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'Ndrangheta, preso il boss Tegano. Folla applaude: Giovanni uomo di pace
Maroni: il colpo più duro, era il numero uno dei ricercati. Era latitante da 17 anni, arrestato a Reggio Calabria
'Ndrangheta, preso il boss Tegano Folla applaude: Giovanni uomo di pace*-*Il Messaggero
ROMA (27 aprile) -
Il boss della 'ndrangheta, Giovanni Tegano, 70 anni, numero uno dei ricercati calabresi e nella lista del ministero dell'Interno dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia, è stato arrestato ieri sera a Reggio Calabria dalla polizia.
Tegano, ricercato da 17 anni, deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio ma è destinatario anche di una serie di provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi e altri reati. Con l'arresto di Tegano i poliziotti diretti da Renato Cortese hanno inferto un ulteriore duro colpo alle cosche della 'ndrangheta.
Nella tarda serata di ieri gli investigatori hanno fatto irruzione in una abitazione in località Perretti di Reggio Calabria.
Nell'appartamento è stato trovato Tegano in compagnia di altre persone che non hanno opposto resistenza.
Tegano è ritenuto dagli investigatori un boss di «alto spessore della 'ndrangheta». Il «nome dei Tegano è legato alla guerra di mafia che ha mietuto tantissime vittime», aggiungono. Le
cosche contrapposte nella guerra di mafia durata dall'ottobre '85 all'estate del '91 erano da una parte i De Stefano, Tegano, Libri, Latella, Barreca, Paviglianiti, Zito, dall'altra Imerti, Saraceno, Condello, Fontana, Serraino, Rosmini.
Nella guerra di mafia furono uccise oltre seicento persone.
Nonostante i suoi settant'anni il boss era in piena attività. Tegano è stato arrestato infatti con altre persone con le quali, secondo quanto si è appreso, stava gestendo i suoi affari e le attività criminali.
La cattura di Tegano, ha sottolineato il ministro dell'Interno Roberto Maroni «è il colpo più duro che si potesse infliggere oggi alla 'ndrangheta essendo il numero uno dei ricercati calabresi». Apprezzamento anche dal presidente della Repubblica. Congratulazioni anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini.
Applausi all'uscita dalla questura. «Giovanni uomo di pace», così, scandito più volte, è stato salutato il trasferimento del boss dalla questura verso il carcere da decine e decine di persone, parenti e conoscenti che lo hanno applaudito a lungo mentre veniva portato via sotto scorta dalla questura di Reggio Calabria. Giovanni Tegano ha risposto alzando la mano e con molta calma si è diretto verso l'autovettura che lo attendeva accompagnato da due agenti della sezione catturandi completamente mimetizzati.
Arrestati i 5 i favoreggiatori. Sono cinque le persone arrestate insieme al latitante Giovanni Tegano. Si tratta del genero Carmine Polimeni, Giancarlo Siciliano, Vincenzo Serafino, Antonio Morabito e Giuseppe Morabito.
La villa nella quale si nascondeva Tegano era nella disponibilità di Giuseppe Morabito e si trova in località Terreni di Reggio Calabria, in zona impervia ai piedi dell' Aspromonte. La struttura aveva un sistema di video-sorveglianza composto da cinque microtelecamere. Al termine degli accertamenti compiuti dagli agenti della squadra mobile la villa ed il sistema di telecamere sono stati sequestrati.
I Morabito sono i nuovi capi locale di Terreti, titolari di un'impresa di costruzioni edili e di movimento terra. Negli anni '80, un loro zio, Nino Morabito, 'u grillù, fu ucciso durante la guerra di mafia mentre si muoveva su un'autovettura blindata da Terreti verso l'Aspromonte. Delle dinamiche di quell'omicidio parlò a lungo il pentito Paolo Iannò, che faceva parte del gruppo di fuoco che eliminò Morabito.