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Zygmunt Bauman inizia il suo
La solitudine del cittadino globale (Feltrinelli, 2000) descrivendo alcune mobilitazioni spontanee, che talora sono andate ad un soffio dal risolversi in veri e propri linciaggi, avvenute con l’intento di cacciare dei presunti pedofili da alcuni quartieri di città inglesi; il sociologo polacco utilizza tale esempio per far notare come la vita sociale sia sempre più scandita dalla proclamazione di emergenze che turbano l’ordine sociale.
L’ovvio corollario d’ogni emergenza è l’individuazione di una categoria sociale a rischio, come per esempio i drogati, gli immigrati (soprattutto se musulmani) e gli
ultras. Però per ognuna delle siffatte categorie si possono trovare argomenti a difesa, mentre questo è impossibile quando si parli non soltanto di semplici devianti, ma di
mostri: chi è più adatto del pedofilo?
Allora molte persone, desiderose, più o meno inconsapevolmente, di senso d’identità e di legami sociali oramai sempre più rari, si sentono per un attimo parte di una comunità, poiché trovano uno scopo comune, sovraordinato all’individuo, proprio quando possono combattere un nemico che nessuno potrà compatire e che quindi si può odiare senza ritegno.
La pedofilia è un’aberrazione talmente orrenda che non può trovare giustificazioni politicamente corrette. Perlomeno, finora è andata così e speriamo che duri, anche se in Olanda esiste dal 2006 il partito pedofilo
Nvd…
Se si vuole attirare su di sé la simpatia della gente, parlare male dei pedofili è una strada semplice, quindi i nostri politici, in questo periodo di proclami elettorali non resistono alla tentazione, anche perché l’argomento è capace di scatenare un’ondata di emozione sufficiente a sviare l’attenzione dalla loro pochezza, magari di stornare sul mostro da sbattere in prima pagina un po’ della rabbia che il popolo prova verso la classe politica.
E’ stato Veltroni a immettere il tema in campagna elettorale, Gianfranco Fini ha dovuto rincarare la dose, dimostrarsi un po’ più
macho, così si è riempito la bocca con questa terribile parola: castrazione.
Ma che cos’è la
castrazione chimica? Si tratta di cure ormonali, a base di chemioterapia o trattamento farmacologico, che hanno lo scopo di ridurre la libido del soggetto.
Numerosi Stati degli Usa adottano questa soluzione nei confronti di pedofili e stupratori, in Europa la si esegue in Germania, Danimarca, Francia, Svezia e Norvegia (ma, in questi ultimi due Paesi, solo col consenso del soggetto interessato). In Italia la proposta di introdurre la castrazione chimica è stata presentata più volte in Parlamento, l’ultima volta nel 2007 da Stefano Pedica (IdV). C’è da ricordare che nel 2003 il Comitato nazionale di bioetica si è espresso negativamente in merito.
L’efficacia clinica di questi trattamenti dev’essere del resto ancora dimostrata ed è tuttora discussa nei Paesi dove è prevista, tanto che in Norvegia già si pensa a rinunciarvi. Il maggior problema sta nel fatto che questo trattamento non è definitivo, la somministrazione del farmaco va protratta per tempi molto lunghi e comporta effetti collaterali gravi, quali il decadimento delle facoltà cognitive e l’insorgenza dell’osteoporosi.
Se tutto ciò non bastasse, anche numerosi psicologi e psichiatri esprimono forti dubbi sul sistema,poiché il pedofilo
egosintonico, come lo stupratore, non è spinto da un vero desiderio e dalla ricerca del piacere sessuale, quanto dall’ira, dal voler ferire la vittima, quindi il sesso è usato come un’arma e, perciò, il soggetto che si trovasse impossibilitato in tal senso può trovare altri mezzi per raggiungere lo stesso scopo.
Ora, se l’inasprimento delle pene è di certo auspicabile, soprattutto avendo a che fare con soggetti che non si rendono conto della gravità dei loro comportamenti e che, forse, potrebbero capire almeno una logica punitiva, proporre la castrazione chimica non ha senso come, del resto, non ce l’hanno moltissime
boutade che siamo costretti a sopportare in questo periodo elettorale.
Se si vuole fare qualcosa di più efficace, basato su risultati scientifici più consistenti, si combatta la pornografia, visto e considerato che numerose ricerche mostrano come il consumo di materiale pornografico sia un fattore di rischio per il compimento di atti di pedofilia. Attenzione: stiamo parlando non soltanto di pedo-pornografia, ma anche della pornografia che si può lecitamente acquistare in qualsiasi edicola una volta raggiunta la maggiore età.