Negano vaccino: famiglia ricercata
Genitori: "Fa più danni che benefici"
Una coppia australiana è ricercata in tutto il Paese dalla polizia perché ha rifiutato di far vaccinare il proprio bambino. Questo caso di coscienza si è trasformato in un fatto nazionale. I medici sono ricorsi alla Corte Suprema perché ritengono in pericolo di vita il piccolo nato da cinque giorni. I genitori, invece, pensano che il vaccino contro l'epatite B sia più rischioso che vantaggioso. Nel frattempo la famiglia si è data alla fuga.
La madre del piccolo, nato da 5 giorni, è portatrice da anni del virus che può causare la cirrosi e il cancro a fegato, e i medici temono che il piccolo sia ad alto rischio di contagio, se non verrà immunizzato nei prossimi giorni. La Corte suprema venerdì scorso aveva intimato alla coppia di acconsentire alla vaccinazione, su istanza del dipartimento servizi comunitari, ma finora non è stato possibile localizzare la coppia. I genitori sono convinti che l'alluminio contenuto nel vaccino possa causare più danno al bebè che il contagio dell'epatite, e che questa possa essere gestita con maggiore efficacia che non i danni potenziali del vaccino.
La coppia ha il sostegno del gruppo anti-vaccinazione detto Australian Vaccination Network, e il padre ha dichiarato ad una stazione radio che la famiglia intende restare in fuga a tempo indefinito. La polizia ha esaminato i dati delle telefonate dei due e contattato familiari e amici, ma non è riuscita finora a trovare la coppia, che continuerebbe a spostarsi ogni poche ore.
Le vaccinazioni in genere non sono obbligatorie in Australia, ma i nati da madri positive all'epatite B debbono essere trattati con immunoglobulina entro 12 ore dalla nascita, e con quattro dosi di vaccino nei seguenti sei mesi. Secondo uno dei medici che ha allertato le autorità se il bimbo contrae la malattia ora, resterà portatore cronico del virus.
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