Elezioni 2008: Storica vittoria del Popolo della Libertà e della Lega Nord sui propri avversari Democratici. Debaclè delle forze di sinistra.
Estate 2008: Il DPEF preannuncia un triennio di lacrime e sangue, mentre monta la prostesta giustizialista contro il Primo Ministro Berlusconi. Al Congresso di Rifondazione, prevale di misura la linea Vendola che è costretta a raggiungere un accordo con Ferrero per una gestione unitaria del Partito.
Autunno 2008: Un nuovo "autunno caldo". Continua la mobilitazione permanente dell'Italia dei Valori contro le misure sulla Giustizia del Governo, mentre il Partito Democratico, il Partito Socialista, l'UDC, i Verdi, SD, CGIL e UIL organizzano una complessivamente riuscita manifestazione contro ls politica economica del Governo.
Primavera 2009: Elezioni Europee. Netta sconfitta del PD, che scende pesantemente sotto il 30%, e netto balzo in avanti di IdV e PRC-PDCI. SD, PS, Verdi e PLI trovano ospitalità nelle liste del PD e portano a casa rispettivamente 2 - 2 - 1 - 0 Eurodeputati [Claudio Fava, Pasqualina Napoletano, Pia Locatelli, Alessandro Battilocchio, Grazia Francescato ] e di fronte alla netta sconfitta del PD annunciano la necessità di un nuovo percorso federativo della Sinistra, a partire dall'Assemblea di Chianciano. Il PDL è al 40%, la Lega flette lievemente.
Inverno 2009: L'inverno del nostro scontento. Walter Veltroni, dopo la pesante sconfitta, si trova accerchiato dalle critiche ed è costretto a accettare una condivisione del potere con l'ala dalemiana del Partito e ad aprire al modello tedesco. Il PD e L'UDC votano il testo Calderoli sul federalismo come presentanto dal Corrierone ieri. Il Presidente del Consiglio Berlusconi mostra notevoli segni di peggioramento delle condizioni fisiche, l'economia continua a ristagnare mentre il potere d'acquisto degli italiani non regge. Nuovi scandali a Nord e a Sud, specialmente sulla gestione della sanità e dei fondi strutturali della nuova Banca del Meridione.
Primavera 2010: Con gli indici economici in netto peggioramento, si va a votare alle regionali. Le sorprese non mancano: il sistema politico italiano va letteralmente in pezzi.
- In Piemonte Mercedes Bresso scarica l'estrema sinistra e riesce a rivincere con un margine minimo grazie all'apporto dei Moderati e Progressisti, una lista comune tra PLI-Moderati, PSI, Radicali e UDC (!).
-In Liguria Claudio Burlando, sfiorato da una serie di scandali nella sanità, viene sconfitto di misura da un candidato classico PDL-Lega-Udc.
-In Lombardia, i Lùmbard riescono a imporre una propria candidatura sugli uomini di Formigoni. Il centrosinistra risponde con la candidatura di Bruno Tabacci: il candidato bossiano Castelli sconfigge l'esponente democristiano per soli 3 punti.
- In Veneto, la coalizione governativa si spacca: Galan corre per un secondo mandato contro Flazio Zanonato (PD-PRC-Verdi-SD) e Flavio Tosi (Lega Nord- La Destra- Fiamma Tricolore). Al governatore uscente vanno anche i suffragi di PS-PLI (che intanto hanno stretto un patto federativo) e UDC, che gli assicurano la vittoria in uno scontro al fotofinish. Galan, dfi fronte ai ritardi nella nascita del PDL e al tiepido supporto ricevuto dai vertici nazionali (che hanno anche messo in piedi una lista civica di postdemocristiani e aennini affiancata a Tosi) annuncia la nascita di Forza Veneto, federata al PDL nazionale come la CSU bavarese.
-In Emilia Romagna, il PD mantiene agevolmente la Regione ma cresce nettamente la Lega. A Bologna, Franco Grillini, candidato di socialisti e sinistra radicale, va al ballottaggio con Guazzaloca, con Cofferati ridotto a un triste terzo posto.
-Netta affermazione del PD in Toscana, Umbria, Basilicata e Marche, Lazio e Sardegna vengono tenuti con un minimo margine.
- Candidati dell'IDV vincono sorprendentemente in Abruzzo e Molise
-In Puglia, Calabria, Campania, vittoria con percentuali bulgare del PDL-MPA.
La Lega, in preda alle lotte intestine di fronte a un risultato che considera una sua sconfitta, provoca una crisi di governo. Berlusconi è troppo stanco per rispondere. Si vara un esecutivo tecnico guidato da Gianni Letta e a cui partecipano tutte le forze dell'arco costituzionale esclusa l'Italia Dei Valori, che mette mano a una nuova legge elettorale, basata sul Vassallum.
Primavera 2011: Nuove elezioni. Il PD, sotto la guida di Uolter, corre alleato con l'UDC (in cui intanto è entrato Rutelli con i suoi Coraggiosi), tramite una serie di desistenze mirate nei vari collegi (SD- PSI- PLI- Radicali e Verdi corrono nelle liste Piddine, ribattezzate Riformisti e Democratici), ma deve patire la concorrenza di Di Pietro e dei Comunisti Uniti - Federazione della Sinistra (una lista che unisca PRC-PDCI e transfughi dei Verdi e di SD, come Cento e Garavini). La Lega corre per affermare i suoi principi senza indicare chiaramente la sua collocazione, ancora indecisa com'è tra la linea filoPD di Maroni e quella filo PDL di Calderoli. Il PDL, ora guidato da Tremonti, subisce una secca sconfitta in termini di seggi ma sorpassa nettamente il PD come primo partito. L'Italia dei Valori è oramai attorno al 10%.
Nasce il primo Governo Veltroni ...
Sono passati 12 lunghi anni: l'Italiaè diventata una repubblica semipresidenziale ad assetto istituzionale similamericano. I Governi tripartiti PD-"Riformisti"-UDC hanno retto per un pò, ma sono stati costretti a allargare il proprio steccato, e hanno dovuto guardare necessariamente alla Lega Nord. Di fronte alla prospettiva di una collaborazione con il centrosinistra, il partito si è totalmente sgretolato, con l'ala veneto-est lombarda contrarissima che si andava ad alleare al PDL, formando con La Destra e la Fiamma Tricolore il progetto "Identità" ferreo alleato di Tremonti. Nel PDL oramai spaccato tra i conservatori sociali di Tremonti, i nazionalisti ex AN e i democristiani avveniva un'altra drammatica spaccatura, con l'ala liberale ed ex socialista che, marginalizzata, seguiva Galan e Forza Veneto in una scissione che si univa all'ala sinistra della Lega Nord, all'MPA e ai gruppi regionali filoDP di Illy e Soru. Nasceva così Alleanza Federalista, che entrava a pieno titolo nella coalizione governativa, assicurandole una comoda rielezione permanente senza troppi patemi.
Gli anni successivi sono stati di turbolenta espansione economica: il governo di centro-centro-sinistra si rendeva campione di una linea "liberista compassionevole" realizzando massiccie liberalizzazioni e una totale apertura al capitale straniero, contrastata pesantemente dal PP (Partito Popolare, nuovo nome del PDL).
Nel 2023 siamo al termine di una legislatura turbolenta: il PD, sotto la leadership di Alessia Mosca, è uscito da una legislatura disastrosa, che ha costretto la Presidente a affidare la guida del Governo al sindaco socialista di Firenze Riccardo Nencini come mediatore super partes tra le anime della coalizione. Nencini è il primo Capo del Governo non espressione dei due blocchi "PD"-"PDL" dal 1992. Il crollo della permanenza piddina al potere sembra poter portare a rivolgimenti pesanti nella coalizione in vista delle primarie.
Per l'intanto, il PP si è riorganizzato sotto la guida di Giorgia Meloni, succeduta a Gianni Alemanno come sindaco, mentre l'Italia dei Valori punta al 20%, esprimendo la rabbia di un ceto medio filoprogressista defraudato del suo ruolo dall'edonismo liberista e dal centrismo abbastanza tiepido verso giudici che il PD ha neutralizato abolendo l'obbligatorietà dell'azione penale e inserendo responsabilità civile e separazione delle carriere molto più di quanto B. fosse mai riuscito a fare. La Federazione della Sinistra sembra poter finalmente rilanciare un suo ruolo politico, pur essendo numericamente molto malridotta, come necessaria stampella politica del governo di centro-centro-sinistra, mentre i Riformisti lanciano la candidatura presidenziale di Nencini, piuttosto apprezzato nel suo biennio al potere.
L'Europa ha proseguito il suo cammino di unione a la carte: sono in vigore numerose cooperazioni raffrozate e strutturate tra i Paesi più willing, a cui il nostro Paese partecipa integralmente e, con la definitiva scissione del Belgio dopo un decennio di convulsa agonia e il fato della capitale Bruxelles in bilico, si torna a parlare di federalismo Europeo.
Lo scenario politico:
Partito Democratico: guidato da Alessia Mosca, di area ReD-360°, Presidente della Repubblica uscente. Continua in Europa ad aderire al PDE, oramai da tempo federato sia al PSE che all'ELDR sul modello radicale. Per una linea liberista compassionevole in economia (applicazione integrale delle ricette economiche di Giavazzi) e conservatrice compassionevole nei valori sociali (compromessi stirati sulle battaglie laiche e scientifiche, del tipo CUS ai gay e circolari di interpretazione sulla legge 40) comunque più decisa di oggi. La Mosca deve affrontare il malcontento incrociato dell'area più moderata, guidata da Pina Picierno, e dei più filo-Lega, spaventati dall'eccessivo turbocapitalismo e guidati dal vulcanico assessore regionale veneto Enrico Peroni. Alle ultime elezioni si era attestato sul 23,9%, il risultato più basso dalla sua nascita. E' il partito del pubblico impiego, della Confindustria, dell'ABI e ha il supporto di mezza CGIL e mezza CISL.
Alleanza di Centro: partito aderente all'ELDR dopo che il PP era divenuto l'unico referente italiano del PPE, è la sommatoria dei Coraggiosi Rutelliani e della vecchia UDC. Sostanzialmente propone in economia una linea più sociale del PD, basata sulla sussidiarietà (forte è il suo radicamento nelle fondazioni benefiche private del Nord controllate da CL), a scapito di una più conservatrice nei diritti sociali. Guidata dall'anziano Bruno Tabacci, che ha però perso gran parte del suo mordente. Ha anche il sostegno della finanza cattolica e di mezza CISL. Anemico da anni, si colloca sul 5,8%
Riformisti: federazione traballante tra PSI-SD-Verdi-Radicali-Liberali- Repubblicani. La sua continua revisione ideologica l'ha spinta ad abbracciare una sorta di Anarcocapitalismo Sociale, in cui il ruolo dello Stato si riduce progressivamente man mano che tutto viene affidato a "cooperative di produzione di lavoratori e consumatori", che in diverse regioni sono direttamente controllate dal Partito. E' il partito più spiccatamente europeista, ha il sostegno di numerosi think thank liberali, del Grande Oriente, della CGIA, della LegaCoop, della UIL che ha recepito in pieno il suo messaggio di "sindacato imprenditore" dopo la legge, patrocinata dai Riformisti, di compartecipazione dei dipendenti agli utili e alla gestione dell'azienda. Ferocemente laico, a tratti anticlericale. La segretaria, dopo due mandati di Nencini e uno di Giacomo Mancini jr, è Valentina Morelli, alla guida di una segreteria di "giovani turchi" autonomisti e ferocemente concorrenziali col PD. Alle precedenti elezioni era attestato sul 4,2%, in crescita.
Alleanza Federale:
Partito nato dalla confluenza di sinistra leghista, MPA, Illyani, Soru-isti e uomini di Galan, Sacconi e Brunetta in Veneto. Radicato come partito del territorio, ha il voto sopratutto dei ceti piccolomedi del Nord Est e del SudOvest produttivo. Tiepido sull'eurofederalismo, favorisce una politica di integrazione euroregionale, che ha già brillantemente applicato con la nascita dell'Insubria, dell'AlpeAdria e della Zona di Coprosperità del Mediterraneo Occidentale (Sicilia-Sardegna-Catalogna-Tunisia-Malta). Per una immigrazione strettamente controllata sul modello australiano-spagnolo, laico, ambientalista e scettico sul turbocapitalismo. Non ha un leader, ma solo un portavoce che è il vecchio decano Bobo Maroni. Alle ultime elezioni in decisa espansione al 9,7.
Comunisti Uniti- Per la Sinistra : Nato dalla fusione di Rifondazione e PDCI, allargata a dirigenti della sinistra interna verde e esseddina, è un partito basato su un modello organizzativo sociale-leninista inverso rispetto a quello sociale-liberale del PS (dove sono le cooperative a controllare il partito, a differenza di quanto avviene qui). Contrasta vigorosamente le misure liberiste del piddismo imperante, e spera di entrare al governo per dargli una sterzata più sociale. Leader è un Palvesario molto più entrista e moderato, che ha sposato un market socialism di natura cinese. Alle precedenti elezioni sul 4,8%.
Italia dei Valori - Rinascita Italiana: guidata dall'inossidabile duo Grillo-Di Pietro, è una lista ferocemente antiPD che è cresciuta pescando ne,l voto di sinistra allo stesso modo in cui progressivamente i voti di centro venivano vampirizzati dalla nuova "DC". Giustizialista, per la decrescita, moderatamente liberista in economia, per una democrazia diretta e plebiscitaria basata sul web e il presidenzialismo all'americana. Contrario a centrali nucleari, ponti e quant'altro. Alle ultime elezioni si era attestato sul 18%% e spera ora di lanciare la sfida per il secondo posto al PD. Espulso dall'ELDR come partito euroscettico, siede tra gli indipendenti.
Partito del Popolo: guidato da Giorgia Meloni, è un partito nazionalconservatore fortemente cristiano. In economia interna è per un liberismo protezionista, nettamente euroscettico. Filoamericano e filorusso al contempo, per un netto stop all'immigrazione, garantista oltre ogni ragionevole dubbio. Aderisce naturalmente al PPE. Radicato nel Sud e nelle libere professioni, duramente colpite dall'abolizione degli ordini. Sempre attestatosi tra il 25 e il 30%.
Identità Nazionale: sotto la leadership di Gianluca Iannone e Luca Zaia, partito degli agricoltori e degli emarginati dalla globalizzazione. Cristiano ma meno clericale di PP e UDC, combatte l'usura bancaria con progetti sociali come il sempiterno Mutuo Sociale, è xenofobo e antimondialista ma più europeista dei suoi colleghi del PP. Attorno al 5%.
L'Istituto[ [Lotta armata]: Nonostante tutti denuncino il turboliberismo piddino, il vecchio Istituto Bruno Leoni ha visto quale sia la vera direzione presa dall'Italia: un capitalismo degli Amici-di-Stato, in mano a cooperative, CL e banche amiche. Disperando della possibilità di portare il Paese a una vera Economia di Mercato Libertaria, l'IBL si è tramutato nell'Istituto, temuta organizzazione terroristica anarcocapitalista.