Fava: da soli alle europee
Marzia Bonacci, 25 luglio 2008, 16:24
Politica
Con il portavoce di Sd abbiamo commentato l'inizio del congresso di Rifondazione, ma soprattutto la relazione del candidato segretario Vendola. Un discorso in cui non è mai stato nominato il progetto, che pure sosteneva fino a qualche mese fa, e su cui sembra sia stata da lui posta una pietra tombale
Claudio Fava era presente all'apertura del Congresso del Prc a Chianciano e ha ascoltato direttamente dalla voce dei protagonisti le prospettive politiche avanzate dalle varie mozioni. A destare più amarezza, in lui, le parole pronunciate da Nichi Vendola. O meglio quelle non sentite e relative alla costituente della sinistra, di cui il governatore della Puglia, candidato alla segreteria del partito, non ha fatto minimanente menzione nel corso della presentazione del suo documento. "Un arretramento" che nasce dalla volontà di "anteporre se stesso al piano politico", perchè rispetto ad alcuni mesi fa, secondo Fava, Vendola ha attuato "un arretramento" che rischia di trasformarsi per il Prc in "un'occasione persa". Ma che non comporta la fine del progetto, a cui Sinistra democratica continuerà a lavorare facendo riferimento "alla società e alla sinistra diffusa nel Paese".
Nella relazione di Vendola non compare alcun riferimento alla costituente di sinistra né ad un processo costituente, al contrario si cita genericamente una "sinistra di popolo". Come valuti questa mancanza?
E' un segnale negativo, ma lo è innanzitutto per il Prc. La costituente è infatti un progetto la cui esigenza e urgenza sono oggettive e non dipendono dai desiderata del Prc o di Sd. La costruzione di un'altra sinistra, rinnovata, capace di un ripensamento critico, con sguardo laico sul presente e sul futuro, in grado di non ripercorrere la ritualità dei recinti di appartenenza come luogo di identità, è un bisogno del Paese, è una domanda politica che deriva dai tanti che il 14 aprile ci hanno chiaramente detto di essere stanchi del simbolismo museale e di un semplice cartello elettorale. Questo progetto non può essere sottoposto a moratoria, perchè è già in campo nella domanda di nuova politica che proviene dalla sinistra sociale e civile del Paese, capace di essere molto più avanti dei congressi che sono chiamati a rappresentarla.
Dunque la mancanza del riferimento alla costituente è ciò che appare più preoccupante?
La relazione di Vendola è stata un elzeviro: bella, pedagogica, corposa, ma si è sottratta a diversi nodi politici rimasti insoluti: non solo il tema della costituente, ma anche quello della riaggregazione delle forze di sinistra. Un problema quest'ultimo, che non passa per la liquidazione del Prc, ma se l'obiettivo è unicamente quello di preservarsi, allora esso appare marginale, minimo e malinconico.
Per il progetto di Sd, però, sarebbe stato auspicabile che la posizione di Vendola, quella che sosteneva la costituente, risultasse determinante?
Non mi appassiona la diatriba dentro Rifondazione, Sd assiste al travaglio congressuale senza fare il tifo per una mozione o area in particolare. Prendo atto però che nelle intenzioni politiche di tutti e cinque i documenti, il Prc ritorna nella casa madre. L'opposto di quanto è stato sostenuto da molti compagni e compagne di questo partito, in primis Fausto Bertinotti. Registro l'arretramento di Vendola che fino a qualche mese fa proponeva di superare i recinti identitari. La costituente, nell'evoluzione vendoliana, si è trasformata prima in sostantivo, poi in aggettivo, fino ad evaporare del tutto con la relazione di Chianciano.
Una evoluzione che si potrebbe spiegare con l'esigenza di convogliare l'appoggio del partito: Vendola si presenta come segretario e per tanto non può che esserlo di tutta Rifondazione, quindi anche di posizioni contrarie alla costituente?
Credo che in politica sia prioritaria la definizione di un progetto e poi quella delle candidature: Vendola al contrario ha anteposto se stesso al piano politico.
Ratificata l'indisponibilità di Rifondazione verso la costituente, cosa farà Sd?
Il progetto della costituente non ha padroni ne ospiti di casa, ma appartiene alla necessità di restituire un'altra idea di sinistra rinnovata a questo Paese, appartiene alla società, ai partiti, ai movimenti che ci credono. Per questo, non subirà alcuna moratoria.
Perdere Rifondazione non rischia di avere però un peso negativo sul progetto?
Credo che sia il Prc a perdere un' occasione. Anche perché questo processo della costituente non corrisponde alla caricatura che ne ha fatto Acerbo che l'ha ridotto alla liquidazione di tutti i partiti; non è una operazione che si fa dal notaio, per decreto dall'alto: i soggetti politici attuali rimangono in vita il tempo necessario per instradare il processo, ma certo questo richiede disponibilità a superare identità e steccati.
Il Prc ha scelto di affrontare il tema delle alleanze di fatto chiudendo al Pd. Anche Vendola ha parlato genericamente di "partito veltroniano" a cui rapportarsi "senza sconti e senza anatemi"...
La parola centrosinistra non è stata mai pronunciata nelle relazioni, pur essendo importate la sua ricostruzione su una base di coerenza. La questione di formulare un progetto di governo del Paese su cui la sinistra si possa impegnare non è infatti rinviabile. A sinistra ci si è incamminati verso l'abiura di qualsiasi interlocuzione con il Pd, pur continuando a stare, a livello locale, ben piantati nelle giunte perché non disposti a rinunciare a qualche assessorato. A questo punto se Rifondazione propende per la chiusura ai democratici, sarebbe coerente che uscisse dalle giunte locali del centrosinistra, magari quelle più discutibili come la Campania e Calabria.
Dunque il centrosinistra resta un obiettivo attuale e in questo senso è importante coltivare un rapporto con i democratici?
Si, credo si debba lavorare ad un nuovo tempo e ad nuovo centrosinistra. Col Pd non si deve rompere per principio ideologico, bisogna prima verificare se realmente non ci sono gli spazi di un dialogo.
Le elezioni europee vedranno il Prc correre da solo col proprio simbolo. Cosa farà Sd?
Staremo a vedere quale sarà la legge elettorale confezionata. Sd promuoverà con altre forze disponibili una lista di sinistra aperta, inclusiva, vasta, che sia il primo laboratorio concreto elettorale della costituente. E prima delle europee, avanzeremo questa proposta in Abruzzo, con una lista realmente aperta a tutti i soggetti della sinistra, che abbia nell'etica civile e politica il baricentro della propria proposta di governo. E' qualcosa di molto diverso da un partito che apre graziosamente ad altri, come ci spiegava Acerbo. La politica infatti non è una casa con ospiti e padroni.
http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=8669
Ma porca miseria, gli costa tanto ricordarsi che senza dover ricorrere gli archecomunisti degli interlocutori naturali ce li avrebbero ??