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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da JuvSP Visualizza Messaggio
    Quindi la Spagan si può frammentare perchè secondo te non è razzista, (caxxo,e zapatero che spara agli immigrati? ) mentre l'itaglia non può frammentarsi perchè c'è la destra cattiva?
    Il concetto è semplice, ma non ci arriverai mai.

    Partiamo da un fatto. Valanghe di andalusi vivono in catalunya e si dicono fieri di essere catalani perchè sono stati ben accolti o comunque si sono adeguatamente integrati nel tessuto sociale, imparando il catalano.
    E' la medesima cosa che è accaduta in veneto, Orobia, Insubria, piemonte e liguria. Solo che qui il razzismo è sempre stato maggiore, anche quando la Lega non esisteva.

    L'Italia non ha senso d'esistere, questo (penso) di condividerlo con te. L'Italia non ha senso d'esistere per motivazioni culturali e storiche, giammai per motivazioni di razza (condivido il manifesto al 100%).
    Una divisione per motivazioni razziste (vedi la superiorità etnica decantata dall'ex missino Borghezio) sarebbe deleteria.
    Una divisione costruita nel tempo che porti a nazioni culturalmente omogenee non posso che condividerla, ma di certo non si farà mai con le idee palesemente razziste e discriminatorie, basate sulla volontà di creare paura tra la gente, della Lega Nord.
    Per me gli immigrati sono una risorsa e se li accettiamo bene si integreranno, creando quegli splendidi fenomeni che sono gli immigrati che vanno a cercare le origini della terra che li ospita o che imparano la lingua veneta. Come è successo, nonostante la nostra vergognosa chiusura, a molti meridionali che qui vivono oggi.

    La consapevolezza che il futuro del nostro continente è solo quello di un megastato europeo diviso in territori culturalmente omogenei che ne divengano le euroregioni è consapevolezza difficile ma è l'unica strada, senza razzismi e per una grande europa dei cittadini.

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da bsiviglia Visualizza Messaggio
    Si vede che non conosci bene Esquerra Repubblicana de Catalunya e neppure Convergentia y Unyò. MAI nessun autonomista catalano si è espresso nei termini di "meticciato". E, quanto a mescolarsi con gli andalusi, si sono mescolati da un bel po', a causa dell' immigrazione dall'Andalucia. E' Catalano chi si riconosce nella Catalunya, non esiste il diritto di sangue e suolo, tantomeno si parla di razze (concetto scientificamente del tutto scorretto) e meno ancora di razze "superiori". Perfino il presidente di ERC, Carod Rovida, non è catalano ma castigliano. Altrettanto naturalmente, mai nessun basco ha parlato di razze, figuriamoci poi di razze "superiori".
    Se è per questo anche la Lega ha sempre detto che sono padani anche coloro che, italiani, vi risiedono da 5 anni, quidni anche i tantissimi meridionali (che tra l'altro votano Lega, in discreta quantità). Quindi non è questione di sangue neanche qui.
    Against all odds

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Enrico1987 Visualizza Messaggio
    Il concetto è semplice, ma non ci arriverai mai.

    Partiamo da un fatto. Valanghe di andalusi vivono in catalunya e si dicono fieri di essere catalani perchè sono stati ben accolti o comunque si sono adeguatamente integrati nel tessuto sociale, imparando il catalano.
    E' la medesima cosa che è accaduta in veneto, Orobia, Insubria, piemonte e liguria. Solo che qui il razzismo è sempre stato maggiore, anche quando la Lega non esisteva.

    L'Italia non ha senso d'esistere, questo (penso) di condividerlo con te. L'Italia non ha senso d'esistere per motivazioni culturali e storiche, giammai per motivazioni di razza (condivido il manifesto al 100%).
    Una divisione per motivazioni razziste (vedi la superiorità etnica decantata dall'ex missino Borghezio) sarebbe deleteria.
    Una divisione costruita nel tempo che porti a nazioni culturalmente omogenee non posso che condividerla, ma di certo non si farà mai con le idee palesemente razziste e discriminatorie, basate sulla volontà di creare paura tra la gente, della Lega Nord.
    Per me gli immigrati sono una risorsa e se li accettiamo bene si integreranno, creando quegli splendidi fenomeni che sono gli immigrati che vanno a cercare le origini della terra che li ospita o che imparano la lingua veneta. Come è successo, nonostante la nostra vergognosa chiusura, a molti meridionali che qui vivono oggi.

    La consapevolezza che il futuro del nostro continente è solo quello di un megastato europeo diviso in territori culturalmente omogenei che ne divengano le euroregioni è consapevolezza difficile ma è l'unica strada, senza razzismi e per una grande europa dei cittadini.

    Sul snague e suolo t'ha già risposto iannis più sotto.

    Le mie obiezioni erano dovute al perchè sia bello il "metticciamento culturale" e soprattutto sul perchè dividere l'italia sia razzismo.
    Ho scritto anche un discreto paradosso che mi sarei curioso che qualcuno di voi internazionalisti commentasse.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da bsiviglia Visualizza Messaggio
    Si vede che non conosci bene Esquerra Repubblicana de Catalunya e neppure Convergentia y Unyò. MAI nessun autonomista catalano si è espresso nei termini di "meticciato". E, quanto a mescolarsi con gli andalusi, si sono mescolati da un bel po', a causa dell' immigrazione dall'Andalucia. E' Catalano chi si riconosce nella Catalunya, non esiste il diritto di sangue e suolo, tantomeno si parla di razze (concetto scientificamente del tutto scorretto) e meno ancora di razze "superiori". Perfino il presidente di ERC, Carod Rovida, non è catalano ma castigliano. Altrettanto naturalmente, mai nessun basco ha parlato di razze, figuriamoci poi di razze "superiori".

    mmm..quante inesattezze!
    i catalani ce l'hanno sempre avuta a morte con gli andalusi, specie quando emigravano da loro (anche se la differenza "etnica" non era poi cosi marcata come potrebbe esser quella tra un piemontese e un siciliano) e ciò ha fatto da volano alle aspirazioni indipendentiste...e il voler preservare la lor identità e la lingua locale sono stati anche mirati al preservamento "etnico", scoraggiando al massimo l'immigrazione dal resto della spagna...
    che dire poi del padre del nazionalismo basco Arana (questo ovviamente i compagni filo-baschi se lo dimenticano), che parlava chiaramente di RAZZA basca, e che sconsigliava ai baschi di mischiarsi agli spagnoli di razza "latina"....e lo dico dopo aver letto vari libri di storia basca

  5. #15
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    Sbagli. Nè gli autonomisti catalani nè quelli baschi sono razzisti nè mai lo sono stati. Dunque il problema di una Spagna razzista non si pone. Quello di un' Italia razzista, invece, purtroppo sì.[/quote]

    sarai anche spagnola ma secondo me non sai di cosa parli...e ti invito ad informarti meglio..

  6. #16
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    [quote=Enrico1987;8409907]Il concetto è semplice, ma non ci arriverai mai.

    Partiamo da un fatto. Valanghe di andalusi vivono in catalunya e si dicono fieri di essere catalani perchè sono stati ben accolti o comunque si sono adeguatamente integrati nel tessuto sociale, imparando il catalano.
    E' la medesima cosa che è accaduta in veneto, Orobia, Insubria, piemonte e liguria. Solo che qui il razzismo è sempre stato maggiore, anche quando la Lega non esisteva.
    quote]







    si, ma le popolazioni che arrivavano erano ben diverse, bisogna anche considerare quello. Da noi arrivarono popolazioni che non erano esattamente "portatrici di civiltà", arrivando dalle zone più mal ridotte d'europa. E praticamente tutta la criminalità dalla toscana in su è quasi sempre ad opera di persone di origini meridionali (che non si sono integrate come la maggior parte dei loro conterranei hanno fatto ovviamente). Non si può sempre e solo parlare di pregiudizi, perchè è da 150 che quotidianamente possiamo giudicare. Gli andalusi, gli asturiani, etc non portarono mafia, racket, rapine, rapimenti e via dicendo. Inoltre considera che da noi si sono riversati in milioni e tutti in una volta, di fatto meridionalizzando il nord (soprattutto il nord ovest) e imponendosi, spesso con arroganza (e ti potrei citare decine di casi di sopraffazzione e inciviltà che ho visto compiuti da parte loro da quando sono nato a questa parte). In spagna erano già in atto processi "identitari" e ciò ha permesso a quelle popolazioni di poter esser "indottrinate" alla cultura locale.
    In quanto alla lega, beh, al suo interno c'è di tutto (nel marketing si chiama segmentazione), si va dall'ex estrema destra razzista e popolana alla borghezio, all'ala più di sinistra dei Maroni o di quelli come Provera che vanno a costruire ospedali in Africa (con la copam)... Io continuo a sostenere che le sparate da bar sono una cosa e gli atti pratici sono un'altra cosa..D'altronde nella stessa lega molti dirigenti sono di origine meridionale, e nelle città venete governate dalla lega ci sono i più elevati indici di integrazione degli extracomuniatri...molti stranieri regolari poi sostengono la lega perchè sono i primi a rimetterci in immagine quando i loro connazionali clandestini compiono reati.

    per darti un'idea ti riporto l'intervista di uno scrittore torinese, tal Vittorio Messori che racconta le stesse cose che ti potrebbe raccontare chiunque abbia vissuto quegli anni..

    Eravamo peggio noi
    di Francesco Esposito
    «I meridionali erano peggio dei nuovi immigrati». Dopo l'allarme sicurezza a Brescia, sette omicidi in 17 giorni, che vedono involti stranieri (da Hina Saleem, la ragazza pakistana sgozzata dai familiari l'11 agosto, al massacro della famiglia Cottarelli il 28 agosto) la frase-provocazione Vittorio Messori ha scatenato le polemiche. Ma l'intellettuale cattolico, autore di best seller mondiali sul cristianesimo (Varcare la soglia della speranza, il libro-intervista con Giovanni Paolo II, è stato tradotto in 53 lingue), è da sempre una voce fuori dal coro e si è preso la libertà di criticare perfino il Papa. Figurarsi se poteva lasciarsi intimorire «dall'armata dei politicamente corretti», come li chiama lui.
    Bresciano d'adozione-vive da 15 anni sulla sponda del Lago di Garda -ma emiliano per nascita e per origine di entrambi i genitori, Messori si è «torinesizzato» all'età. di 5 anni e ha vissuto 32 anni sotto la Mole. «Per questo conosco per esperienza diretta gli enormi problemi di integrazione che i meridionali portarono in città negli anni '60 e '70».
    La Stampa ha pubblicato le lettere di molti torinesi che la contestano...
    «Sapevo che sarebbero insorti, ma quando ho letto l'articolo del filosofo Emanuele Severino sul Corriere della Sera non ho saputo trattenermi: "Ah, la mia povera Brescia, e non posso più uscire la sera, e alle otto mi si chiudono tutti in casa..."».
    Le ha dato così fastidio?
    «Io conosco bene la realtà bresciana: giro per tutti i quartieri della città e non ho mai avuto paura di finire accoltellato. Lo sa perché nessuno esce dopo le otto di sera?».
    Perché?
    «Per colpa del clima: freddo, spesso piovoso. E poi perché i bresciani la mattina si svegliano presto per andare a lavorare».
    Nessuna emergenza, allora?
    «Tutta una montatura giornalistica. Hanno messo insieme delitti del tutto disomogenei, che vanno dal mondo gay ai regolamenti di conti, per amplificare un allarme stranieri che in realtà non esiste».
    Ma davvero c'erano più problemi con i meridionali nella Torino degli anni '60 che oggi con gli extracomunitari?
    «Certo, e lo dico da testimone perché tra gli anni '60 e gli anni '70 ero cronista alla Stampa, anzi ho lavorato anche per Stampa Sera che seguiva le peggiori storiacce di nera: nella città di allora avrei avuto davvero qualche remora a passeggiare di sera, altro che nella Brescia di oggi».

    Era davvero così difficile l'integrazione tra torinesi e meridionali?

    «Quella di allora era immigrazione selvaggia. Dai 700 mila abitanti della metà degli anni '50, Torino toccò il suo record storico all'inizio dei '70 con 1 milione e 200 mila abitanti: in città arrivarono oltre 500 mila meridionali in 15 anni. Uno shock».

    Come reagirono i torinesi?

    «Già prima di quell'arrivo in massa c'era diffidenza, se non addirittura paura, verso i napouli. Dopo la prima ondata d'immigrazione, i torinesi valutarono impossibile l'integrazione con loro per l'eccessiva differenza culturale e fuggirono».

    Dove?

    «Le classi agiate si ritirarono in collina. E il risultato fu l'abbandono d'interi quartieri, penso in particolare alla zona del centro che diventò infrequentabile: rifiuti ovunque, alloggi in condizioni igieniche precarie. Le ho viste io stesso le vasche da bagno riempite di terra per coltivare il basilico, e poi i quintali di pomodori cotti in enormi pentoloni nei cortili dei palazzi per fare la salsa. Oggi, nella Torino dell'immigrazione extracomunitaria, quello stesso centro storico sembra Piazza Navona, lo chiamano "il quadrilatero romano" : ristoranti etnici e appartamenti di lusso acquistati da fighetti alla moda. Non ha nulla da invidiare al quartiere Brera di Milano, scintillante di luci e di vita».

    Tuttavia (immigrazione extracomunitaria qualche problema può portarlo, lo dimostrano storie come quella di Hina...

    «Se è per questo ricordo il caso di un padre di Benevento che uccise la figlia "perchè portava la minigonna e disonorava la famiglia. Ed e solo un esempio tra i tanti: le violenze sulle donne che volevano adeguarsi ai costumi del Nord erano una cosa comune in quegli anni».

    Insomma nulla di nuovo sotto il sole...

    «Non credo a una storia ciclica. Però forse ci siamo dimenticati che cosa succedeva soltanto 20-30 anni fa. L'immigrazione dal Terzo mondo porta problemi? Certo, ma se parliamo di delinquenza, la criminalità organizzata che arrivò coi meridionali era anche peggio. Ha dovuto riconoscerlo perfino La Stampa, che dopo il mio intervento ha pubblicato un articolo dal titolo significativo, Quando la mala parlava catanese. Il pezzo si chiude con queste testuali parole: "La ferocia dell'immigrazione nella Torino degli anni '60: una città nera, violenta, forse anche più di oggi"».

    Vuol dire che la mala a Torino l'hanno portata i meridionali?

    «In città esisteva una mala tutto sommato bonaria, quella un po' da film, tipo Soliti ignoti. Coi meridionali arrivò qualcosa di impensabile per i torinesi: mafia, 'ndrangheta e sacra corona unita. E poi: ci siamo dimenticati i primi sequestri di persona, gestiti da sardi, calabresi e pugliesi? La sfido a indicarmi un'altra cultura nel bacino del Mediterraneo dedita ai sequestri. E non siamo migliorati: l'Italia è il Paese dove si rapisce un bambino e lo si ammazza a colpi di badile. Non mi risulta che gli autori di queste efferatezze siano perfidi immigrati del Maghreb o dell'Europa orientale».

    Lo storico Giovanni De Luna dice che negli anni '60 l'integrazione era facilitata dalle catene di montaggio Fiat e dalle sedi dei partiti.

    «La, solita mitologia operaia... Lo ha riconosciuto anche Diego Novelli, ex sindaco di Torino e memoria storica della sinistra torinese: perfino il mitico Pci respinse i meridionali, li usava soltanto per attaccare i manifesti. Il giovane Piero Fassino, allora infiammato responsabile del Pci a Mirafiori, si faceva un punto d'onore di parlare solo in piemontese. Come tutti i dirigenti del partito e del sindacato».

    Fortunatamente l'integrazione coi meridionali è finita bene...

    «Il melting pot è riuscito. Ma, nonostante l'happy end, dire che gli anni '60 e '70 sono stati più difficili e sanguinari di questi ultimi d'immigrazione extracomunitaria significa. riconoscere un dato di fatto».

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da iannis Visualizza Messaggio
    Se è per questo anche la Lega ha sempre detto che sono padani anche coloro che, italiani, vi risiedono da 5 anni, quidni anche i tantissimi meridionali (che tra l'altro votano Lega, in discreta quantità). Quindi non è questione di sangue neanche qui.

    esatto, anche perchè sennò il progetto atutonomista sarebbe perso in partenza dato che soprattutto nel nord ovest gli autoctoni sono ormai minoranza. Chi si vuole integrare alla cultura del luogo ben venga, l'ho sempre detto e sempre lo ripeterò

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da JuvSP Visualizza Messaggio
    Quindi la Spagan si può frammentare perchè secondo te non è razzista, (caxxo,e zapatero che spara agli immigrati? ) mentre l'itaglia non può frammentarsi perchè c'è la destra cattiva?
    inutile che riproponi domande semplicistiche
    per camuffare e ridurre ai minimi termini la tua ignoranza cosmica, la padania non esiste

    saluti.

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da SolConservator Visualizza Messaggio
    inutile che riproponi domande semplicistiche
    per camuffare e ridurre ai minimi termini la tua ignoranza cosmica, la padania non esiste

    saluti.

    chi ha parlato di padania?
    ciao professore!hihihi

  10. #20
    email non funzionante
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    Citazione Originariamente Scritto da stefano_splind Visualizza Messaggio
    chi ha parlato di padania?
    ciao professore!hihihi
    bravo non parlarne !

    saluti.

 

 
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