Appena a settembre riprenderanno i lavori del governo, una delle prime riforme che sarà attuata sarà la riforma delle legge elettorale per le elezioni europee, previste per il giugno del 2009.
La riforma elaborata e proposta da Bossi è stata accolta all'unanimità dal PDL e anche da buona parte del PD quindi è abbastanza scontata la sua approvazione.
Di che cosa si tratta in sostanza?
La vecchia legge elettorale prevedeva il sistema proporzionale puro, per cui qualsiasi partito superava lo 0,6% a livello nazionale italiano riusciva ad eleggere almeno un eurodeputato. Le circoscrizioni elettorali, invece, erano 5:
1) Valle D'Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria
2) Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia
3) Toscana, Umbria, Marche, Lazio
4) Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria
5) Sicilia e Sardegna.
Queste 5 circoscrizioni creavano dei problemi alla Lega, in quanto per potersi presentare in Toscana, Umbria e Marche, era costretta a raccogliere le firme per la presentazione anche nel Lazio.
La nuova legge elettorale prevede uno sbarramento al 4% a livello nazionale (il PDL propone il 5%), e prevede anche una interessante riforma delle circoscrizioni elettorali, che diverrebbero 10:
1) Valle D'Aosta, Piemonte e Liguria
2) Lombardia
3) Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia
4) Emilia Romagna e Marche
5) Toscana e Umbria
6) Lazio e Abruzzo
7) Campania e Molise
8) Puglia, Basilicata e Calabria
9) Sicilia
10) Sardegna
La Lega riuscirebbe a presentarsi entro i confini meridionali della Padania (Toscana Umbria e Marche) senza scendere nel Lazio, e inoltre la Sardegna riuscirebbe ad eleggere un suo eurodeputato autonomista, e favoriti alla elezione di un eurodeputato sarebbero anche gli autonomisti del SudTirolo.