«Un film già visto », taglia corto Carlo Stagnaro, direttore energia e ambiente del-l'Istituto Bruno Leoni di Torino. «C'è qualcosa di patologico nel modo in cui in Italia si discute di questi problemi», rincara Alberto Clò, docente di economia all'università di Bologna ed economista guida della società di Ricerche Industriali ed Energetiche (Rie). L'accusa lanciata dalle associazioni dei consumatori contro i petrolieri, «colpevoli» di non adeguare tempestivamente il prezzo dei carburanti al calo delle quotazioni del greggio, non sembra trovare molti consensi fra gli esperti del settore. Che l'oscillazione dei prezzi di benzina e gasolio sia in linea con quella del petrolio, lo conferma, dati alla mano, proprio l'Istituto Bruno Leoni. «Prendiamo i valori medi da inizio anno a oggi, cioè dalla settimana del 7 gennaio a quella del 4 agosto — spiega Stagnaro —. Vedremo che il Brent, (il greggio di riferimento per l'Europa, ndr) ha raggiunto il 7 luglio la quotazione massima di 141,07 dollari al barile e la settimana successiva anche benzina e gasolio hanno toccato il punto più alto, con prezzi industriali (cioè al netto delle componenti fiscali) rispettivamente di 0,71296 e 0,85068 euro al litro». Per Stagnaro, la «prima conclusione» è che «a fronte di un aumento del Brent pari al 60%, benzina e gasolio sono cresciuti, con la tradizionale settimana di differimento, del 27% e del 37%, ossia con velocità di circa la metà ». Stesso discorso per la fase discendente. «Nella settimana del 28 luglio il greggio è sceso a una media di 126,7 dollari. Di riflesso benzina e gasolio sono calati nella settimana fino al 4 agosto a 0,65887 e 0,79562 euro per litro. Vale a dire che, dal picco massimo di luglio , il Brent si è ridimensionato del 10% e benzina e gasolio rispettivamente del 5% e del 6,5%, cioè circa la metà». Secondo l'economista dell'Istituto Bruno Leoni è su questi dati che bisogna ragionare, visto che «a non subire variazioni è sempre la componente fiscale »: al 30 giugno — spiega — a un prezzo industriale del gasolio pari a 84 centesimi di euro corrispondevano imposte per 67 centesimi, mentre a un prezzo industriale della benzina pari a 71 centesimi bisognava sommare 82 centesimi di imposte. «Tutti i governi che si sono succeduti in questi anni hanno al massimo introdotto sconti temporanei, come i 2 centesimi al litro decisi dal ministro Bersani lo scorso aprile — aggiunge Stagnaro —. Nessuno ha mai affrontato il problema a livello strutturale ». Non molto diverso è l'atteggiamento di Clò. «Se il governo vuole che i prezzi scendano davvero — dice — allora si decida a togliere gli ostacoli che limitano la concorrenza, dando via libera alla distribuzione nei supermercati e alla vendita di prodotti non petroliferi nelle stazioni di rifornimento».
Il Corriere della Sera, giovedì 7 agosto 2008
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