Trincas: la situazione della zona è già compromessa per le conseguenze dell’uso delle armi all’uranio impoverito a Capo Frasca. Basta con queste scelte.
Tutti contro l'ipotesi del nucleare a Cirras
Pili: una follia. Realacci conferma la centrale atomica sarda nelle carte del governo
di Elia Sanna
ORISTANO. Follia. Il deputato Mauro Pili, del Pdl, bolla così la notizia secondo la quale il Cirras sarebbe inserito in un elenco di possibili siti destinati a ospitare centrali nucleari. Pili non va oltre «perché - dice - io non sono un uomo di governo e non sta a me fare eventuali dichiarazioni in proposito». Stando comunque alle poche indiscrezioni che è stato possibile apprendere, lo studio riguarderebbe esclusivamente aree per le centrali già esistenti, con visti internazionali già acquisiti, perché soltanto cosi sì possono ipotizzare tempi così stretti, dell'ordine di cinque anni, come quelli indicati anche di recente.
Non solo. Il sito di Cirras non sarebbe geologicamente così sicuro come si vorrebbe lasciare intendere. Inidoneo, quindi a ospitare, una centrale nucleare. Infine ci sarebbe il problema, anche questo non secondario, della minima capacità di trasmissione dell’energia dall'isola.
La Sardegna può stare tranquilla dunque? Neanche per idea, sembra di capire, almeno stando alle reazioni che la notizia pubblicata ieri ha provocato, in ambienti politici e ambientalisti dai quali arriva la conferma che sarebbero una decina i siti ipotizzati dal governo in tutta la penisola per l'installazione delle annunciate nuove centrali nucleari. Di queste, due sarebbero previste nelle isole maggiori. In Sardegna, come detto ieri, l’impianto potrebbe essere realizzato nella piana tra Santa Giusta e Arborea (la circostanza smentita da Pili), in base a una serie di verifiche effettuate dal ministero delle Attività produttive.
La decisione di avviare la costruzione delle centrali di terza generazione era stata annunciata di recente dal ministro Claudio Scajola, che aveva confermato la realizzazione, entro la legislatura, di un gruppo di centrali nucleari che consentiranno di produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell'ambiente.
Un impegno assunto dallo stesso presidente del consiglio, Silvio Berlusconi all'atto della fiducia al nuovo governo. I progetti sarebbero stati preceduti da una apposita Conferenza nazionale per l'energia e l'ambiente. Da qui la decisione di riproporre quei siti gia individuati nel precedente governo Berlusconi.
«Le dichiarazioni di Scajola sul nucleare sono solo sterile propaganda per distogliere l'attenzione dalle vere priorità del Paese rispetto alla sfida del clima - ha denunciato il ministro ombra del Partito democratico Ermete Realacci -, alla nostra dipendenza dai combustibili fossili, ai rischi di approvvigionamento e di aumento dei prezzi del petrolio. Mentre si parla nuovamente di nucleare
- ha aggiunto Realacci - il governo taglia fondi per il potenziamento dei treni e del trasporto pubblico locale. Soluzioni che migliorerebbero la qualità della vita, ridurrebbero l’inquinamento del traffico privato e quindi il consumo di petrolio. Ad oggi non abbiamo certezze sulla scelte dei possibili siti individuati dal governo. Tra le ipotesi avanzate era stata indicata anche la Sardegna - ha ricordato Realacci -, proprio sulla base di apposite scelte tecniche. Le centrali, infatti, devono essere situate a ridosso dei grandi fiumi quindi lungo il Po, ma anche accanto alle coste proprio per la notevole quantità 'acqua di cui necessitano. In zone geologicamente sicure, quindi come la Sardegna e dove insiste una bassa densità abitativa».
Era certo che le notizie suda possibile realizzazione di una centrale nell'isola potessero scatenare nuove e roventi polemiche. Uno dei primi a prendere posizione è stato il segretario nazionale del Psd'Az.: «Non è pensabile che si possa costruire un centrale atomica in Sardegna e in quella zona già compromessa - ha detto Efisio Trincas -. Come non ricordare la grave situazione ambientale degli stagni, le conseguenze che derivano dall’uso delle armi all'uranio impoverito a Capo Frasca? Ora anche una centrale nucleare. Basta con le decisioni che ci propina il solito ‘romano’ di turno».
Anche da Cagliari arrivano dichiarazioni di Fuoco da parte di Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico. In una nota stampa ricorda come il piano con i siti proposti dal governo era stato smascherato dall'ex ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Ora gli ambientalisti invitano gli italiani a firmare una petizione contro il ritorno al nucleare e la promozione dell'energia solare.