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Filippo Facci (Monza, 11 maggio 1967) è un giornalista italiano.
Giornalista e scrittore, ha iniziato giovanissimo a L'Unità' e a La Repubblica (1989-1990) approdando poi a L'Avanti, quotidiano del Partito Socialista Italiano, dove pur da "abusivo" si occupò di seguire l'inchiesta Mani pulite cercando di fare da contraltare alle notizie pubblicate dal cosiddetto "Pool dei giornalisti".
Dal 1994 ha scritto per Il Giornale, per L'Opinione, per Il Tempo sino a tornare a Il Giornale nel 1998 dove oggi è editorialista e cura da anni una rubrica quotidiana sulla prima pagina ("Appunto"). Dal 1996 al 2007 ha collaborato con Il Foglio. Ha una rubrica su "Il Riformista e una su Grazia'. Una sua rubrica su Il Domenicale, settimanale culturale edito da Marcello Dell'Utri, è stata soppressa per dissensi con la direzione. Per qualche anno, su Il Giornale e sul Foglio, ha scritto anche critiche e reportage di musica classica, poi raccolti in un libro.
Ha partecipato alle trasmissioni Parlamento In, L'antipatico e dal marzo 2008 conduce una breve rassegna stampa quotidiana nel programma Mattino Cinque'. È spesso ospite di trasmissioni e talkshow di argomento politico.
Inchieste e polemiche
Dal suo libro Presunti Colpevoli (Mondadori, 1996) è stato tratto il programma televisivo Lex, trasmesso su Italia 1 nella primavera del 1997. Alcuni suoi reportage investigativi (i "prestiti" a Di Pietro, la casa in equo canone, i favori ottenuti da alcuni indagati) originarono due filoni d'inchiesta a Brescia, ai danni di Antonio Di Pietro, che contribuirono alle dimissioni dell'ex magistrato dalla carica di ministro dei lavori pubblici: le richieste di rinvio a giudizio rilevarono conseguenze disciplinari (nel caso Di Pietro non si fosse dimesso da magistrato) ma non ebbero conseguenze penali in quanto furono respinte dai giudici dell'udienza preliminare. Le numerose querele rivolte da Di Pietro a Facci, compresa una per calunnia, non ebbero esito ai danni di quest'ultimo.
- Nel 1997 una inchiesta cui Facci stava lavorando (riguardo l'appartamento a equo canone in uso ad Antonio Di Pietro negli anni Novanta, appunto "scoperto" da Facci) fu oggetto di una conversazione telefonica tra Italia e Hammamet, dove Bettino Craxi dimorava latitante, intercettata dalla Procura di Milano e poi pubblicata su tutti i giornali: ne scaturirono polemiche anche parlamentari e Facci fu costretto a rinunciare a un contratto RAI per decisione dell'allora presidente Letizia Moratti.
- Per quanto lavori e scriva in giornali apertamente schierati, Facci si è segnalato anche per polemiche interne al centrodestra. Da ricordare un articolo contro Cesare Previti pubblicato sul Foglio[1] e, ancora sul Foglio, un lungo articolo contro Riccardo Muti[2] che Fedele Confalonieri associò alla definitiva decisione del Maestro di dimettersi da direttore artistico della Scala. Molte proteste, tra i lettori de Il Giornale, hanno inoltre sollevato suoi articoli sul caso Sofri (una lunghissima lettera al Direttore per dissociarsi dalla linea editoriale del quotidiano di via Negri) nonché altri contro la Legge 40, a difesa della Legge 194 e contro l'accanimento terapeutico (caso Welby).
- Nella sua rubrica Appunto su il Giornale, Facci lamenta spesso il "cretinismo bipolare" che a suo dire costringe a contrapposizioni talvolta assurde e mortifica il ruolo del giornalista. Laico convinto, a tratti anticlericale, in più articoli ha inoltre lamentato «che la politica conta sempre meno, e che a influenzare le nostre vite sono sempre più i centri di potere lobbistici e industriali e multinazionali, perché scrivere un articolo contro Romano Prodi o Silvio Berlusconi oggi è facilissimo, il problema è scriverlo contro un'industria di moda, una marca di automobili o di acqua minerale, un grande gruppo farmaceutico o telefonico.» (Il Giornale, 3 gennaio 2007).
- Nel novembre 2007 Facci è stato protagonista di una paradossale "censura" da parte della RAI. Dapprima invitato alla puntata di AnnoZero dedicata a Enzo Biagi, il veto sulla sua partecipazione è giunto dal direttore generale della RAI Claudio Cappon su decisione unanime del consiglio di amministrazione: motivazione ufficiale, una querela sporta giusto in mattinata dalla RAI ai danni di un articolo di Facci dove il medesimo si diceva favorevole a un emendamento in Finanziaria che fissava un tetto di 274.000 euro ai compensi RAI (compresi i «650.000» annui del dg) e dove si definiva la TV pubblica come una "cloaca da ripulire" e "cancro del Paese". La querela era partita dopo che, il giorno prima, ventuno senatori dell'Unione avevano denunciato una campagna di delegittimazione RAI che avrebbe appunto meritato "una congrua richiesta danni" e risposte "dal governo" e "dalla commissione bicamerale". Inutili le proteste di Michele Santoro, conduttore di AnnoZero: "Non ho potuto fare altro che obbedire. Ma non sono d'accordo. Le azioni legali e il risentimento, anche se legittimo, non devono entrare nelle valutazioni della scaletta". Dissociazioni dalla "censura" operata dalla RAI (in una puntata di Annozero paradossalmente dedicata alle epurazioni in Rai) sono giunte poi da Massimo Gramellini, Giampaolo Pansa, Marco Travaglio, Giuseppe Giulietti più qualche esponente del centrodestra (http://209.85.135.104/search?q=cache...&client=safari).
- Invitato nell'autunno 2007 a varie trasmissioni televisive a margine del "V-Day" di Beppe Grillo, ha definito "la prevalenza dei frequentatori del blog di Grillo" come "il peggio di questo Paese", ricambiando in diretta (a Omnibus[3], su La7) un letterale "vaffanculo". Le proteste dei fans di Grillo hanno spinto migliaia di essi a intasare e bloccare il Blog Macchianera (dove Facci saltuariamente scriveva) e a riversare nella rete e su Youtube svariatissime proteste, insulti e video contro di lui.
- Nel marzo 2008 ha suscitato scalpore un suo articolo, pubblicato sul Riformista, dove criticava aspramente la composizione delle liste del Popolo della libertà.[4]
- Ha pubblicato a ridosso del V-Day 2 del 25 aprile 2008 una biografia in quattro puntate su Beppe Grillo in cui elenca diverse accuse nei confronti del comico genovese.
- Nel maggio e luglio 2007, prima ancora che si favoleggiasse di intercettazioni (mai rese note o inesistenti) tra il premier Silvio Berlusconi e il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, chiese le dimissioni di quest'ultima (http://www.macchianera.net/2008/05/1...el-curriculum/)
PubblicazioniNote
- Gli Omissis di Mani pulite, Ldt Dublino, 1993
- Io li conoscevo bene, Newton & Compton, 1994
- Presunti colpevoli, Mondadori, 1996
- Di Pietro, biografia non autorizzata, Mondadori, 1997, quattro edizioni
- Note di Note. Parole per raccontare la musica, Irradiazioni, 2001, ristampa 2007
- Fumo negli occhi, Bvs, 2004
- Poveri ma ricchi, I libri del Foglio, 2006