Ringrazio Imperium e tutti gli altri che hanno letto il mio intervento.
Vorrei rispondere direttamente a Perseo.
Caro amico, qualcuno mi dovrà spiegare, prima o poi, perchè la Destra Radicale sia pervasa sempre e nonostante tutto, da questa immarcescibile fiducia nel domani. Una fede dai contorni misticheggianti, che arriva oggi al punto da augurarsi un (non so quanto auspicabile) Medioevo tecnologico popolato da superuomini cibernetici. E se invece la Storia fosse finita da un pezzo e quelli attuali fossero solo gli ultimi rantoli di un mondo in fase di agonia?
E' molto dura pensarla così, ci vuole uno stoicismo di fondo per andare avanti sapendo che i bei tempi andati non torneranno più. Ma se guardiamo al processo storico e alle fasi progressive della decadenza io non riesco proprio a condividere l'ottimismo della volontà che anima voi rivoluzionari.
Piuttosto, il pessimismo della ragione (che voi generalmente disprezzate) mi fa sentire un reazionario/conservatore come il celebre Principe Salina del Gattopardo. Questi, conscio che è tutto perduto e l'aristocrazia è finita per sempre giudica futile opporsi per principio ad un cambiamento che pur giudicandolo negativamente considera ineluttabile. Tuttavia pur aderendo formalmente ai tempi nuovi, rifiuta di parteciparvi ritirandosi nel suo aristocratico sdegno. E' reazionario e insieme conservatore. Perchè il reazionario può abbandonarsi ad una invettiva, ma è impossibilitato ad aderire ad una rivolta.
PS: Anche i libri di Evola, riletti col senno di poi, non furono tutti delle magnifiche invettive?
Vorrei infine dire a Daltanius che considero Rousseau alla stregua di un pazzo e di un farabutto e che la mia società agraria nulla ha a che vedere con il suo primitivismo.