Pensioni, il governo riprova a alzare l'età e a ridefinire la platea dei lavori usura

[catartica]

Pensioni, il governo
riprova a alzare l'età
e a ridefinire la platea
dei lavori usuranti

Giornata movimentata sul fronte delle pensioni quella di ieri. Il Sole 24ore ipotizzava una nuova riforma delle pensioni per il prossimo autunno. Tra gli obiettivi, secondo il giornale di Confindustria, portare dal 2014 un nuovo sistema di uscite flessibili per arrivare a fissare l'età minima di 62 anni per la pensione di vecchiaia e quella massima a 67 anni; la ridefinizione della platea degli "usuranti"; un possibile anticipo all'inizio del 2009 dell'aggiornamento dei coefficienti di trasformazione delle pensioni; il confronto sul riordino degli istituti previdenziali con un possibile accorpamento dei più piccoli in quelli più grandi. Poco dopo arrivava la replica del ministro del lavoro Maurizio Sacconi: «Leggo con stupore che il Sole 24 Ore apre l'edizione odierna attribuendo al governo l'intenzione di una sorta di campagna autunnale sulle pensioni. Come è noto, la manovra economico-finanziaria è già stata realizzata e la legge Finanziaria si limiterà a recepirla. Quanto alle pensioni - continuava il ministro - l'agenda autunnale sarà limitata alla delega per i lavori usuranti e all'istituzione della commissione per la definizione dei coefficienti nei tempi stabiliti dal precedente governo in accordo con le parti sociali. Punto».
«Mi pare sbagliato, dopo tante polemiche, riaprire un'altra volta il capitolo dell'età. Il problema non è quando andare in pensione, ma quanto si prende andando in pensione» rispondeva Raffaele Bonanni leader della Cisl
Per Maurizio Gasparri presidente dei senatori Pdl invece «l'aumento dell'età media della popolazione non può essere ignorato da nessuno e comporta cambiamenti nel corso del tempo per evitare che il sistema fallisca, ogni cambiamento deve nascere dal confronto con le parti sociali». Insomma, meglio morire prima o lavorare di più per non far fallire il sistema? Ognuno ha la sua risposta. Dal governo ombra Cesare Damiano "ministro oscuro" del lavoro dichiarava che «sulle pensioni non si tratta di fare nuove riforme, ma di completare il protocollo del 2007. In primo luogo va emanato entro la fine dell'anno il decreto relativo ai lavori usuranti, per consentire a chi ha svolto un lavoro faticoso di anticipare l'uscita verso la pensione». Prendendo atto della smentita di nuove riforme fatta da Sacconi, l'ex ministro del lavoro continuava: «Tutti riconoscono che il risultato raggiunto con il protocollo del 23 luglio dell'anno scorso è di grande equilibrio ed efficacia, ma sui lavori usuranti il Pdl farebbe meglio a dire che non vuole concedere benefici a chi svolge il lavoro notturno».
Secondo Damiano la proposta sul lavoro notturno da lui depositata in commissione lavoro della camera è migliore di quella, simile, presentata dal suo collega Cazzola:«La proposta di Cazzola eleva ad un numero minimo di 80 notti lavorate all'anno l'accesso al diritto al pensionamento anticipato mentre la mia proposta parte da 64 notti e gradua il beneficio: un anno di anticipo, due o tre a seconda del numero di notti lavorate. Per avere tre anni di beneficio, ad esempio, è necessario lavorare almeno 78 notti ogni anno».
Ale. Tet.


21/08/2008

http://liberazione.it/giornale_artic...rticolo=394076

[MaRcO88]

si vede che il piano damiano era manna dal cielo..