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«Antisemita su Sarko jr» Vignettista licenziato
Corriere.it
22 luglio 2008
Sarko jr e il vignettista punito «Satira antisemita»: il direttore di Charlie Hebdo licenzia una firma storica«Nessuna pressione dall' Eliseo», ma l' autore accusa: «Leccapiedi» Il figlio del presidente penserebbe a una querela
Pare che i giornali satirici francesi facciano notizia non quando fanno ridere, ma quando le sparano grosse. Charlie Hebdo, che ebbe notorietà per aver ripubblicato le vignette «blasfeme» su Maometto, è tornato alla ribalta per una rubrica dal contenuto giudicato antisemita. L' articolo chiama in causa Jean Sarkozy, figlio del presidente della Repubblica, e accenna a una presunta conversione di comodo all' ebraismo per convolare a nozze con Jessica Sebaoun, figlia del fondatore dei grandi magazzini Darty.
«Farà molta strada nella vita questo ragazzo, tutto suo padre», ironizzava l' autore, Siné, settantenne firma storica di Charlie Hebdo. Nel caso delle caricature sul Profeta, il giornale fece quadrato, si difese in tribunale, si attirò il sostegno di Sarkozy, all' epoca ministro dell' Interno, il quale disse di preferire «qualsiasi tipo di satira alla censura».
Oggi il direttore del settimanale, Philippe Val, ha deciso il licenziamento di Siné, ritenendo la sua satira «antisemita» e lesiva dell' immagine del giornale: «Siné ha superato ogni limite; il suo testo diffonde una voce falsa (circolata da tempo su blog e siti) stabilisce un legame fra conversione all' ebraismo e successo sociale. Inaccettabile».
In primo momento, Val si era limitato a proporre a Siné di presentare scuse pubbliche. Richiesta rifiutata: «Se la fidanzata di Jean Sarkozy fosse stata la figlia di un emiro avrei scritto la stessa cosa. E così se fosse stata cattolica. Non sono antisemita, è una vita che mi batto per la tolleranza e contro ogni forma di razzismo. Porterò in tribunale chi mi accusa di antisemitismo», ha promesso il disegnatore, accusando fra l' altro il direttore e i colleghi che non gli hanno dato solidarietà di essere «dei leccapiedi».
Ovvio il sospetto, da parte del vignettista, che dietro il suo licenziamento ci sia un altro genere di opportunismo: l' ossequio a Sarkozy. Non risulta che ci siano state pressioni da parte dell' Eliseo, nemmeno per smentire la vicenda matrimoniale di Jean, oggi impegnato in politica con un posto di responsabilità a Neully-sur-Seine. Ma essendo noti i rapporti non proprio idilliaci del presidente con le redazioni, le dichiarazioni di Siné hanno fatto lievitare polemiche.
Il caso è stato sollevato da un giornalista del Nouvel Observateur, Claude Askolovitch, il quale, come riferisce il direttore di Charlie Hebdo, avrebbe fatto presente l' «amarezza» del figlio di Sarkozy, adombrando l' ipotesi di una querela: «Jean si è sentito ferito, così come sua madre e i parenti della ragazza, ti faranno un processo». Sulla questione, si è anche espressa la Lega internazionale contro razzismo e antisemitismo ritenendo: licenziamento «perfettamente» giustificato da «frasi indegne».
Il disegnatore sembra piuttosto isolato all' interno della redazione, ma ha ricevuto il sostegno di altre penne della satira. Val gli ha mosso un altro appunto: «L' aver toccato la vita privata dei due giovani». Una conversione, vera o presunta, dovrebbe essere considerata un fatto privato. Altrimenti si rischia, anzi si perde, il posto.
Nava Massimo
Fonte: Corriere.it