Alitalia, il paracadute arriva a un metro dallo schianto
di Tonia Mastrobuoni
Settimana decisiva per Alitalia. Il governo aprirà il paracadute per la compagnia di bandiera a un metro dallo schianto. Gli appuntamenti più importanti saranno infatti giovedì e venerdì, quando si dovrebbero riunire rispettivamente il consiglio dei ministri per modificare la legge Marzano rendendola compatibile col disastro industriale della compagnia di bandiera e il consiglio di amministrazione della Magliana, chiamato il giorno dopo a esaminare dei conti semestrali talmente pessimi - una stima dell'Istituto Bruno Leoni ipotizza 400 milioni di euro di perdite - da commissariamento quasi automatico.
Nell'ordine, già tra oggi e domani l'advisor del piano di salvataggio, Intesa Sanpaolo, dovrebbe incontrare i partecipanti alla cordata (cioè secondo le indiscrezioni circolate sinora Toto, Clessidra, Equinox, Benetton, Marcegaglia, Pirelli, Ligresti e Gavio) che hanno messo sul piatto 700 milioni di euro per la ricapitalizzazione ma a condizione che l'investimento sia a sostegno di un'Alitalia completamente ripulita da debiti e esuberi.
Le forche caudine entro cui si stanno muovendo i tecnici del ministero dell'Economia e quelli dello Sviluppo che stanno riscrivendo la Marzano sono proprio la necessità di assecondare la conditio sine qua non imposta dalla cordata per mettere mano al portafoglio e le norme europee. Che difficilmente lascerebbero passare un'operazione di sdoppiamento di Alitalia in una società-cestino da liquidare praticamente un nanosecondo dopo, lasciando con un palmo di naso tutti i debitori, e una nuova società "buona", da rilanciare grazie ai soldi dei "capitani coraggiosi".
In ogni caso, nella nuova Alitalia confluirà anche la parte migliore di Air One. Con il patron della compagnia di bandiera, Carlo Toto, ci sarebbe già un accordo per una cessione del vettore alla Magliana ma con l'impegno a reinvestire parte della somma incassata nella nuova Alitalia. Quanto al partner estero, sembra certa un'alleanza futura con Lufthansa, più defilate AirFrance-Klm e British Airways (che per ora smentisce le voci di mercato circolate nei giorni scorsi su un interessamento ad una partnership con la Magliana).
Il piano "Fenice" approntato da Intesa e che dovrebbe planare sul tavolo del consiglio di amministrazione della compagnia di bandiera venerdì prossimo prevede la divisione della parte sana delle parti "cattive" di Alitalia, dunque i 1,1 miliardi di euro di indebitamento (secondo gli ultimi dati ufficiali, dunque al 30 giugno) e i circa cinquemila esuberi (cui vanno aggiunti circa duemila di Airone). La parte marcia dovrebbe confluire nell'ormai famosa "società-spazzatura", la (very) "bad company" da commissariare subito dopo. Per la guida, si sono fatti vari nomi, in primo luogo quello di Aristide Police che comprensibilmente, visti i sonni non tranquillissimi dei mesi scorsi, avrebbe preferito declinare l'invito. Anche il salvatore di aziende sull'orlo del baratro per eccellenza, l'eterno commissario straordinario Enrico Bondi, l'uomo della "resurrezione" della Parmalat, sarebbe stato interpellato, ma senza successo. Qualcuno, nel governo, coltiva anche la speranza di coinvolgere nel disperato progetto un altro supersalvatore, Guido Rossi. Ma per ora il nome più gettonato rimane quello di Massimo Verrazzani, ex amministratore unico Enav. Per la nuova Alitalia, per la società che dovrebbe ereditare la parte in attivo della compagnia di bandiera e avere in dote i 700 milioni di euro della cordata italiana per la ricapitalizzazione, si parla invece di un tandem Rocco Sabelli-Roberto Colaninno.
Su Alitalia sarebbe intervenuto ieri, secondo una nota del Pd, il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli. Ospite alla Festa del Partito Democratico di Pisa, avrebbe ricordato, appunto, che «il 29 c'è il Cda di Alitalia, dobbiamo presentare una soluzione prima di quella data. I privati che partecipano all'operazione ci sono, le banche anche, dobbiamo trovare una compagnia come partner». Il responsabile dei Trasporti, molto critico in passato sull'ipotesi di un commissariamento, ha aggiunto che «di più non posso dire perché l'advisor non ha ancora presentato ufficialmente il piano». Ma è tornato a ribadire che è «decisiva» la questione degli esuberi: «se sono un certo numero possiamo gestirli, troppi diventano un problema». Matteoli pensa soprattutto alle ricadute occupazionali su Roma, che potrebbero essere le più pesanti e mettere in difficoltà il suo compagno di partito, il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Sul futuro di Alitalia qualche notizia potrebbe arrivare sin da oggi anche dal Meeting di Rimini. In giornata è previsto l'arrivo di Pietro Modiano, direttore generale di Intesa Sanpaolo, mentre domani è atteso il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Infine, venerdì, giorno del cda della Magliana, sarà di scena l'amministratore delegato dell'advisor Intesa Sanpaolo, Corrado Passera.
Da Il Riformista, 25 agosto 2008
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