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    Predefinito La BCE sostiene il dollaro. Coi soldi nostri

    Maurizio Blondet
    16 agosto 2008

    Mentre Bush persegue la sua mega-politica imperiale, l’economia USA, letteralmente, fonde come un gelato a ferragosto. I pignoramenti di case sono saliti del 55% a luglio rispetto a un anno fa; ciò significa che una famiglia su 464 ha ricevuto notizia di insolvenza, o ha visto mettere all’asta la sua casa, o se l’è vista prendere dalla banca creditrice (1).

    Con punte tragiche in certe zone: in un’area metropolitana della Florida, Cape Coral-Fort Myers, una famiglia su 64 ha perso o sta perdendo la casa; in California, una famiglia ogni 186; in Nevada, una ogni 106. Le banche si trovano con almeno 750 mila unità immobiliari sequestrate, che non riescono a vendere nemmeno a prezzi drasticamente calanti. Eppure, il peggio deve ancora avvenire.

    Circa un milione e mezzo di famiglie (per lo più in California) sono incatenate ad un tipo di mutuo variabile più velenoso dei sub-prime. Si chiama «Option ARM» (Adjustable Rate Mortgage), perchè i debitori hanno scelto di pagare le prime rate ad un tasso addirittura inferiore al mero interesse (cioè senza la quota di restituzione del capitale), mentre la quota non pagata si aggiunge al prestito originale, fino a quando raggiunge un certo ammontare (tra il 110 e il 125% del prestito d’origine); a quel punto il mutuo viene «riformulato» (recast) e il debitore deve pagare un rateo aumentato, di colpo, del 60-80%.

    Ciò poteva ancora andare quando i prezzi immobiliari salivano; oggi, coi prezzi calanti, è un nodo scorsoio strangolatore (2). I proprietari si trovano a pagare enormemente di più del valore attuale della casa. E ovviamente non pagheranno, preferendo abbandonare l’immobile e rendersi introvabili. Ciò sta anzi già avvenendo; ma il grosso delle «riformulazioni» avverrà fra ottobre e marzo 2009. Con relative insolvenze a catena, e conseguenze esplosive per le banche creditrici.

    Perchè il mercato delle opzioni ARM vale 400 miliardi di dollari, la metà della bolla dei subprime (1 trilione), ma colpirà un sistema bancario già alle corde. La linea di credito di emergenza aperta per Fannie Mae e Freddie Mac, le «assicuratrici» semi-statali dei mutui, è di 800 miliardi, e verrà dunque rapidamente risucchiata dagli ARM; peggio ancora, le opzioni ARM, coriandolizzate e confezionate, sono sparse in fondi di ogni genere, e su di esse è stato creato un business di derivati da trilioni di dollari, che dunque è minacciato di implosione, tale da gettare le banche nell’abisso.

    Ciò pone la domanda: come mai, in quessta situazione fallimentare, il dollaro si è apprezzato sull’euro? Banche e imprese denunciano perdite colossali, i bilanci degli Stati sono in rosso profondo, la disoccupazione aumenta, e in questa rovina il dollaro risale.

    La risposta viene da James Turk, analista e fondatore di Gold Money: «Le Banche Centrali sono intervenute a sostenere il dollaro, e ne posso dare la prova. Quando le Banche Centrali intervengono sui mercati valutari, comprano dollari con le loro valute; poi usano i dollari per comprare titoli di debito di Stato USA, per lucrare un interesse. Questi titoli di debito acquisiti dalle Banche Centrali sono conservati in custodia presso la Federal Reserve, e questa ne riporta l’ammontare ogni settimana. Ebbene: al 16 luglio 2008, la Federal Reserve riportava di detenere 2.349 miliardi di dollari (2,35 trilioni) in Buoni del Tesoro custoditi per conto di stranieri. Tre settimane dopo, i titoli in custodia erano più di 2,4 trilioni. Il che, in un anno, fa una crescita del 38,4%. Dunque le Banche Centrali accumulano dollari ad un ritmo mai visto, ingiustificato rispetto al deficit commerciale americano. La conclusione logica è che stanno sostenendo il dollaro, per impedirgli di precipitare. Provocando un rialzo, non troppo difficile da ottenere visto l’effetto-leva usato dei fondi hedge».

    Il calo del barile e dell’oro è stato, con ogni probabilità, manipolato al ribasso allo stesso modo. E’ chiaramente all’opera il cosiddetto «Plunge Protection Team», il semisegreto gruppo di finanzieri (ufficialmente si chiama President’s Working Group on Financial Markets) allestito appunto per manipolare i cambi e i corsi onde contenere, o almeno ritardare, una catastrofe, a forza di effetti-leva (3).

    Ellen Brown, un’avvocatessa civilista che studia i trucchi finanziari (il suo ultimo saggio ha per titolo «The Web of Debt», la rete del debito) sospetta addirittura che il conflitto in Georgia possa essere stato scatenato per distrarre dalla enorme crisi che incombe. E ricorda il film «Wag the dog» (in italiano «Sesso e potere»), il film del ‘97 in cui un consigliere della Casa Bianca (Robert De Niro) contatta un produttore di fiction tv (Dustin Hoffman) e gli dice: «C’è una crisi alla Casa Bianca, e per salvare le elezioni bisogna fingere una guerra» (4). Il presidente USA nel film è travolto da uno scandalo sessuale, e per salvarlo si finge una guerra contro... l’Albania, naturalmente tutta inventata, e resa nei TG a forza di effetti speciali elettronici.

    Ohimè, il conflitto georgiano è una realtà. Anche se forse non a caso Saakashvili ha attaccato l’Ossezia il 7 agosto, il giorno in cui la FED ha pubblicato i dati sugli inauditi volumi di acquisti di BOT americani da parte delle Banche Centrali. Ma su questo ultimo punto bisogna concentrarsi.

    «Quali» Banche Centrali stanno dilapidando miliardi per sostenere il dollaro? Se tra queste c’è la Banca Centrale Europea, com’è probabile, bisogna concludere quanto segue: la BCE, con il suo tasso primario rialzato fino al 4,25%, ha mandato l’economia europea in recessione - e però aiuta gli americani, non gli europei. La scelta di mantenere l’euro fortissimo, di restrizione del credito (denaro caro), e per conseguenza di minori esportazioni, sta provocando la contrazione dell’area europea, dello 0,2% in complesso, ma con drammatiche situazioni secondo i paesi (5).

    La Spagna è in situazione di emergenza, tanto da costringere Zapatero a stanziare d’urgenza 20 miliardi di euro per lavori pubblici, tagli fiscali e sostegno ai mutui - tipici rimedi anti-ciclici. L’Italia e la Francia hanno visto contrarre le loro economie dell’ 0,3% nel trimestre; la Germania si è contratta ancora di più (0,5%), perchè più industrializzata e più esportatrice. L’Islanda è ormai in recessione, ossia crescita negativa, di un inquietante 3,7%. In crescita negativa sono anche Irlanda, Danimarca, Lituania ed Estonia, mentre rallentano drammaticamente l’Olanda e la Svezia.

    Insomma tutta la zona euro è in recessione per la politica di «denaro scarso e caro» instaurata dalla BCE; sarebbe irritante apprendere che il denaro, reso così scarso in Europa, la BCE l’ha trovato (o stampato) in abbondanza per comprare BOT americani, ossia del Paese più indebitato del mondo.

    La caduta della Germania, comparativamente più rapida, ha allarmato la Confindustria tedesca (BDI), che ora sarebbe favorevole ad un abbassamento dei tassi. Ma il delegato tedesco alla BCE, Axel Weber, fa il sordo e resiste: «La fiducia espressa da alcuni osservatori, che la crescita economica indebolita stia raffreddando l’inflazione, è secondo me prematura», ha detto. Traduzione: la BCE ci sta portando deliberatamente in una recessione per scongiurare la spirale inflazionistica prezzi-salari. La BCE è convinta che ci sia un’inflazione da eccesso di moneta. Quella moneta che ci fa mancare.

    Invece sì, l’inflazione c’è (ufficialmente del 4,1%), ma essa dipende dai rincari mondiali del petrolio e degli alimentari, su cui le manovre della BCE non hanno alcun potere. Ma se si tolgono dal calcolo greggio e alimentari (la misura si chiama «core inflation») si vede che la pretesa inflazione è già divenuta deflazione: i prezzi d’altro genere sono infatti diminuiti dell’1,8% rispetto all’anno scorso. A soffrire di più sono ovviamente i salari, il cui potere d’acquisto è stato brutalmente accorciato. D’altra parte, l’obbligo europeo di limitare il deficit al 3% del PIL impedisce ai governi di attutire la recessione con un aumento della spesa pubblica; anzi, l’Italia deve stringere i cordoni in piena recessione (infatti le tasse non vengono tagliate, nonostante le promesse, e i consumi non vengono stimolati da iniezioni di potere d’acquisto ai salariati e pensionati). Il nodo scorsoio si stringe.

    La Spagna, come abbiamo visto, s’è infischiata dell’imperativo di limitare il deficit a 3%, ed ha varato il pacchetto d’emergenza con 20 miliardi di spesa pubblica aggiuntiva: ma non solo ha un debito pubblico inferiore a quello italiano, la sua crisi - essenzialmente lo scoppio della bolla immobiliare - è più grave. Se avesse ancora la propria moneta, dovrebbe svalutarla del 30% per riportare a galla la sua economia. Avendo l’euro, non può farlo perchè la Germania e la BCE non voglione deprezzare l’euro. Le banche spagnole più esposte al crollo immobiliare (la Spagna ha oggi 800 mila appartamenti di troppo) si fanno prestare i soldi dalla BCE, almeno 49,4 miliardi di euro.

    Lo fanno con un trucco: emettono obbligazioni - che il pubblico non comprerebbe - al solo scopo di consegnarle alla BCE per ottenerne liquidità. In questo modo, di fatto, le banche ispaniche si fanno sostenere dai contribuenti di tutta Europa, specialmente tedeschi, per restare a galla - con un metodo surrettizio e forse illegale. E allora perchè non può fare altrettanto la Grecia, che dovrebbe svalutare del 40%? Magari lo farà, visto il precedente spagnolo: e lo faranno l’Italia e l’Irlanda e l’Islanda. Ma la Germania in piena contrazione, avrà voglia di pagare surrettiziamente col denaro dei suoi contribuenti, il salvataggio di metà dei Paesi europei?

    Sarebbe increscioso scoprire che, con questi guai in vista - nè più nè meno che il pericolo di spaccatura della moneta unica europea - la BCE trova il modo di spendere altri miliardi di tutti noi per comprare i BOT di un’America in rovina, che per di più ci vuole rifilare nella NATO anche la Georgia, e con ciò spingerci in rotta di collisione con la Russia.




    1) Ilaina Jonas, «Home foreclosure filings up 55 percent in July», Reuters, 14 agosto 2008.
    2) «Ticking time bomb», Economist, 14 agosto.
    3) Ellen Brown, «Wag the dog: how to conceal massive economic collapse», GlobarlResearch,
    14 agosto.
    4) «Wag the dog» è un noto modo di dire americano: «muovi il cane» (sottinteso: anzichè la coda), per indicare la creazione di una falsa apparenza.
    5) Ambrose Evans-Pritchard, «ECB slammed as Europe crumbles», Telegraph, 15 agosto 2008.

    http://www.effedieffe.com/content/view/4168/179/

  2. #2
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    Il crollo del prezzo del petrolio e la crescita del valore del dollaro nell'ultimo mese evidenziano per forza una manovra dietro le quinte. Staremo a vedere cosa succederà entro la fine dell'anno.

    Fra l'altro la situazione spagnola è particolarmente grave dato che la crisi del settore immobiliare potrebbe distruggere in qualche mese 400.000 posti di lavoro (fonte UBS, unione delle banche svizzere). Se così fosse sarebbe un impatto tremendo sulla società iberica, già colpita da una disoccupazione del 10%.

  3. #3
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    Un dollaro più forte potrebbe favorire le esportazioni europee. Il pil tedesco si preannuncia in forte calo. La recessione è già arrivata in europa.

  4. #4
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    Come asl solito, i camerieri europei, corrono sempre in soccorso dei padroni.

  5. #5
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    Sarebbe ora che finalmente gli USA si togliessero dai "cosiddetti" d'altronde se non fanno una guerra entro poco falliranno automaticamente e basta che qlk stato petrolifero converta il proprio mercato in dollari(come vuole fare l'iran e anche per questo gli USA gli stanno addosso per evitare ciò che era successo con l'IRAQ risolto con la guerra immediata)e gli stati uniti crollano...il loro debito dal 1929 poi grazie al monopolio di stampa di valuta da parte della federal reserve è inestinguibile(per questo cresce così in maniera spropositata)...Kennedy provò a creare nuovamente una banconota di stato degli usa basata sull'oncia d'argento ed infatti pochi giorni dopo venne assassinato e i successivi presidenti annullarono in fretta e furia la sua riforma (mai più rimettendola in atto anke se il bello è che ufficiosamente è ancora oggi presente!!!) quando ormai era già ben avviata e svalidando le banconote emesse...che casualità...

  6. #6
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    Mondezza allo stato puro.
    Le banche centrali sono assolutamente incapaci di manipolare i tassi di cambio contro l'andamento del mercato. 50 miliardi di dollari in due settimane? Me cojoni... sul forex se ne scambiano trilioni ogni giorno.

    http://federalreserve.gov/releases/h41/
    Qui potete guardare tutte le statistiche che volete (al memorandum).
    Le riserve sono aumentate di più di cento miliardi anche fra il 20 marzo e il 24 aprile (controllate voi stessi), guarda caso il periodo di massimo deprezzamento del dollaro. L'entità è stata maggiore e l'effetto contrario? Che strana cosa, l'economia blondettiana.

  7. #7
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    Lo fanno con un trucco: emettono obbligazioni - che il pubblico non comprerebbe - al solo scopo di consegnarle alla BCE per ottenerne liquidità.
    Sta cosa poi è una boiata alla pascucci. Alla Bce è vietato acquistare titoli del debito direttamente dagli stati.

  8. #8
    Viva la piadina!!!
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    Citazione Originariamente Scritto da Lu Bu Visualizza Messaggio
    Sarebbe ora che finalmente gli USA si togliessero dai "cosiddetti" d'altronde se non fanno una guerra entro poco falliranno automaticamente e basta che qlk stato petrolifero converta il proprio mercato in dollari(come vuole fare l'iran e anche per questo gli USA gli stanno addosso per evitare ciò che era successo con l'IRAQ risolto con la guerra immediata)e gli stati uniti crollano...il loro debito dal 1929 poi grazie al monopolio di stampa di valuta da parte della federal reserve è inestinguibile(per questo cresce così in maniera spropositata)...Kennedy provò a creare nuovamente una banconota di stato degli usa basata sull'oncia d'argento ed infatti pochi giorni dopo venne assassinato e i successivi presidenti annullarono in fretta e furia la sua riforma (mai più rimettendola in atto anke se il bello è che ufficiosamente è ancora oggi presente!!!) quando ormai era già ben avviata e svalidando le banconote emesse...che casualità...
    aNcora con ste storie delle borse petrolifere?

    Evidentemente non sei al corrente che Iran, Russia, Singpaore, Kuwait, ed altri minori hanno tutti borse petrolifere operanti, quotate nelle valute locali o in Euro, nel caso di Russia ed Iran operanti da quasi due anni, come mai il petrolio e' ancora in USD?

    Prova a pensarci, ha a che vedere con i volumi trattati ogni giorno.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Amati75 Visualizza Messaggio
    aNcora con ste storie delle borse petrolifere?

    Evidentemente non sei al corrente che Iran, Russia, Singpaore, Kuwait, ed altri minori hanno tutti borse petrolifere operanti, quotate nelle valute locali o in Euro, nel caso di Russia ed Iran operanti da quasi due anni, come mai il petrolio e' ancora in USD?

    Prova a pensarci, ha a che vedere con i volumi trattati ogni giorno.
    per non parlare del kennedy assassinato "perché voleva abolire la Fed e ristabilire la sovranità monetaria"...

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Feliks Visualizza Messaggio
    per non parlare del kennedy assassinato "perché voleva abolire la Fed e ristabilire la sovranità monetaria"...
    Kennedy sapeva che le "Banconote degli Stati Uniti" prodotte in base alle riserve argentee si sarebbero ampiamente diffuse e avrebbero eliminato la richiesta delle "Banconote della Federal Reserve". E' una questione economica molto semplice. Le BSU (Banconote degli Stati Uniti) erano emesse sulla base del valore delle riserve argentee e le BFR (Banconote della Federal Reserve) non avevano alcun corrispettivo di valore intrinseco. L'Ordine Esecutivo 11110 avrebbe evitato al debito nazionale di raggiungere il livello attuale (virtualmente quasi tutti i 9000 miliardi del debito federale si sono prodotti dal 1963 in poi) se LBJ o ogni Presidente successivo lo avessero applicato. Il Governo degli Stati Uniti avrebbe avuto il potere di cancellare il debito senza passare per la mediazione delle Federal Reserve Banks e senza l'aggravio di interessi per creare nuovi soldi. L'ordine esecutivo 11110 dette agli Stati Uniti la possibilità di creare i suoi soldi basandosi sul vero valore delll'argento.

    Inoltre, secondo le nostre ricerche, solo cinque mesi dopo l'assassinio di Kennedy, la serie dei "Certificati Argentei" del 1958 non fu più emessa, e successivamente furono rimossi dalla circolazione. Forse, l'omicidio di JFK era un messaggio per tutti i futuri presidenti di non interferire nel controllo della Federal Reserve sulla creazione del denaro. Risulta evidente che il Presidente Kennedy sfidasse i poteri esistenti dietro gli Stati Uniti e la finanza mondiale. Con vero coraggio patriottico, JFK affrontò con coraggio i due modi più fruttuosi mai usati per appianare il debito: 1) guerra (Vietnam); e 2) creazione della moneta attraverso una banca centrale gestita da privati. I suoi sforzi per avere tutte le truppe statunitensi fuori dal Vietnam entro il 1965 e l'ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo della Federal Reseve Bank privata.

 

 
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