Ebbene sì, a 37 anni suonati anche lo zio David ha deciso di smettere di correre in F1 dopo una carriera lunghissima e di appendere il casco al chiodo. L'avventura di David Coulthard nella massima espressione dell'automobilismo inizia proprio in un momento drammatico per la F1, ovvero dopo la morte del leggendario Ayrton Senna a Imola nel 1994 (siamo alla terza gara del campionato per la cronaca). La Williams lo promuove da collaudatore a pilota titolare al fianco di Damon Hill che diventa ovviamente il pilota di punta della scuderia di sir Frank e che contenderà il titolo a Schumacher (Benetton) fino all'ultima gara, dove il tedesco si impose grazie ad una plateale scorrettezza sull'inglese. Nel 1994 David mette in cascina i primi punti, ma è nel 1995 che porta a casa la prima vittoria in carriera, sempre sulla Williams, all'Estoril (GP del Portogallo). Finirà il mondiale in terza posizione, dietro al vincitore Michael Schumacher e al compagno di squadra Damon Hill, dopo un campionato non certo combattuto. Nel 1996 l'approdo in McLaren Mercedes, scuderia che ha perso lo smalto dei bei tempi e che non vince un mondiale dal 1991; al fianco di Mika Hakkinen contribuisce al miglioramento del team, e nel 1997 porta a casa due successi, a Melbourne e a Monza. La McLaren sembra avere finalmente piloti maturi, e l'arrivo del progettista Adrian Newey dalla Williams è il passo decisivo per tornare ad essere un grande team: nel 1998 Coulthard aiuta il compagno di squadra Hakkinen e il team a vincere il mondiale piloti contro Schumacher e il mondiale costruttori sulla Ferrari, portando a casa piazzamenti decisivi e una vittoria (a Imola). Il 1999 è una stagione imprevedibile e ricca di colpi di scena, Schumacher si infortuna a Silverstone, Hakkinen commette gli unici due grandi errori della sua carriera (a Imola, ma soprattutto a Monza dove si "pianta" alla prima variante) perdendo punti preziosi, e David ne approfitta per restare in lotta per il titolo fino alle ultime due gare dove però emerge la superiorità di Hakkinen sia su di lui che su Irvine, diventato pilota di punta della Ferrari dopo l'infortunio dell'asso tedesco. In quest'anno comunque riesce a trionfare a Silverstone, ma soprattutto sul circuito tecnico di Spa dove infligge una dura lezione allo stesso compagno di squadra. Il 2000 è un anno particolarmente positivo per lo zio David, e dopo un inizio non esaltante a causa della scarsa affidabilità della McLaren arriva a metà campionato presentandosi come il principale avversario di Michael Schumacher, vincendo a Silverstone, a Montecarlo e a Magny Cours, dove disputa la sua corsa migliore in assoluto: sulla pista francese David parte dalla seconda posizione, ma dopo il via è dietro sia a Schumacher che a Barrichello. Riuscirà a passare entrambi con dei bellissimi sorpassi al tornantino Adelaide, dopo duelli mozzafiato con lo stesso Schumy (nel primo tentativo di sorpasso, non riuscito, zio David mostra il medio a Michael) e dopo avere tenuto un ritmo ben superiore a quello del compagno di squadra. Il proseguo della stagione però vede Hakkinen in grande crescita, addirittura il finlandese coglie la leadership del mondiale, salvo subire la grande rimonta schumacheriana che vede il tedesco trionfare nelle ultime gare (Monza, Indy, Suzuka e Sepang) riportando il titolo a Maranello. Per David terzo posto finale, ma un'annata decisamente positiva. Nel 2001 Coulthard si conferma un buon pilota, ma l'era dello strapotere Ferrari è già cominciata: per lui una grande vittoria a Interlagos (con sorpasso a Michael sul bagnato), un successo a Zeltweg e il titolo di vicecampione, a molti punti di distacco dall'incontenibile Schumy. Il 2002 è uno degli anni più neri del team McLaren: Hakkinen non corre più, la macchina non va, ma David coglie comunque diversi podi e una vittoria a Montecarlo, replicando quella del 2000. Alla fine dell'anno è quinto, ormai anche le Williams sembrano avere superato la McLaren come prestazione. Il 2003 e il 2004 sono anni non esaltanti, con il nuovo formato di qualifica basato sul giro secco David non si trova ed è costantemente più lento del compagno di squadra, Kimi Raikkonen: per lui solo una vittoria a Melbourne (2003). Nel 2005 Coulthard approda nel team Red Bull, sorto sulle ceneri della vecchia Jaguar, e qui sembra rinvigorito. Gara d'esordio a Melbourne con quarto posto finale, molti piazzamenti utili e molti punti che la precedente Jaguar si sognava. Anche nel 2006 David porta a casa punti preziosi con la sua Red Bull, andando quasi sempre meglio dei compagni di squadra (Klien e Liuzzi) e soprattutto salendo sul terzo gradino del podio a Montecarlo (prima volta per il team Red Bull). Il 2007 è un anno meno lieto dei precedenti, anche perchè David inizia a subire dal nuovo compagno di squadra Webber. Quest'anno infine, dopo una partenza infelice nelle prime gare, ecco l'acuto di Montréal con un altro grandissimo terzo posto, alle spalle di Kubica e Heidfeld; questo probabilmente è il sigillo finale di zio David nella sua carriera di F1. Di lui possiamo dire che è stato un vero gentleman e un esempio dal punto di vista umano, sempre corretto e mai sopra le righe nelle dichiarazioni; forse se escludiamo l'episodio di Spa nel '98 dove pare abbia rallentato per farsi tamponare da Schumacher e il dito medio a Magny Cours nel 2000 non riusciremo a trovare altre "pecche" nella sua carriera. Probabilmente zio David non è stato un asso della F1, ma un buon pilota ed una grande persona quello sì. Come dimenticare poi il suo mantello di Superman, esibito sul podio a Montecarlo nel 2006, o i consigli premurosi che i giovani rampanti dell'ambiente gli chiedevano, come pilota e come uomo (da qui nasce il soprannome "zio", datogli da Massa). Personalmente come pilota e come uomo credo che mancherà all'ambiente, a me come tifoso e come appassionato mancherà di sicuro. Alla prossima, zio David.