fatto sue, quando ho letto ste boiate mi scappata la voglia di leggerlo quel libro.

  4. #14
    SolIndiges
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    Beh mi ricordo che da piccolo mia madre mi comprò un libro sugli uomini primitivi e ricordo che vi era un disegno sui cro-magnon questi nostri antenati erano ritratti come biondi!

  5. #15
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  6. #16
    Britney National Party
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  7. #17
    SolIndiges
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    Esatto bravo norseman...

  8. #18
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    L'Uomo di Cromagnon fu il primo vero Homo Europaeus di razza bianca della storia umana...si sapeva già ed ora queste nuove notizie e ricerche genetiche lo confermano...
    Il DNA del Cro-magnon , che poi ne esistevano di vari tipi differenziati , corrisponde a quello di noi bianchi europei e questo fa capire che NON tutte le razze e popolazioni umane hanno la stessa origine...
    Ovviamente i soliti scienziati buffoni ed ideologizzati cercano poi di confondere le idee e strumentalizzare il tutto per fare propaganda antirazzista e mescolazionista , con la storia che il Cromagnon fosse un immigrato africano...
    In realtà é molto più probabile che fosse auoctono europeo che poi ha colonizzato Nord Africa e Medio-Oriente in particolare , raggiungendo pure l'America e l'Oceania addirittura...Ma anche ammesso che fosse vero , ricordo che egli stava nel Nord Africa , culla da tempo immemorabile della Razza Bianca. Non c'era traccia di tipi negroidi o affini.
    Africa ed Europa in sé non significano un tubo. Conta la razza , non la geografia!
    Al di là dei loro proclami di circostanza per rendere doveroso ed obbligato omaggio alle mode ideologiche egualitariste , i ricercatori ammettono quindi che esistono differenze genetiche legate ANCHE alla RAZZA.
    Dato che discendenti dei Cromagnon sono parte dei bianchi e non altri...
    La stessa ricostruzione della sua faccia e dei suoi lineamenti parlano chiaro : non era certo bellissimo come può essere il miglior tipo nordico o mediterraneo moderno con tratti del volto regolari e raffinati e cranio dolicocefalo , ma era comunque un arcaico europoide pienamente dei nostri.

    http://updatecenter.britannica.com/eb/image?binaryId=44397&rendTypeId=4
    http://farm3.static.flickr.com/2099/1862827913_2d40bcb827.jpg?v=0
    http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inbreve/visualizza_new.html_729033938.html
    Notizia di antropologia - NEL DNA EUROPEO C'E' L'UOMO DI CROMAGNON Civis Romanus
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=448717

    Quoto un po' tutti gli intervenuti...Da EternoOccidente a Silarus a Civis Romanus a SolIndiges.

    Vero , il grande Silvano Lorenzoni ha scritto interessanti considerazioni sull'uomo di Cromagnon sia in "Il Selvaggio" che altrove , identificandovi il portatore di una civiltà elevata. Ma Flavio Grisolia soprattutto ne parla in dettaglio.
    Io stesso ne ho accennato nei 2 miei lunghi post nel 3d sugli Antichi Egizi nella sezione storica di Pol , leggete qui :

    faraoni biondi: presenze nordiche nell'antico egitto? Felix
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=38111

    Parte del mio intervento :

    I Cro-Magnon , da un punto di vista dell’antropologia fisica , vanno classificati come tipi falici ; non erano nordici ma paleoeuropei pre-ariani , comunque con alcune caratteristiche proto-nordidi evidenziate nei Berberi del Nord-Africa , nei Guanci delle Canarie ed altri popoli affini.
    Il tipo nordico vero e proprio é visibile invece nell’uomo di Aurignac
    (con la sua figura longilinea , snella ed i suoi lineamenti delicati e nobili) , sempre in Francia , come pure nei Kurgan di cui parlava la Gimbutas e che vanno considerati dei proto-indoeuropei a tutti gli effetti. Secondo Kosinna il nordico nacque da una sorta di fusione eugenetica fra Cromagnon ed Aurignac.
    I Cro-Magnon erano diffusi sia in Europa che in Nord-Africa ed in Medio-Oriente all’alba dei tempi ed emigrarono espandendosi anche altrove , dato che le tracce della loro presenza si sono trovate fino in Cina , Oceania , Africa subsahariana e perfino nell’ America precolombiana.
    Ne esistevano un po’ di di vari tipi , ma in genere erano di alta statura con struttura fisica massiccia , con cranio dolicocefalo o brachicefalo , zigomi abbastanza sporgenti, pelle , capelli ed occhi solitamente chiari.
    LADISLAO MILTNER in "STORIA DELLA LETTERATURA TEDESCA" vol.1 faceva , all’inizio in una trentina di pagine circa , considerazioni storiche , biologiche e culturali decisamente importanti sui Cromagnoidi ed i Falici
    dell’Europa e della Germania pre-germanica...
    I Germani storici stessi furono un incrocio fra indogermani nordici e
    falici cromagnoidi , variante pesante e massiccia del un tipo nordide propriamente detto. Le ho lette tempo fa , però non ho il libro. Culturalmente erano abbastanza incompatibili , pare avessero una sorta di matriarcato , anche se diverso da quello mediterraneo , mentre gli ariani indoeuropei erano ovunque fortemente patriarcali. Tipi falici esistevano
    anche nella Scandinavia prima delle invasioni germaniche.
    Lo stesso mito dei giganti , presente in varie culture europee e non solo , probabilmente alludeva ai falici cromagnoidi che erano di statura molto alta e corporatura impressionante anche agli occhi degli stessi nordici. Forse quel mito allude all’incontro-scontro fra falici autoctoni e nordici conquistatori. Come spiegava ad es. Adriano Romualdi in “Gli Indoeuropei” , la razza falica è stata definita così da H.F.K. Guenther dato che aveva identificato una sua particolare presenza concentrata nella Westfalia (da cui west-falica) e nella Germania nord-occidentale.
    Invece Paudler e Kern l’avevano definita dalica dalla regione svedese di Dalarne. Ma in definitiva tale tipologia era presente pressoché ovunque nell’antichità , essendosi espansa anche fuori dal continente europeo , con alcune variazioni locali. Cmq sui Cromagnon e gli "Dei Bianchi" in Sudamerica leggi me qui :
    Apocalypto - Pagina 6 - Politica OnLine Forum
    http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=5146633&postcount=109
    Anche gli antichi Egizi dovevano avere una forte impronta cromagnoide...
    Oggi però questo tipo è raro da vedere e trovare in Nord Africa e anche nella stessa Europa , si è quasi del tutto estinto tranne che in certe zone dell’Austria , della Germania e della Scandinavia dove comunque è
    mischiato con altri tipi.
    Il Cromagnon era come detto un tipo molto alto e robusto , più del nordico , però era forse un po' disarmonico nei lineamenti volto ; in ogni caso nulla di simile al neanderthal , il cromagnoide si che é stato il prototipo del cacciatore primordiale e dell'Uomo bianco europeo!
    Sui Cro-magnon si possono trovare informazioni interessanti anche in questi testi vari che consiglio di leggere :

    R. Biasutti , Razze e popoli della Terra, Torino, 1967 (4 voll.).
    Federico Prati-Silvano Lorenzoni-Flavio Grisolia, I Fondamenti dell'Etnonazionalismo Völkisch, Effepi Edizioni, 2006.
    Charpentier Louis , Il mistero basco. Alle origini della civiltà occidentale , L’Età dell’Aquario , 2007.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Cromagnon
    L'Uomo europeo non è venuto dall'africa e discende dal cro-magnon ...
    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/luomo-europeo-non-venuto-dallafrica-430356.html
    La preistoria d'Europa e il mito di Atlantide - Politica On The Net
    http://www.politicaonthe.net/forum/etnonazionalismo-voelkisch/2962-la-preistoria-deuropa-e-il-mito-di-atlantide.html
    http://www.thule-italia.org/Marco71/Canarie/Canarie.html
    “In effetti i Guanchi erano stati un popolo misterioso: isolati da tempo
    immemorabile nelle loro Isole, sono stati considerati gli ultimi eredi
    "puri" dell'Uomo di Cro-Magnon, con una somiglianzà fisica paragonabile,
    come è stato accertato anche recentemente, agli antichi popoli Berberi, ai
    Baschi, e ai pre-egizi. Di alta statura, con gli occhi chiari ed i capelli
    biondo-rossi, erano un popolo orgoglioso che seguiva le regole del
    matriarcato: avevano infatti una Regina.”

    Torniamo agli egizi…
    Leggersi questa valida analisi dello stimabile forumista e moderatore
    Felix (che saluto approfittandone per esprimergli la mia ammirazione!) :

    Le facce dei nostri avi che plasmarono l'Europa - Pagina 2 ...
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=37753&page=2
    “L’errore é l'equazione africa=negri. La razza negra non è l'unica
    esclusiva abitante del continente: ci sono i mediterranei atlantici e
    berberoidi ("libici") della Numidia, Mauritania, Africa Minor, Sahara,
    Cirenaica ed Egitto. E poi ci sono gli etiopici (razza metamorfica
    prodotto di antichi incroci negro-europoidi) e i più antichi abitanti
    dell'africa in assoluto, i khoisanidi. Se andiamo indietro nel tempo (1000
    a.C. circa) osserviamo un'estensione dei negroidi molto minore
    dell'attuale. L'africa orientale ci apparirebbe allora basicamente
    dominata da genti khoisanoidi o etiopoidi, e il Sahara avrebbe meno sangue
    negroide di oggi (fu la schiavitù a introdurre questi elementi, in epoca
    islamica).
    L'equazione suddetta e la soprendente indignazione di molti per l'ipotesi
    antropogenetica "out of Africa" è solo indizio di scarsa informazione,
    ignoranza e cecità ideologica.
    Cfr. anche il 3D "faraoni biondi" nel forum di storia.
    Secondo il testo del Biasutti (che lessi non so quante volte ai tempi
    dell'adolescenza), il nordafrica è sede della razza "Libica", che sarebbe
    una variante occidentale della razza iraniana, con pigmentazione
    leggermente più scura. Il tipo libico è diffuso dal marocco all'Egitto,
    trovandosi nella forma più pura tra i berberi sahariani e i tuaregh.
    Al tipo libico si deve la forte macroschelia dei nordafricani (tipo
    estremamente longilineo, asciutto e di alta statura) e l'accentuata
    dolicocefalia (indici 73-76).
    Ma alla base libica si aggiunge una notevole componente mediterranea, in
    varie forme: atlanto-mediterranea, mediterranea classica, litoranea, che
    non si discostano, tranne la prima, dalle nostre della sponda europea.
    Inoltre ci sono alcune componenti nordiche (specie nel Rif e nella
    Cabilia), originate da antiche migrazioni dal nord, ultima delle quali
    quella nota dei Vandali (V sec. d.C.), e dall'immigrazione europea
    medievale (rinnegati e schiavi).
    Le invasioni arabe hanno portato anche tipi iranoidi arabici.
    Questo per le razze del gruppo europide. Ci sono però anche altri elementi
    non-europidi infiltrati o residuali. I negri, arrivati con la schiavitù in
    epoca islamica, hanno introdotto tipi mulattoidi nelle città e in certe
    oasi, e formano le caste basse dei Tuaregh e berberi sahariani. Questi
    ibridi si riconoscono immediatamente per l'indice nasale alto (naso
    depresso, a narici allargate), per la forma del capello e per il colore
    più scuro. Ma non costituiscono un elemento fondamentale se non i poche
    aree. I berberi dell'atlante sono del tutto esenti da contaminazioni
    negroidi.
    In forme sporadiche e residuali si trovano anche elementi khoisanidi
    nell'egitto (un esempio noto: Sadat) e cromagnonoidi (l'antico tipo dei
    canari, sparso anche nella zona marocchina, caratterizzato da estrema
    robusticità ossea).
    La linea divisoria tra stirpi europidi e stirpi negridi passa vicino al
    limite sud del sahara, alcuni chilometri a nord del fiume Senegal, poi
    continua verso occidente attraversando l'ansa del Niger -la cui valle è
    negroide- e vira poi verso nord, dove le tribù Tebu portano i tipi
    negroidi nel Sahara orientale sino ai confini libici. Il limite si
    mantiene spostato verso nord all'entrare in territorio egiziano, e
    attraversa il Nilo all'altezza di Assuan.
    vedi anche il 3D "faraoni biondi" sul forum di Storia.” - Felix


    http://it.wikipedia.org/wiki/Berberi
    "Per quanto se ne sa, i Berberi sono il popolo indigeno del Nord-Africa. I fossili umani paleolitici affini ai Berberi propriamente detti, sono noti in paleo-antropologia con il nome di uomo di Mechta-Afalou, una variante del paleo-europoide del tipo Cromagnonoide databile circa 20000 a.C..
    Nell'antichità le popolazioni nordafricane erano note sotto varie denominazioni: gli antichi egizi conoscevano i ṯḥnw (nominati dal "Re Scorpione" di età predinastica, intorno al 3000 a.C.), i ṯmḥw, i Rbw (probabilmente da leggere Libu, "Libi"), i mšwš. Capi dei mšwš divennero addirittura faraoni intorno al 1000 a.C. Nello spirito di riscoperta delle proprie tradizioni che anima da alcuni decenni alcuni intellettuali berberi, molti Berberi oggi fanno iniziare il loro calendario dal 950 a.C., approssimativa data di ascesa al trono di Sheshonq I, iniziatore della XXII dinastia, anche se probabilmente era già libica anche la dinastia precedente.
    In epoca successiva, molti nomi di popoli e tribù ci giungono da storici greci e latini, a partire da Erodoto.
    In particolare, si ricordano i Libi nelle regioni più occidentali, i Numidi nella zona dell'attuale Algeria, i Mauri nell'attuale Marocco, mentre nell'interno vi erano soprattutto i Garamanti e i Getuli.
    A partire dal I millennio a.C., il Nordafrica conobbe la colonizzazione di vari popoli. Dapprincipio Fenici e Greci (Cartagine è fondata intorno all'814 a.C., Oea-Tripoli nel VII secolo a.C., Cirene intorno al 630 a.C.). In seguito fu il turno dei Romani, che contesero ai Cartaginesi la supremazia sulla regione.
    Intorno al III secolo a.C. si cominciano ad avere notizie precise su veri e propri Stati berberi, con propri re e una propria organizzazione: i regni di Numidia e di Mauretania. A quest'epoca risalgono alcune figure celebri come Massinissa, Giugurta, Giuba II, ecc.
    Dopo diverse vicende, che li videro sempre meno autonomi, i regni berberi persero definitivamente la loro indipendenza nel 40 d.C., sotto Caligola. Durante la dominazione romana molti Berberi emersero nelle arti, nella politica e nella religione, esprimendosi nella lingua scritta del tempo: il latino. Vi furono così scrittori (da Terenzio a Marziano Capella, con personaggi come Frontone, Apuleio, o Tertulliano), santi cristiani (dai martiri scillitani a San Cipriano, San Vittore, Sant'Agostino e Santa Monica), papi (Vittore I, Melchiade, Gelasio I), e perfino alcuni imperatori (dal libico-punico Settimio Severo, fondatore di una dinastia, al mauro Macrino). (...)
    Gli Amazigh, cioè i Berberi, sono una popolazione europoide dell'Africa del Nord. Sembra che almeno fino all'età del Bronzo (circa 1200 a.C.), tra le popolazioni berbere fosse piuttosto diffusa la depigmentazione, come carattere genetico, documentata anche da pitture rupestri del Tassili e in iscrizioni egiziane (vedi Popoli del Mare). La depigmentazione sopravvive in forma residuale ancora oggi particolarmente tra i berberi dell' Atlante in Marocco che non raramente hanno occhi azzurri e capelli rossicci, come è anche testimoniato dagli Spagnoli per i Guanci delle Canarie.
    Dal momento che al giorno d'oggi è diffusa la concezione che "africano" sia solo chi ha la pelle scura (chi parla Politically correct usa "africano" al posto del termine riprovato "negro"), i Berberi sono erroneamente ritenuti come una popolazione di origine esterna stabilitasi in Nordafrica solo in tempi recenti. E spesso vengono per ciò erroneamente assimilati agli Arabi, che sono penetrati in queste regioni a partire dal 7° secolo.
    In realtà per quanto si risalga indietro nel tempo i Berberi sembrano avere popolato in Nordafrica fin dal Neolitico.
    Questo popolo è entrato nella storia già 5000 anni fa: popolazioni berbere sono infatti citate nei testi egiziani fin dal 3000 a. C.
    La maggior parte della popolazione in Algeria, Marocco e Tunisia è di origine berbera. Ma i Berberi si trovano anche in Libia, Mauritania, Egitto ed alcuni stati dell'Africa occidentale, ma soprattutto nel Niger e in Mali (Tuareg). "



    Evidence for the Ancestors of the Guanches as Founders of Predynastic Egypt.
    http://www.north-of-africa.com/article.php3?id_article=494
    PANF Amazigh - Pan Aryan National front - No Rats! Just Right!-
    www.panf.info/upload/forumdisplay.php?f=56
    Amazigh Roots: Celtic-Amazigh connection?
    www.amazighroots.blogspot.com/2007/05/celtic-amazigh-connection.html
    White Amazigh
    www.whitearyan.info/berbers/


    La documentazione sulla storia e sull’antropologia degli antichi egizi che ho fornito nei miei primi 2 post precedenti segnalati nel link sopra è inoppugnabile ; articoli , video e links vari che ho portato a supporto di quanto ho affermato nei miei scritti non fanno che convergere verso la stessa conclusione , cioè che la razza bianca ha creato o contribuito a creare tutte le grandi civiltà e culture inclusa quella dell’Egitto antico.
    Altri articoli interessanti qui :


    AFRICA'S WHITE RACE Endover
    http://www.stormfront.org/forum/show...ce-503070.html
    http://www.theosophical.ca/AfricaWhiteRace.html
    North-Africa, cradle of the white race (original man). - Topix
    http://www.topix.com/forum/afam/TBPNV654TSA4QRT50
    http://racialreality.110mb.com/north_africans.html

    http://www.stormfront.org/forum/show...gy-502751.html
    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/caucasians-were-first-inhabit-western-503937.html


    Ancient remains of Caucasoid Peoples Found around the world
    http://www.first-americans.blogspot.com/


    Da Federico Prati-Silvano Lorenzoni-Flavio Grisolia, I Fondamenti dell'Etnonazionalismo Völkisch, Effepi Edizioni, 2006.

    "Una comune identità
    Per comprendere appieno i profondi legami che uniscono le popolazioni originarie europee, è necessario risalire molto indietro nel tempo, addirittura di circa 35-40.000 anni, alla comparsa cioè dell'uomo di Cro-Magnon. È praticamente impossibile parlare di civiltà umana prima di questo avvenimento, che rappresenta inoltre anche da un punto di vista antropologico, l'espressione più alta di ogni forma di vita sulla terra, oggetto di profonda inquietudine per tutti i fautori della visione evoluzionista. D'altra parte anche i più recenti studi sembrano confermare l'unicità di quello che senza tema di smentita andrebbe correttamente definito come Homo Europaeus. Alto (la statura media superava il metro e ottanta), dolicocefalo (cioè col cranio allungato), col mento sporgente, la fronte spaziosa e una capacità cranica di circa 1.500 centimetri cubici, il Cro¬Magnon in accurate ricostruzioni fatte al computer come quella del Museo Americano di Storia naturale, appare in tutto e per tutto come il vero prototipo dell'uomo bianco e perciò nostro indiscusso capostipite. La specificità dell'uomo di Cro-Magnon e delle sue varianti prossime di Combe-Capelle e Chancelade (tutte località della Francia centrale) sta nel non aver alcun progenitore scientificamente dimostrato e nell'abisso culturale e spirituale che lo separa da tutte le altre specie del genere homo. Ancora in tempi recenti si è assistito al patetico tentativo da parte di alcuni scienziati di collegare al Sapiens sapiens, alcuni resti fossili dell'Africa meridionale; illuminante al proposito quanto scrive Richard Leaky, il più celebre antropologo in attività, figlio d'arte di una copia passata alla leggenda grazie ad una serie di eccezionali scoperte: "Probabilmente, i più antichi resti fossili conosciuti di uomo moderno provengono dall'Africa meridionale. Dico probabilmente non solo perché essi consistono solo in pochi frammenti di mascellari, ma anche perché la loro datazione è incerta." Questa sarebbe la "base scientifica" su cui si vorrebbe costruire la teoria evoluzionista dell'origine africana dell'uomo... Per collegare l'Europa al Continente nero si è pensato bene indicare come "moderni" altri resti fossili rinvenuti in Israele a Qafzeh e a Skhul sul Monte Carmelo. Va precisato che la datazione iniziale di questi reperti era di gran lunga più recente (45¬50.000 anni fa) dell'attuale, che indica in 80-100.000 anni la loro età. Non solo ma per avere l'anello mancante, è stata creata ad hoc una nuova sottospecie umana, quella dell'Homo sapiens sapiens "arcaico" o proto-cro-magnoide e che non si tratti di una barzelletta dello scrivente, ce lo conferma il divulgatore televisivo ufficiale dell'evoluzionismo Piero Angela, che insieme al figlio Alberto scrive:
    "Alcuni caratteri arcaici erano ancora presenti in questi teschi (quelli di Qafzeh), ma la fisionomia generale era già la nostra. Con ogni probabilità anche tra i sapiens sapiens esisteva arborescenza di forme e di varietà.
    I crani trovati nei vari siti citati (in Africa Orientale, Sudafrica e Medio Oriente) mostrano, infatti, ancora diversi tipi di «mosaici» tra forme arcaiche e forme moderne". E ancora: "A Mugharet el Zuttiyeh è stato rinvenuto, l'Uomo di Galilea, con caratteri ancora più arcaici. La datazione qui sembra essere addirittura più recente (70-40.000 anni fa), e questo non aiuta a chiarire le cose".
    Tutto questo ci porta ad alcune banali osservazioni che gli scienziati "ufficiali", si sono ben guardati dall'evidenziare.
    La prima è che non vi è nulla che dimostri anche temporalmente un collegamento tra gli "arcaici" abitanti d'Israele e l'Uomo di Cro¬Magnon; la seconda nasce dal fatto che 40.000 anni fa esistevano specie diverse del genere Homo, che non si capisce bene che fine abbiano fatto; la terza infine è che stando a certe logiche, una sola di queste specie migrando e contemporaneamente evolven¬dosi, avrebbe dato nell'arco di circa 40.000 anni, origine al sapiens sapiens europeo.
    Quest'ultima ipotesi appare francamente assurda proprio alla luce degli stessi concetti evoluzionistici. Un simile lasso di tempo è, infatti, troppo limitato per un cambiamento così radicale ed è sicuramente privo di un qualsiasi riscontro. Mi spiego meglio: accettando l'ipotesi non troppo scientifica, dell'esistenza attuale di un'unica specie e del fatto che da 40.000 anni quest'ultima non ha subito alcun mutamento positivo, mi ri¬sulta estremamente ostico pensare che differenze infinitamente superiori a quelle attualmente esistenti tra un bianco e un negro, possano essersi cancellate in un tale arco di tempo: soprattutto alla luce dei lenti miglioramenti protrattisi in precedenza per qualche
    milione di anni, 1'accelerazione evolutiva di poche decine di migliaia di anni fa, ha dell'incredibile, così come il subitaneo arresto che la segue.
    Come se non bastasse c'è ancora chi è convinto che l'uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis), che visse in Europa e nel Medio Oriente tra 100 e 30.000 anni fa, sia stato l'antenato del CroMagnon, mentre la datazione dei ritrovamenti c'indica che per qualche migliaio d'anni essi convissero forse non troppo pacificamente.
    È molto probabile, infatti, che la fine del Neanderthal, sia da collegarsi all'azione del moderno sapiens sapiens, che gli
    era nettamente superiore in termini intellettuali. La dimostrazione di ciò sta nelle differenti capacità tecniche e nelle manifestazioni cultuali, che nel Cro-Magnon assumono aspetti prettamente a sfondo religioso e nelle espressioni artistiche di grandissi mo rilievo.
    Inoltre, il più famoso linguista vivente Noam Chomsky, docente al Massachusetts Institute of Technology, è giunto alla conclu¬sione che il linguaggio è una caratteristica peculiare dell'uomo, una capacità sorta come corollario di un sorprendente accrescimento encefalico. In sostanza senza la capacità del linguaggio, noi non ci troveremmo di fronte ad un uomo, ma ad un animale dalle sembianze vagamente umane. Questa era in tutto e per tutto la situazione dell'uomo di Neanderthal, che in base a studi fatti sul suo basicranio, non aveva la possibilità di sviluppare alcun linguaggio e le cui sembianze scimmiesche lo differenziavano nettamente dal Cro-Magnon.
    Un'ulteriore conferma di quanto fi¬nora scritto, ci giunge dalle tecniche litiche utilizzate dal Neanderthal e dagli altri predecessori dell'Homo europaeus: la cultu¬ra olduviana che data da 2,5 a circa 1,4 milioni d'anni or sono, è nei suoi tratti generali a parere di Thomas Wynn dell'University of Colorado, più scimmiesca che umana e quella che la segue 1'achculeana, che giunge sino a 250.000 anni fa, denuncia appena una vaga intenzione di imporre forme negli strumenti utilizzati, che comunque non sono più di una dozzina. Neanche la successiva cultura musteriana, che precede quella aurigniaziana del Cro-Magnon, fa grossi progressi, come ci conferma Richard Leaky: "A partire da 250.000 anni or sono, individui ascrivibili a Homo sapiens arcaico - neanderthaliani compresi - impararono a costruirsi strumenti su scheggia preparata, e i complessi di industrie corrispondenti, fra cui il Musteriano, contavano forse una sessantina di tipi. Ma la tipologia rimase immutata per più di 200.000 anni, una stasi tecnologica che non evoca certo l'immagine di cervelli pienamente umani in fermento". Elemento importantissimo per comprendere dove posizionare, alla luce di queste affermazioni, i cosiddetti sapiens sapiens "arcaici", è il fatto che essi utilizzavano tutti quanti strumenti di tipo musteriano come il Neanderthal. È sempre Leaky che descrive l'incolmabile divario esistente tra il Cro-Magnon e i suoi presunti parenti: "Ma quando il cambiamento avvenne fu abbagliante, così abbagliante che potremmo non cogliere la realtà retrostante". Nell'Europa di 35.000 anni or sono l'uomo iniziò a produrre strumenti di raffinata fattura ricavandoli da lunghe lame delicatamente distaccate da un nucleo, e per la prima volta osso e palco di cervidi vennero utilizzati come materia prima per la fabbricazione di strumenti. Ora i complessi di strumenti comprendevano più di un centinaio di tipi diversi, fra cui rudimentali telai per la tessitura e utensili per incidere e scolpire. Per la prima volta i manufatti dell'uomo divennero opere d'arte: i propulsori per zagaglie in palco di cervide per esempio, erano ornati con incisioni di animali sorprendentemente veristiche. Nella documentazione fossile compaiono elementi di collana e pendenti, che annunciano la nascita di un nuovo concetto della decorazione corporale. Ma più evocativi di ogni altra manifestazione artistica sono i dipinti parietali in caverna, che parlano di un universo mentale non dissimile dal nostro. Al contrario dei periodi precedenti, caratterizzati dalla stasi, ora la cultura è essenzialmente innovativa, e i cambiamenti, che prima avvenivano nell'arco di centinaia di migliaia di anni, ora si susseguono di millennio in millennio. Da alcuni definito "Rivoluzione del Paleolitico superiore", questo insieme di indicazioni offerte dalla documentazione archeologica testimonia inequivocabilmente che l'uomo anatomicamente moderno possedeva capacità intellettive."
    Su simili basi, non è certo illogico affermare che stando alle attuali conoscenze, l'uomo appare per la prima volta nell'Europa occidentale ed ha caratteristiche del tutto simili alla media delle popolazioni bianche, per l'appunto originarie del nostro Continente.
    Il nocciolo della questione, come si è già potuto capire, è tutto concentrato nella datazione dei reperti e nella loro classificazione. Soprattutto la precisione dell'età dei fossile serve ad indicare eventuali spostamenti di una stessa specie, o la coabitazione di individui differenti su una determinata area geografica. A tale proposito è doveroso sottolineare come il metodo di da¬tazione più preciso, quello del carbonio 14, abbia uno spettro di 35¬40.000 anni, dopo di che intervengano altre metodologie indubbiamente più empiriche. E per questi motivi che la cronologia del Cro-Magnon è di gran lunga più affidabile ad esempio di quella dei vari sapiens sapiens "arcaici" a cui si vorrebbe collegarlo all'interno del "dogma" evoluzionista.
    Se, infatti, osserviamo la sequenza temporale e l'ubicazione dei ritrovamenti di resti dell'Homo sapiens sapiens in Europa, ci accorgiamo come essi si irradino tutti da un unico centro posto nel Midi francese e giungano ad interessare l'Europa dell'est nell'arco di poco più di 10.000 anni.
    La cultura di Domi Vestonice in Slovacchia, ci ha tra l'altro regalato la straordinaria scultura di una testa umana in avorio di mammut, antica di 26.000 anni. Si tratta a tutti gli effetti del primo vero ritratto tridimensionale di un nostro antenato. I suoi lineamenti di tipo nordico, lo fanno rassomigliare ad un Russo o ad uno Scandinavo, mentre i capelli sono lunghi e lisci.
    Unica nota che in parte lo distingue dal Cro-Magnon e che in un certo senso lo potrebbe collegare ai sapiens sapiens "arcaici", è la forte arcata sopracciliare, perfettamente coerente coi crani ritrovati nella zona. In direzione sud l'uomo fa la sua comparsa ai Balzi Rossi in Liguria, circa 30.000 anni fa e lo troviamo poi nella variante di Combe-Capelle alle Arene Candide sempre in Liguria, a distanza di oltre 11.000 anni.
    All'incirca allo stesso periodo, definito anche Magdaleniano, è riconducibile la presenza del Cro-Magnon ad ovest nella Penisola iberica, testimoniata tra l'altro dagli splendidi dipinti parietali delle grotte di Altamira in Cantabria.
    Anche qui è necessario fare alcune considerazioni "controcorrente" e politicamente "scorrette"; se, infatti, il Cro-Magnon fosse il diretto discendente dei sapiens sapiens "arcaici" venuti dall'Africa, passando per Israele, non si capisce come mai costoro non abbiano lasciato alcuna traccia dei loro spostamenti verso l'Europa occidentale, mentre tutta la cronologia al carbonio 14, sembra chiaramente indicarci l'espansione del primo in maniera graduale e concentrica dalla Francia centromeridionale. Altro argomento che contrasta con l'ipotesi dell'evoluzione da oriente, è il fatto di ritrovare nell'Est europeo, individui con residui tratti arcaici 10.000 anni dopo la comparsa del Cro-Magnon, mentre sarebbe stata certamente più logica una datazione inversa. Al più questo elemento potrebbe essere interpretato come l'incrocio di questi ultimi con sapiens sapiens "arcaici" , ma questa è un'ipotesi che al momento non può avere alcuna conferma né archeologica, né tantomeno biologica. Che comunque nulla colleghi direttamente l'attuale popolazione umana con i Neanderthal, o peggio ancora coi vari ominidi ritrovati nel mondo, è un dato assodato scientificamente dalla moderna genetica e un ulteriore affossamento delle tesi evoluzioniste.
    Sulla specificità dei nostri progenitori europei molto è stato scritto e ancora altrettanto probabilmente, c'è da dire. Non si è mai accennato ad esempio alla loro fortissima identità razziale, che ha permesso di ritrovare individui con le stesse caratteristiche del tipo di Combe-Capelle, a distanza di 15.000 anni e lontani 1.000 chilometri dal luogo d'origine, presso Finale in Liguria. Se pensiamo che questo individuo in fondo, non variava che per particolari secondari rispetto all'uomo di Cro-Magnon, la cosa non può certo lasciarci indifferenti anche perché come sappiamo, quest'ultimo giunse in Liguria 10.000 anni prima e gli insediamenti conosciuti di entrambi, non distano che poche decine di chilometri. Nonostante gli inevitabili contatti, protrattisi per almeno 20.000 anni, i due tipi umani restarono ben distinti tra loro, probabilmente combattendosi a vicenda per la conquista dei migliori territori di caccia. Ciò non toglie che entrambi appartenessero ad un'unica specie e ad un medesimo universo culturale e spirituale, qualcosa di mai apparso prima sulla Terra.
    In quest'ottica l'ipotesi dell'eliminazione fisica da parte loro del Neanderthal, è quasi una certezza; una pulizia etnica come si direbbe oggi, a cui sicuramente dobbiamo la nostra attuale esistenza e cosa più importante tutta la civiltà umana. Che costoro non fossero però dei bruti, ce lo conferma la devozione verso i defunti, che assumeva forme di autentica espressione religiosa. Il corredo di oggetti simbolici, la cura con cui il morto era composto,
    cospargendolo tra l'altro di ocra rossa, gli oggetti con cui veniva adornato, indicano indubbiamente l'esistenza di una visione ultraterrena della vita e un'organizzazione sociale complessa, basata probabilmente sui legami familiari di sangue e su un rigido ordine gerarchico. L'Europa del paleolitico era perciò abitata da popolazioni tra loro strettamente imparentate e culturalmente omogenee, ma al tempo stesso estremamente gelose della loro indipendenza e portate ad evidenziare e a custodire come un prezioso patrimonio, le scarse differenziazioni fisiche esistenti.
    L'esasperazione della differenza, di ogni differenza possibile, quale affermazione del proprio diritto ad esistere e la conseguente capacità di difendere tutto ciò, anche con il completo genocidio dei nemici, veri, presunti o potenziali.
    Dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna, dalla Liguria, dalla Penisola Balcanica, dalla Slovacchia e dalla Russia, ritornano alla luce gli stessi rituali, gli stessi oggetti, le stesse statuine femminili, rappresentanti una probabile divinità a cui non può non collegarsi la successiva Dea Madre, che gli storici mondialisti, nemici dell'identità europea, definiranno "mediterranea", solo perché presente anche nell'attuale Turchia più di 20.000 anni dopo.
    Dei 35.000 anni della storia dell'Europa, che sono poi la storia della civiltà , quasi l'ottanta per cento ha avuto come protagonista l'Uomo di Cro-Magnon e le sue varianti, figure possenti di cacciatori e guerrieri , dalle caratteristiche dolicocefale, definiti non a caso da studiosi tedeschi Urjager (cacciatori primordiali)."

    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/luomo-europeo-non-venuto-dallafrica-430356.html


    Gli Indoeuropei nell'antica Cina - Stormfront White Nationalist ...
    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/gli-indoeuropei-nellantica-cina-471846.html





  9. #19
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    Sarebbe molto interessante scoprire le origini del Cromagnon e stabilire come siano sorte le varie ramificazioni della razza bianca ; sono state fatte parecchie ipotesi dagli studiosi , ma di certezze pare non ve ne siano.
    Adesso intanto abbiamo avuto la conferma del fatto che il progenitore dei bianchi europei , o almeno di una parte di essi , é il Cromagnoide e tanto basta per smentire la vulgata pseudoscientifica della comune discendenza e della presunta inesistenza delle razze umane ; le ricerche genetiche hanno chiarito la nostra differente natura.
    Il tipo Cromagnoide probabilmente conteneva in nuce tutte le successive tipologie differenziate della razza bianca , poteva essere una sorta di prototipo dei vari sottogruppi europoidi poi sviluppatesi in maniera distinta in seguito.
    In esso non è riconoscibile né un tipo nordico , né un tipo mediterraneo , né un tipo alpino , ecc. ; forse è più vicino al tipo falico , l’unico che ci assomiglia abbastanza chiaramente per tratti facciali e corporatura massiccia.
    Comunque appare probabile che egli sia stato all’origine un tipo bianco indifferenziato di base che potenzialmente conteneva e riassumeva già tutte le successive ramificazioni etniche europee poi differenziatesi…


    http://www.newscientist.com/article/dn14325-first-europeans-shunned-neanderthal-sex.html?DCMP=ILC-hmts&nsref=news7_head_dn14325
    L'ennesima conferma scientifica, di fronte alle minchiate giornalistiche che ogni tanto riaffiorano. Ogni tanto i giornalisti ci ripropinano la storiella che gli europei sarebbero nati dal mischiamento dell'homo sapiens sapiens con l'uomo di Neanderthal, ma la ricerca del professor Guido Barbujani dell'università di Ferrara conferma il fatto che non c'è stato alcun mischiamento razziale , dato anche che a maggior ragione non appartenevano neppure alla stessa specie. Nonostante questa palese verità, i giornalisti ci vogliono, ogni tanto, riproporre il contrario, poichè sarebbe un'ottima arma in favore del meticciamento. Ma ora la smentita è definitiva , anche se già in passato c’era già stata.


    L'Uomo di Cro-Magnon vive in noi - LASTAMPA.it
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=839&ID_sezione =243&sezione=

    Il Resto Del Carlino - Ferrara - L'uomo di Cro-Magnon era come noi ...
    http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/ferrara/2008/07/16/104905-uomo_magnon_come.shtml
    “LA SCOPERTA GENETICA
    Guido Barbujani: "L'uomo di Cro-Magnon era come noi"
    La scoperta è stata fatta grazie alle analisi fatte su alcuni resti di ossa ritrovati cinque anni fa in Puglia. Il suo Dna, secondo gli studi del professore ferrarese e di David Caramelli contiene sequenze ancora diffuse negli europei di oggi
    Ferrara, 16 luglio 2008 - E' arrivato in Europa dall'Africa circa 45 mila anni fa, parliamo del nostro antenato, l'uomo di Cro-Magnon. Su di lui ora si scopre che era non solo anatomicamente 'moderno' ma anche geneticamente uguale a noi: le tracce di questa 'identita'' genetica, svela uno studio italiano, sono rimaste scritte in alcuni resti di ossa rinvenuti 5 anni fa in Puglia, a grotta Paglicci (Rignano Garganico) appartenenti a un individuo di circa 28 mila anni fa. Il suo Dna conteneva sequenze ancora diffusissime negli europei di oggi.
    A pubblicarlo sulla rivista PLoS ONE sono Guido Barbujani dell'universita' di Ferrara e David Caramelli dell'universita' di Firenze: si tratta del primo studio in cui i genetisti hanno avuto cura di fare l'esame del Dna di quanti hanno manipolato i resti dello scheletro (antropologi, archeologi, genetisti), si' da escludere ogni contaminazione di materiale genetico antico e moderno che avrebbe potuto inficiare la veridicita' dell'analisi.
    ''Il nostro studio -spiega Barbujani- mostra per la prima volta senza ombra di dubbio che l'uomo di Cro-Magnon non si e' geneticamente mescolato con Neanderthal e che era molto simile a noi in quanto aveva nel proprio Dna mitocondriale sequenze che esistono tuttora nel Dna degli europei contemporanei''. "


    Ora vi indico vari articoli interessanti da leggere sui CroMagnon e sull'Europa antica Paleoeuropea :


    E' stato aperto il forum dedicato alle piramidi in Bosnia!
    http://www.ikaro.net/forum/le-piramidi-bosnia/732-benvenuti-sul-forum-delle-piramidi-di-visoko.html

    http://wwwblogdicristian.blogspot.com/2008/03/bosnia-le-piramidi-di-visoko.html
    "Quando le immagini valgono più delle parole...
    Piramidi immense, più grandi di quelle di Giza.
    Nonostante le affermazioni di alcuni esperti, quali il Dr. Sejfudin Vrabac, che definiscono ciò che vi ho mostrato qui sopra “delle formazioni geologiche naturali” ( ! ), altri altrettanto affidabili personaggi come Aly Abd Alla Barakat, dell'Egyptian Mineral Resources Authority ha confermato che i ritrovamenti corrispondono a piramidi primitive i cui materiali coincidono con quelli usati per la costruzione delle piramidi di Giza.
    Detto questo, si può passare a dati meno certi e controversi, partendo dalla meno indiscutibile figura di colui che ha voluto iniziare i lavori di scavo nell'aprile 2006, Semir Osmanagic. Secondo colui che dirige i lavori e ha accesso diretto e immediato alle scoperte fatte, le piramidi ritrovate possono risalire a un periodo compreso tra il 12000 AD (!) e il 500 AD. Una data come il 12000 AD dovrebbe far sobbalzare chiunque... stiamo parlando di piena era glaciale !
    Le incredibili scoperte che hanno portato a una tale possibile datazione sono i resti i conchiglie e corrosione delle rocce dovuta a secolare permanenza in acqua; ma questo è solo l'inizio, innumerevoli le scoperte, le notizie, le teorie più o meno confermate...
    Tunnel sotterranei che collegano le piramidi, conosciuti da sempre e creduti miniere di periodo medievale; ritrovamenti di incisioni sacre e geometriche; similitudini incredibili sia con le piramidi d'Egitto che con quelle del Messico; collegamenti con le teorie che sostengono l'espansione egizia in Europa e addirittura nelle americhe (ma questo argomento così ampio verrà affrontato in una discussione a parte)...
    Resta il fatto che quelle piramidi son lì, che una civiltà sconosciuta ed estremamente evoluta le ha costruite, e finora non se ne sapeva nulla: la storia dell'Europa è in parte da riscrivere.
    Fonte tratta dal sito ."

    Scoperta in Bosnia la prima piramide europea?
    http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/15877/IDCategoria/204

    ANTICO EGITTO: la civiltà dei faraoni - Le piramidi di Bosnia

    Il mistero delle piramidi di Bosnia

    YouTube - Il mistero delle piramidi di Bosnia

    "Inizialmente questa notizia fu derisa e ridicolizzata dalla maggior parte della comunità archeo/scientifica mondiale ma ora sembra proprio prendere credibilità di mese in mese,a tal punto che nonostante uno scetticismo generale e sempre presente nessuno vuole rischiare di fare l'errore di definire una farsa assicurata una vicenda che sta dimostrato di avere tanti punti interessanti.
    Anche se io ho trovato molta aprossimazione riguardante le varie date non esclude che li ci siano piramidi perchè strutture son state identificate.
    Comunque se realmente la sotto ci sono delle piramidi non protranno restare nascoste ancora per molto,almeno questa vicenda dovrebbe avere una soluzione fra non molto tempo...si spera..."
    Sito ufficiale dei lavori
    http://www.piramidasunca.ba/
    Altro ricco di immagini
    http://www.bosnian-pyramid.com/gallery.php

    http://www.ikaro.net/news/ict/piramidi_di_visoko-001196.html
    "Si sta rivelando sempre più incredibile la scoperta di Semir Osmanagic, l'archeologo che mesi fa inizio a scavare nelle colline che circondano Visoko convinto che in realtà fossero piramidi.
    La verità si sta rivelando ancor più sconcertante dell'ipotesi iniziale. Le tre colline sono realmente tre piramidi, una delle quali (piramide della luna) è al momento in fase di dissotterramento. Le prime datazioni parlano di una età di circa 12.000 anni, rendendo la scoperta un mistero inesplicabile per alcuni, una conferma ad alcune teorie (Alford e Sitchin) per altri."

    Edicolaweb - Approfondimenti sulle News - VISOKO, BOSNIA: PIRAMIDI ...
    VISOKO, BOSNIA: PIRAMIDI DI 12.000 ANNI
    "A Visoko (Visoki), cittadina a 30 km da Serajevo, in Bosnia, si sta per riscrivere la preistoria.
    Una équipe guidata da Semir Osmanagic, archeologo bosniaco americano, come usa definirsi, nato a Zenica nel 1960, che ha vissuto negli ultimi 15 anni a Houston ed esplorato i siti Maya del Messico, sta compiendo scavi intorno alla collina Visogica che domina la cittadina, la cui inusuale forma geometrica ricorda una piramide. L’archeologo sta cercando di riportare alla luce la costruzione piramidale che si celerebbe conservata intatta dal muschio presente sul terreno.
    La piramide, contenuta nella collina che si eleva di circa 650 metri, raggiungerebbe un altezza di 220 metri in altezza, con una pendenza di 45 gradi e fianchi di 365 metri di lunghezza, risultando, se tali misure verranno confermate, più grande della Grande Piramide di Giza.
    Secondo l’archeologo bosniaco anche la collina adiacente nasconderebbe una piramide più piccola.
    Impegnati nell’impresa geologi dell’Università di Tuzla, specialisti in sedimentologia, mineralogia, petrografia, e altri archeologi che prestano volontariamente il loro contributo mossi dall’opportunità di divenire protagonisti di un’impresa che può cambiare la storia europea.
    I quattro fianchi inclinati della collina sono interamente coperti di lastre di pietra e orientati con i punti cardinali; la collina possiede un vertice piatto e una scalinata che potrebbe condurre all’ingresso e all’accesso dei locali interni della piramide.
    Nel luogo sono state rilevate altre colline che potrebbero nascondere altrettante piramidi più piccole, per l’esattezza altre quattro, facendo della regione il più importante sito archeologico europeo.
    La piramide di Visoko, la più grande delle costruzioni nascoste dalle colline, sarebbe simile a quelle sud americane, per questo le è stato assegnato il nome di "Piramide del Sole" e di conseguenza le altre hanno preso i nomi di "Piramide della Terra", "Piramide della Luna", "Piramide del Dragone"; tutte costruite nello stesso periodo dallo stesso popolo, una super civiltà risalente a oltre 12000 anni fa.
    L’antichità delle costruzioni sarebbe confermata dal fatto che le rocce presentano alterazioni dovute alla loro permanenza secolare nell’acqua; se le piramidi rimasero sommerse lo furono dopo la fusione dei ghiacci alla fine dell’ultima glaciazione, avvenuta appunto circa 12000 anni fa, questo accerta che tali costruzioni erano già presenti all’epoca.
    Unendo l’apice delle piramidi del Sole, della Luna e del Dragone, con una linea, otteniamo un triangolo con gli angoli uguali, tutti di 60 gradi, un perfetto triangolo equilatero.
    Le piramidi sarebbero collegate tra loro un sistema di cunicoli e gallerie sotterranee, ritenute a torto dagli storici miniere medievali di carbone. Il labirinto formato dalle gallerie è stato mappato da un gruppo di esperti che avrebbero anche trovato un sistema di ventilazione.
    Le immagini satellitari e i sondaggi eseguiti nel terreno hanno permesso di stabilire che la collina non può essere di origine naturale, ma opera dell’uomo.
    Gli scavi procedono su tre lati: a Sud, in due diversi punti del plateau, sul lato nord e su quello a est.
    Sul lato sud nella zona del secondo scavo del plateau è stata rilevata la scalinata e con essa blocchi di calcare e lastre in pietra arenaria, materiale non presente nella zona, lavorato e portato sul posto da altre località. Dagli scavi la conferma dell’esistenza di lastre usate per la pavimentazione lavorate a mano e strutture realizzate dall'uomo. I blocchi si sono preservati intatti grazie ai 15 centimetri di muschio che li ha ricoperti; questo ha permesso di rilevare le specifiche forme geometriche dei loro contorni. Chiaramente visibili i lati dei delle pietre e l’area dove sono unite; altrettanto chiari i punti di unione finemente basati. Uno dei blocchi rinvenuti presenta una forma circolare confermando la sua lavorazione manuale. I blocchi risultano tagliati in dimensioni precise con lo scopo di creare la struttura della piramide. Alcune pietre riportano incisioni circolari sopra la loro superficie che ricordano vagamente il segno del labirinto, come quella rinvenuta nella zona del plateau. Uno scavo di nove metri ha permesso di stabilire che il plateau è coperto di tali blocchi che seguono l’angolo della collina.
    Tutto l’accesso al plateau è pavimentato con lastre di pietra con uno spessore medio di 10 centimetri. L’intera collina è costituita da blocchi di arenaria. Il complesso delle pietre a est della collina è coperto da due metri e mezzo di terra; sul lato a nord le pietre si trovano a un metro di profondità e presentano uno spessore di 70 centimetri e i bordi intatti; il loro peso varia da 10 a 30 tonnellate. Le pietre sono sicuramente lavorate e trasportate sul luogo attraverso l’uso di una tecnologia non in possesso dell’uomo dell’età della pietra. La collina Visogica contiene anche i resti della città medievale fortificata di Visoki usata da re bosniaci per due secoli, costruita sopra l’edificio romano adibito ad osservatorio, a sua volta edificato sopra le rovine di un insediamento risalente a circa 5000 anni fa forse dagli Illiri che abitarono i Balcani prima delle tribù slave insediatesi nel territorio nel 600 a.C. Attualmente a Visoko, in attesa dei turisti e dei curiosi, alcuni ristoratori mettono sulle loro tavole piatti triangolari; un albergo ha cambiato il nome in "Hotel Piramide del Sole" e gli artigiani producono souvenir a forma di piramide.
    Cercando di attribuire un costruttore alle piramidi si riportano antiche leggende pervase di mistero ed aneddoti popolari non sempre tenuti in considerazione; forse a causa delle note vicende storico politiche della regione degli ultimi anni.
    Ecco quindi riaffiorare dal passato la leggenda che vede protagonista una donna, la quale avverte che a nessuno è permesso vivere nell’antica città situata sulla vetta della collina se non si è preparati a proteggere, con la vita, i segreti nascosti sotto le sue fondamenta.
    Quale segreto nasconde la città? Secondo la leggenda la città "mostra due strati". Uno strato è stato consumato dalla pioggia, lo strato della terra; il secondo è un "guscio d’uovo" sottile e fragile. Se il guscio viene danneggiato e il suo contenuto portato via dal diluvio, questo sarà causa di sfortuna per il popolo della valle. Quando i turchi invasero la Bosnia nel 14° secolo e udirono tale leggenda, furono spaventati e non occuparono la città sulla vetta della collina, al tempo capitale della Bosnia; ma si limitarono a conquistare Travnik e Jajce.
    Un’altra storia riporta che durante alcuni lavori eseguiti sulla strada locale vennero scoperti alcuni blocchi provvisti di iscrizioni, ma non sappiamo che fine abbiano fatto.
    Alcune testimonianze parlano degli strani fenomeni che si verificavano quando scoppiava una bomba vicino alla Visogica; sembrava che l’esplosione passasse attraverso la montagna come accade quando esplodono le mine in miniera.
    Tali gallerie erano conosciute da tempo da tutti; i ragazzi usavano esplorare la montagna proprio attraverso tale serie di gallerie esistenti a nord della piramide e al suo interno, nonostante che gli accessi nelle vicinanze delle piramidi del Sole e della Luna fossero stati chiusi al pubblico fin dal 1960.
    I cunicoli della costruzione più grande, tutti artificiali e con pareti diritte e levigate, sono stati esplorati per circa 200 metri; fino all’unione con altri piccoli tunnel, tutti a 90° l’uno dall’altro.
    Ancora storie locali narrano di ragazzi che, entrando nella piramide più piccola attraverso un fiume che scorre nel luogo, sbucarono sulla vetta della piramide fra le rovine di una città medievale protetta da mura. Per questo tutti sono convinti che uno dei tunnel potrebbe collegare le due piramidi e conferma l’esistenza di un sistema di gallerie sotto tutte le piramidi; secondo gli archeologi si troveranno camere al loro interno.
    A tutto ciò si aggiunge un episodio avvenuto l’estate scorsa: durante i lavori di scavo eseguiti in un giardino, allo scopo di costruire una piscina, venne ritrovato un muro con l’ingresso di un tunnel che conduceva nella "Piramide del Sole". A quanto dichiara Semir Osmanagic sotto la collina Visogica, e quindi sotto la "Piramide del Sole", si troverebbero anche due piccoli laghi.
    Semir Osmanagic ci rivela un altro luogo pieno di mistero, attraverso il racconto di un suo amico professore che esplorò le Caverne Nere del Monte Majevica nell’area di Brcko.
    Il professore trovò all’entrata di una delle caverne un enorme megalito con appesi alcuni anelli metallici. Nei punti in cui gli agenti corrosivi del tempo non avevano attaccato gli anelli, questi apparivano composti da una lega di acciaio di notevole qualità. Il professore non ha saputo dire quanti fossero gli anelli e neanche con quale metodo erano stati incastonati nella pietra, perché erano assenti giunti, saldature e altri segni di unione: il cerchio del metallo che formava la loro struttura risultava compatto e continuo, senza traccia delle estremità. Le pareti erano piene di conchiglie marine fossilizzate; anche il pavimento ne era ricoperto, ma queste ultime non erano avevano avuto il tempo di fossilizzarsi, evidenziando in tal modo che si erano depositate in due periodi diversi, separati da un congruo intervallo di tempo. Il tipo di conchiglie non è presente nelle acque del vicino fiume Sava a conferma che la zona è stata sotto il livello del mare in epoche diverse.
    Sembra inoltre che nel fiume sia avvenuto anche il ritrovamento di una enorme spina dorsale usata in seguito come sedia e andata perduta durante la guerra: sempre nel Sava sarebbe stata rinvenuta una gigantesca gabbia toracica appartenente ad animali che, per le loro proporzioni, non sono presenti oggi.
    Queste le storie, ma la domanda che molti si fanno è chi può aver costruito le piramidi 12.000 anni fa.
    Qualcuno indica i costruttori negli Illiri, che abitavano la penisola balcanica prima delle tribù slave, ma le loro origini restano sconosciute. Sappiamo che era un popolo tribale governato da condottieri, una razza indo europea. Si ritiene che fossero discendenti dai primi immigranti Ariani, sicuramente furono i primi abitanti conosciuti della Bosnia e la più antica razza nel sud est dell’Europa. Ricerche in antichi testi suggeriscono una migrazione dalla Turchia; per alcuni studiosi albanesi il nome Illiri deriverebbe da Iliret, il cui significato è "Libero"; quindi da qui la definizione di "terra della libertà".
    Sembra che gli Illiri fossero un popolo bellicoso, dedito a sacrifici umani durante le loro cerimonie; le loro tombe erano Tumuli o Montagnole, dove usavano mettere artefatti come armi, ornamenti e vascelli. Intorno ai luoghi di sepoltura sono state trovate spade, giavellotti, asce, archi e frecce, coltelli.
    Le prime manifestazioni di questa civiltà risalgono all'inizio del secondo millennio a.C., quando erano frequenti le guerre tra tribù. Per questo gli Illiri furono presto costretti ad unirsi in alleanze, tanto che il loro territorio si trasformò in uno Stato potente.
    Gli Illiri hanno formato il nocciolo delle popolazioni pre elleniche che hanno abitato la parte più meridionale della penisola balcanica e della Tracia, ossia parte della moderna Bulgaria, Grecia, Turchia e ad est dell’attuale Macedonia.
    Gli antichi scrittori greci descrivevano gli Illiri come "barbari" e "non ellenici" evidenziando con ciò la percezione e la reale differenza fra le culture. Storici illustri, come Demostene e Strabone, ricordano il valore di queste "tigri della guerra". In particolare Strabone, che descrisse tutte le tribù illiriche.
    Lo scontro con Roma, che mirava ad estendere il proprio controllo sull'Adriatico, fu inevitabile: le guerre illirico-romane, iniziate nel 229 a.C., si conclusero con la vittoria di Roma. Il popolo illirico fu ridotto in schiavitù e il suo territorio fu frazionato in piccole unità amministrative; ma in virtù della loro bellicosità furono incorporati naturalmente nelle legioni romane per scopi militari; inoltre il territorio degli Illiri, con le sue valli e montagne, rappresentava uno punto di notevole importanza strategica nella difesa dell’impero.
    I romani aprirono miniere sfruttarono la ricchezza della regione. Col tempo molti Illiri si romanizzarono mentre la colonizzazione lungo la costa adriatica e la bassa Neretva portò molti romani ad insediarsi e, con essi, la civiltà e l’influenza romana.
    Nel 395 d.C. la divisione tra l’Impero Romano di Oriente, conosciuto come l’Impero Bizantino, e l’Impero Romano Occidentale divenne definitiva. La linea di separazione tra est ed ovest fu il fiume Drina, trasformando la Bosnia in un cuscinetto tra gli imperi.
    Il territorio a sud dell’Illiria fu incorporato dai bizantini e dai greci; la parte a nord rimase sotto il dominio romano.
    Al tempo della caduta dell’Impero Romano intorno al 480 d.C., con l’invasione dell’Illiria, Macedonia e Grecia da parte dei Visigoti, degli Unni e degli Ostrogoti, migrarono in Bosnia anche Sloveni, Croati e Serbi raggiungendo il territorio albanese dove stabilirono numerosi principati autonomi e cancellando dalla storia gran parte della popolazione autoctona, assimilandola.
    Solo gli Illiri del sud resistettero alle varie dominazioni e riapparvero alcuni secoli più tardi col nome di Albani; per questo motivo la lingua Albanese preserva anche oggi una parte di quella illirica e alcune tradizioni di quel popolo.
    Oggi, dunque, la zona intorno alla collina Visogica è divenuta il più importante sito archeologico europeo.
    Non è vero però, come si sta reclamizzando, che in Europa non vi siano altre Piramidi e si definisca la "Piramide del Sole Bosniaca" come la prima.
    Come ho avuto modo di scrivere, si conoscono da tempo altre costruzioni piramidali, sia in Germania, sia a Teneriffe, sia in Italia.
    L'esploratore Thor Heyerdhal, famoso per le sue traversate oceaniche con il Kon-Tiki, tese a dimostrare che gli Egizi, o i Fenici, sbarcarono in America prima di Colombo, ha scoperto, nell'isola di Tenerife (Canarie), ben sette piramidi a gradoni alte quindici metri, aventi lo stesso stile Mesopotamico, provviste di una via processionale che le avvicina alle costruzioni esistenti nello Yucatan. Il villaggio di Guimar luogo del ritrovamento, era anticamente abitato dai Guanches, una razza berbera dalla barba bionda e con gli occhi azzurri.
    Piramidi simili sono state ritrovate anche in Sardegna.
    Circa sette chilometri prima di Porto Torres si trova Monte d'Accodi dove si può osservare una struttura piramidale di 9 metri d’altezza e quasi 40x30 metri di base; al centro una rampa di 40 metri raggiunge la sommità della costruzione dove probabilmente un tempo esisteva un’altra camera. La costruzione risalirebbe circa al 2800 a.C. L’edificio è assolutamente insolito per la zona del Mediterraneo e ricorda nella forma gli ziggurat della Mesopotamia.
    Ai due lati della rampa un menhir di oltre quattro metri e una lastra calcarea quadrangolare di circa tre metri di lato posta su pietre a formare una tavola o un altare per i sacrifici.
    In Sicilia a quattro chilometri da Pietraperzia la piramide di Cerumbelle; una costruzione dalla struttura imponente, con quattro rampe di scalini e altari sacrificali nella parte alta; costituita da pietre di grande dimensione, ben lavorate e saldamente incastonate; in complesso un pregevole e preciso lavoro costruttivo.
    Una piramide tedesca è conosciuta come "Cumulo di Barnenez" ed è costituita da pietre intagliate; fino ad ora era considerata la più grande costruzione megalitica europea.
    A Silbury Hill esiste una collina considerata da sempre una piramide e che possiede anche la stessa inclinazione della Grande Piramide egizia.
    Inoltre, intorno a Sebastopoli, sono state scoperte fortuitamente ben 37 piramidi completamente interrate.
    Uno strano gioco del destino rivela il segreto nel corso di ricerche idriche dirette dal capitano di vascello a riposo Vitalij Anatoljevic Gokh, esperto di scienze tecniche e rilevazioni sotterranee, inventore di un dispositivo utile nell’individuazione di sorgenti d’acqua, ex insegnante alla scuola d’ingegneria, dove aveva il compito di preparare gli ufficiali dei sommergibili nucleari.
    I ricercatori si sono imbattuti in una estesa superficie levigata di pietra calcarea. Penetrati all’interno hanno trovato strutture a cupola e strane lastre triangolari. Nelle giunture fra i blocchi di pietra vi sono tracce di malta. Nei dintorni, un tratto di cinquanta chilometri fra Foros e Khersones, sono state rinvenute altre sei piramidi interrate allineate lungo la costa del Mar Nero; con la prima formano un rombo quasi regolare e risultano tutte allineate come quelle egiziane e colombiane.
    Territori un tempo sotto il dominio degli Illiri, o di una antica civiltà che 12.000 anni fa si era insediata in tutto quel territorio e probabilmente aveva costruito piramidi un po’ dovunque. Gli scavi si protrarranno fino ad Ottobre e per quella data, Semir Osmanagic, ci rivelerà qualcosa che ci obbligherà a modificare la nostra storia.

    P.S.: Nel nord est della Bosnia Erzegovina vicino a Banja Luka sono state rinvenute sfere di pietra levigate usate a volte nelle fondamenta delle case; nel villaggio di Trn hanno un diametro di circa quaranta centimetri. Una sfera tagliata nel mezzo ha un diametro di un metro. Nel villaggio di Teocak ne sono state rinvenute ben otto geometricamente sferiche ma non perfettamente levigate come quelle di Trn. Sono di granito e provviste di alcuni fori sulla superficie. La più grande pietra sferica è stata trovata a Slatiwa, ma non completamente finita. Ricordano quelle trovate in Costa Rica. Il mistero s’infittisce. a cura di Mauro Paoletti "




    Alcune parti tratte dal fondamentale libro :

    Silvio Waldner , La deformazione della natura , edizioni AR , 1997

    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/short-but-profit-history-genetic-428489.html
    "Lo studio della storia come funzione delle variazioni razziali intervenute nelle popolazioni che abitano un determinato ambiente geografico (`storia genetica') è diventato, dopo il 1945, impercorribile o quasi. Il primo tentativo di tracciare un compendio di storia universale su basi razziali fu fatto dal Gobineau, nei voll. II-VI dei suo Essai sur l'inégalité des races huinaiites. Questa parte della sua opera, anche se certamente sorpassata alla luce delle scoperte archeologiche ed etnologiche compiute dalla metà del XIX secolo a oggi, mantiene un'indubbia efficacia suggestiva per chi sia interessato alla rappresentazione di una 'storia genetica'. Negli anni Trenta, Hans F. K. Giinther produsse due eccellenti opere riferentisi alla Grecia e a Roma43, poi ristampate negli anni Sessanta. Sull'argomento, il Mythus des XX. Jahrhunderts di Alfred Rosenberg contiene alcuni spunti felici e qualche riferimento tuttora valido - spunti e riferimenti tuttavia insufficienti a costituirne uno studio sistematico. Dopo la guerra, l'importanza di questa dimensione della storia è sottolineata da un autore americano, Revilo Olivier44, il quale tuttavia non perviene ad alcuna conclusione chiara.
    A titolo illustrativo, si danno qui tre esempi poco conosciuti di 'storia genetica'.

    AFRICA NORD OCCIDENTALE
    a. Africa nord-occidentale. Il `Maghreb' - grosso modo la parte settentrionale della Tunisia, dell'Algeria, del Marocco - in tempi preromani, romani e bizantini, sino alla fine del secolo VII, poté a buon diritto essere visto come una specie di "Spagna oltre Gibilterra". Le popolazioni della Penisola Iberica e del Maghreb erano affini, sia culturalmente che razzialmente (sottorazza occidentale, o mediterranea, della razza europea), e i contatti dall'una parte all'altra dello stretto di Gibilterra rimanevano frequenti. Dopo l'occupazione romana e fino ai tempi del Basso Impero, l'Africa nordoccidentale espresse uomini sia di pensiero che d'arme di primissima qualità e costituì una parte importante del mondo romana A cambiare radicalmente il 'paesaggio' ìntervenne nel VII secolo l'islamizzazione. Se è vero che l'Islàm rese un servìgio prezioso all'Europa dissolvendo il cristianesimo levantino, così creando una barriera che si rivelò anche genetica fra i Balcaní e il Medio Oriente, è pure vero che esso privò irreversibilmente il Continente di quello che era stato il suo genuino prolungamento africano. L'effetto immediato dell'islamizzazione fu, soprattutto a Tunisi ma anche nel resto della regione, l'arrivo in massa di Levantinì (a dìfferenza dell'Andalucía, dove l'immigrazione di Levantini non risultò mai massiccia 46), con conseguente sfiguramento della cultura locale e un principio di degradazione razziale. Questa fu una situazione che si mantenne, di massima, fino alla metà del XIV secolo. Fino allora, per ali emiri del Maghreb il centro di attenzione era stato la Spagna, ove la costante pressione di Castìglianì, Aragonesi e Portoghesi costringeva i musulmani sulla difensiva, ponendoli sotto costante minaccia di espulsione; v'era quìndì necessità di un costante appoggio a quella testa di ponte dell'Islàm in Europa costituita dall'Andalucía. La fine di questa situazione sopraggiunse verso la metà del secolo XIV, allorché l'islam nordafricano compì un ultimo sforzo per riacquistare l'iniziativa nella Penisola Iberica. Sconfitti in modo risolutivo nella sanguinosissima battaglia di Las Navas de Tolosa, sulla Sierra Morena, i Maghrebini si ritirarono definitivamente in Africa. Dopo di che, abbandonato l'Islàm andaluso al suo destino, gli sforzi 'missionari' deglì emìri del Maghreb si diressero esclusivamente verso il `Sudan', l'Africa nera, provocando la conseguente immissione dì turbe dì Negri nel Nord Africa, soprattutto in Marocco, come schiavi e come conversi. Si completò e perfezionò dunque il processo di snaturamento razziale dell'Africa nord-occidentale, prima levantinizzata, poi negrizzata. Al giorno d'oggi quelle terre sono irreversíbilmente - irreversibilmente perché geneticamente - parte del `Terzo Mondo'.
    Si calcola che in Algeria e in Marocco probabilmente meno del 15% degli abitanti siano discendenti (più o meno `puri') della popolazione aborigena europide. (Costoro sono gli unici a rivelare capacità di `fare' e qualità organizzative: troppo pochi, però, per riuscire a operare una decantazione morfologica del `paesaggio' di quella regione).

    b. L'India. Non si intende, ìn questa sede, tratteggiare il fenomeno della decadenza dell'India vedica, fatto molto bene documentato e, secondo il Gúnther, dovuto non tanto al meticciato (che pure, entro certi limiti, vi si verificò) quanto alla quasi totale scomparsa dei F aristocrazia indoeuropea, in conseguenza del differenziale di natalità fra gli Indoeuropei e gli aborigeni sottomessi. Piuttosto, si vuole ricordare il fatto che, parallelamente alla Sumeria, nella valle dell'Indo si formò nel III millennio a. C. una Kulnrr di altissimo livello (i cui centri principali furono Mohenjo-Daro e Harappa), che impiegò fra l'altro anche una scrittura propria non ancora decifrata. Coloro che la svilupparono appartenevano alla razza europea, nella sua variante occidentale o meditenanea47. Questa luminosa civiltà scomparve in modo totale, così da perdersene perfino il ricordo, per effetto del meticciato con le razze scure dell'Indostan; salvo poi essere scoperta per vie esclusivamente archeologiche nel XIX secolo. Secondo una ipotesi genealogica, i moderni Sikh dell'India nord-occidentale sarebbero lontani discendenti, metìcciati con gli aborigeni indostani, dei fondatori della civiltà dell'Indo. I Sikh, anche fisicamente ben più vigorosi e meglio dotati degli australoidi scuri dell'India, compongono circa il 5% della popolazione indiana e sono gli autori quasi esclusivi (circa il 901/'c) di quella che può definirsi la Leistungffilzigkeit in India; donde, naturalmente, le loro tendenze separatistiche e la poca simpatia che portano per i loro 'compatrioti' dalla pelle più scura. Se effettivamente i Sikh traessero origine dai civilissimi abitanti di Mohenjo-Daro e Harappa ciò dimostrerebbe fino a quale punto (ossia al punto di farle dimenticare completamente la sua passata grandezza) un pur limitato incrocio con razze di natura possa degradare una stirpe originalmente di elevatissima qualità - e al contempo confer¬merebbe quanto si è sostenuto più sopra riguardo al meticcio, diventato membro di un' `aristocrazia' rispetto alla massa di natura pura.

    c. Il Mediterraneo orientale.
    Già fra i secoli XII e XIII venne operato un genuino 'esperimento coloniale' europeo nel Libano e in Palestina, come conseguenza della prima Crociata.

    Se gli eventi politìco-mìlìtari delle Crociate sono fra i meglio documentati di tutto il Medioevo, relativamente poco si può reperire sulla dimensione razziale ('storia ge¬netica') di questi stessi eventi: scarne informazioni, lasciate di massima dal cronista Jacob de Vitry, sono riportate da Rudolf Pdrtner`t8. Dal meticciato fra Europei e Siri, Arabi, Armeni, discendono in gran parte gli attuali Libanesi e Palestinesi, che hanno la reputazione di costituire i gruppi etnici più dotati fra gli Arabi. Ma sta di fatto che per moltissimo tempo quei cosiddetti poidains furono visti sia da Europei che da Levantini puri come elementi particolarmente infidi, ladreschi, spregevoli.

    EUROPEI E PALEOEUROPEI
    Una parola va detta a proposito delle commistioni intervenute attraverso i millenni in tutta Europa fra le diverse sottorazze europee. Non è certo che i risultati di quelle mescolanze siano stati necessariamente positivi: è del tutto possibile che se ogni sottorazza europea fosse rimasta a sé, intatta, sarebbe stato meglio - ma si tratta di una eventualità che, astratta dall'articolazione ed esclusa dal ritmo degli eventi storici, rimane quindi di impossibile determinazione e valutazione. In compenso si può affermare con certezza e fondamento che, essendosi gli incroci operati fra esemplari umani tra loro molto affini, i risultati (debbano questi essere riguardati come positivi o negativi) non possono essere stati particolarmente decisivi per la `fisionomia' europea dell'Europa.
    I Paleoeuropei sono quei gruppi che, con termine piuttosto vago e generico, vengono anche spesso designati come discendenti dell' `uomo di Cro-Magnon', dal luogo nella Francia sud-occidentale in cui furono scoperti i primi resti scheletrici a loro attribuibili. Si tratta, all'ingrosso, degli Europei dai capelli e occhi scuri, che costituiscono il substrato generalizzato di tutta la popolazione e rappresentano i discendenti del più antico Homo sapiens in Europa, qui presente da diecine di migliaia di anni.

    Al 'Cro-Magnon' si deve l'eliminazione dallo spazio geografico europeo dello scimmiesco Homo neanderthalensis (una specie di Australiano) e di altri tipi boscimanoidi che allignavano un po' dappertutto in Europa all'alba dei tempi (non c'è traccia conosciuta di meticciato). Quando si tenga in mente che il Paleoeuropeo era di massima un elemento pacifico, poco guerriero, dedito all'agricoltura e retto da istituzioni matriarcali, non si può fare a meno di concludere che egli agì guidato da un infallibile istinto della sua anima, da una sicurissima consapevolezza biologica.
    Gli Indoeuropei - da identificarsi all'ingrosso con l'Europeo biondo con gli occhi azzurri - hanno avuto un centro di diffusione identificabile nell'attuale Russia meridionale da dove, fra la metà del V e la metà del III millennio a. C., in ondate successive si spinsero nel resto dell'Europa, sottomettendo i Paleoeuropei e fondando principati in tutto il Continente. Gente guerriera e patriarcale, essi hanno impresso all'Europa le sue stigmate culturali definitive, non escluse le lingue parlate che, con poche eccezioni, sono lingue indoeuropee.
    Non a torto alcuni circoli culturali e politici d'Europa scorgono nel `mito indoeuropeo' - ossia nel riconoscersi nella comune matrice culturale indoeuropea - il più valido punto di partenza per la riscossa dell'Europa (e, più in generale, della razza bianca) dalla sua attuale umiliazione."

    Silvio Waldner usaiberosudafr.rtf
    http://www.archiviostorico.info/Sezioni/xxsecolo/Etnonazionalismo/pdfEtnonazionalismo/Silvio%20Waldner%20usaiberosudafr.pdf
    Usa Iberoamerica Sud Africa: tre messe a punto
    http://www.archiviostorico.info/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=277
    Atlantide, Mu, Lemuria, Gondwana, Iperborea | Silvano Lorenzoni
    http://www.centrostudilaruna.it/atlantidemulemuriagondwanaiperborea.html
    http://www.centrostudilaruna.it/venetipreromani.html


    http://www.centrostudilaruna.it/involuzioneautogenaeterogena.html
    " (...) 2. Mediterranei e ainu
    Avendo indicato come i mediterranei e gli ainu potrebbero essere stati le componenti ’superiori’ che, per meticciato con quelle ‘inferiori’ pigmoidi hanno dato origine al mondo selvaggio quale noi lo conosciamo; vale la pena di soffermarsi sull’argomento della natura di questi due tipi umani, dal punto di vista culturale e storico. Non si scorge in essi alcun tratto di inabilità intellettuale: dotati di acuta intelligenza, gli uni sono venuti a formare parte della popolazione europea - in certe zone essi sono preponderanti - e gli altri fanno parte importante della sostanza razziale dei giapponesi, senza che alcuno ne abbia risentito minimamente dal punto di vista intellettuale. In compenso in ambedue si possono forse scorgere dei caratteri di ’stanchezza’, di lunarità, che da alle loro manifestazioni culturali un’aura di crepuscolarità. Inoltre, non sembra che questi tipi umani abbiano mai visto nel meticciato un fatto particolarmente esiziale, a differenza di quanto poté essere il caso, fino a tempi recenti, di altri tipi europidi e mongoloidi. - Questa loro ‘fragilità’ sembra essere confermata dal fatto che le loro lingue e le loro specificità culturali, salvo sopravvivenze sotterranee e sincretistiche, nonché le loro strutture politiche, ebbero la tendenza a sfasciarsi irreversibilmente sotto spinte esterne anche apparentemente lievi. Gli ultimi ainu ancora riconoscibili come tali - Giappone settentrionale e isola di Sachalin -, già prima del loro assorbimento da parte della popolazione giapponese, erano stati acquisiti, culturalmente e linguisticamente, dall’ecumene nord-est-siberiano: non c’è traccia di quella che pure dovette essere una loro propria forma culturale e linguistica. Qualcosa di analogo toccò ai mediterranei, sui quali ci si dilungherà subito.
    Il tipo mediterraneo fu la sostanza genetica portante di quell’affascinante e crepuscolare ‘mondo indo-mediterraneo’ che si estendeva dalle Colonne d’Ercole all’Indo, identificato da Vittore Pisani (10) ancora nell’anteguerra e poi studiato in dettaglio, nella sua parte europea centrata nei Balcani, da quella brillante archeologa che fu Marija Gimbutas (11). Esso era caratterizzato da tratti culturali specifici (12) e in esso venivano parlate lingue appartenenti a una superfamiglia parimenti specifica alla quale appartennero le lingue iberiche e liguri, l’etrusco, il pelasgo della Grecia pre-ellenica, svariate lingue dell’Asia Minore, il sumero, l’elamita dell’Iran e il harappiano dell’Indo (del quale le moderne parlate dravidiche sono un residuo) (13). E civiltà mediterranee, tutte lunari e crepuscolari, furono quelle dei megaliti, quella arcaica dei Balcani, quelle egizia, sumera, elamita, harappiana, spesso rivelatesi come centri statici di civiltà in un contesto di popolazioni selvagge (principalmente quella harappiana) (14). Esse furono tutte travolte facilmente dagli indoeuropei.
    Qualcosa di analogo si può osservare per le civiltà americane e per quella polinesiana, anch’esse civiltà di alto livello ma di estrema fragilità (si è già menzionato che questo era stato osservato da Julius Evola [15]) e che furono travolte con estrema facilità e in modo irreversibile dalla colonizzazione europea. Si può ipotizzare che esse avessero l’ainu come ’sostanza genetica portante’, almeno per quel che riguarda le loro classi dirigenti.
    Ma fra ainu e mediterranei si possono forse rintracciare delle continuità culturali, soprattutto dallo studio di alfabeti arcaici e misteriosi. Una difficoltà, viceversa, potrebbe essere posta dalla spiccata solarità delle religioni americane, di contro alla lunarità mediterranea. (Se invece nei facitori di megaliti in Melanesia [16] si vogliono vedere degli ainu o degli ainu-mongoloidi, il loro culto del serpente avvicinerebbe queste genti ai mediterranei).
    Nell’Europa del VII - VI millennio a.C. erano generalizzati una notevole quantità di alfabeti, imparentati fra di loro e non ancora decifrati, usati dai costruttori di megaliti e dalla civiltà dei Balcani, con propaggini in Asia minore e nel Medio Oriente (è probabile che la scrittura cuneiforme sumera derivasse da questo tipo di grafie; e quindi anche le lettere fenicie) (17); e al medesimo filone appartenne la scrittura dell’Indo (18). (Si tratta di un tipo di scrittura cosiddetto ‘nucleare’, completamente diversa da ogni altra già interpretata, sia essa fonetica o geroglifica.) - Dei parallelismi perfetti sono stati trovati fra la scrittura dell’Indo e quella polinesiana, parimenti non ancora decifrata (19). In Polinesia, fino al secolo XIX, c’era una scrittura generalizzata, appannaggio di una classe sacerdotale che la utilizzava per testi liturgici, e che andò perduta con la scomparsa di quella classe come conseguenza della colonizzazione e del missionarismo monoteista, confessionale e laico (20). La sua varietà più conosciuta è il rongo-rongo dell’Isola di Pasqua (21), della quale rimangono le tracce più abbondanti, su legno, in quanto là essa fu usata fino a più tardi. Nel resto degli arcipelaghi, le iscrizioni su foglie di palma sono andate quasi interamente perdute.
    È quindi tutt’altro che fuori luogo ipotizzare una continuità culturale e quindi anche razziale fra il Mditerraneo arcaico e l’Oceano Pacifico, attraverso il tramite dell’Asia meridionale. - Difficile invece fare ipotesi per quel che riguarda le Americhe. In Perù (ma anche nella Colombia meridionale), fino al secolo XVI fu usata la scrittura a corde annodate, i cosiddetti quipu (22); ma secondo una tradizione orale peruviana essi avrebbero sostituito, in un imprecisato ma remoto passato, un’altra scrittura, ancora più arcaica, sul conto della quale la tradizione ha poco da dire, salvo che era scritta su un qualche tipo di pergamena. Anche gli irochesi dell’America settentrionale usavano una ’scrittura’ tipo quipu, a base di rosari di conchiglie multicolori. E ci sarebbe dell’evidenza che delle scritture del genere erano in uso in Messico (prima dell’adozione della scrittura geroglifica) e, nel IV - III millennio a.C., anche in Polinesia, in Bengala, in Cina, in Mongolia e perfino in Tibet (dove, nel VII secolo d.C. esse furono abbandonate in favore dell’alfabeto sanscrito).
    Come si vede, un’interpretazione non stereotipa - da establishment - dei fatti empirici non solo rivela un panorama del tutto nuovo sull’andamento cronologico della preistoria e della protostoria; ma potrebbe anche aprire degli affascinanti nuovi campi di ricerca che a tutt’oggi sono praticamente vergini.

    3. Gli indoeuropei e la ‘razza nordica’
    Si è già parlato degli indoeuropei (o indogermani) come dell’ultima manifestazione della ‘luce del Nord’ (23). La loro provenienza artica (dedotta, già agli inizi del Novecento, dal tedesco Krause e dall’indiano Tilak sulla base delle indicazioni astronomiche date dalle loro tradizioni religiose) è perfettamente assodata. La Russia meridionale fu un loro centro secondario di irraggiamento, come lo fu più tardi l’Europa nord-occidentale (né si può escludere che, in parte, l’Europa settentrionale sia stata da loro raggiunta direttamente dall’Artide [24]).
    Una determinata corrente di pensiero, che fu predominante nell’anteguerra, della quale il principale esponente fu Hans F. K. Günther, identificava senz’altro la popolazione indoeuropea con la ‘razza’ nordica (ma sarebbe stato e sarebbe più esatto dire: il tipo nordico della razza europide), passando poi alla conclusione che ancora adesso il tipo nordico sarebbe ‘l’umano per eccellenza’. Questo, non nel senso di una superiore intelligenza (differenze di ‘quoziente intellettivo’ non ne sono state riscontrate, né allora né adesso, fra i principali tipi genetici europidi o nord-est asiatici, né il Günther suggerì mai niente del genere), ma in ragione di certe proprietà caratteriali che renderebbero il tipo nordico (identificato con quello indoeuropeo), nel modo più naturale, un signore e un dominatore. - L’identificazione in questione era (ed è) per lo meno esagerata; ma è assodato che il tipo nordico doveva essere molto frequente, se non proprio predominante, fra gli indoeuropei arcaici e predominante, se non proprio esclusivo, nelle loro classi dirigenti. Ne segue che la percentuale di sangue indoeuropeo in una determinata popolazione doveva (e deve) essere strettamente correlazionata alla proporzione di elementi nordici in essa riscontrabile, concentrati prevalentemente nelle sue classi dirigenti. Quando lo studioso-principe della fenomenologia storica della deindoeuropeizzazione - in Europa meridionale e in Asia, accompagnata dal riemergere del substrato pre-indoeuropeo inizialmente sottomesso -, Hans F. K. Günther (25), prende come indicatore di questa tendenza la diminuzione della percentuale di individui di tipo nordico, egli adotta un’ipotesi di lavoro sicuramente valida.
    Le cose, però, si potrebbero essere messe altrimenti nei tempi contemporanei/moderni. Già negli anni Trenta Julius Evola (26) osservava che i popoli nordici contemporanei “presentavano qualità fisiche, di carattere, di coraggio, di resistenza (…) ma atrofia dal lato spirituale” (27), per poi soggiungere che la facilità con cui quelle popolazioni avevano accettato il cristianesimo prima e il protestantesimo dopo non deponeva certo a loro favore - e difatti, fatta la splendida eccezione dei sassoni, le genti germaniche (le più nordiche esistenti) resistettero alla cristianizzazione molto meno che certe popolazioni delle Alpi o del Baltico, che sangue nordico ne avevano meno. (Quanto al protestantesimo, per dovere di esattezza, va fatta la puntualizzazione che il mondo nordico per eccellenza - la Germania settentrionale e la Scandinavia meridionale - si fermò al luteranesimo. Portatore del calvinismo - la forma finale del protestantesimo - fu piuttosto quel tipo misto mediterraneo-nordico, con netta predominanza del tipo mediterraneo, che faceva e fa la base della popolazione dell’isola inglese.)
    Già ai tempi suoi, Hans F. K. Günther era stato contestato, in certe sue conclusioni, da altri studiosi tedeschi che avevano indicato come, in Germania, le caratteristiche ‘asiatiche’ della componente alpina della popolazione avessero dato alla nazione tedesca delle qualità di stabilità psicologica che non le furono se non utili (28). E a una conclusione analoga arrivò, forse suo malgrado, lo stesso Günther (29) riguardo ai romani prischi (un misto 2/3 nordico, 1/3 alpino), ai quali la componente alpina avrebbe dato una tempra di stabilità e un’inclinazione all’operosità e alla sistematicità, abbinata a un forte senso pratico, che se appiattì la loro mitologia, li rese idonei a successi militari e politici che mai più ebbero l’uguale.
    È probabile che adesso anche le residue genti nordiche, trascinate dal gorgo della decadenza che è caratteristico dei nostri tempi, abbiano preso la via del tramonto e che poco possano servire come riferimento per rovesciare il vedico Kali Yuga (fine del ciclo storico-cosmologico). I nordici, o parzialmente tali, sono addirittura divenuti, forse, un pericolo, in quanto qualche volta (vedi il mondo americanofono) hanno messo e mettono le loro residuali qualità animiche (fino a tanto che ancora le avranno) al servizio dell’accelerazione della decadenza (30).

    (9) Cfr. Vittorio Marcozzi, Uomo, cit. (10) Vittore Pisani, L’unità culturale indo-mediterranea anteriore all’avvento di semiti e indoeuropei, Scritti in onore di Alfredo Trombetti, Torino, 1938.
    (11) Marija Gimbutas, Old Europe in “Journal of indo-european studies” I, 1973 e Il linguaggio della dea, Neri Pozza, Vicenza, 1997 (originale 1989).
    (12) Per quel che riguarda il lato religioso, di ottima consulta è Alain Daniélou, Siva et Dionysos, tr. it. Ubaldini, Roma, 1980.
    (13) Cfr., per esempio, Carleton Coon, Razas, cit. Secondo questo autore ci sarebbero delle convergenze fra le lingue ‘mediterranee’ (per quel che se ne può ancora sapere) e quelle caucasiane/alarodiche (georgiano ecc., ma anche basco). Se questo fosse vero, si potrebbero ipotizzare anche analogie razziali a livello arcaico; ma le convergenze suggerite dal Coon sono ben lontane dall’essere dimostrate.
    (14) Come un gruppo razziale intellettualmente superiore ma non eccessivamente aggressivo possa perpetuarsi in ambiente degradato può forse essere esemplificato da due casi tratti da quello che adesso è il mondo islamico. Nei paesi del Medio Oriente, un tempo mediterranei e poi semitizzati, rimangono delle minoranze cristiane che hanno caparbiamente rifiutato l’islamizzazione (l’islam è una forma particolarmente involuta di monoteismo) e che sono l’unica parte di quelle popolazioni che ’serva a qualcosa’ (circa 10% in Siria, quasi 20% in Mesopotamia, 50% nel Libano, 5 - 10% in Egitto). C’è da credere che si tratti della parte razzialmente meno semitizzata della popolazione. - In Algeria e in Marocco forse il 10 - 12% della popolazione, arroccata nella parte più alta dell’Atlante, pure ormai islamizzata, ha rifiutato l’arabizzazione. Questi discendenti, ancora più o meno puri, di quella che un tempo doveva essere la popolazione maggioritaria dell’Africa del Nord, sono, anche lì, gli unici che ’servano a qualcosa’.
    (15) Julius Evola, Rivolta contro il mondo moderno, Mediterranee, Roma, 1969 (originale 1934).
    (16) Cfr. Alphonse Riesenfeld, The megalythic civilizations of Melanesia, Bril, Leiden, 1950.
    (17) Cfr. Patrick Ferryn et Ivan Verheyden, Chroniques des civilisations disparues, Laffont, Paris, 1976 e anche Harald Haarmann, On the nature of european civilization and its script, “Studia indogermanica lodziensia” (Lodz), vol. II, 1998.
    (18) Harald Haarmann, cit.
    (19) Cfr. Thomas Barthel, Pre-contact writing in Oceania, in Thomas Sebeok (a cura di) Current trends in linguistics, vol 8 (Oceania), Den Haag-Paris, 1971; Robert von Heine-Geldern, Die Osterinselschrift, in “Orientalischer Literaturzeitung”, N. 37, 1938 e id., The Easter Island and the Indus Valley scripts, in “Anthropos”, N.33, 1938.
    (20) Cfr. Robert Suggs, Island …, cit.
    (21) L’ipotesi fatta da un autore americanofono, Steven Fischer (Rongorongo, Clarendon Press, Oxford [Inghilterra], 1997) a proposito della scrittura pascuana è sufficientemente ridicola per potere essere riportata: i pascuani, fino ad allora analfabeti, venuti in contatto per la prima volta con degli europei - spagnoli - nel 1770 e avendoli visti scrivere, avrebbero intuito al volo che la scrittura aveva delle interessanti possibilità ‘magiche’ e, sui due piedi, avrebbero proceduto a svilupparne una di propria.
    (22) Cfr. Clara Miccinelli e Carlo Animato, Quipu, ECIG, Genova, 1989.
    (23) Sull’argomento, indispensabile è la sintesi di Jean Haudry, Gli indoeuropei, Edizioni di Ar, Padova, 2001 (originale 1982).
    (24) Cfr. Jean Haudry, Indoeuropei, cit. e anche Lothar Kilian, Zum Ursprung der Indogermanen, Habelt, Bonn, 1983.
    (25) Hans F. K. Günther, Rassenkunde Europas, cit.; Lebensgeschichte des hellenischen Volkes, Franz von Bebenburg, Pähl, 1965; Lebensgeschichte des römischen Volkes, Franz von Bebenburg, Pähl, 1966.
    (26) Julius Evola, Sintesi di dottrina della razza, Ar, Padova, 1994 (originale 1941).
    (27) Julius Evola, Rivolta, cit.
    (28) Cfr. l’introduzione all’edizione italiana di Rassenkunde Europas, cit.
    (29) Hans F. K. Günther, Lebensgeschichte des römischen Volkes, Franz von Bebenburg, Pähl, 1966.
    (30) In riguardo, di utile consulta è Silvio Waldner, La deformazione della natura, Ar, Padova, 1997. "



    La preistoria secondo le teorie di Herman Wirth

    http://www.italiasociale.org/Libri/Indoeuropei.htm

    http://nanneddumeu.giovani.it/diari/1290081/le_origini_etniche_dei_liguri.html

    http://utenti.lycos.it/studipoliteisti/atlant.htm
    “LA RELIGIONE DI ATLANTIDE FRA MITO E IPOTESI STORICA di Piero Trevisan
    (…) É importante far notare che gli abitanti dell'Atlante, i berberi, sono una popolazione antichissima, che forse discende dai Cro-Magnon che, provenendo dall'Europa Occidentale più di diecimila anni fa, durante l'ultima glaciazione, hanno mantenuto qualcosa dei caratteri originari dei loro antenati preistorici (molti di loro hanno i capelli e gli occhi chiari, come li avevano tutti i Cro-Magnon). Essi dunque potrebbero essere detentori di miti antichissimi, che sarebbero all'origine di altri, più recenti e più noti. (…) Questo grande arcipelago sarebbe stato popolato da uomini di razza Cro-Magnon provenienti dalla penisola iberica e dal Marocco, cioè dalla regione dell'Atlante. L'idea che essi avrebbero potuto creare una civiltà di un certo livello in quelle regioni appare abbastanza credibile, se pensiamo che tutte le grandi civiltà sono sorte sulle rive di bacini mediterranei e dove c'erano grandi arcipelaghi. Il mare di fronte alle Colonne d'Ercole era appunto un bacino mediterraneo, chiuso fra Europa, Africa e le isole atlantiche. I Cro-Magnon, antenati dei moderni Europei, la cui cultura era dotata di notevoli capacità artistiche per l'epoca, e appartenenti a una razza alta e robusta, dai capelli e dagli occhi chiari, avrebbe creato una civiltà dai caratteri ben specifici: essa sarebbe stata presumibilmente di tipo teocratico, per quanto riguarda l'ordinamento sociale e culturale, di tipo marittimo per quanto riguarda l'economia, e megalitico per quanto riguarda l'architettura (dalla sua architettura sarebbero derivate le piramidi egizie e messicane, gli obelischi, i nuraghi sardi, i megaliti di Malta, delle Canarie, delle Isole Britanniche e della Bretagna). Questi caratteri si dedurrebbero sia dai miti che riguardano Atlantide, sia dai caratteri comuni più frequenti fra le culture che presumibilmente hanno ricevuto influenze da essa. Tale civiltà, secondo la leggenda, sarebbe sorta all'incirca ventimila anni fa, e sarebbe scomparsa attorno al 10.000 a. C., cioè sarebbe durata ben ottomila anni, lasciando tuttavia degli eredi sia nel Nord Africa che nell'Europa Occidentale a oriente, e nelle Americhe a occidente. Da tali eredi, migliaia di anni dopo, sarebbero derivate, in maniera indiretta, le prime civiltà a noi conosciute. Sarebbero moltissimi i popoli e le culture che avrebbero conservato tracce e influenze più o meno consistenti di questa "civiltà madre": gli Egizi, i Sumeri, gli Etruschi, i Celti, i Cretesi, i Sardi e altri popoli italici (l'Italia della regione tirrena, secondo la tradizione, sarebbe stata la più orientale delle colonie atlantidi) la civiltà senza nome dell'Indo, gli Olmechi, gli Aztechi, gli Incas, i Maya, gli Apache, l'isola di Pasqua, le civiltà africane del golfo di Guinea, per fare gli esempi più illustri o più noti. Coloro che invece sarebbero più strettamente imparentati con gli Atlantidei, a tal punto da esserne i diretti discendenti, sarebbero invece i Baschi, i Berberi del Marocco, i Tuareg, l'estinto popolo dei Guanci delle isole Canarie, (gli unici discendenti "puri", che conservarono le originarie caratteristiche cromagnoidi, a sentire gli antropologi) gli antichi Libici (che gli Egiziani descrivevano come bianchi, dai capelli rossi e dagli occhi azzurri) e la misteriosa civiltà della perduta città di Tartesso in Spagna, che, da quel che si ricava dal mito di Platone, avrebbe dovuto essere addirittura uno dei dieci regni dell'impero di Atlantide. (…) Presso molti di questi popoli sopra citati, l'Atlantide è presente nella leggenda, a volte con nomi che ricordano quello datole da Platone (Avalon, Atalaya, Aztlan). Platone parla di Atlantide in due opere: il Timeo, parlandone per accenni, e il Crizia, in cui descrive il paese e la sua civiltà. In quest'ultimo, egli afferma che gli Atlantidei adoravano Poseidone, o forse una divinità che, per i suoi caratteri, egli identificava con Poseidone. Questo Dio avrebbe generato la stirpe degli Atlantidei unendosi a una donna mortale, Clito, unica figlia di Evenore, primo abitante di Atlantide. Da Clito sarebbero nati dieci figli, da cui sarebbero discesi i re dei dieci regni di Atlantide. Tale Dio esigeva sacrifici di tori, e si può dire che, se il racconto di Platone appartiene almeno a grandi linee alla verità, questo corrisponderebbe a ciò che conosciamo della cultura Cro-Magnon e delle culture preistoriche dell'Europa e del Mediterraneo. Le splendide pitture della grotta di Altamira in Spagna, che dimostrano uno sviluppo di capacità artistiche incredibile per quei tempi, mostrano un culto magico della caccia all'uro, specie di bovino ora estinto, parente prossimo del toro, fonte di sostentamento per le tribù di quell'epoca e di quel paese. Si può quindi immaginare che, se una civiltà si è sviluppata progressivamente da quelle tribù, emigrate sulle isole dell'Occidente, esse abbiano conservato i simboli di quel culto magico propiziatorio, da cui era originariamente dipesa la loro sopravvivenza. Infatti Platone descrive un rito religioso dei re di Atlantide, che appare proprio una simbolizzazione di tale culto magico. Il rito si svolgeva alternativamente ogni cinque e ogni sei anni, quando i dieci re-sacerdoti si riunivano nel tempio di Poseidone, sull'acropoli della capitale, per sacrificare un toro dopo averlo affrontato in una specie di "corrida": i tori venivano liberati all'interno del tempio, poi i dieci re, armati solo di legni e reti (simboli di un'epoca primitiva in cui i tori venivano catturati appunto così dai cacciatori), catturavano uno dei tori, e lo sacrificavano sull'altare del Dio-antenato. Si noti che Poseidone aveva fra le sue immagini quelle del toro, tant'è vero che, nella mitologia greca, il toro che si unì a Pasifae, regina di Creta e sposa di Minosse, generando il Minotauro, doveva essere sacrificato proprio a Poseidone. Se qualcuno si domanda come mai un Dio dell'acqua si trova legato al simbolo del toro, basta far notare che Poseidone era presumibilmente anche una divinità della terra, signore dei terremoti, infatti il suo nome forse significa "Sposo della Terra", cosa che quindi indicherebbe il suo essere una delle manifestazioni del Grande Dio Cornuto, paredro della Grande Dea Madre. Qualcuno ha pensato che Atlantide potesse essere stata in realtà Creta, e il rito descritto da Platone sarebbe in realtà la tauromachia, altra sorta di "corrida", le cui raffigurazioni si trovano nel palazzo di Cnosso. Era inevitabile che qualcuno identificasse Atlantide con Creta, la quale possedeva una civiltà straordinariamente progredita per l'epoca, e che scomparve repentinamente, pare soprattutto a causa di una catastrofe dovuta a vulcani e terremoti. Creta adorava una Grande Madre, e un Dio Toro suo sposo, il cui ricordo è dato dal mito del Minotauro e di sua sorella, Arianna. Proviamo però ad immaginare come avrebbe potuto essere la religione di Atlantide, quella nell'Atlantico, se sono vere le supposizioni di alcuni ricercatori e se le antiche leggende hanno un fondamento. Platone dice che il primogenito di Poseidone e il primo re di Atlantide, era stato Atlante. Il mito greco dice però che Atlante, il gigante che sostiene il cielo, aveva avuto sette figlie, le Atlantidi appunto, che dopo morte erano state assunte in cielo ed erano divenute le Pleiadi, che si trovano appunto nella costellazione del Toro. La leggenda le vuole anche trasformate in sette isole nello Oceano, oltre che madri di una stirpe di eroi e guardiane del giardino delle mele d'oro, sulle pendici dell'Atlante, il giardino delle Esperidi, appunto. Esperide significa "figlia dell'Ovest" e indica l'appartenenza di queste divinità al mondo dell'Occidente. Nel Sahara, antichissima sede dei Tuareg che dicono di provenire da Atlantide, è stato attestato questo culto delle Pleiadi, da certi graffiti preistorici che rappresentano tale gruppo di stelle. Un'altra curiosità è che le Pleiadi hanno una disposizione che ricorda in piccolo quella delle sette stelle dell'Orsa Maggiore, tant'è vero che spesso i profani di cose celesti credono che le Pleiadi siano appunto l'Orsa Minore. Ora, l'Orsa Maggiore è uno dei simboli della Grande Madre - Artemide significa appunto "orsa" e come Orsa veniva rappresentata la divinità delle selve. Inoltre i Celti avevano anch'essi una divinità ursina femminile di nome Artio, ed è indicativo che gli antichi romani chiamassero l'Orsa Maggiore Septem Triones, cioè "sette buoi", come a indicare ancora un'identificazione o un legame fra una divinità taurina e la Grande Madre Ursina. I Tuareg del Sahara affermano di discendere da Antinea, ultima regina di Atlantide sopravvissuta alla catastrofe e rifugiatasi in Africa. I Tuareg descrivono Atlantide più o meno nello stesso modo in cui la descrive Platone, ma anziché dire che era governata da dieci re ereditari, essi invece narrano che vi era un'unica regina elettiva, la "Zarma", l'ultima delle quali sarebbe stata appunto Antinea. Questo tipo di monarchia è tipica delle società matriarcali, e se la civiltà di Atlantide derivava dagli Europei preistorici, notoriamente matriarcali, questa versione appare ancora più verosimile di quella presentata da Platone. Un particolare importante è dato dal simbolo di Poseidone: il tridente. Ora, pare che il tridente sia in realtà la stilizzazione di una figura umana dalle braccia aperte e levate ad angolo retto, come a voler sostenere qualcosa: la posizione di Atlante che sostiene il cielo, appunto. A questo si aggiunga una delle divinità dei Celti, i quali affermavano anch'essi di discendere dai superstiti di Atlantide, rifugiatisi sulle coste delle Isole Britanniche e della Bretagna. I Celti sono un popolo indoeuropeo e perciò non dovrebbero avere parentela stretta con la civiltà atlantidea (gli indoeuropei sono originari dell'Est europeo, originariamente lontani dal mondo mediterraneo e atlantico), ma si consideri che le popolazioni celtiche in Francia, Spagna e Isole Britanniche nacquero dalla mescolanza fra le popolazioni indoeuropee di tipo nordico - che ne costituivano l'aristocrazia - con le sottomesse popolazioni non indoeuropee, di origine preistorica e legate al mondo del Nord Africa. L'analisi genetica delle popolazioni dei Gaelici (Scozzesi e Irlandesi), dei Gallesi e dei Bretoni dimostra poi la loro consanguineità con i Baschi, con cui condividono, cosa molto particolare, il gran numero di individui con il fattore Rh negativo nel sangue, caratteristica che dovevano avere in comune tutti gli Europei preistorici..”

    Ancient Europe pyramid
    http://www.vnnforum.com/showthread.php?t=34812

    Europe's Oldest Civilization by Hellinas
    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/europes-oldest-civilization-478743.html
    http://www.stormfront.org/forum/show...-478743p2.html

    http://medhycos.mpl.ird.fr/doc/zoran.htm

    http://www.network54.com/Forum/13093/message/930168742/Appunti+sulla+questione+razziale


    Concludo con alcuni miei post sul tema :

    http://forum.giovani.it/848633-post13.html
    La storia antica è molto interessante , questa iniziata é una buona discussione…
    Complimenti ad oplita e NannedduMeu , davvero 2 validi forumisti...
    http://forum.giovani.it/t83077-stori...ai-romani.html
    Ma andrebbe analizzata anche da un punto di vista ANTROPOLOGICO ed ETNO-RAZZIALE…
    Purtroppo questa tematica , cioé la storia interpretata secondo una chiave di lettura sia attitudinale-spirituale che soprattutto biologico-genetica , è ormai tabù…Invece sarebbe proficua una analisi da questo punto di vista. Il nostro amico sardo ne parla , ma oltre ai sardi ed affini con cui é fissato non va...eh,eh...
    Fai benissimo , intendiamoci , ad essere orgoglioso di essere sardo , ma esistono anche altri popoli europei , ecc.
    Riguardo al nostro nuovo dal nome guerriero elleno-spartano , come potete intuire dai miei post e da quanto accennato sopra , anche io mi interesso per diletto di archeologia normale e cosiddetta proibita e cose simili , leggo "Archeo" , "Hera" e varie riviste di tutti i tipi , ma soprattutto di antropologia e storia nel senso più vasto ed ampio del termine. Ora però ti faccio alcune domande e richieste...
    Ad es. ci vuoi parlare dell'antica Cina e dei Tocari indoeuropei nonché di altre popolazioni bianche e bionde , dai resti scoperti da Victor Mair ed altri archeologi/antropologi , che esercitarono un peso decisivo nella nascita di questa antica civiltà? Lo sapete che in origine tutta la zona nord-occidentale cinese era abitata non da mongoli ma esclusivamente dalla razza bianca? Poi in Egitto si é scoperto che vari faraoni avevano capelli biondi o rossi tramite analisi recenti rese possibili dai progressi della genetica. Ed i Guanci delle Canarie idem.
    E tracce della razza bianca civilizzatrice , secondo gli stessi racconti dei locali! , si trovano perfino in Oceania , presso Incas e l'America Precolombiana. V. De Mahieu , Kiss ed altri autori.
    Poi ai fatto riferimento a pretese ipotesi fantasiose quale quella che vuole le avventure di Ulisse nell' Odissea ambientate nel Mare del Nord...ti riferisci a Felice Vinci , vero? Beh , io ho letto il libro ed é molto interessante , anche se ci sono ovvie forzature linguistiche con etimologie inventate di sana pianta , teorie bizzarre , e certe conclusioni sono tirate per i capelli.
    Però é indubbia l'origine nordica di tutti i popoli indoeuropei , inclusi achei e dori. Ciò veniva affermato anche da Russell , Montanelli e Nilsson fra gli altri. Questo é stato il suo merito , riparlare di ciò , punto troppo spesso dimenticato ed anzi negato oggi. Sarebbe proprio auspicabile approfondire sempre più lo studio archeologico , antropologico e genetico su quel che rimane delle antiche popolazioni , si otterrebbero risultati interessantissimi che ormai sono già venuti alla luce in gran parte...
    Si scoprirebbe e ci si renderebbe conto che quasi TUTTE le + GRANDI CULTURE UMANE sono state CREATE dalla RAZZA BIANCA…Tutti i popoli antichi creatori di storia - SUMERI , EGIZI , INDIANI , CARTAGINESI , ecc. – erano in origine BIANCHI e poi sono decaduti con le loro rispettive civiltà proprio a causa della MESCOLANZA con razze di colore e popoli di natura. Riguardo alle civiltà passate...ad es. i sumeri erano bianchi mediterranei/alpini che purtroppo poi furono levantinizzati e proprio perciò decaddero. Gli egizi pure erano bianchi e l'Egitto decadde proprio a causa della mescolanza con i servi importati dall'Africa nera. Così come tutto il Nord-Africa , parte integrante della razza bianca fino al primo Medievo ed estrema appendice biologico-culturale meridionale/mediterranea del continente europeo. Fu proprio dal Nord-Africa che i Berberi emigrando crearono alcuni imperi nell'Africa Nera , ecc.
    Infatti I tipi Cro-magnon , prototipo dell’uomo europeo , si diffusero in tutta Europa , Nord Africa e Medio-Oriente ed i loro eredi , variamente differenziati , posero le basi di queste civiltà.
    Queste zone erano anticamente tutte abitate da sotto-gruppi della razza bianca , soprattutto dal fenotipo mediterraneo e con apporti alpini e proto-nordici. Successivamente , con le invasioni indoeuropee , quasi ovunque le aristocrazie sono state fornite da popoli prevalentemente nordici che hanno lasciato chiare tracce del loro passaggio e della loro opera civilizzatrice nelle descrizioni del loro aspetto fisico e nei miti culturali di fondazione.
    Ecco alcuni links a libri e articoli che spiegano e mostrano questa EVIDENZA in base a dettagliate e precise fonti :

    http://www.white-history.com/
    http://www.white-history.com/earlson/
    http://www.white-history.com/earlson/hfk/reoehcover.htm
    http://www.churchoftrueisrael.com/pgr/pgr-toc.html
    http://www.churchoftrueisrael.com/stoddard/
    http://web.archive.org/web/200202111.../mythostoc.htm
    http://www.stormfront.org/forum/
    http://www.solargeneral.com/


    Differenza tra "Bianchi" e "Ariani" - Page 2 - Stormfront White ...
    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/differenza-tra-bianchi-e-ariani-472480p2.html
    La differenza fra Bianchi ed Ariani esiste eccome sia da un punto di vista storico-culturale che biologico-antropologico ; poiché molti ancora non la comprendono e sono ignoranti su ciò , cercherò di spiegarvela meglio dato che precisazioni terminologiche e concettuali sono necessarie a tal proposito.
    Iniziamo col mettere subito in chiaro un punto essenziale : la stragrande maggioranza degli europei di oggi è il frutto della mescolanza etnica di svariate stirpi , un misto di ariani e pre-ariani , con prevalenza di queste ultime componenti autoctone arcaiche. Non possiamo assolutamente dirci indoeuropei/ariani nel senso vero in cui lo erano quelle antiche élites aristocratiche. Neppure gli scandinavi , che pure sono quelli a più elevata componente indoeuropea/ariana (poiché quando i germani , ultimi ariani in ordine cronologico ad essere apparsi nella storia , giunsero là gli autoctoni vi erano presenti relativamente in scarso numero a differenza delle restanti nazioni europee dove il substrato pre-ariano era maggioritario) , sono puramente germanici e nordici.
    Quindi mettiamoci il cuore in pace ed accettiamo il fatto che non possiamo rivendicare alcuna purezza o discendenza diretta…
    Allora , dire Bianchi ed Ariani NON é la stessa cosa , non vanno usati come sinonimi ; la differenza è che Bianco è un qualunque appartenente ad una qualsiasi etnia della razza bianca (ad es. un mediterraneo , un dinarico , un alpino) , mentre un Ariano é più che semplicemente Bianco , è un tipo nordico (cioè : un c.d. dolicocefalo biondo) della razza europide.
    Venendo al piano storico , nell’epoca antica , le cose stavano appunto così : gli ariani erano la minoranza di conquistatori (prevalentemente seppur non esclusivamente) nordici che si imposero sulle popolazioni pre-ariane assoggettandole , di conseguenza erano gli aristocratici che formavano il ceto dominante all’interno delle società eurasiatiche. A livello etnologico gli ariani propriamente detti erano dolicocefali biondi di tipo nordico (fatto documentato da autori come Lapouge , Grant , Guenther , Romualdi , Earlson , ecc. per citarne alcuni).
    Ariani erano gli antichi indogermani come persiani , indiani , ittiti , gutei , cassiti , mitanni , traci , elleni , romani , celti , ecc. loro stessi si definivano così orgogliosamente vantando la propria Aristocrazia di sangue e spirito. Questo naturalmente appartiene al passato e va tenuto a mente come evidenza storica per capire meglio le primordiali radici della nostra cultura.
    Badate bene che non implica certo il sostenere un acritico suprematismo nordicista , è soltanto un obiettivo riconoscimento delle originaria nordicità della nobiltà indoeuropea/ariana.
    Questo è un dato di fatto storico-antropologico che riguarda tempi lontani , punto e basta , ed oggi è assai relativo.
    Appunto dalla successiva fusione fra bianchi ariani e bianchi non-ariani nacquero i popoli europei come li conosciamo , siamo discendenti sia degli uni che degli altri e direi che possiamo esserne orgogliosi. Ariani o non ariani non importa più tanto , oggi siamo semplicemente tutti bianchi , con le naturali differenze etno-biologico-culturali che vanno rispettate e non massificate ; l’importante è essere consapevoli che dobbiamo essere tutti uniti per la comune difesa razziale , dall’Islanda a Malta fino ad includere tutti gli altri continenti in cui abitano appartenenti al mondo bianco.
    Tornando più propriamente al titolo del 3d…
    Insomma , è vero che essere bianco è una condizione necessaria per essere ariano , ma non sufficiente.
    Anzi , si potrebbe dire che ci possono essere addirittura dei tipi dalla pelle abbastanza scura che però hanno lineamenti più ariani di molti bianchi dalla pelle chiarissima. Ad es. ci sono certi iraniani , indiani , ecc. che , pur non essendo biondi né propriamente bianchi , andrebbero classificati come molto più vicini al tipo nordico rispetto per dire ai tipi alpini austro-bavaresi o ai baltico-orientali che hanno pelle , capelli ed occhi chiari ma sono morfologicamente quasi antitetici ai nordici pur essendo bianchi europei.
    Un indiano o un iraniano perfettamente dolicocefalo , con fronte alta e spaziosa ed il naso proporzionato lungo e stretto con radice alta parallela alla fronte , dal fisico longilineo e così via , è vicinissimo al tipo nordico ( e ce ne sono). Non ha importanza che non sia biondo di capelli né che il suo colore della pelle non sia chissà quanto chiaro (fermo restando che il 'puro ariano' era il nordico).
    Quello che più conta è la fisionomia , sono i lineamenti e l’espressione generale del volto , insieme ovviamente alla genetica s’intende.

    Savitri Devi spiegò molto bene , in alcune sue lettere a Lincoln Rockwell , la DIFFERENZA fra “BIANCHI” e “ARIANI”…
    Condivido abbastanza le sue analisi , seppur lei mi sembra intendere il termine ariano in modo un po' ampio e paradossalmente a scapito di altri bianchi , e ve le riporto (cito i punti precisi in cui parla del tema qui indicato) :

    http://www.savitridevi.org/rockwell_...ondence_2.html
    “I read your literature and agree with all you say, save—perhaps—with the lavish use of the expression “White” man. I know it is a convenient expression. But the Jews are—often are, at any rate—also “White”; and color is not sufficient to determine race. A black Angora cat and a white Angora cat are both Angora cats—cats of the same breed, with a slight variation. A black Angora cat and a black “gutter” cat are not of the same breed, even if they both be also entirely of the same color (of hair and skin). I hope I make myself clear with this simile. An olive-skinned man (the color of a dark Italian, or of a fair upper-caste Indian) with perfect Aryan features, is a much better specimen of Aryan humanity than a “White” man with his ears set too high not to argue some Semitic blood, or with pink but Negro-shaped lips (as there are some). Don’t you think the word Aryan is much more accurate than the word “White”? All Aryans are (more or less) White. But all more or less Whites are not necessarily Aryans—anything but! (…) - Savitri Devi ,Lyons 4 January 1961”

    http://www.savitridevi.org/rockwell_...ondence_5.html
    “While I am about it, let me tell you also how much that stress upon “Whiteness” and equality among all the Whites, as expressed in the latest Rockwell Report, shocks me as not corresponding to any truth. Excuse me for being so outspoken (but I am writing to you, and have never mentioned any of these criticisms “behind your back”). First, there are Whites who cannot be included in our community of faith: the Jews. You will admit this yourself. And not only the Jews. All people of Semitic stock (Arabs, if pure, for instance) are White. Anyhow as “White” and Whiter than many a Southern European. White, but not Aryan. (The features and many measurements of head and body are far more characteristic of race than the mere color of the skin.)
    Another thing: you seem to consider all Europeans “White” and all “Asiatics” “colored.” I have fought all through the “Great Days,” to the extent I could—I was then in India—against this far too simple view of things. The inhabitants of Europe are anything but all “White.” One only has to take a look at certain types from Sicily or Andalusia, or Cyprus (or even Greece) to see so. I can well remember the contrast in color (let us first speak of color), between a Cypriot Greek, then living in Calcutta, and a Bengali Brahmin, sitting side by side, in that Greek’s drawing room: the Bengali Brahmin was obviously not only more Aryan in features, but also Whiter than the Greek. As for Kashmiri and Punjabi Brahmins, and Brahmins and upper-caste Indians of the Middle Provinces, and even often of the South, they are—especially the Punjabis and Kashmiris—decidedly Whiter than most Southern Europeans, and certainly more Aryan in features.
    On the other hand, these Indians are not the sole Aryans of Asia. The Kurds—tall, fine peasants and warriors, with dark or light brown hair, black, grey, or blue eyes—are Aryans; it matters little whether they profess the Muslim religion—in Bosnia, a province of Yugoslavia, seventy-five percent of the (European) population profess the same. One finds fine Aryan (and White) types in Persia, along with non-Aryan ones, results of admixture with the blood of invaders (Arabs, Turks, Mongols).
    But so does one find such admixtures in southern Europe. In southern France, one comes across types that are not “White” and not Aryan at all. The North of Europe is distinctively purer, racially, than the South. I can see no grounds for this proclamation of the equality of “all Whites”—just as unjustifiable in my eyes as the equality of all men. And no grounds either, if one is, as I am, a racialist, for any putting aside—outside “the community of White people”—of the Aryans of Asia, purer and Whiter, many of them, than most Southern Europeans.
    Of course, if this is just propaganda for people who have never lived in Europe or Asia, and who are not likely ever to get a chance of going there and seeing for themselves, that is a different thing. I can only say that I, who spent seventeen years in India (in four journeys there), have been struck by the Aryan features of most upper caste Indians, especially of those of Kashmir, Punjab, and the Middle Provinces, and by the Whiteness of many of them. Anyhow, whether speaking of Indians or people of other parts of the world, Whiteness is surely less (and not more) important, as a racial characteristic, than features. (I have once seen, in France, a mongrel practically White, but with Negro features. It was a horrible sight!)
    What we should establish, if we had the power to enforce such a “novelty,” would be, in the very spirit of most ancient, Aryan-governed India, a world-wide caste system, according to race. Not just “Whites” and “colored”—this would be about as false and untenable as “all men equal”—but, a real hierarchy of racial shades, corresponding to the capacities of the different biological divisions. That, yes! With the supremacy of the Aryan among the “Whites” of different shades.
    Surely an Indian Aryan—or an Iranian one, or a Kurd—should come in the hierarchy long before any Italian, Spaniard, Portuguese, or even Southern Frenchman of (sometimes) very doubtful Aryan origin (and, I repeat, of more than doubtful “Whiteness”). - Savitri Devi , Montbrison 11 August 1966

    Questo é un ottimo articolo sugli antichi ariani e sulla genesi dei popoli europei :

    http://library.flawlesslogic.com/concept.htm
    The Word "Aryan"
    http://www.3kingdoms.net/forum/showt...?postid=245612
    “(...) The Aryans were remarkably expansionist, and almost everywhere they went they conquered and subjugated the indigenous peoples, imposing their languages and (to varying degrees) their religious beliefs on the natives, and receiving in turn contributions from the peoples whom they conquered. Aryan invasions -- or more accurately, a long sequence of different invasions by speakers of Indo-European languages -- swept across Old Europe beginning as early as the fourth millennium BC, and over time the conquerors and the conquered melded into specific peoples with distinctive languages. Most of the contemporary inhabitants of Europe, along with their respective early national cultures, are the result of interaction between successive waves of Aryan invaders and culture of the particular White people that they conquered and with whom they later intermarried, and as a result almost all modern European languages are members of the Western branch of the IE family tree. The birth of a European culture, however, predates the arrival of the Indo-Europeans: The cave art of Lascaux, which some have identified as the first flowering of Western man's creative genius, was the work of Old Europeans, as were Stonehenge in the North and the Minoan Palace culture of Crete in the South. A pan-European religious symbolism had already evolved, much of which was later incorporated into IE mythologies, including various regional adaptations of the ubiquitous Old European reverence for the Mother Goddess. Many of the principal figures in Greek mythology predate the arrival of Aryans, and during the course of ancient history Old European religious beliefs and practices continually reasserted themselves. Europe is European because the conquerors and the conquered were members the same White race, different branches on the same family tree.(…)What Should We Call Ourselves? (…)For the term Aryan to have any validity in a contemporary context, it can only denote members of the European cultures that arose from the interaction of IE-speaking ("Aryan") invaders and the White Europeans who preceded them. It cannot mean Aryans proper, since no such people, in the strict sense, have existed for at least two thousand years. An additional difficulty with "Aryan," even if it is used in this loose sense, is that it still excludes a fair number of people most of us would consider White. In addition to Basque, Finnish and Hungarian are also not Indo-European languages, and neither Finns nor Hungarians are descendants of a people who spoke PIE. Yet both are obviously White. "White" is thus preferable to "Aryan" as a name for the race whose existence we must secure, but White is also imperfect. We should never fetishize minor racial differences by turning insignificant gradations in "whiteness" into a hierarchy of relative degrees of racial purity. Most Italians, Greeks, and Spaniards are members of the Mediterranean branch of our White race, and they are generally somewhat darker than Nordics. Most Ashkenazi Jews are, conversely, physically more "white" than the average Greek. Yet these "white" Jews are the principal subverters of Western civilization, whereas Greeks, Italians, and Spaniards are among its principal creators. What we really need is some classificatory term that indicates "non-Jewish people of European descent." Unfortunately no such term exists. "White" and "Aryan" are acceptable substitutes only if we understand their deficiencies.”


    Un mio vecchio post su DR di Pol su Indoeuropei e pre-Indoeuropei :

    http://www.politicaonline.net/forum/...&postcount=923
    “BIODIVERSITà UMANA”è un ottimo 3d , davvero una grande idea che andrebbe sempre maggiormente sviluppata ; é utilissimo documentare e spiegare le differenze biologiche/antropologiche esistenti fra i vari popoli del mondo…(…) Adesso faccio alcune mie considerazioni antropologiche generali in relazione al tema...Indoeuropei : é chiaro che in origine tutti i popoli parlanti lingue indoeuropee e portatori di esse erano biologicamente di tipo prevalentemente nordico e costituivano soltanto la nobiltà guerriera conquistatrice di fronte alle masse autoctone all’interno della società , quindi lo strato aristocratico dominante.Rispondendo a quanto domandato nel post sopra da Squalo , posso affermare che gli indoeuropei si fusero ovviamente con delle popolazioni da considerarsi pre-indoeuropee ; é naturale che non trovarono tutto spopolato ma bensì si imposero come elitaria nobiltà guerriera (e poi si amalgamarono) su dei popoli più numerosi di loro dediti essenzialmente all'allevamento e all'agricoltura... Le popolazioni germaniche sono state le ultime indoeuropee in ordine di tempo , praticamente ormai sono gli unici indoeuropei genuni che restano...I popoli nordici sono indoeuropei , certo che si...in origine tutti gli indoeuropei erano prevalentemente nordici ed i germani nordici che sopravvivono oggi sono biologicamente simili a come erano gli indoeuropei più arcaici...Indoeuropeo però é un termine linguistico e geografico un po’ ambiguo e che crea confusioni : non si riferisce al fattore antropologico quindi é meglio non utilizzarlo in tal senso. Se è ovvio che originariamente tutti i popoli c.d. indoeuropei erano etnicamente affini , poi hanno trasmesso la loro lingua ai popoli conquistati durante le migrazioni e quindi si è persa la correlazione diretta fra lingua ed etnia. Oggi in quasi tutta Europa e pure in Asia o altrove si parlano ancora molte lingue indoeuropee , eppure gran parte dei popoli che le parlano e le hanno adottate come proprie non appartengono più al tipo etnico originario. Questo è un punto che va tenuto presente. Ad es. Indiani ed Iraniani , pur parlando lingue indoeuropee e venendo classificati come tali , da un punto di vista biologico hanno poco a che vedere con gli indo-iranici primordiali di tipo nordico. Quasi solo nell’alta società e nelle classi sociali più elevate ci sono ancora famiglie e singole persone che conservano una parte considerevole dell’antico retaggio (alta statura , struttura fisica robusta , cranio dolicocefalo , capelli biondo-rossicci o castano chiaro , ecc.) La restante popolazione , cioè la maggioranza (soprattutto nelle grandi città) , è razzialmente abbastanza mista , presentando al suo interno varie componenti europidi pesantemente mischiate ad altre extraeuropee. Non solo non possono essere definiti indoeuropei , ma forse neppure bianchi in generale. Probabilmente Libanesi e Siriani sono mediamente più bianchi di Iraniani ed Indiani ed è vero che buona parte di loro può sembrare tranquillamente italiana o centro-sud-europea. Gli unici più o meno ‘puri’ si ritrovano nell’India del Nord nelle prime 2 caste (ma anche qui , alcuni miscugli ci sono stati) , in Iran un po’ qua e là soprattutto nella zona nord-occidentale e nella zona vicino a Pakistan ed Afghanistan (anche fra pakistani ed afghani ogni tanto si vedono bei tipi bianchi nordico-mediterranei). Fra l’altro interessantissimo il caso dei Kafiri-Kalash citati , i quali hanno tuttora una indubbia componente nordica (con buona percentuale di biondismo ed occhi chiari) e sono certamente bianchi. Questo sta a testimoniare che anche nel continente asiatico e nella zona araba sono rimaste tracce degli antichi popoli indoeuropei e più generalmente bianchi. Purtroppo però sono casi sempre più rari e c’è da temere che possano scomparire nel meticciato generalizzato. Ciò vale anche per la maggior parte dei popoli europei , anche se gli europei sono comunque quasi tutti Bianchi…a parte le masse ex-coloniali in Francia , Inghilterra , Olanda e Portogallo , gli immigrati degli ultimi decenni e certe leggere componenti allogene assorbite (mongoliche in Scandinavia ed ex-Urss e levantine-arabe in Sud-Europa) e dovute a miscugli del passato o del presente.Riguardo agli Italiani , è onestamente innegabile la presenza di certe influenze biologiche levantine nei farabutti politicanti oltre che nelle masse socialmente plebee e nel proletariato urbano delle grandi città (soprattutto in certe zone del Sud ma non solo) ; si potrebbe dire che le differenze di classe sono spesso anche differenze etniche , ragionamento che in linea generale può valere pure per il resto dell’Europa. Fermo restando , ovvio , che la gran parte delle differenze biologiche sono comunque nella quasi totalità all'interno della razza bianca. Ah , riguardo al termine di razza caucasica o caucasoide , spesso utilizzato , vorrei precisare che sarebbe meglio eliminarlo dal vocabolario antropologico : anche se la definizione è un po’ ambigua ed imprecisa , conviene ed é preferibile parlare di razza bianca. Alcune mie domande per chi ne sa di più : sarei interessato a saperne di più sul c.d. Tipo di Cromagnon : a quale sottogruppo europeo era più vicino? Alcuni sostenevano al nordico , altri al mediterraneo , altri ancora al falico…Mi sembra che quest’ultimo fosse quello a cui si avvicinava di più…era quindi un progenitore del falico? E gli autoctoni della Scandinavia pre-germanica a che tipo appartenevano?! Se ne sa pochissimo...E secondo le teorie recenti più accreditate , le diverse tipologie della razza bianca hanno avuto un’origine comune e databile quando , se si?
    P.S. Sarebbe auspicabile scrivere una Storia Mondiale delle Stirpi di Razza Bianca…Un po’ tipo questa , ma più precisa storicamente ed ancora più monumentale…http://www.white-history.com/index.htm
    Al di là di tutte le critiche che si possano avanzare nei dettagli , questo libro di Kemp resta di notevole interesse , per la mole di preziose notizie offerte é quasi eccezionale…
    Questo é il mio blog che contiene una mia foto : http://holux.giovani.it/
    Qualcuno saprebbe dirmi ad occhio a quale sottogruppo della razza bianca potrei appartenere in prevalenza?
    Grazie...Saluti identitari! WHITE PRIDE! Holuxar "

    http://www.stormfront.org/forum/show...-462373p3.html
    "la versione di HOLUXAR sull'argomento"
    http://www.stormfront.org/forum/show...4&postcount=27


    Concludendo…
    Ormai dobbiamo definirci semplicemente europei di razza bianca in senso generale , casomai possiamo usare il termine ariano per indicare la nostra fierezza di appartenenza ad una identità lontana e la nobiltà ideale del nostro animo. L’ariano oggi può essere definito come il bianco fiero di esserlo che lotta per la propria razza senza compromessi. Questa è la definizione in senso ideologico che usa anche Tom Metzger di W.A.R. e mi piace.
    Resistenza Bianca Ariana fino alla fine e senza compromessi!!!
    WPWW! 14/88 - Holuxar


    Qualche altra considerazione su bianchi ed ariani , ecc.
    Intervengo assai raramente , ma quando lo faccio sono esauriente (ah , ho appena notato di aver ricevuto un MP , ma non riesco a leggerlo e non so chi me l'abbia mandato)…
    Prima di rispondervi con mie considerazioni , inizio riportandovi e segnalandovi altri 2 validi articoli sul tema , di Tom Metzger e David Lane , che spiegano chi oggi va considerato “ariano” in senso “etico” , eccoli qui :

    http://www.stormfront.org/forum/show...ne-403602.html
    “(…) quello che io so è questo. Il mio aspetto è Bianco. Io combatto per la razza bianca. Riconosco le conquiste della razza bianca. Voglio preservare la mia razza. Sono spaventato dalla possibilità che la bellezza della donna bianca ariana possa presto sparire dalla terra , e per sempre.
    Io soffro per ogni bambino bianco tormentato dall'incubo multirazziale americano.
    Io vedo la bellezza in una principessa celtica con capelli rossi o castani ed occhi verdi. Io vedo la bellezza in una statuaria dea nordica con occhi azzurri e capelli d'oro. Io vedo la bellezza in una ragazza irlandese lentigginosa.
    Io vedo l'eroismo in Robert Jay Mathews e Richard Scutari, con i loro capelli scuri e con gli occhi grigi e castani così come in Frank DeSilva, un Fratello dalla pelle chiara e con un'eredità franco-portoghese.
    Loro sono di una nobiltà nettamente più grande del 99% di certi tipi che somigliano di più al "nordico ideale" , posso aggiungere. Per quelli che ostentano la propria "purità", io dico che voi avete 2 genitori, 4 nonni, 8 bisnonni, e così via. Andando indietro per più di 500 anni avrete un milione di antenati. Un altro pò di generazioni ad avrete che chiunque abbia mai calcato i sentieri dell'Europa è tuo antenato, inclusi gli unni, i mongoli e i mori.
    Non ci sono ariani puri al 100%, andando indietro fino a 10000 anni fa.
    Ma esiste ancora un'unica e distinta entità biologica. Le culture e le civiltà che abbiamo creato sono senza paragoni.
    La bellezza delle nostre donne, bionde, castane, rosse, con gli occhi verdi, azzurri, castani, è il desiderio di tutti gli uomini e l'invidia di tutte le donne. Quindi non vogliamo trascinarci in sterili pettegolezzi su chi possa essere indiano per un sedicesimo o possa avere del sangue italiano, spagnolo o portoghese. Noi non andremo a dibattere se il rimanente apparato genetico collettivo dei bianchi sia puramente ariano al 95% od al 97%.
    Sicuramente sarebbe una tragedia se le varie sottorazze perdessero i loro tratti distinitvi e la bellezza. E dopo che abbiamo assicurato l'esistenza del nostro popolo ed un futuro per TUTTI i nostri bambini, con buona speranza possiamo fare dei passi per preservare questa diversità. Ma adesso, dobbiamo accettare i fatti e le circostanze per quello che sono. Dobbiamo lavorare insieme per la sacra causa e non tollereremo provocatori, divisioni o dissensi. Se qualcuno ha un aspetto bianco, agisce come un bianco, combatte per la razza bianca, a meno che le loro azioni non dimostrino altro, fanno parte del nostro Folk. D'altra parte, senza alcun riguardo per il pedigree o per l'apparenza, quelli che si oppongono, criticano, ostacolano o non supportano la nostra causa, non sono nostri amici.”

    http://resist.com/Articles/literatur...ByWARstaff.htm
    What Does the Term Aryan Mean? -- by WAR Staff:
    “Aryan basically means someone of Aryan, or European, racial descent: that is, a "White" person. However, it also means and implies much more: it describes our Aryan character, our Aryan nature, and our Aryan culture. That is, the term Aryan describes what it means to be Aryan: to have the character, the personality, the culture, of an Aryan.
    This is the reason why we use the term Aryan instead of "White”. White refers just to the color of the skin; Aryan refers to our culture, our heritage, our character, our Aryan way of life.
    A true Aryan is much more than just a "White" person: a true Aryan is a White person who has an Aryan character; who has an Aryan "soul".
    A true Aryan is a White person who behaves, who thinks who lives, like an Aryan: that is, in accord with our own Aryan traditions, our own Aryan heritage, our own Aryan way of life.
    A true Aryan is someone who upholds the noble, civilized, values of honor, of loyalty, of duty to the folk, and who strives to live by these values. A true Aryan is thus a person who is fair, rational, tolerant and just.
    A true Aryan is someone proud of his or her own race, proud of their Aryan culture, proud of their Aryans traditions, and proud of their Aryan way of life. What it is crucial for "White" people to understand is that the culture, the way of life, of all Western societies, of all Western nations, is not Aryan.
    That is, our present societies are not Aryan societies: they do not respect, let alone uphold, the Aryan way of life, as they most certainly are not strong-holds of Aryan traditions and Aryan culture, just as the "laws" and ethical values of these societies are not Aryan laws and not Aryan ethical values.
    Accordingly, most White people do not live in an Aryan way, just as the Schools of these societies do not teach Aryan history, Aryan culture, and just as they never tell us to respect our own Aryan way of life, our own values, although we are forced to learn about other cultures.
    The truth is that our own Governments do not allow we Aryans to live according to our own culture, our own Aryan way of life. Indeed, these Governments have systematically outlawed our ancient traditions and our way of life.”

    Direi che sono considerazioni condivisibili.
    Grazie alle amate femminucce (ho indovinato?! Siete un bene raro e prezioso nel mondo identitario del WP…) DeathMask e Longobardicat e pure a el Doge (prego e complimenti per il tuo nuovo blog!) e Dani14 (su IN hai ricevuto all’epoca il mio altro MP , giusto?) per i loro interessanti interventi…Vi rispondo con varie aggiunte e precisazioni , in ordine vario.
    Vi ho già spiegato che la differenzazione fra bianchi in senso generale ed ariani in senso proprio ha remote radici storiche ed antropologiche , ma ormai da tempo é priva di gran senso considerando che le sottorazze si sono in larga misura mescolate fra loro.
    Ecco perché ho precisato che adesso possiamo solo parlare di bianchi europei , certo differenziati al loro interno.
    La teoria nordicista di Guenther e soci sull’origine degli indoeuropei/ariani è caduta in disuso dopo la fine della seconda guerra mondiale , per ovvi motivi che poco o nulla hanno a che vedere con l’antropologia e la realtà di fatto , si tratta di una opzione ideologica mirante a screditarla a priori con la scusa che era fortemente sostenuta anche da politici ed ideologi della Germania NS (come se ciò fosse automaticamente prova della sua non-validità e come se essa non fosse stata ipotizzata fin dal ‘700! Del resto anche il bramino indiano Tilak , che certo nordico non era a guardare le sue foto , identificava nel Polo Nord le origini degli ariani) ; se è per questo è stato contestato radicalmente e ritenuto infondato lo stesso concetto di razza a causa dell’orgia ideologica antirazzista ed egualitarista che ha investito la società europa soprattutto a partire dagli anni ’60-70 del ‘900. Non dimentichiamoci che i più fanatici negatori delle razze sono stati fin dai decenni scorsi antropologi , genetisti , sociologici e critici della civiltà europea ed americana di origine ebraica e spesso pure propagandisti politici di estrema sinistra nonché simpatizzanti del socialismo e del comunismo (ad es. Boas , Levi-Strauss , Lewontin , il celebre Diamond autore di “Armi , Acciaio e malattie” e molti altri) che spadroneggiavano negli ambiti universitari ; i loro eredi tuttora dettano legge (a tal proposito si leggano gli studi dettagliati del prof. MacDonald e vari articoli di Duke che documentano l’infiltrazione ebraica e la sua opera di sovversione ideologica anti-identitaria in tutti i campi della cultura) ed hanno imposto il paradigma antirazzista come l’unico valido ed accattabile per dogma di fede egualitarista.
    Ormai , come ben sappiamo , si sostiene ‘ufficialmente’ che “le razze non esistono” (la famosa dichiarazione vincolante dell’Unesco chiaramente dettata da ragioni ‘morali’ e non-scientifiche come il desiderio di impedire ulteriori discriminazioni razziali o presunte tali) e che le differenze genetiche realmente esistenti fra le popolazioni umane (queste non le possono negare , si limitano a minimizzarle dicendo che possono essere forti anche all’interno di uno stesso popolo e che comunque condividiamo tutti il 98-9% del DNA o quel che é…allora pure scimpanzé , gorilla , ecc. sono quasi umani?!) comunque non c’entrano con intrinseche diversità legate alla razza. Trattasi di pura e semplice malafede da parte di certi scienziati e genetisti e di ignoranza e creduloneria da parte dei fessi antirazzisti che ripetono questa tiritera negazionista come pappagalli a chi osa ancora parlare dell’esistenza delle razze.
    Una volta spiegato questo è facile capire come mai oggi la teoria nordicista non la segua quasi più nessuno…
    Già il semplice realismo razziale è stato sputtanato e contrastato per ragioni meramente ideologiche , figuriamoci il nordicismo chi può prenderlo in considerazione oggi…
    Nessuno in realtà ha confutato nulla sulla base di prove e ricerche serie , ci si è limitati a negarne validità a priori.
    Per conto mio ho già spiegato la mia posizione sul nordicismo : constato semplicemente il fatto che molto probabilmente gli antichi indoeuropei , nella loro nobiltà guerriera e ceto dominante , erano in prevalenza tipi nordici. Magari non erano tutti nordicissimi , ma quella nordica era sicuramente una componente ben diffusa ovunque almeno in origine e dimunuì solo col passare del tempo per via di successive mescolanze con le popolazioni conquistate che del resto avvennero nel corso di poche generazioni (la fusione fra indoeuropei e pre-indoeuropei fu relativamente precoce malgrado una certa separazione etnica abbastanza rigida impostasi originariamente , ecco perché certi tipi non sembrano molto nordici ed hanno chiare influenze di altri gruppi europidi…C’è anche da tener presente che quando persone dei ceti medio-bassi si arricchivano o mostravano di essere dotati spesso riuscivano a trovarsi nobilitati ascendendo nella scala sociale e formando una nuova nobiltà non più legata alla nascita come era arcaicamente. Al tempo stesso i nobili che si impoverivano , andavano in rovina o si mostravano disonorevoli venivano declassati e quindi ci furono mescolanze di ceto che coincisero anche con mescolanze etniche , perciò ci furono non-ariani nobilitati e ariani de-nobilitati. Così scomparve un po’ l’impronta nordica degli ariani originari ed la divisione in ceti perse la sua connotazione etnica basata sull’appartenenza alla stirpe).
    Questo lo si può dedurre dalle fonti , dai ritratti e da quello che abbiamo a disposizione per le ricerche antropologiche nonché dal loro tipico ethos ed attitudine mentale.
    La nordicità degli indoeuropei originari è stata sostenuta recentemente anche da Jean Haudry , che certo è un esperto di indoeuropeistica. Pure il famosissimo ed egregio Dumezil optava per questa ipotesi. Così vari altri.
    Oggi sono rari , ma ciò non significa che abbiano torto , anzi. L’importante è che gli studi non siano viziati da preconcetti ideologici del voler mostrare a tutti i costi la ‘supremazia nordica’ od altro (purtroppo in passato l’intento era chiaramente questo , in alcuni autori era dichiarato in modo esplicito , ecco perché hanno avuto buon gioco gli antirazzisti nello screditare quelle posizioni) , per il resto bisogna tener conto solo delle prove a favore delle diverse ipotesi per stabilire la validità o meno. Gli studi di Lapouge , Grant , Guenther e Romualdi nell’essenziale sono ancora abbastanza validi ed attendibili , pur con le dovute cautele e considerando che le conoscenze genetiche oggi sono molto più vaste di allora , vanno solo depurate da certi preconcetti ideologici e considerati sul piano storico come relativi alla loro epoca. Ciò che resta di perfettamente valido è l’idea che la nobiltà indoeuropea fosse ovunque di tipo prevalentemente nordico a livello antropologico , qualunque conclusione poi si voglia trarre da questo fatto.
    Da parte mia ripeto questo avvertimento : sostenere che la nobiltà ariana fosse composta da nordici NON vuol dire farsi automaticamente banditori di un suprematismo nordico , anche perché le altre componenti della razza bianca come i mediterranei e gli alpini hanno dato a loro volta un importante contributo allo sviluppo sociale e culturale della civiltà europea fin dall’antichità e molto prima dell’avvento dei conquistatori nordici oltre che in seguito alla fusione fra pre-indoeuropei ed indoeuropei!!! , MA solo prendere consapevolezza di un dato storico-antropologico pressoché accertato e capire che ad un certo ethnos corrisponde un certo ethos e viceversa. Tutto qui , poi ognuno tragga le conclusioni che gli paiono più opportune.
    La realtà di fatto resta che le civiltà europee sono state il prodotto storico di un miscuglio interno alla razza bianca fra le diverse componenti principali , certamente con gli ariani nordici spesso e volentieri nel ruolo di guida dai tempi dei kurgan protoindoeuropei fino ai germani del medioevo e dell’età moderna ; ma nel bene e nel male o al di là tutte le varie sottorazze hanno dato la loro particolare impronta a quello che definiamo il mondo occidentale bianco. Queste differenze ci hanno comunque arricchito ed è bene che vengano conservate perché contribuiscono alla bella varietà della nostra razza bianca.

    Il termine nordico così come mediterraneo od alpino , ecc. non va assolutamente inteso in senso geografico , bensì biologico…
    Ci possono essere tipi nordici , mediterranei od alpini in ogni parte del mondo ed in ogni continente anche all’esterno dell’area europea ; non é la collocazione geografica a fare la razza.
    Tipi Cromagnoidi , protonordici , alpini e mediterranei erano presenti non solo in Europa ma anche in Nord-Africa e in Medio-Oriente all’alba dei tempi (prima che quelle zone purtroppo venissero in gran parte levantinizzate e parzialmente negrizzate).
    Ad es. In Scandinavia ci sono tipi non-nordici anche fra la popolazione autoctona (certi norvegesi e pure svedesi sono fortemente alpinizzati e pure nel Medioevo c’erano vichinghi coi capelli neri e brachicefali di origine pre-germanica) , ancor di più nelle isole britanniche ove vi é fin dall’antichità una forte componente mediterranea nella popolazione (probabilmente derivata dai Pitti e dai Britanni).
    Pure gli eschimesi sono geograficamente nordici , ma sono razzialmente mongolici!
    Dire che gli ariani erano bianchi nordici indica la loro appartenenza a un certo gruppo che ha avuto origine nel nord nell’antichità , ma che poi si è diffuso altrove attraverso migrazioni.
    Tuttora quella tipologia è più diffusa nel nord geografico , ma la nordicità non dipende strettamente dal luogo , perché è stata ed è presente ovunque (pure in zone euroasiatiche sono rimaste alcune isolate popolazioni con tratti nordici). La definizione forse è poco chiara , ma di migliore non ce n’è altra. Inoltre va anche sottolineato , come controparte e vedi appunto i casi che ho citato prima , che essere originario del Nord Europa non significa essere automaticamente nordico a livello biologico!
    Così come essere del Centro Europa non significa essere sicuramente alpino , né essere del Sud Europa essere sicuramente mediterraneo! Quelle definizioni generali in base al fenotipo sono derivate dal fatto che ovviamente é più frequente avere un tipo nordico nel Nord , un alpino nel Centro ed un mediterraneo nel Sud Europa (anche se spesso a livello di mescolanza interna).
    Ma vanno intese ben oltre le collocazioni geografiche , indicano solo la frequenza maggiore di presenza di quel particolare tipo in un determinato territorio. Quel che é sicuro é che le classificazioni contano relativamente e non sono attendibili a tutti gli effetti. Oggi si può parlare semplicemente e genericamente di bianchi europei suddivisi in vari sottogruppi nazionali ed etno-culturali anch’essi dai confini un po’ vaghi e non troppo precisi considerando I plurimillenari miscugli interni ; l’identità che conta davvero é rimasta quella biologica macro-razziale e bisogna attivarsi per preservarla tutti uniti.

    A che tipologia una persona oggi appartenga esattamente é molto difficile da stabilire , considerando che siamo un miscuglio di varie componenti di razza bianca e che molto probabilmente fra I nostri avi ed I nostri stessi familiari più recenti erano presenti un po’ tutte. Si può solo stabilire approssimativamente una appartenenza sulla base del fenotipo (che é l’elemento visibile e quindi più evidente) oltre che su base genetica.
    Ad es. Io so già che io sono una mescolanza delle varie componenti principali della razza bianca (I lineamenti e l’espressione del volto sono prevalentemente nordici , ma il fisico é abbastanza gracile e la forma del cranio non é dolicocefala) , basta vedere miei familiari e parenti vari in cui c’è un po’ di tutto sia come volti che come colori e fisico , come lo sono del resto la stragrande maggioranza degli europei inclusi gli scandinavi.
    La nostra cara Longobardicat dovrebbe allora postarci una sua foto per poterla ammirare (sei davvero una donna , vero?) , noi esteti la pretendiamo per poter deliziare I nostri occhi con una magnifica visione!
    Chi ti ha fatto la classificazione , per curiosità? Ti hanno preso anche le misure del cranio per calcolare l’indice cefalico , eh,eh? Comunque in certi casi in effetti basta un’occhiata precisa per stabilire indicativamente il tipo di appartenenza. Che alcuni sono nordici si vede subito. Insomma come si deduce dal tuo stesso nick sei una superstite longobarda del primo medioevo , strano davvero che a distanza di tanti secoli alcuni siano rimasti tali quasi senza mescolarsi con gli autoctoni…Pure I tuoi famigliari sono tipi classificabili come nordici di discendenza germanica?
    Certo che é molto raro vedere tipi propriamente nordici , pure certi svedesi che pure sono quelli teoricamente più nordici hanno elementi che molto nordici non sono (magari sono alti e biondissimi , ma poi notate certi nasi un po’ appiattiti e a radice bassa e certi profili non troppo regolari , sembra a volte che ci sia una qualche componente finno-mongolica…del resto pure gli antichi germani come I Goti subirono una influenza mongolica sia a livello biologico che culturale , come gli Sciti ed tanti altri ariani a contatto con l’Asia , vedi la diffusione dello sciamanesimo e la stessa religione odinista in Scandinavia che é di sospetta origine).
    Tipi ‘puri’ nordici o mediterranei o alpini praticamente non esistono , di solito ognuno é il frutto di mescolanze e c’è solo da stabilire in modo approssimativo quale possa eventualmente essere la componente principale.
    C’è da dire che ormai non é che importi molto , anzi risulta del tutto secondario considerando il fatto che é l’intera razza bianca a rischiare di scomparire della faccia della terra e che l’unica grande preoccupazione dovrebbe essere quella di lottare tutti insieme per impedire che questo tragico destino si concretizzi…
    Oggi l’unica differenza reale fra bianchi é questa (attitudinale , mentale ed ideale): da una parte la maggioranza dei servi del sistema che se ne fregano di salvare la razza e dall’altra la minoranza consapevole a cui sta a cuore la sopravvivenza delle nostre genti in tutto il mondo.
    Gli identitari bianchi , ovunque vivano e qualsiasi siano le loro origini , devono considerarsi un unico grande popolo minoritario in via di estinzione ed essere capaci di compattarsi per la causa comune a tutti I costi.
    I più vanno considerati stranieri e traditori molto peggiori degli allogeni ; si può provare a svegliarli discutendo con loro e cercando di diffondere l’idea identitaria razziale come faccio io , ma purtroppo in queste condizioni c’è poco da fare , bisogna provare a salvare il salvabile…Voi siete fiduciosi , pensate che si possa davvero invertire il processo di decadenza e riuscire a resistere vittoriosamente?
    La situazione é di gravissima e piena emergenza , sono assai pessimista perché persone come noi hanno pochissimi mezzi a disposizione per opporsi allo strapotere dispotico e liberticida degli Zog oltre al fatto che siamo relativamente scarsi di numero in confronto alle masse dormienti , però non voglio arrendermi e continuo disperatamente a sperare che ci possa essere una via di salvezza e che dopo tante tenebre potremo un giorno rivedere la luce…O almeno morire combattendo per rendere possibile un futuro migliore per le nuove generazioni che verranno…
    Che la fortuna divina ci assista! Forza ed Onore!!
    14/88 – Luca/Holuxar

    Ringrazio Westernationalist per l’intervento ed i complimenti!
    Concordo con le tue osservazioni.
    Le caratteristiche che hai citato infatti erano tipiche degli ariani , come si deduce dalla loro storia e dalla cultura che ci hanno lasciato.
    Penso , come il conte de Gobineau , che il senso dell'onore fosse il valore etico primario degli ariani. Ciò che inoltre ha storicamente differenziato gli indoeuropei non è il dato meramente intellettivo nel senso limitato in cui oggi viene inteso , ma piuttosto l'energia creatrice e la tensione verso l'eccellenza e l'autosuperamento. La loro intelligenza non era superiore a quella di altri bianchi , ma era la loro attitudine eroica a fare la differenza permettendo loro di diventare quasi ovunque aristocrazia dominante.
    Presero il meglio che i paleoeuropei avevano saputo sviluppare molto bene a livello materiale prima del loro arrivo ed inglobarono parte della cultura preesistente , ma rimodellarono il tutto secondo il loro genio particolare dandovi la propria impronta creativa ed imprimendovi il proprio freddo spirito ordinatore ed organizzatore. Leggete pure a seguire in merito.
    Noi dobbiamo essere orgogliosi di discendere da entrambi.
    Certo che si.
    Per Dani14 (scusate l'OT) : riguardo al tuo MP su IN , fammi sapere per un eventuale incontro sul WP , io sono disponibile e chiedi anche ad altri qui...
    Venendo a
    Romano : io ho appunto spiegato in dettaglio il fatto che essere ariani/nordici non significa semplicemente avere capelli biondi ed occhi azzurri , cosa del resto evidente per chi si intende un pochino di etnoantropologia…
    Sul biondismo però non tirarmi fuori i biondi aborigeni australiani ed affini…
    Ho visto le foto anche io ma , a parte il fatto che secondo alcuni antropologi c’è l’usanza di colorarli ai bambini e non si tratta di capelli naturali , ciò non dimostrerebbe nulla.
    Si tratterebbe di uno scherzo di natura , esattamente come nel caso dei negri albini con la pelle bianchissima.
    Ma si vede che mai e poi mai potrebbero essere confusi con dei bianchi!
    I loro lineamenti restano quelli tipicamente negroidi ed anzi sono più orrendi da vedere dei negri classici per il contrasto fra colori chiari e morfologia simil-scimmiesca (ne ho visti alcuni e li ho trovati bruttissimi).
    In tali casi è ovvio che non c’è alcuna influenza nordica in quei popoli (anche se pure in Oceania ci sono elementi che fanno pensare ad una antica presenza di stirpi nordiche , a cui accenna De Filippi in un suo articolo riportato nel sito “Centro Studi La Runa”) , ben diverso è il caso dei popoli europei e di vari popoli euroasiatici in cui la componente nordica c’è sul serio (e negli antichi ariani la componente nordica era sicuramente prevalente , seppur forse non esclusiva e parzialmente mischiata con altre , lo ripeto).
    Certo il fatto di essere biondo non è automaticamente indice di nordicità , ma è un elemento nordico che palesa almeno una influenza nordica insieme magari ad altre di diversa origine attribuibile ad altri sottogruppi europidi o extraeuropei.
    Ad es. anche il tipo balto-orientale ha colori molto chiari , ma la sua morfologia è spesso più mongolica che nordica.
    Quindi non è vero che chi è più chiaro di pelle e di capelli è automaticamente più ‘puro’ (qualunque cosa si possa intendere per ‘purezza razziale’)…In Europa tutte le popolazioni hanno qualche influsso extraeuropeo , inclusi certi biondi slavi , baltici e pure scandinavi , bianchi al 100% non esistono , tantomeno ariani…
    Va capito appunto che non bisogna baloccarsi con utopiche fantasie sulla ‘primordiale razza iperborea’ (che poi anche il ‘mito iperboreo’ è un po’ sospetto checché ne pensassero Evola e soci , perché i greci chissà cosa intendevano con popoli nordici…probabilmente erano gli sciti indoeuropei , già culturalmente un po’ mongolizzati , e non un qualche popolo di pura razza ariana dell’età dell’oro come si fantasticava…Nel libro di Dodds “I Greci e l’irrazionale” ci sono alcune osservazioni interessanti. Va aggiunto che anche la dottrina delle quattro età pare essere di origine protoeuropea e indomediterranea , non ariana , come spiega James in “Antichi dei mediterranei”) , anche se io stesso in primis a volte mi faccio prendere la mano e mi metto a sognare…
    Occorre superare onta quello che siamo oggi e la nostra lotta attuale per la sopravvivenza (una volta garantita questa , se ci riusciremo , potremmo poi eventualmente pensare ad un miglioramento con misure di eugenetica volontaria).
    Il fatto che non esistano razze pure NON significa che le razze non esistono tout court né tantomeno è una scusa ed un pretesto per favorire ulteriori mescolanze distruttive come vorrebbero i malati di mente antirazzisti (e qui ripeto l’osservazione che sovente , guardacaso , i più fanatici assertori della teoria sull’inesistenza delle razze sono al tempo stesso i più ardenti etnocentristi di origine ebraica!) , è ovvio!
    Detto questo aggiungo altre mie considerazioni sugli indoeuropei e sulla questione razziale.
    Gli indoeuropei erano popoli in origine uniti che poi si sono distinti e separati migrando , ma mantenendo ovunque una propria particolare identità!
    Altro che mero fatto linguistico , le lingue non nascono da sole per caso fortuito o per convenzione , ma c’è qualcuno che le fa nascere in base alla propria forma mentis etnicamente condizionata che le stesse esprimono! Ovviamente poi sono state modificate prendendo ed inglobando parole da altre lingue dei popoli assoggettati di altra origine o sono quasi scomparse nel caso dei popoli indoeuropei che hanno adottato altre lingue diverse dalla propria originaria. Ma questo è successivo e non ha grande importanza in fondo. Le lingue possono cambiare , modificarsi o scomparire nel corso della storia , ma l’importante è che resti viva almeno in parte l’identità etno-razziale di coloro che in origine le parlavano.
    Se invece quella identità si estingue , decade e finisce pure la civiltà
    creata da quelle stirpi…come purtroppo è avvenuto tante volte nella storia
    umana…Per essere più precisi , quel che è davvero essenziale degli
    indoeuropei (ma sarebbe più appropriato chiamarli ariani , è così che loro
    si definivano! Cioè : nobili , eccellenti , onorevoli!) è la loro essenza
    biologica collegata ad una particolare mentalità , attitudine
    etico-spirituale e visione del mondo unica. Va compresa l’unione
    indissolubile biologia-cultura-etica-attitudine (modo di pensare/di
    agire/di essere) , o più semplicemente fra sangue e spirito…
    A proposito , il libro “Tipologia razziale dell’Europa” del prof. H.F.K.
    Günther chiarisce le idee…Qui una parte dalla traduzione italiana (pubblicata dalle ed. Ghénos di Ferrara) , da leggere :
    http://www.thule-italia.net/ns/europa.html
    Riporto queste sue frasi in merito alla relazione fra lingua ed etnia
    indoeuropea (cito) :

    “L'"indoeuropeizzazione" si è estesa molto al di fuori della sola Europa.
    Le stirpi nordiche hanno diffuso le loro lingue indoeuropee fino ai
    confini occidentali della Cina e all'India occidentale; e molte di queste
    lingue possono anche essere andate perdute, nello stesso modo che con la
    decadenza degli ultimi esponenti germanici della razza nordica, la lingua
    gotica, longobarda, burgunda e altre sono scomparse dall'area
    mediterranea. Eccoci davanti alla relazione fra lingua e razza : dove
    adesso sono parlate lingue indoeuropee, ci deve essere stato prima il
    predominio di una classe dirigente di razza nordica. Il sangue nordico
    della classe dirigente (nobiltà e contadini liberi) si è verosimilmente
    prosciugato nella maggioranza di quei popoli. Le lingue portate dalle
    genti nordiche sopravvivono ancora, sia in Europa che in Asia, sia pure
    modificate dalle parlate delle classi inferiori non nordiche. I popoli che
    adesso parlano lingue indoeuropee sono, in questo senso, gli "eredi
    linguistici dei popoli arcaici indoeuropei".
    Le più importanti fra le lingue indoeuropee ancora parlate o per lo meno
    conosciute sono: l'indiano, il persiano, l'armeno, le lingue slave, il
    latino e le i lingue romanze da esso derivate e le lingue celtiche e
    germaniche (cfr. mappe XV e XVI). Nelle notizie storiche e nelle opere
    pittoriche di queste popolazioni trapela più o meno chiaramente
    l'esistenza, nel passato, di una nobiltà e di un contadinato nordico, e
    sono spesso rimasti ricordi di un'immigrazione proveniente da Nord. (…)
    La diffusione delle stirpi nordiche incominciò prima che esse si
    differenziassero linguisticamente, cioè prima che nell'indoeuropeo primevo
    insorgessero le prime differenziazioni dialettali. Le prime
    differenziazioni importanti nella lingua indoeuropea incominciarono a
    esserci, forse, nel III millennio a.C. o alla svolta fra il III e il II
    millennio. Le lingue indoeuropee singole sono apparse per la prima volta
    nelle zone conquistate e vennero a essere l'espressione del destino di
    ogni stirpe nordica in un ambiente estraneo. Ciò che ha reso le diverse
    lingue indoeuropee tanto diverse - pur rimanendo ovviamente imparentate -
    è identificabile nell'influenza linguistica della componente
    non-indoeuropea dei popoli che parlano quelle lingue.”

    Se poi ve lo leggete tutto , vedrete che spiega molto bene la questione. Certamente va preso con cautela , la sua interpretazione storica risulta un po’ troppo rigidamente biologista e da un’ottica forse esageratamente nordicista , però era un grande studioso di antropologia e storico indoeuropeista.
    Malgrado ormai sia un’opera datata da un punto di vista cronologico , scritta negli anni ’20 del 1900 , il suo valore esemplare resta più o meno intatto. Leggere pure qui :
    http://www.white-history.com/earlson/gunther.htm
    Qui c’è la recensione di Silvano Lorenzoni/Silvio Waldner (suo grande
    studioso e traduttore...) alla traduzione italiana di “Tipologia razziale dell’Europa” :
    http://www.centrostudilaruna.it/waldnernotaintroduttiva.html
    Sempre Lorenzoni dal grandioso libro "Il Selvaggio"


    Alcuni 3d che vi segnalo :Indoeuropei
    http://www.politicaonthe.net/forum/viewtopic.php?t=1540
    [Antropologia] il problema delle enclavi ugro-finniche in Europa
    Civis Romanus
    http://www.politicaonline.org/forum/showthread.php?t=422554
    http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=3000407&postcount=54
    Geni, popoli e lingue di Cavalli-Sforza. Un passaggio sulla questione:
    “I lapponi sono geneticamente europei, ma hanno di sicuro i geni più diversi rispetto agli altri europei, quasi certamente a causa della loro parziale origine transuralica. La loro somiglianza genetica con gli europei suggerisce che fossero in origine uralici che si sono mescolati molto con gli europei del nord (o viceversa: in ogni caso l'elemento genetico europeo è predominante). Le altre genti che parlano lingue uraliche dell'Europa del nord non hanno quasi alcuna traccia genetica di origine uralica: però i finlandesi, e ancor più gli ungheresi, mostrano solo una traccia appena rilevabile (circa un 12% di geni uralici tra gli ungheresi) [...] Quanto ai finlandesi la mescolanza con gli uralici è minima.”
    "Razza significa essere capaci di ragionare in un certo modo" dasein
    http://www.politicaonline.org/forum/...d.php?t=426690

    Il nazionalismo bianco(WN) - Stormfront White Nationalist Community
    www.stormfront.org/forum/showthread.php/il-nazionalismo-bianco-wn-462373.html
    ETNICISMO
    http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=427525
    figli dell'occidente: Bianchi e orgogliosi
    http://figlidioccidente.blogspot.com...rgogliosi.html

    V. Me QUI :
    Al blog Euro-Holocaust
    http://euro-holocaust.splinder.com/post/16598456#comment-45203780
    Sui Boeri

    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=7741146#post7741146
    Su Metzger
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=7635205#post7635205
    Su Lowell
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=7648717#post7648717
    WP
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=7661220#post7661220
    Su Bianchi ed Ariani
    http://www.stormfront.org/forum/showthread.php/differenza-tra-bianchi-e-ariani-472480p2.html

    Io e Voi siamo appunto qui per cercare di invertire la decadenza o almeno per farci trovare pronti a reagire contro di essa per portare ad una rinascita interiore delle nostre genti bianche…
    Saluti WP! 14/88 Holuxar



    Come vedete é materiale di documentazione molto interessante per far LUCE sull'Europa paleoeuropea e per confermare il fatto che l'Europa fu culla di cultura e civiltà anche ben prima delle migrazioni ariane indoeuropee.
    Preciso che NON esiste una razza indoeuropea , è una terminologia geografica e linguistica più che antropologica.
    Gli ariani erano una minoranza conquistatrice in prevalenza di tipo nordico che poi ha assimilato le altre componenti bianche europoidi e dalla loro fusione sono scaturiti storicamente gli odierni popoli europei , in cui di solito prevale la componente paleoeuropea arcaica (alpina , mediterranea , dinarica o balto-orientale , ecc. , a seconda delle zone e della popolazione presa in considerazione).
    Tutti i bianchi europei sono un miscuglio etnico di differenti componenti più o meno affini dello stesso macro-gruppo razziale , oltre a certe influenze esterne , cambia solo la percentuale di variazione interna e di tipologia prevalente.
    Dobbiamo essere orgogliosi del nostro retaggio bio-culturale , sia paleoeuropeo che ariano!!
    Queste sono le origini della nostra razza bianca!
    14 W! - Holuxar
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=8254496#post8254496

  10. #20
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    da The Races of Europe

    tipo Borreby (cro-magnoide) dalla Lombardia

    molto probabilmente portato in Italia dagli invasori Longobardi , originari della regione dell'elba dove il tipo falico (o cro-magnoide) è molto diffuso.

 

 
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