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Discussione: Primavera di Praga

  1. #1
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    Predefinito Primavera di Praga

    Dato che il 3d su rifondazione è stato chiuso....

    La Primavera di Praga, (in ceco Pražské jaro) è stato un periodo storico di liberalizzazione avvenuto in Cecoslovacchia a partire dal 5 gennaio 1968 e durato fino al 20 agosto dello stesso anno, quando un corpo di spedizione dell'Unione Sovietica e dei suoi alleati del patto di Varsavia (ad eccezione della Romania) invase il paese.

    Situazione in Cecoslovacchia e antefatti

    Fin dalla metà degli anni sessanta in tutto il paese si erano percepiti segni di crescente malcontento verso il regime. Le istanze dei riformisti, il cui leader era Alexander Dubček, avevano trovato voce in alcuni elementi all'interno dello stesso Partito Comunista Cecoslovacco. Le riforme politiche di Dubček, che egli stesso chiamò felicemente "Socialismo dal volto umano", in realtà non si proponevano di rovesciare completamente il vecchio regime e allontanarsi dall'Unione Sovietica: il progetto era di mantenere il sistema economico collettivista affiancandovi una maggiore libertà politica (con la possibilità di creare partiti non alleati al partito comunista), di stampa e di espressione. Tutte queste riforme furono sostenute dalla grande maggioranza del paese, compresi gli operai. Ciononostante queste riforme furono viste dalla dirigenza sovietica come una grave minaccia all'egemonia dell'URSS sui paesi del blocco orientale, e, in ultima analisi, come una minaccia alla sicurezza stessa dell'Unione Sovietica. Per comprendere i motivi di questo allarme bisogna tener presente la collocazione geografica della Cecoslovacchia, esattamente al centro dello schieramento difensivo del Patto di Varsavia: una sua eventuale defezione non poteva essere tollerata in periodo di Guerra Fredda.
    A differenza di quanto era avvenuto in altri paesi dell'Europa centrale, la presa di potere comunista in Cecoslovacchia nel 1948 era stata accompagnata da una genuina partecipazione popolare, e non era stata funestata, come altrove, da brutali repressioni. Le riforme sociali del dopoguerra erano avvenute pacificamente, mentre, ad esempio, in Ungheria si erano avute vere e proprie sommosse. Ciononostante la leadership guidata da Gottwald, prima, Zapotocky e Novotný poi aveva mantenuto un regime totalitario fortemente repressivo che si era espresso in maniera brutale durante le purghe staliniane e che non si era aperto dopo la morte del leader sovietico. La stessa minoranza slovacca rimaneva sottorappresentata nelle istituzioni, che accusavano sempre una distanza ideologica rilevante rispetto alle altre repubbliche popolari che avevano compiuto la destalinizzazione, Ungheria e Polonia in primis.

    Politica estera dell'Unione Sovietica

    La politica dell'Unione Sovietica di appoggiare ed imporre negli stati satellite solo governi di stile sovietico, usando se necessario anche la forza, divenne nota come Dottrina Brezhnev, dal nome del leader sovietico Leonid Brežnev, che fu il primo a teorizzarla pubblicamente, sebbene di fatto fosse già stata applicata fin dai tempi di Stalin. Questa dottrina fu la base della politica estera sovietica fino a quando, negli anni ottanta, sotto Mikhail Gorbačëv, fu sostituita dalla cosiddetta Dottrina Sinatra.
    La dirigenza sovietica dapprima usò tutti i mezzi diplomatici possibili per fermare o limitare le riforme portate avanti dal governo cecoslovacco, poi, vista l'inutilità di questi tentativi, iniziò a preparare l'opzione militare.

    L'invasione


    Folla di dimostranti che circondano alcuni carri armati sovietici durante i primi giorni dell' invasione.


    La stagione delle riforme ebbe bruscamente termine nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968, quando una forza stimata fra i 200.000 e i 600.000 soldati e fra 5.000 e 7.000 veicoli corazzati invase il paese. Il grosso dell'esercito cecoslovacco, forte di 11 o 12 divisioni, obbedendo ad ordini segreti del Patto di Varsavia, era stato schierato alla frontiera con l'allora Germania Ovest, per agevolare l'invasione e impedire l'arrivo di aiuti dall'occidente.
    L'invasione coincise con la celebrazione del congresso del Partito Comunista Cecoslovacco, che avrebbe dovuto sancire definitivamente le riforme e sconfiggere l'ala stalinista. I comunisti cecoslovacchi, guidati da Alexander Dubček, furono costretti dal precipitare degli eventi a riunirsi clandestinamente in una fabbrica, ed effettivamente approvarono tutto il programma riformatore, ma quanto stava accadendo nel paese rese le loro deliberazioni completamente inutili. Successivamente questo congresso del partito comunista cecoslovacco venne sconfessato e formalmente cancellato dalla nuova dirigenza imposta da Mosca a governare del paese.

    Conseguenze dell'occupazione

    I paesi democratici dovettero limitarsi a proteste verbali, poiché era chiaro che il pericolo di confronto nucleare al tempo della Guerra Fredda non consentiva ai paesi occidentali di sfidare la potenza militare sovietica schierata nell'Europa centrale ed in quanto, in seguito agli accordi sottoscritti dalle potenze alleate a Yalta, la Cecoslovacchia ricadeva nell'area di influenza sovietica.
    Dopo l'occupazione si verificò un'ondata di emigrazione, stimata in 70.000 persone nell'immediato e di 300.000 in totale, che interessò soprattutto cittadini di elevata qualifica professionale. Gli emigranti riuscirono in gran parte ad integrarsi senza problemi nei paesi occidentali in cui si rifugiarono.
    La fine della Primavera di Praga aggravò la delusione di molti militanti di sinistra occidentali nei confronti delle teorie leniniste, e fu uno dei motivi dell'affermazione delle idee eurocomuniste in seno ai partiti comunisti occidentali. L'esito finale di questa evoluzione fu la dissoluzione di molti di questi partiti.

    Origine del termine

    Il termine Primavera di Praga fu coniato ed usato dai media occidentali quando l'evento acquistò rilevanza internazionale, e solo in un secondo tempo si diffuse anche in Cecoslovacchia.

    Curiosità

    Primavera di Praga è anche il titolo di una canzone (1970) del cantautore italiano Francesco Guccini (cantata anche dai Nomadi) su questo soggetto, contenuta nell'album Due anni dopo.
    Nel celebre libro di Milan Kundera, "L'insostenibile leggerezza dell'essere", la "Primavera di Praga" ha un ruolo determinante nelle vicende dei protagonisti.

    Voci correlate

    Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Primavera_di_Praga"
    Categorie: Storia della Cecoslovacchia | Guerra Fredda | Sessantotto |
    Addio Tomàs
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  2. #2
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    Che differenze fra Cecoslovacchia 68 e Polonia 80?
    Addio Tomàs
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  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da agaragar Visualizza Messaggio
    Che differenze fra Cecoslovacchia 68 e Polonia 80?
    Nel "68 avevamo Johnson, che certo non era una cima. Nell'ottanta, Reagan, la Tatcher e Woytila: come ho sempre detto, bastano un pugno di persone decise e qualsiasi comunismo cade.
    Cuba e' ancora li solo perche' ci fa comodo.

    -N-

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da nordista Visualizza Messaggio
    Nel "68 avevamo Johnson, che certo non era una cima. Nell'ottanta, Reagan, la Tatcher e Woytila: come ho sempre detto, bastano un pugno di persone decise e qualsiasi comunismo cade.
    Reagan entrò in carica nel gennaio 1981, e non era più in carica quando crollò il muro


    Cuba e' ancora li solo perche' ci fa comodo.
    E spiegami perchè vi fa comodo,
    altrimenti spiega perchè l'europa ha aiutato i paesi dell'est mentre gli usa non hanno aiutato Cuba.
    Addio Tomàs
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  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da agaragar Visualizza Messaggio
    Politica estera dell'Unione Sovietica

    La politica dell'Unione Sovietica di appoggiare ed imporre negli stati satellite solo governi di stile sovietico, usando se necessario anche la forza, divenne nota come Dottrina Brezhnev, dal nome del leader sovietico Leonid Brežnev, che fu il primo a teorizzarla pubblicamente, sebbene di fatto fosse già stata applicata fin dai tempi di Stalin. Questa dottrina fu la base della politica estera sovietica fino a quando, negli anni ottanta, sotto Mikhail Gorbačëv, fu sostituita dalla cosiddetta Dottrina Sinatra.
    Dottrina Sinatra fu il nome che il governo sovietico di Mikhail Gorbačëv usò scherzosamente per descrivere la sua politica di permettere alle nazioni vicine del Patto di Varsavia, di decidere dei loro affari interni. Questa dottrina venne così chiamata per via della canzone di Frank Sinatra "My Way" ("A modo mio"), perché permise a queste nazioni di fare a modo loro, in contrasto alla precedente Dottrina Brezhnev, che era stata usata per giustificare l'invasione della Cecoslovacchia nel 1968 oltre a quella dell'Afghanistan (non appartenente al Patto) nel 1979.
    La frase venne coniata il 7 settembre 1989 da Gennadi Gerasimov, capo del Dipartimento informazione del ministero degli Esteri sovietico, che aveva una reputazione di persona scherzosa. Partecipado ad un dibattito su Dialogo Est Ovest. Un cammino per la pace, in programma alla Festa nazionale dell'amicizia con il consulente del Dipartimento di Stato americano Edward Luttwak e il giornalista Arrigo Levi, Gerasimov affermò: «Oggi in Unione Sovietica abbiamo sostituito la dottrina Breznev, che non esiste più e forse non è mai esistita, con la dottrina Frank Sinatra, dal titolo di una sua famosa canzone ognuno ha una sua strada. Credo infatti che oggi ogni paese dell'Est abbia la sua strada».
    Il 25 ottobre successivo lo stesso Gerasimov apparve nel popolare programma televisivo statunitense Good Morning America per discutere su un discorso fatto due giorni prima dal ministro degli esteri Eduard Shevardnadze, nel quale questi aveva detto che i sovietici riconoscevano la libertà di scelta di tutte le nazioni (includendo specificatamente anche gli stati del Patto di Varsavia). Gerasimov disse all'intervistatore che «Noi ora abbiamo la dottrina Frank Sinatra. Lui ha una canzone, 'I Did It My Way'. Così ogni nazione decide da sé che strada prendere». Quando gli venne chiesto se questo comprendeva il fatto che Mosca avrebbe accettato l'allontanamento dalla tutela politica sovietica dei paesi del "blocco", egli rispose: «Sicuramente... le strutture politiche devono essere decise dalle persone che vivono in quei paesi».
    La "Dottrina Sinatra" è stata vista come il permesso accordato da Mosca ai suoi alleati, di decidere del proprio futuro. In effetti, questa era già da qualche tempo la politica sovietica; il primo governo non-comunista in Polonia dagli anni 1940 era salito al potere il mese precedente. Il governo dell'Ungheria aveva aperto i suoi confini con l'Austria nell'agosto 1989, smantellando la Cortina di ferro, e non faceva niente per impedire che migliaia di tedeschi dell'est passassero da li per recarsi nella Germania Ovest. La linea dura del governo tedesco orientale di Erich Honecker si risentì molto per questa rottura della tradizionale "unità socialista" del blocco sovietico, e si appellò a Mosca perché riprendesse gli ungheresi. Il discorso di Shevardnadze e la memorabile descrizione delle nuove politiche fatta da Gerasimov, equivalsero al respingimento degli appelli di Honecker: in effetti dicendo "non scocciateci con i vostri problemi, risolveteveli da voi e con i vostri vicini".
    La proclamazione della "Dottrina Sinatra" ebbe un effetto drammatico in tutto il blocco sovietico. Erich Honecker era stato costretto a dimettersi una settimana prima, e il suo sostituto Egon Krenz stava tentando di tenere la linea davanti a enormi dimostrazioni anti-governative. La "Dottrina Sinatra" segnalò che il blocco sovietico non avrebbe aiutato i comunisti della Germania Est, e poche settimane dopo i governi comunisti di RDT, Cecoslovacchia e Bulgaria vennero estromessi, ponendo fine alla Guerra Fredda e alla divisione dell'Europa.
    Addio Tomàs
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  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da agaragar Visualizza Messaggio
    Dottrina Sinatra fu il nome che il governo sovietico di Mikhail Gorbačëv usò scherzosamente per descrivere la sua politica di permettere alle nazioni vicine del Patto di Varsavia, di decidere dei loro affari interni. Questa dottrina venne così chiamata per via della canzone di Frank Sinatra "My Way" ("A modo mio"), perché permise a queste nazioni di fare a modo loro, in contrasto alla precedente Dottrina Brezhnev, che era stata usata per giustificare l'invasione della Cecoslovacchia nel 1968 oltre a quella dell'Afghanistan (non appartenente al Patto) nel 1979.
    La frase venne coniata il 7 settembre 1989 da Gennadi Gerasimov, capo del Dipartimento informazione del ministero degli Esteri sovietico, che aveva una reputazione di persona scherzosa. Partecipado ad un dibattito su Dialogo Est Ovest. Un cammino per la pace, in programma alla Festa nazionale dell'amicizia con il consulente del Dipartimento di Stato americano Edward Luttwak e il giornalista Arrigo Levi, Gerasimov affermò: «Oggi in Unione Sovietica abbiamo sostituito la dottrina Breznev, che non esiste più e forse non è mai esistita, con la dottrina Frank Sinatra, dal titolo di una sua famosa canzone ognuno ha una sua strada. Credo infatti che oggi ogni paese dell'Est abbia la sua strada».
    Il 25 ottobre successivo lo stesso Gerasimov apparve nel popolare programma televisivo statunitense Good Morning America per discutere su un discorso fatto due giorni prima dal ministro degli esteri Eduard Shevardnadze, nel quale questi aveva detto che i sovietici riconoscevano la libertà di scelta di tutte le nazioni (includendo specificatamente anche gli stati del Patto di Varsavia). Gerasimov disse all'intervistatore che «Noi ora abbiamo la dottrina Frank Sinatra. Lui ha una canzone, 'I Did It My Way'. Così ogni nazione decide da sé che strada prendere». Quando gli venne chiesto se questo comprendeva il fatto che Mosca avrebbe accettato l'allontanamento dalla tutela politica sovietica dei paesi del "blocco", egli rispose: «Sicuramente... le strutture politiche devono essere decise dalle persone che vivono in quei paesi».
    La "Dottrina Sinatra" è stata vista come il permesso accordato da Mosca ai suoi alleati, di decidere del proprio futuro. In effetti, questa era già da qualche tempo la politica sovietica; il primo governo non-comunista in Polonia dagli anni 1940 era salito al potere il mese precedente. Il governo dell'Ungheria aveva aperto i suoi confini con l'Austria nell'agosto 1989, smantellando la Cortina di ferro, e non faceva niente per impedire che migliaia di tedeschi dell'est passassero da li per recarsi nella Germania Ovest. La linea dura del governo tedesco orientale di Erich Honecker si risentì molto per questa rottura della tradizionale "unità socialista" del blocco sovietico, e si appellò a Mosca perché riprendesse gli ungheresi. Il discorso di Shevardnadze e la memorabile descrizione delle nuove politiche fatta da Gerasimov, equivalsero al respingimento degli appelli di Honecker: in effetti dicendo "non scocciateci con i vostri problemi, risolveteveli da voi e con i vostri vicini".
    La proclamazione della "Dottrina Sinatra" ebbe un effetto drammatico in tutto il blocco sovietico. Erich Honecker era stato costretto a dimettersi una settimana prima, e il suo sostituto Egon Krenz stava tentando di tenere la linea davanti a enormi dimostrazioni anti-governative. La "Dottrina Sinatra" segnalò che il blocco sovietico non avrebbe aiutato i comunisti della Germania Est, e poche settimane dopo i governi comunisti di RDT, Cecoslovacchia e Bulgaria vennero estromessi, ponendo fine alla Guerra Fredda e alla divisione dell'Europa.
    E' stata una gran bella stagione, va a merito della dirigenza sovietica dell'epoca aver compreso (e accettato) che un'epoca era finita e si doveva affrontare il nuovo millennio.

    Direi che il vero disastro dell'URSS sia cominciato con la defenestrazione del buon Kruscev e i lunghissimi anni di immobilismo politico brezneviano, la famosa "nomenklatura" delle dacie, le automobili, i negozi riservati; e l'inefficienza e la corruzione.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da agaragar Visualizza Messaggio
    Che differenze fra Cecoslovacchia 68 e Polonia 80?
    Poche, in entrambe i casi si trattava di nazioni che si sentivano europee, con una storia europea e aspirazioni europee.
    Il cattolicesimo polacco è sempre stato argine nazionalista fra il mondo tedesco (protestante) e quello slavo (ortodosso), la Cecoslovacchia ha invece sempre espresso una cultura originale che è stata essa stessa nazionalismo.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    E' stata una gran bella stagione, va a merito della dirigenza sovietica dell'epoca aver compreso (e accettato) che un'epoca era finita e si doveva affrontare il nuovo millennio.

    Direi che il vero disastro dell'URSS sia cominciato con la defenestrazione del buon Kruscev e i lunghissimi anni di immobilismo politico brezneviano, la famosa "nomenklatura" delle dacie, le automobili, i negozi riservati; e l'inefficienza e la corruzione.
    Krusciov era un pò come Eltsin, un falso riformista, la stagnazione cominciò con lui, e la repressione in ungheria, la crisi di cuba, non dimentichiamolo.

    Anche i rapporti fra Krusciov e Breznev furono molto simili a quelli fra Eltsin e Putin.
    Addio Tomàs
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  9. #9
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    Notare che anche il riformismo Gorbacioviano non andò a buon fine, anche se in modi diversi dalla cecoslovacchia, cmq sempre un intervento militare

    il paragone fra la primavera di praga e Gorbaciov è comunque interessante.
    Addio Tomàs
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  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da agaragar Visualizza Messaggio
    altrimenti spiega perchè l'europa ha aiutato i paesi dell'est mentre gli usa non hanno aiutato Cuba.
    Ecco: questa è una domanda veramente interessante, che meriterebbe un approfondimento.

    Epiros parlerebbe di primato culturale degli europei (al che gli risponderei richiamando un po' di storia recente ).

 

 
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