Originariamente Scritto da
Nicola Parente
La piccola Destra di Storace
foto tratta da www.ladestra.info
LA PICCOLA DESTRA DI STORACE
di Nicola Parente
Francesco Storace è senza dubbio un politico coraggioso. Dopo aver fondato La Destra, che è in pratica una scissione della corrente storaciana D-Destra da Alleanza Nazionale, è stato anche lui vittima di Veltroni.
Nel senso che la creazione del Partito Democratico e la conseguente accelerazione della nascita del Popolo della Libertà hanno cacciato La Destra in un angolo da cui sarà molto difficile uscire.
Del resto, Storace non aveva altra scelta: come avrebbe potuto giustificare alla sua base lo scioglimento nel PDL dopo pochi mesi dalla nascita de La Destra, fuoriuscita da AN?
Va dato comunque merito a Storace di non essersi appiattito in una comoda ricerca di poltrone, per lui assai agevole, e di aver percorso la strada, molto più rischiosa, dell'antagonismo di destra.
Per quello che conosco la base de La Destra, se un accordo nazionale significasse, come significherebbe oggi, la fusione de La Destra nel PDL, ebbene essa abbandonerebbe in massa il partito. Questo Storace lo sa benissimo.
La mossa delle dimissioni è provocatoria e interessante, ma nemmeno Storace riesce a compattare la frastagliata area dell'estrema destra, che è ancora più divisa dopo l'abbandono della Fiamma da parte di CasaPound.
Romagnoli, da parte sua, sembra rincorrere un accordo col PDL per salvarsi la poltrona da eurodeputato ed affida ai massimi dirigenti del partito la riorganizzazione dello stesso. Ma gente come Maurizio Boccacci o Piero Puschiavo sarà felice di sciogliersi nel PDL? Mi sento di dubitarne.
In tutto questo, Daniela Santanché si dimostra ancora una volta un pesce fuor d'acqua ed il suo appello all'unione col PDL cadrà senza dubbio nel vuoto. La candidatura della Santanché alle politiche è stata una mossa, più o meno riuscita, per acquisire visibilità mediatica, ma la Daniela (persona fra l'altro simpatica e ricca di qualità) non ha assoluatmente la stoffa per fare, come diceva lei, la "capopolo della Destra".
Nemmeno Storace, però, riesce a porre il suo partito come elemento aggregatore dell'area dell'estrema destra: per ora solo il minuscolo Fronte Nazionale Sociale di Tilgher sembra disposto ad unirsi a lui, mentre l'alleanza con la Fiamma è definitivamente spezzata e gli altri leader (Fiore e Iannone) se ne vannno per conto loro.
In conclusione, sono pronto a scommettere che nessuno si candiderà a sostituire Storace alla guida del partito, ma la strada per La Destra è ancor più in salita, sopratutto pensando al probabile innalzamento dello sbarramento dal tre al cinque per cento.
Per ora l'organizzazione de La Destra non sembra essere in grado di supportare un'ulteriore crescita del partito oltre il risultato delle europee, che rischia di non essere raggiunto senza i voti di Fiamma Tricolore.
Però, se Storace riuscisse a candidarsi alle prossime regionali nel Lazio e vincesse...