staccheresti il sondino nasogastrico a Eluana ?

[SCIROCCO (POL)]

Per fare questa entrata, potevi rimanere dove eri, ora non si può neanche essere liberi di fare un sondaggio?

[ascaro41]

brava!

[Spirit]

Per rispondere a questa domanda credo che ognuno di noi debba provare a mettersi nei panni di Eluana. Se dovessi (sopra)vivere in quelle condizioni, cosa desidererei per me stesso? Mi accontenterei della suora che mi accudisce, mi lava , mi fa alzare, mi mette sulla sedia che ho in camera? Della ginnastica passiva, del giro in giardino in carrozzella e di surrogato di cibo elargitomi attraverso un sondino?
Ognuno risponda. Per quanto riguarda ho un'idea tutta mia di vita: pansoti in salsa di noce, vino novello, donne, lavoro, famiglia, buone letture, Genoa, un pò di sana polemica politica, gli aromi delle fasce liguri in primavera e del mare in inverno, la musica del Boss, i film di Quentin Tarantino e le commedie sentimentali con Hugh Grant.
Se perdo tutto questo in un colpo solo e qualcuno si azzarda a tenermi in vita sulla base delle sue teorie fantasy, beh... Rischio di diventare spiacevole.

[SCIROCCO (POL)]

Come smentirti hai perfettamente ragione, ma non esistiamo solo noi e ciò che ci soddisfa, purtroppo sono stata vicina ad una persona che si è spenta come una candela lentamente inesorabilmente ho provato le stesse cose che provava Lui e da Lui che ho imparato questo attaccamento alla vita mai neanche per un attimo ho visto nei suoi occhi la parola fine ha progettato fino alla fine la nostra vita insieme. Era campione di Vela amava come te la vita e le donne la musica e i nostri 7 anni insieme li ho sempre nel cuore il suo messaggio è stato vita nonostante tutto e io non potrei mai staccare nessuna presa so cosa è la sofferenza ha bussato tante volte alla mia porta, ma mai nemmeno per un momento cambierei quei momenti è stato ed è soltanto Amore.

[Spirit]

Ovviamente non conosco la tristissima vicenda che hai vissuto in prima persona. Credo che il caso di Eluana sia molto particolare: non una malattia che ti spegne lentamente ma che ti permette di riflettere sulla vita, sul suo valore, sul mistero che attanaglia l'esistenza umana e fors'anche di apprezzare pienamente ciò che temi di perdere, non ultima la speranza nell'imprevedibile. Questo è un caso di una ragazza in stato vegetativo permanente dal 1992, a cui il destino - o per chi ci crede Dio - ha riservato una delle sorti più crudeli che si possano immaginare. Cosa c'è di peggio di una vita che si fa morte senza nemmeno la consolazione della libertà dal corpo? Di un'esistenza che ha gli stessi tratti dell'ineluttabile?
Di fronte a una tragedia di dimensioni così incalcolabili ogni decisione, vivere o morire, non credo possa essere sindacabile. Anche se assunta da parte di chi ci ama e che, nell'impossibilità di conoscere la nostra opinione, si fa carico di una responsabilità enorme, a cospetto della quale non c'è Stato, non c'è Chiesa. Forse nemmeno Dio, questa volta anche per chi ha fede.

[SCIROCCO (POL)]

Condivido ciò che dici, ma io non avrei il coraggio di spegnere una vita anche se come dici tu è vegetativa, per chi crede come me, esiste la dimensione dello spirito, il comunicare, prendendosi cura sempre e comunque di una persona che ha ancora il cuore che batte, non sappiamo in che forma percepisce il nostro essergli vicino, forse ha sviluppate altre capacità sensoriali, che noi oggi non sappiamo, come succede a chi è sordo o cieco, il mistero avvolge la vita e per chi crede, sa che lo spirito va nutrito e in questa situazione è anche successo il risveglio, la vita ci porta su strade che non vorremmo percorrere, ma avvolte è su queste strade che incontriamo il senso della nostra vita.

Rispetto la Tua opinione ma non chiudere nessuna porta, noi non conosciamo i misteri della nostra mente e avvolte per quel che possiamo sapere, Lei potrebbe anche capire tutto ma il suo corpo non risponde più, Lei potrebbe voler vivere.

[paprika_]

questo è un argomento molto delicato, e non essendoci fortunatamente passata personalmente mi è difficile esprimere un parere.. secondo me non esiste una decisione giusta e una sbagliata.. se il padre di lei, dopo tanti anni, è arrivato a lottare con tutto se stesso affinchè venga staccato il sondino una ragione dovrà pur esserci, non credo sia stata una decisione semplice per lui, nè tantomeno presa a cuor leggero: staccare quella presa vuol dire rinunciare definitivamente a sua figlia, smettere di sperare in un improbabile ma non impossibile miracolo, dirle addio, per sempre.. come credete si senta? si dice sempre "finchè c'è vita c'è speranza", ma cos'è la vita? quando una vita finisce? quando qualcun'altro ha diritto di decidere se una vita deve finire o meno?
se lei, come qualcuno ha ipotizzato, fosse in qualche modo cosciente? se riuscisse a sentire, a capire? no, noi non possiamo nè potremo saperlo.. e allora come decidere, su che basi? come non sappiamo se lei può sentire chi le sta intorno non sappiamo nemmeno come sta davvero, se soffre, se sente dolore e via dicendo.. se dovessi malauguratamente trovarmi in una simile situazione, con un mio caro in quel letto, non credo avrei mai il coraggio di staccare la spina, per puro egoismo: non riuscirei a farlo per il bisogno di continuare a sperare, per non dovergli dire davvero addio.. ma se cerco di mettermi invece nei panni di quella persona..si può davvero chiamare vita quella? e se fosse in qualche modo cosciente non sarebbe anche peggio? sentire il proprio dolore e ancora peggio il dolore di chi ci circonda? realisticamente parlando, un miracolo è molto improbabile, purtroppo, e se non avvenisse mai? in questo modo quella macchina prolungherebbe solo le sue sofferenze in modo artificiale e non la sua vita..
è difficile, in ogni caso è molto difficile, doloroso.. l'unica cosa sicura è questa....

[Frank Castle]

La vita è mia, non certo di Benedetto sedicesimo.
E ne faccio quello che voglio.
Se la Chiesa ha piacere di soffrire con me, benvenuta.
Talvolta, se il Papa tacesse, sarebbe meglio. Non ha da confessare tutti i preti che hanno perpetrato abusi sessuali? Ne ha da qui al 2050. La vita è un dono di Dio, non della Chiesa, tantomeno del Papa.
Quindi muto.
M U T O.
Stai a vedere che non posso decidere della mia vita senza il consenso del Papa che manco conosco.
Con tutto il rispetto per le Vesti di cachemire e seta e gli anelli d'oro.
Ovvio.

[paprika_]

La vita è mia, non certo di Benedetto sedicesimo.
E ne faccio quello che voglio.
Se la Chiesa ha piacere di soffrire con me, benvenuta.
Talvolta, se il Papa tacesse, sarebbe meglio. Non ha da confessare tutti i preti che hanno perpetrato abusi sessuali? Ne ha da qui al 2050. La vita è un dono di Dio, non della Chiesa, tantomeno del Papa.
Quindi muto.
M U T O.
Stai a vedere che non posso decidere della mia vita senza il consenso del Papa che manco conosco.
Con tutto il rispetto per le Vesti di cachemire e seta e gli anelli d'oro.
Ovvio.

Tra l'altro la Chiesa su questo tema cade in contraddizione, dal momento in cui, come ha scritto ieri il buon Vittorio Feltri su "Libero", nel caso di Eluana difende a oltranza la sacralità della vita, mentre nulla dice a tutela di chi, in coma, con elettroencefalogramma piatto, ossigenato artificialmente, viene espiantato, privato di organi da donare ad altri: cosa rende queste due casi tanto diversi da giustificare una simile disparità di trattamento? in entrambi i casi i soggetti, in coma vegetativo, hanno assoluto bisogno del supporto delle macchine per restare in vita, in un caso per essere alimentati, nell'altro per respirare.. dov'è la grande differenza che da una parte richiamando la sacralità della vita, da Dio donata e da Dio solo tolta, non ammette la sospensione dell'alimentazione artificiale, e dall'altra permette, non condanna l'espianto degli organi, la morte??