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  1. #1
    Bello e dannato
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    Predefinito Una dinastia di successo

    Un mio vecchio cugino, che attualmente risiede all'estero per lavoro, si è sempre dilettato di genealogia.
    Ultimamente mi ha spedito la sintesi di alcune sue ricerche interessanti, che pensava di riunire in un libro.
    Tra le varie linee genealogiche e vicende raccolte, una in particolare mi aveva colpito, quella d'una dinastia che originò in galizia e dal piccolo commercio ascese alla nobiltà ed a posizioni di potere nel XVII e XVIII secolo.

    Il suo capostipite vide la luce in Galizia nel 1631. Non si sa di preciso in quale città, ma dall'età di due anni è iscritto nel registro dei battezzati della città di La Coruña. Il nome suo e dei familiari, la tardiva iscrizione nel registro dei battesimi, lasciano supporre forse una ascendenza marrana. Secondo alcune testimonianze entrambi i genitori sarebbero stati conversos, ebrei convertiti al cristianesimo, e secondo una specifica accusa, presentata nel 1642 presso la procuratura delle Cortes di Galizia, sarebbero stati cripto-giudei.
    Entrambe le due ipotesi sono troppo nette per essere probabili: l'accusa di cripto-giudaismo fu dichiarata infondata, e dopo l'editto di espulsione del 1492 la gran parte degli ebrei era stata espulsa.
    Più che probabile è invece una ascendenza sefardita abbastanza recente. Sovente le famiglie di convertiti mantenevano un certo legame di comunità tra di loro, e non erano infrequenti i matrimoni tra discendenti di convertiti. Lo stesso Miguel de Cervantes pare avesse simili radici.

    Fatto sta che, nel 1631, vide la luce Jacme Issacar Cardozo y Bahamonde, figlio di Joaquim Elías Cardozo y Sáenz, modesto commerciante di pellami, e di sua moglie Juana Felipa Bahamonde Alvares.

  2. #2
    Bello e dannato
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    L'onesto Joaquim, che stando agli elenchi della corporazione dei pellai della Coruña, non aveva nemmeno diritto al titolo di don, morì precocemente nel 1650. La moglie lo aveva già seguito pochi anni prima, nel 1645 o '46. In alcune sue lettere, Jacme Issacar Cardozo ricorderà brevemente la figura paterna, citando come positivi alcuni lati del suo carattere, quali la socievolezza e la curiosità, ma valutando, in definitiva, che il suo genitore era stato portato prima alla rovina ed infine alla morte dalla sua indefessa onestà, coniugata ad una fiducia eccessiva ed ingenua nell'onestà altrui, nonché ad una certa prodigalità e disponibilità ad aiutare il prossimo.
    Pare che fin verso i 17 anni, il giovane Issacar studiò, seguendo confusamente le lezioni impartitegli da un parroco di cui ci resta il nome grazie al ricordo dello stesso Issacar in una lettera del 12 marzo 1662:
    "Tutto quel che ho avuto modo di apprendere nella mia giovinezza lo devo ai buoni insegnamenti di don Juan Valiño".
    Comunque è certo che già dai 14 anni lavorasse nel commercio di famiglia, che abbandonò definitivamente alla morte del padre, ma che gli permise di apprendere un buon numero di lingue straniere trattando con i marinai ed i capitani delle navi che facevano scalo nel trafficato porto galiziano in cui, a 19 anni, si ritrovò orfano e senza mezzi se non la propria iniziativa e le proprie capacità.

  3. #3
    Bello e dannato
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    Dei primi venti anni di vita di Issacar Cardozo si sa relativamente poco. Non molto più di quanto riportato finora. Tutto quel che si può aggiungere è che già dal 1648/49 egli aveva iniziato a prendere parte ad alcuni brevi viaggi su navi mercantili, da un lato come custode e garante delle poco redditizie merci paterne, dall'altro come mozzo.
    Quest'ultima sistemazione era stata una idea del vecchio Joaquim (che nella tomba non riuscì a portarsi altro che il soprannome di "onesto Joaquim"), che così aveva pensato sia di coprire le spese di viaggio del figlio, sia di fargli maturare i periodi minimi di imbarco che sarebbero stati necessari, eventualmente, per imbarcarlo su mercantili più grandi come apprendista.
    Senza dubbio la morte del padre rese questi progetti (dei quali Jacme Issacar, in lettere private di parecchi anni dopo, confesserà di non essere stato entusiasta) meno vincolanti, ma al tempo stesso la mancanza di mezzi, il fallimento del commercio di famiglia e l'assenza di qualsiasi altra prospettiva porteranno Issacar Cardozo, nell'ottobre del 1650, all'arruolamento come apprendista navigatore su di un veliero mercantile che seguiva la rotta delle indie occidentali e delle colonie spagnole in America centrale e meridionale; quel vascello portava il pomposo nome di Vanguardia.

  4. #4
    Bello e dannato
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    E' a partire dal suo imbarco sul Vanguardia che la vicenda di Issacar Cardozo assume contorni ben definiti. Ad alcuni è risultato curioso che un uomo come Cardozo, il quale in futuro amerà tornare sulle proprie esperienze, non abbia mai dedicato cenni particolari alla propria giovinezza. La sua reticenza, in realtà, non può sorprenderci. Questo passaggio di una sua lettera del maggio 1668 al mercante inglese Thomas Wilson di Southampton, ci mostra come il ricco uomo d'affari non amasse rievocare le ristrettezze della propria infanzia, e preferisse invece partire dal principio della sua ascesa:
    "... e in confidenza, mio buon Wilson, io le confesserò che il vero principiare delle mie fortune fu con l'andare per mare. Certo nei miei primi anni ho imparato molto: a valutare gli uomini, a malfidare di essi sino a prova contraria, ho imparato a trattare su di un prezzo, ho imparato a parlare, oltre che in spagnolo, in inglese, in portoghese e in francese, ma per il resto quelli, per me, furono anni di amarezza e privazione. Mio padre era povero. Mia madre era una buona donna, che ringrazio d'avermi messo al mondo, ma che nulla seppe fare contro la nostra miseria. Entrambi mi morirono assai presto. Mio padre volle farmi studiare qualcosa, e mi mandò da un prete, che ancora ringrazio per quelle nozioni che ebbi da lui. Ma iniziai davvero a percorrere il mio sentiero quando, verso i diciannove anni, mi imbarcai come allievo su di un mercantile".

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Pieralvise Visualizza Messaggio
    Ma iniziai davvero a percorrere il mio sentiero quando, verso i diciannove anni, mi imbarcai come allievo su di un mercantile".
    caxxo , anche io a 19 anni mi imbarcai su un mercantile !

  6. #6
    Bello e dannato
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    Alcuni cenni particolari li merita la figura del capitano del Vanguardia: Fernando Casillas Molinero. Ignoto il suo anno preciso di nascita, nel 1650 doveva aver passato da poco i 45 anni. Inizialmente soldato della flotta reale, era poi divenuto capitano di navi mercantili. La sua curiosa personalità era lacerata da due grandi passioni che lo divoravano, una situazione che oggi, forse, chiameremmo schizofrenia: da un lato un feroce e implacabile fanatismo religioso, che lo portava a tenere sulla sua nave un cappellanno che dicesse messa ogni giorno, per tacere poi dei massacri di indigeni idolatri, di mori musulmani e di protestanti stranieri. Dall'altro una inesauribile sete di ricchezza, una cupidigia senza limiti, una volontà incessante di accumulare tesori, unite ad una parsimonia che, secondo alcuni, sconfinava nell'avidità.
    Una descrizione del suo aspetto ci viene proprio da Cardozo, in una relazione scritta nel 1654, al termine del viaggio, alla commissione portuale di Cadiz che lo interrogherà per i fatti che esporremo più avanti:
    "Piantato ben saldo sul ponte, di statura alta, magro come un chiodo ma vigoroso nelle membra, dal volto lungo e scavato, con la sua caratteristica barba scura a pizzo, il viso dal pallore spettrale e gli occhi infuocati come tizzoni ardenti, la figura stessa del capitano Casillas emanava una tale ferocia ed autorità che nessuno, a bordo del Vanguardia, credo abbia mai solo osato pensare ad un atto di insubordinazione. D'altronde la sua facilità nel punire con durezza i marinai colpevoli anche di qualche carico secondario era sufficiente a mantenere, a bordo del suo vascello, la disciplina più ferma. Per contro, non aveva remore a che gli uomini partecipassero del bottino, ma era talmente puntiglioso nell'assegnare le quote, da eseguire personalmente ogni spartizione, sino all'ultimo scudo".

  7. #7
    Dio e Po***o
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    Citazione Originariamente Scritto da Pieralvise Visualizza Messaggio
    Una descrizione del suo aspetto ci viene proprio da Cardozo, in una relazione scritta nel 1654, al termine del viaggio, alla commissione portuale di Cadiz che lo interrogherà per i fatti che esporremo più avanti:
    no qui comincio a fissarmi !
    anche io sono stato come marittimo alla Baia di Cadice al porto di Santa Maria ...
    e fu proprio lì che marcai visita dopo aver litigato e polemizzato col primo Ufficiale....
    e poi il mio Capitano era puntigliosissimo !

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Daltanius Visualizza Messaggio
    no qui comincio a fissarmi !
    anche io sono stato come marittimo alla Baia di Cadice al porto di Santa Maria ...
    e fu proprio lì che marcai visita dopo aver litigato e polemizzato col primo Ufficiale....
    e poi il mio Capitano era puntigliosissimo !
    Ero certo che avresti apprezzato.
    Se e quando sarà pubblicato, farò in modo che tu riceva in omaggio una copia del volume (cui mi auguro sarà abbinata una versione compendiata).
    Ma per ora non posso anticipare nulla. Romperei il filo narrativo.

  9. #9
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    Ma è imparentato con il ramo materno di Franco?

  10. #10
    Bello e dannato
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    Citazione Originariamente Scritto da vota DC Visualizza Messaggio
    Ma è imparentato con il ramo materno di Franco?
    Non credo. Mio cugino sostiene, piuttosto, che costui sarebbe un nostro remoto antenato, poiché un bisnipote del mercante Cardozo/Cardoso, divenuto cardinale, sarebbe stato il padre di un ufficiale di marina borbonico (1747-1804) la cui figlia (1778-181?) sarebbe poi andata in moglie ad un nostro avo.
    Tuttavia questo ultimo avo (nato nel 1765, morto nel 1823) è l'unico dato assodato con certezza, e peraltro noto già da tempo nelle cronache familiari.

    Su Franco, ti riporto piuttosto la nota che l'Autore ha segnato in bozza:
    Probabilmente a pochi sfuggirà l'omonimia tra il cognome della madre di Issacar Cardozo e quello della madre del caudillo Francisco Franco. Personalmente non abbiamo appurato nessun legame diretto di parentela. Possiamo solo limitarci a sottolineare come il cognome Bahamonde sia abbastanza comune in Galizia, e come ai tempi trovasse diffusione sia fra i sefarditi che tra i gentili. A questo proposito, non sarà ozioso ricordare come alcuni abbiano, in diversi periodi della storia recente, ipotizzato una qualche ascendenza marrana del caudillo proprio sulla base del cognome Bahamonde. Ascendenza che, secondo la nostra modesta opinione, non può darsi come certa.

 

 
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