Una scienza al di sopra delle ideologie che possono mutare od evolversi....Attualmente sono determinanti i fattori economici nelle proiezioni geopolitiche delle potenze consolidate ed emergenti.
Una scienza al di sopra delle ideologie che possono mutare od evolversi....Attualmente sono determinanti i fattori economici nelle proiezioni geopolitiche delle potenze consolidate ed emergenti.
entrambe
Libero di pensare che Kjellen, Mackinder, Mahan, Spykman, Schmitt, Haushofer e compagnia (compresi i loro predecessori antichi, come i Romani) si siano fatti le pippe a vuoto in materia, inventandosi una pseudoscienza ad usum delphini per puro wishful thinking e propaganda del destino manifesto. Lo Scontro delle Civiltà, invece..
E gli americani, anche i loro strateghi (tra cui, negli ultimi decenni, Brzezinsky e compagnia) la seguono perché sono antiamericani? Più ci se ne distanzia (e quest'ultima amministrazione egemonizzata dai neocon è stato l'apice), più si resta fregati.
..e perdere
Ritengo che sia una scienza, che essendo ancora relativamente giovane, dal punto di vista dell'approccio metodologico, deve raffinarsi ancora molto. Purtroppo è più facile strumentalizzarla che altre branche dello scibile.
Ma figurati se i Romani fantasticavano di geopolitica.
Sapevano che bisogna accoppare i rivali, che bisogna fare la festa ai concorrenti e vinci oggi vinci domani si trono trovati quel popò di Impero.
Le geopolitica è venuta 2000 anni dopo per spiegare quello che per millenni e millenni qualsiasi conquistatore ha sempre saputo dalla culla senza mai aver avuto l'onore di conoscere Mackinder o Haushofer.
In sostanza la geopolitica -che non nego essere un passatempo relativamente divertente ma non sempre istruttivo- nel migliore dei casi è solo una combinazione pomposa di storia + propaganda, nel peggiore fantapolitica.
Le leggi eterne della geopolitica sono fuffa allo stato puro.
Insomma un topos di certa area antagonista anni 70/80 che fa splendida coppia con tutto il formulario liturgico della questione palestinese.
Sapevano che un fiume non può e non deve essere un confine e se ne devono conquistare tutte e due le sponde mantenendolo del tutto all'interno del proprio territorio, sapevano che il Mare Nostrum andava unito tutto, su tutte le sponde perché solo così poteva essere controllato come il lago che è, e che anche la fascia del nordafrica doveva fare parte di quell'unità mediterranea perché il vero confine al sud non era il mare, ma il sahara. C'era un lungo articolo molto interessante che faceva parecchi esempi della storia romana riguardo all'organizzarsi delle conquiste d'espansione e delle gestioni tramite logica geopolitica, sarebbe bello ritrovarlo anche se sarà dura perché non ricordo proprio titolo e luogo.
Scusa, ma questo concetto (che, se non sbaglio, è ripreso da Haushofer) valido o meno che sia, realmente si adatta all'Impero di Roma?
Magari sbaglio, ma il Reno ed il Danubio non fungevano, per lunghi tratti, da limes dell'impero?
Il limes fortificato romano-germanico, non serviva per l'appunto a "unire" il confine segnato dal Danubio con quello segnato dal Reno?
Beh chiaro, tra il dire e il fare.. la cognizione in ogni caso già c'era. Purtroppo non ritrovo sto benedetto articolo ma anche in quest'altro (articolo peraltro molto interessante di suo) c'è qualche accenno alla coscienza geopolitica da parte dei romani: http://www.centrostudilaruna.it/steuckersreich.html
un po' tutte e due...