In questi giorni si è riaccesa in Italia la discussione sulla responsabilità sociale di banche ed imprese. L’Istituto Bruno Leoni pubblica per la prima volta in italiano lo storico saggio di Milton Friedman, “La responsabilità sociale delle imprese consiste nell’aumentare i profitti” (PDF), pubblicato sul New York Times Magazine nel 1970. In questo importante contributo, Friedman (che di lì a sei anni avrebbe visto i suoi meriti di studioso riconosciuti col Premio Nobel) sottolinea come la prima responsabilità di un’impresa sia verso i suoi azionisti e proprietari: ogni pretesa “responsabilità sociale” che si configuri come una “tassazione occulta” degli stessi, indebolisce nel lungo periodo la legittimità dell’impresa e la sua capacità di operare al meglio.
Scrive Friedman: “se i comportamenti che adotta in ossequio alla sua ‘responsabilità sociale’ riducono il reddito degli azionisti dell’impresa, il manager sta spendendo i loro quattrini. Se le sue azioni fanno aumentare il prezzo al consumo, il dirigente sta spendendo i soldi dei consumatori. Se le sue decisioni comportano una riduzione del salario dei dipendenti dell’azienda, egli sta spendendo i soldi dei lavoratori”. Il manager, ricorda Friedman, è nient’altro che un “agente” i cui “principali” sono gli azionisti.
“Il dibattito sulla responsabilità sociale d’impresa è affascinante, anche perché riconosce implicitamente il fallimento delle istituzioni pubbliche nel perseguire finalità socialmente condivise, e cerca di porre tali fini in capo alle imprese”, dice Alberto Mingardi, direttore generale dell’IBL. “Ma se questo dibattito ammette implicitamente come le imprese siano più efficaci nel creare ricchezza e benessere di qualsiasi altra istituzione, il fatto che esse adottino responsabilità sociali in conflitto con l’obiettivo di creare valore per gli azionisti rischia di snaturarle, indebolendone l’efficienza e danneggiando anche dipendenti e consumatori”.
“La responsabilità sociale delle imprese consiste nell’aumentare i profitti”, nuovo Occasional Paper dell’IBL, è liberamente disponibile qui (PDF).
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