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    Predefinito Perché la norma sui precari....

    .....non è una norma così precaria

    Il governo avrebbe ragioni per ringraziare chi ha fatto l’emendamento choc

    Un emendamento presentato da alcuni parlamentari del centrodestra e approvato dalla Camera stabilisce che un lavoratore precario che si rivolge a un giudice per chiedere di essere assunto, al fine di sanare un’irregolarità effettuata a suo carico dalla controparte, può ottenere un indennizzo non superiore a sei mensilità, ma non l’assunzione.
    Ventisettemila precari sono in causa con Poste Italiane per essere assunti. Alcuni hanno effettuato solo alcuni giorni di lavoro, ma, con cavilli, chiedono di “essere regolarizzati”.
    Altri sono già stati assunti, ma fanno causa per avere l’assunzione retroattiva, con recuperi di stipendi, scatti di anzianità e diritti di pensione.
    Le Poste hanno già assorbito 20 mila precari per ridurre questo contenzioso. Se tutti gli ex precari assunti avessero fatto una causa, ci sarebbero state, probabilmente, altre 100 mila cause.

    Ammettere che un’impresa, in particolare una di servizio pubblico e finanziata con tasse a carico dei cittadini come le Poste, non possa scegliere il personale da assumere ma debba dipendere, per questo, da una sentenza, di questo o quel giudice, sulla base di questo o quel ricorso, vuole dire misconoscere l’efficienza economica e la responsabilità dei manager e aderire a un modello cubano.
    Il problema non è circoscritto alle Poste.
    Infatti i ricorsi attuali o potenziali dei “precari” (definizione impropria dei lavoratori con contratti di lavoro a progetto o a termine o con altre formule flessibili) riguardano anche la Rai e altre imprese di servizi, privati e pubblici.
    Le resistenze sono più deboli, nel caso degli enti pubblici, in quanto essi possono scaricare i costi sulla collettività.

    La mina vagante di questi ricorsi minaccia la fattibilità dei tagli alla spesa.
    Il governo dovrebbe ringraziare i parlamentari che hanno presentato questo emendamento, anziché assumere atteggiamenti pilateschi.
    La falsa socialità di chi si oppone all’emendamento emerge se si considera che un lavoratore assunto per sentenza sottrae il posto a coloro che l’impresa vorrebbe assumere.
    Quando si tratta di personale in eccesso, questo è un arcaico imponibile di manonera, che qualcuno pagherà.

    su www.ilfoglio.it 29 07 08

    saluti

  2. #2
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da mustang Visualizza Messaggio
    .....non è una norma così precaria

    Il governo avrebbe ragioni per ringraziare chi ha fatto l’emendamento choc

    Un emendamento presentato da alcuni parlamentari del centrodestra e approvato dalla Camera stabilisce che un lavoratore precario che si rivolge a un giudice per chiedere di essere assunto, al fine di sanare un’irregolarità effettuata a suo carico dalla controparte, può ottenere un indennizzo non superiore a sei mensilità, ma non l’assunzione.
    Ventisettemila precari sono in causa con Poste Italiane per essere assunti. Alcuni hanno effettuato solo alcuni giorni di lavoro, ma, con cavilli, chiedono di “essere regolarizzati”.
    Altri sono già stati assunti, ma fanno causa per avere l’assunzione retroattiva, con recuperi di stipendi, scatti di anzianità e diritti di pensione.
    Le Poste hanno già assorbito 20 mila precari per ridurre questo contenzioso. Se tutti gli ex precari assunti avessero fatto una causa, ci sarebbero state, probabilmente, altre 100 mila cause.

    Ammettere che un’impresa, in particolare una di servizio pubblico e finanziata con tasse a carico dei cittadini come le Poste, non possa scegliere il personale da assumere ma debba dipendere, per questo, da una sentenza, di questo o quel giudice, sulla base di questo o quel ricorso, vuole dire misconoscere l’efficienza economica e la responsabilità dei manager e aderire a un modello cubano.
    Il problema non è circoscritto alle Poste.
    Infatti i ricorsi attuali o potenziali dei “precari” (definizione impropria dei lavoratori con contratti di lavoro a progetto o a termine o con altre formule flessibili) riguardano anche la Rai e altre imprese di servizi, privati e pubblici.
    Le resistenze sono più deboli, nel caso degli enti pubblici, in quanto essi possono scaricare i costi sulla collettività.

    La mina vagante di questi ricorsi minaccia la fattibilità dei tagli alla spesa.
    Il governo dovrebbe ringraziare i parlamentari che hanno presentato questo emendamento, anziché assumere atteggiamenti pilateschi.
    La falsa socialità di chi si oppone all’emendamento emerge se si considera che un lavoratore assunto per sentenza sottrae il posto a coloro che l’impresa vorrebbe assumere.
    Quando si tratta di personale in eccesso, questo è un arcaico imponibile di manonera, che qualcuno pagherà.

    su www.ilfoglio.it 29 07 08

    saluti
    Ovvio... siccome chi assume il personale delle poste non conosce la legge, i pochi diritti rimasti ai precari devono essere cancellati.
    Se la norma dovesse passare, si tornerebbe ai tempi dei dipendenti mandati a casa perchè il datore di lavoro si sveglia con la luna storta!!!!!

    Ma ti rendi conto di cosa hai scritto???

  3. #3
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    Predefinito

    Chi ha scritto sta roba, mangia con i soldi che i contribuenti (obtorto collo) versano all'editore del giornale con generosità grazie ad un cavillo.
    Se questo ladrocinio legalizzato finisse lo scrivente sarebbe forse più sensibile al problema del precariato che, essendo un lacchè del politico di turno, non lo tocca.
    Di più, rispettare i diritti di quei poveracci che alle Poste o a Telecom fanno da 10 anni la stessa cosa con il ricatto di contratti da fame di 6 in 6 mesi, potrebbe in qualche modo levare allo Stato i fondi che oggi permettono allo scrivente di portare a casa (ingiustamente) la pagnotta. Quindi chi scrive ha pure un bel conflitto d'interessi.

    Non è difficile da capire.

 

 

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