quando Putin nell'UE

[carter]

Certamente la Russia proviene da una storia che si è distaccata da quella Europea nel momento in cui il bolscevismo prese il potere, e solo nell'ultimo quindicennio è tornata nella famiglia europea. Conosciamo tutti le devastazioni sociali ed economiche che ha subito, ma abbiamo assistito anche alla sua rinascita. Certamente Putin non ha fatto tutto da solo, ma ha avuto la collaborazione di un nutrito gruppo di seri patrioti, e l'appoggio di gran parte del popolo.
Nell'Europa dell'Unione, e soprattutto in quella occidentale, la situazione è molto diversa, se non altro perchè popoli fratelli sono divisi da confini che anziché tutelare le identità consentono, ai falsi governanti, di svendere la propria Nazione agli Stati Uniti (ovviamente gli USA perseguono i loro interessi, e non li critico per questo).
Quando sorgerà un Uomo a guidare la rinascita europea, che ne spezzi le catene e che la proietti tra le Potenze del pianeta?
Forse mai, ed allora cesseremo di esistere.

[Peucezio (POL)]

Mah...
Il fatto è che la Russia, anche se immensa, è un unico popolo, con un'unica lingua (a parte le minoranze, che sono tante ma in fondo marginali) e un'unica religione ortodossa.
In Europa ci sono tanti popoli e se li snaturassimo imponendo un'artificiale unità, io credo che avremmo così profondamente compromesso lo spirito e il senso dell'identità dei popoli europei, che non avrebbero più forza spirituale per fare alcunché. In questo siamo già, ahimé, molto avanti, ma secondo me le sovranità nazionali sono un baluardo, un katechon al crollo, non un ostacolo a un risveglio che non potrebbe mai essere in nome della perdita di patrie storiche secolari, quando non millenarie.

[carter]

Mah...
Il fatto è che la Russia, anche se immensa, è un unico popolo, con un'unica lingua (a parte le minoranze, che sono tante ma in fondo marginali) e un'unica religione ortodossa.
In Europa ci sono tanti popoli e se li snaturassimo imponendo un'artificiale unità, io credo che avremmo così profondamente compromesso lo spirito e il senso dell'identità dei popoli europei, che non avrebbero più forza spirituale per fare alcunché. In questo siamo già, ahimé, molto avanti, ma secondo me le sovranità nazionali sono un baluardo, un katechon al crollo, non un ostacolo a un risveglio che non potrebbe mai essere in nome della perdita di patrie storiche secolari, quando non millenarie.

I problemi dell'Europa carolingia sono molto più grandi, perchè come giustamente scrivi non abbiamo neppure (per il momento) una lingua comune. Però credo che la nazionalità sia un'esperienza culturale, cioè si possa sviluppare tra popolazioni affini. A me sembra che oggi gli Stati nazionali dell'epoca vittoriana in nell'Europa che io chiamo carolingia abbiano esaurito la loro forza propositiva, e si possa pensare di ricostruire la patria comune. Perchè alla fine siamo una famiglia divisa, e se lo resteremo ancora cosa rimarrà della civiltà europea, di fronte agli Stati-continente, che sono i nostri antagonisti a livello mondiale?